ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

giovedì 31 luglio 2008

Lingua e Storia della Val Resia

E' stata approntata la bozza di quella che diventerà la legge regionale sulle minoranze linguistiche con il numero 205 ( DEFINITIVA LEGGE 26). Un'altare alla minoranza slovena e nemmeno un distinguo, un piccolo cenno alla lingua resiana, perla della collana delle lingue slave che negli ultimi secoli ha meritato, per la sua unicità l'attenzione di studiosi e linguisti di tutto il mondo. E' rimasto, al riguardo, inascoltato il suggerimento del proffessor Hamp che consigliava di fare un'accurato riesame del resiano prima di catalogarlo, specialmente per quanto concerne le vocali, importantissime ai fini di ogni lingua. E' stato ignorato quanto affermato, a suo tempo, da Baudouin de Courtenay, uno dei più autorevoli linguisti interessati con vera passione al resiano, il quale dopo aver spiegato perchè i Resiani non sono Russi, scrive:" in simile maniera possiamo dimostrare che i Resiani non sono Bulgari, non Sloveni nel senso propio di questa parola, non Serbo-Croati nel senso stretto, ecc.., e che ci rappresentano, dal punto di vista glottologico, una stirpe slava indipendente". Questa affermazione dava molto fastidio ai suoi picconatori, tanto che cercarono di screditarlo solo perchè il buono ed onesto Baudouin de Courtenay, ormai anziano, stanco ed ammalato, aveva espresso il desiderio di voler riconsiderare la teoria riguardante l'accostamento del resiano al turano-altaico. Da parte degli slavisti, lo dice un saggio, viste le notevoli manchevolezze della legge 482/99 sono state seguite le articolate e complesse disposizioni che non tengono conto della realtà e dell'equità, ma solo della forza di "intraprendenti" intellettuali congiunte all'opportunità di salvaguardare certi equilibri politici.  Quindi, catalogare il resiano tra i dialetti sloveni è soltanto un favore fatto al politico che tende la mano, ovunque possa farlo, per avere contributi: ciò è tecnicamente, storicamente e scientificamente un errore. Relegare il resiano nel limbo dei dialetti, anche se la legge non aiuta, rappresenta una mancanza di rispetto, una " diminutio capitis" per una lingua con la quale i Resiani, in quasi 1400 anni di convivenza si sono detti tutto, si sono trasmessi le conoscenze, la cultura, nonchè arte e mestieri, tecnologia e musica.  Per favore, signori linguisti, se propio non potete chiamarci lingua perchè la legge non ve lo consente, indicateci con un altro vocabolo appropiato, ma NON GETTATECI nella fossa comune dei dialetti sloveni.  La lingua slovena stritolerà e ingoierà il resiano in pochi anni e a Voi rimarrà imperituro l'amaro dentro per non aver fatto nulla per salvare questa stupenda lingua.  Il resiano non può essere un dialetto sloveno in quanto la sua origine è indipendente dallo sviluppo della lingua slovena.   Nello statuto regionale è sancito che gli appartenenti alla minoranza slovena del F.V.G. sono cittadini italiani di nazionalità slovena. Noi non possiamo chiamarci di nazionalità slovena.  Con la Slovenja non abbiamo nulla in comune, nè topos, nè ethos, nè logos, nè caratteri nè modi, e nei tanti secoli trascorsi non abbiamo vissuto neanche un attimo di storia insieme uniti, anzi ci siamo trovati gli uni contro gli altri in diverse occasioni. Ad esempio: nel 1500, durante la guerra tra Austria e Venezia, gli Sloveni si sono schierati con l'imperatore, mentre i Resiani sono rimasti fedeli alla Serenissima; nella guerra 1915/18 Resiani e Sloveni si sono sparati contro lungo tutta la linea del fronte dal Brennero fino al Carso. Evitiamo di citare la 2^ guerra mondiale per i noti motivi, anche se non possiamo non dire che siamo stati aiutati a combattere una dittatura allo scopo di darcene un'altra, che ci sono state delle fucilazioni ingiuste e crudeli e che anche Resia ha avuto i suoi infoibati.  Non c'è mai convivenza, insomma. nè qualsivoglia interagire per mezzo del linguaggio. E ciò perchè l'uno non ha mai capito quello che diceva l'altro. Sono realtà linguistiche diverse.   I Resiani, quando sono entrati in Valle, per comunicare tra loro usavano il paleoslavo o slavo antico, il quale ha assorbito frammenti di celtico, di latino e di longobardo e nel quale si sono via via inseriti prestiti dal paleoslavo liturgico di Costantino con lo sloveno portatoci dai monaci di St. Paul e di Admont, mandati a Resia dagli abati di Moggio nel XIII e XIV secolo d.C., ed infine i prestiti dal friulano, dal tedesco e dall'italiano. 


Guardando le statistiche. Attualmente su 100 parole dette in resiano:


-40 sono comuni a tutte le lingue dell'universo slavo ( mati, oce, oci, ecc..);


-20 sono solo resiane ( gjo, karie, rat, want, wsei, mugjul, pravit, lanita, ecc..);


-8 sono uguali al solo sloveno ( kacja, gosd, skuta, kucjanizza, ecc..);


-30 sono parole resianizzate prese dall'italiano, dal tedesco e dal friulano;


-2 sono comuni ad alcune delle lingue slave ( es.: jinde = ceko, con il quale abbiamo in comune la desinenza dei verbi; ric = ucraino; scja = bulgaro, polacco, ucraino ).


Consideriamo la storia.   I Resiani sono sotto il Canin fin da VII secolo d.C., arrivati direttamente da nord - est avendo potuto beneficiare di un periodo di libertà di movimento dopo che Samo ebbe a liberare quasi tutti gli Slavi occidentali.  Il gruppo giunto in Carinzia era notevole ed eterogeneo. Gruden e Rutar lo vorrebbero formato da solo Sloveni, scientemente equivocando sul fatto che Franchi, Bavari e Sassoni chiamavano gli Slavi : Esclavens, Esclovens, Escloviens, ma nessuno storico non sloveno avalla questo dato e Lewanski addirittura li ammonisce e afferma: " Tra il VI e VIII secolo d.C. gli Slavi penetrarono nei territori limitrofi  al Friuli formando insediamenti provvisti di un ordinamento statale nel Noricum meridionale. Contrariamente agli assunti dei primi ricercatori detta colonizzazione fu opera degli Slavi occidentali e NON  degli Sloveni."  Tale nome per gli Sloveni arriverà solo due secoli dopo, allorquando i Franchi li liberarono dalla schiavitù degli Avari.  Dal gruppo trovatosi in Carinzia si staccarono i componenti di quattro tribù che decisero di raggiungere la piana Friulana attraverso la valle del Fella.  Esse si scontrarono con i Longobardi che le respinsero dopo aver inflitto loro gravissime perdite.  I superstiti si rifugiarono nella Valle di Resia ed iniziarono una vita di comunità che non si è mai interrotta fino ad oggi.  I manipoli di predoni slavi di cui ci narra Paolo Diacono che infastidiscono con le loro incursioni in pianura i Longobardi per buona parte dell'VIII secolo, possono essere solo Resiani ma non Sloveni.  Nella storia universale gli Sloveni ( Esclovens ) sono menzionati soltanto nel nono secolo: nell'816 una loro delegazione è a Compiègne per un atto di sottomissione a Ludovico il Pio, nonchè per chiedere la distinzione dai loro oppressori e di poter usufruire del territorio posto tra Sava e Drava per viverci e svolgere le loro attività; però la fedeltà all'imperatore ebbe breve durata: tra l'820 e l'823 certo Liudovit assoggettò buona parte della popolazione della Pannonia Occidentale, tra cui gli Sloveni, e la spinse alla rivolta contro i Franchi.  Il gruppo ebbe un primo successo contro Cadola, marchese del Friuli, e riuscì a invadere parte del territorio a ovest del Sava, ma poi i Franchi inviarono sul posto un forte contingente di uomini e anche con l'ausilio dei Croati ( Bozna ), dispersero e decimarono i rivoltosi.  Dopo tale batosta, gli Sloveni si ripresero nella seconda metà del nono secolo e ricevettero pure la visita di Cirillo e Metodio, ma poterono ricompattarsi e iniziare finalmente una vita di comunità ( per diventare uno dei popoli più miti e corretti della storia ) solamente dopo il 950, all'esaurirsi della furia degli Ungari che, in cinque distinte ondate, passarono sulla Pannonia Occidentale come un ferro rovente.  


A questo punto siamo in aperto conflitto con i cinque più cinque che - con un'azione politica degna del miglior Talleyerand, motivata dal solo " scientifico " riflesso linguistico - hanno chiesto ed ottenuto l'inserimento del comune di Resia tra quelli tutelati dalla legge sulla minoranza slovena.  Vorremmo capire come mai ( un virus? ), pur avendo essi in valle un seguito più vicino allo 0 che non al 15% esatto dalla legge ( e non potrebbe essere altrimenti, datosi che nessun Resiano, ma propio nessuno può legittimamente dichiararsi di nazionalità slovena e nessuno, ma propio nessuno conosce l'inno nazionale sloveno ), continuano imperterriti a perseguire il loro scopo e a mantenere la posizione e la consegna assegnategli al momento del loro reclutamento da parte di Maticetov, regista di tutta la faccenda, il quale - anche con l'aiuto di portatori locali, - ovviamente - è riuscito a portare l'acqua del Resia nel Sava, blandendo e ammaestrando, strada facendo apprendisti linguisti, pseudo giornalisti e scrittori, tesisti, eccetera.  Qualcuno degli istanti surriferiti ha addirittura ammesso che il resiano non può essere un dialetto sloveno e che i Resiani non possono evocare la nazionalità slovena ma che tutto viene portato avanti per il bene di Resia, visto e considerato che i competenti organi accettano anche noi Resiani. " Insomma, ci fingiamo Sloveni per avere i contributi ", e non gliene cale nè tanto se il magistrato potrà intravedere nel loro dire ed agire la configurazione di uno o più elementi  costitutivi del reato di truffa ai danni dello Stato, datosi che quelli elargiti sono quattrini sborsati dai contribuenti italiani.  Ai signori competenti della CULTURA si chiede la cortesia di voler restituire la dignità di LINGUA al RESIANO, perla della collana delle lingue slave da sottoporre all'attenzione e alla tutela dell'UNESCO come patrimonio universale. Grazie


Gilberto Barbarino

11 commenti :

  1. signor Barbarino ,


    un complimento da parte mia per questa sua lettera molto chiara ,

    e molto dettagliata nel tema .

    io concordo con lei.


    capisco che lo scopo di essa , e per arrivare a non accumunarci agli Sloveni,


    io al di fuori del tema , chiamiamolo politico,

    e molto interessato come tutti noi alle origini ,

    non sono totalmente d' accordo che la sola "lingua" possa indirizzarci totalmente alle nostre origini ,

    la lingua puo' modificarsi nei secoli

    ( esempio oggigiorno l'influenza dell' italiano o il friulano , nel tempo si puo' sentire e magari leggermente modificare la parlata , se poi lo moltiplica per 13 secoli ..........)


    io , son convinto che solo , con le valutazioni genetiche , queste quasi immutabili nei secoli , si arrivera' a capire chi siamo .............

    magari oggi non siamo ancora pronti , ma in futuro si avranno le idee piu' chiare ,

    che comunque a mio avviso ,

    il grosso del gruppo resiano , arriva dalle zone , oggi , con i confini attuali ,

    tra l'odierna Ukraina , Polonia , Bielorussia ,

    questa e la mia idea , frutto di viaggi e osservazione delle persone .


    ma magari mi sbaglio


    la saluto e ancora grazie della sua bella esposizione


    Stefano Clemente ( Mattia)

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  2. Signor Barbarino,

    sono svedese e ho visitato la Val Resia per la prima volta quest'estate. Mi ha affascinato la bellezza della valle e la gentilezza delle sue genti. Qui in Svezia sono insegnante di lingue e studiosa di lingue e di conseguenza ho trovato molto interessante incontrare un per me nuova lingua in Val Resia. Ho letto un paio di libri e ho cercato di informarmi su internet sul resiano, ma ho ancora molte domande. Se ha tempo forse può darmi qualche risposta. Ecco le domande:


    1. È stabilito come si scrive il resiano o ci sono diversi tipi di resiano scritto?


    2. Quante persone (più o meno) lo parlano?


    3. Un resiano capisce lo sloveno parlato?


    4. Uno sloveno capisce il resiano parlato?


    5. Ho capito che i resiani non vogliono essere considerati appartenenti al popolo sloveno - perché c' è la tendenza da parte di alcuni (non so bene chi) di voler includere i resiani nel popolo sloveno?


    cordiali saluti


    Bodil Zalesky



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  3. Se vuole comunicare con il sindaco di resia ed avere una risposta questa è la e mail istituzionale del comune: segretario.resia@eell.regione.fvg.it

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  4. signor Bodil ,


    buon giorno ( vedo che il suo e' un perfetto italiano)

    sono Stefano Clemente , resiano ,

    da milano ,

    se vuole qualche informazione ......generale mi puo' contattare a s.clemente@milesi.com

    la saluto

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  5. Gent.Sig.Bodil,

    Anche Io da Resiano devo dire che il suo Italiano e´veramente scritto bene,riguardo alle sue Domande,

    1)Il Resiano si puo scrivere solo in una Forma di Sloveno e´c`e´solo un tipo di Resiano scritto (secondo Me)

    2)Le Persone che sono a conoscenza dell Dialetto Resiano sono piu dell 80% (Parlato e Capito)

    Alle Domande 3-4 e difficile in tutti e due i casi comprendersi (troppi Idiomi)

    E alla Domanda nr.5 Io penso che ogniuno si deve Identificare con se stesso,io in ogni caso Io sono Italiano anche se sono Cresciuto a Resia ed ho Vissuto la maggior parte della mia Gioventu` a Resia .

    Ora vivo all Estero ma ritorno spesso e volentieri a Resia ho ancora la mia Famiglia (La mia Mamma e un Fratello maggiore) che Vivono a Oseacco.

    Gentili Saluti

    Pola Giorgio

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  6. Giorgio, sono parzialmente d'accordo con il tuo intervento, poichè a mio parere noi Resiani non capiamo lo Sloveno, a parte qualche parola che è simile in tutto il mondo slavo, vedi per esempio i numeri (parzialmente),i mesi, i colori. Spesso cambia la pronuncia ma sono comunque abbastanza simili. Non per questo ci dobbiamo sentire Sloveni, Croati,Cechi, Slovacchi, Ucraini, ecc... Vedi, il Resiano ha parole arcaiche molto vecchie che in quasi tutto il mondo slavo non vengono più usate. Alcune sono solo parole Resiani, e il Signor Barberino Gilberto te ne da un esempio (vedi lettera). Gli stessi Sloveni non capiscono quasi per niente il Resiano. Lo dimostra il fatto che le stesse persone che si dichiarano Slovene, e che, grazie a questo hanno trovato di che lavorare, con loro non parlano Resiano, ma bensì Sloveno. Lo hanno imparato andando a scuola, Leggerlo, parlarlo, scriverlo. Come una semplice Lingua Straniera. E poi cosa fanno per finire? Vengono qui a insistere che siamo Sloveni. Ma CHE VAD........ a mangiar crimpir. Che siano più coerenti invece di cambiar bandiera a secondo della convenienza. MANDI.

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  7. Ciao Franco,

    Sono anche Io dell`parere che sono solo dei Importunisti e vogliono vendere la nostra Vallata per i propi interressi,Per quanto riguarda il Dialetto Resiano convivo il parere Tuo e dell Sig.Barbarino al 100%.

    Tanti Saluti

    G.Pola


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  8. Buona sera Sig.na Zalesky,

    Mi scuso per averla confusa per un Signor Bodil,una domanda pero gliela posso fare spero ,come e'arrivata a conoscenza della Val Resia?

    E in quale Paese di Resia a trascorso un periodo di ferie?

    In quanto al suo interresse di scrivere un articolo sulla Val Resia le Auguro i Migliori auguri che procceda bene.

    Io vivo da parecchi Anni ad Amburgo

    (Germania)percio non tanto lontano dalla Svezia,a proposito come e' giunta a Resia,Macchina oppure con L´Aereo (Milano -Venezia)

    Distinti Saluti

    Giorgio Pola

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  9. Buongiorno signor Pola,

    adesso le racconto un po’ della mia esperienza resiana:

    quest’estate sono andata nel Friuli con mio marito e il nostro cane labrador. Per puro caso abbiamo trovato l’agriturismo Casali Scjs vicino a Venzone dove per fortuna accettano i cani. A Casali Scjs c’è una cuoca resiana proveniente da Lischiazze e lei ci ha consigliato di visitare la Val Resia. E così abbiamo fatto delle gite su in Val Resia e anche a Sella Carnizza e Uccea per tre o quattro giorni di seguito. Un giorno abbiamo camminato lungo ”Ta lipa pot” (La bella strada) da Origne a Stolvizza. Lì è venuto giù un violento temporale e un signore gentile (purtroppo non mi ricordo il suo nome - ha una nipote che a scritto la sua tesi di laurea sulla lingua resiana - vorrei ringraziarlo ancora, forse si può rintracciarlo) ci ha portato in macchina a Origne. A Sella Carnizza ho parlato diverse volte con la signora che insieme a suo marito ha una malga lassù e da lì, seguendo il consiglio della signora , abbiamo fatto una camminata su a Casera Nische. È un posto bellissimo, da lì si vede quasi tutta la Val Resia.


    Poi siamo anche andati su a Coritis e a Prato di Resia siamo stati diverse volte e nell’Azienda di turismo ho anche comprato un libro sulla lingua. Insomma mi ha proprio affiscinato la vostra valle, lingua e il fantstico paesaggio. E adesso che sono da tempo di nuovo a casa a Vänersborg qui in Svezia cerco di informarmi il più possibile sulla cultura e la lingua resiana. Seguo anche l’aspetto politico della questione resiana. Sono sicura di tornare.


    Cordiali saluti

    Bodil Zalesky


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  10. zaminivo, da se točete po prsih v bran vašemu narečju kateremu pravite jezik in vendar niste v celotnem blogu sposbni v njem napisati ene same besede. tudi ne vem, kako je lahko vaš "jezik" jezik in ne narečje, če pa vendar uporabljate slovensko slovnico. brez slovnice pa ni jezika.
    zanimivo je tudi, da ne razumete slovenskega jezika in sami priznavate okrog 70% besed slovanskega in slovenskega izvora. ostanek je iz italijanščine povsem enako, kot v primorskem narečju. res imate nekaj svojih besed, kot jih ima vsaka vas na slovenskem pa tudi v italiji in drugje po svetu. sam nimam večjih težav za razumevanje rezijanščine in kolikor mi je stara mama pravila, so se z rezijani, ki so brusili nože in škarje po brdih povsem normalno sporazumevali vsak v svojem
    narečju. jezik je živa stvar in se razvija, vaša posebnost pa je, da se je zaradi izolacije in nešolanja narečje zelo počasi spreminjalo.
    po vaši teoriji bi v italiji morali biti tudi neapeljčani ali sicilijci ljudstvo zase da o furlanih niti ne govorimo. poleg jezika pri njih ni niti skupnega izvora, vaš pa pripada slovanskemu svetu, točneje staroslovencem. priznavate pripadnost slovanstvu in zanikate slovenstvo, vendar nikjer nisem zasledil, da bi objasnili kateremu slovanskemu plemenu pripadate, saj ga zgodovina ne pozna in niti omenja. zanimalo bi me tudi pojasnilo, kako je po vaše teh originalnih dvajset družin hipotetičnega plemena prešlo ozemlje naseljeno z predniki slovencev brez, da bi se premešalo in se zateklo ravno v kmetijsko najrevnejšo dolino.

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    1. Prav lepo si napisal Romeo,kaj češ nimajo argumentov za odgovoriti. V Reziji govorijo arhaični slovenski jezik pika.

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