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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

venerdì 12 dicembre 2008

PARLATE LOCALI E L'ASTENSIONE DEL CENTRO SINISTRA

La maggioranza di centrodestra ha approvato un ordine del giorno che chiede la modifica dell'articolo 2 della legge 482, al fine di riconoscere il resiano , il natisoniano e il po-nasem.


La nostra astensione come ho argomentato in Consiglio, parte dalla convinzione che le parlate locali sono patrimonio culturale e linguistico importante e vanno tutelate, ma se questo riconoscimento non vuol essere solo strumentale, contro qualcuno o occasione di visibilità politica che ben poco ha a che fare con una moderna politica plurilinguistica, bisogna partire dagli strumenti e dai livelli opportuni. Le norme regionali già prevedono queste possibilità, il decreto in discussione in Regione sentiti anche i Comitati Paritetici, ne prevede il rafforzamento a partire dal loro uso negli uffici pubblici.


Diverso invece diventa richiedere una modifica alla legge 482, una legge quadro sulla tutela delle lingue minoritarie, che ha avuto un percorso importante quanto difficile, soprattutto diventa irresponsabile richiedere la modifica dell'articolo 2 che elenca le lingue tutelate. Se vicino alla tutela dello sloveno, dovessimo elencare le diverse specificità locali, ognuna con la sua storia e la sua importanza, non si capisce perché non si dovrebbero inserire le diverse parlate di origine germanica, a partire da quelle presenti nella nostra Provincia, la ricchezza delle diverse parlate friulane, il maranese, il folpo, i diversi dialetti della lingua sarda riconosciuta, fino, paradossalmente, al riconoscimento dei dialetti e delle parlate locali dell'italiano.


Non entro in questioni sociolinguistiche, come peraltro non fa la Legge, e nella necessità di una lingua di riferimento in particolare per l'insegnamento scolastico, ciò che mi preme dire invece e che non vedo in questo momento imposizioni forzate anzi mi pare si stia lavorando per valorizzare all'interno degli uffici pubblici, nelle espressioni culturali come nella didattica quotidiana il riconoscimento del grande patrimonio delle nostre specificità territoriali.


Appare quindi pura strumentalità, peraltro fatta da forze politiche come An che in passato non hanno certo brillato per attenzione alla tutela delle lingue minoritarie, la richiesta di modifica dell'articolo 2 della 482, dispiace soprattutto che questa strumentalità giochi sul giusto amore e impegno di tante persone per le loro tradizioni, culture e specificità linguistiche.


Sarebbe più responsabile usare gli strumenti appropriati di livello Regionale e Provinciale che già esistono, ragionare con serietà se ne servono altri di ancora più efficaci per rispondere a queste esigenze evitando di raggirare le persone con richieste di modifica di una Legge quadro nazionale che nessun governo per fortuna, neanche quello attuale, prenderà nemmeno in considerazione.


Vedremo quindi fra un anno a cosa avrà portato questo 'grande'' impegno della destra che governa ai diversi livelli, ed auspico che allora qualcuno, magari chi ha a cuore veramente questi problemi e non li affronta con superficialità e strumentalità politica, chieda loro conto.


Cristiano Shaurli


consigliere proviciale di Pd


Tratto dal Gazzettino del 6 dicembre 2008

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