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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

giovedì 19 marzo 2009

ITALIA -SLOVENIA. Storia e tradizioni da non stravolgere

Sono rimasto sconcertato dal comportamento degli Sloveni che hanno impedito, il 28 febbraio scorso, agli esuli istriani di commemorare i civili Italiani infoibati nei quaranta giorni di occupazione jugoslava di Trieste, alla fine della seconda guerra mondiale. La cerimonia era stata autorizzata dalle autorità Slovene, ma i partecipanti non hanno potuto raggiungere la foiba di Corgnale di Divaccia, situata in Slovenia, perchè bloccati da manifestanti (ex partigiani titini o anche italiani?)che, al grido di "fascisti", non hanno permesso loro di avvicinarsi alla foiba e la polizia Slovena presente non è intervenuta.  Questa non è che l'ultimo episodio di una serie chiaramente anti - Italiana. Eccone alcuni accaduti negli ultimi anni. Allo stadio Rocco di Trieste gli "ospiti" Sloveni presenti alla partita amichevole di calcio Italia - Slovenia devastano lo stadio, fischiano  l'inno Nazionale Italiano ed espongono striscioni con le scritte, in Sloveno, "Tornerà il IX Corpus" e "Trieste sarà nostra". Gli Sloveni accolgono ai piedi del Monte Nero gli alpini di alcune sezioni Ana del Veneto e del Friuli che si stavano recando a rendere omaggio ai caduti della prima guerra mondiale, con lo striscione, in Italiano, "Benvenuti carne da macello"; e ancora le scritte anti-Italiane sulle strade  del Carso percorse dal Giro d'Italia, il restauro della scritta inneggiante a Tito sui colli di Gorizia, in territorio Sloveno, ma ben visibili dal territorio Italiano. La scorsa estate si scopre che il Sacrario Italiano di Caporetto, dove riposano oltre settantamila caduti italani della prima guerra mondiale, è diventato luogo per festeggiare i matrimoni di coppie Slovene. Se poi aggiungiamo che la Slovenia condiziona la nostra vita ostacolando la costruzione di un degassificatore, agendo in Europa affinchè non ci sia più permessa la benzina agevolata, ostacolando il censimento della minoranza Slovena in Friuli Venezia Giulia (mentre in Slovenia gli Italiani sono stati censiti!), inquinando in maniera pesante l'Isonzo e così via, mi domando se è giusto che noi dobbiamo subire passivamente questo atteggiamento della Slovenia. Ma perchè tutto questo? Cosa c'è dietro questo comportamento acquiescente da parte della Slovenia? Perchè è stata applicata la legge 38/2001, che riconosce la presenza di una minoranza Nazionale Slovena in ben 18 comuni della Provincia di Udine, compreso Cividale del Friuli, dove tale minoranza non è mai stata presente e nessuno ha avuto il coraggio di chiedere l'accertamento della reale consistenza di tale minoranza? Eppure dalle ultime elezioni politiche si evince chiaramente che in provincia di Udine  la minoranza Slovena, rappresentata dalla Slovenska Skupnost, ha ottenuto percentuali ridicole. Non sarebbe ora di rivedere tale legge sulla base di accertamenti della reale consistenza della minoranza Slovena, mediante censimento in modo da erogare i fondi per tale minoranza, che adesso ammontano, annualmente, a oltre 10 milioni, assegnati dal Governo Italiano, e a 1,5 milioni dalla Regione, in maniera più corrispondente alla reale consistenza?  Certamente i nostri politici continueranno a parlare di cultura, di lingua, di musica, di arte, di convivenza, di bilinguismo, come una ricchezza (questo è vero soprattutto per quelli che avranno la possibilità di vivere e prosperare negli uffici, nelle scuole e negli affari), mentre il processo di slovenizzazione del nostro territorio continuerà nell'indifferenza generale. Ai nostri politici un invito: datevi da fare affinchè la storia, la lingua e le tradizioni friulane della nostra città non siano stravolte.


Luciano Santoro -Cividale del Friuli-

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