ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

mercoledì 21 novembre 2012

RESIANI, UNITI SI VINCE - Atto secondo


Proseguo e ripeto il mio appello a tutti i resiani, residenti ed emigranti, di continuare a produrre le proprie testimonianze e le proprie rimostranze al fatto che Resia sta subendo i residui di quel disegno iniziale annessionistico territoriale che era della Jugoslavia di Tito. Quei residui tendenti oggi, non più sul piano territoriale, ma su quello storico-culturale-linguistico.

Da qualche mese era stata fondata a Resia una nuova Associazione, resa necessaria per difendere e garantire l’identità della lingua resiana, i suoi usi e costumi e le sue tradizioni. Fra le sue prime uscite ufficiali c’era stata anche quella relativa all’audizione in programma a Trieste davanti alla VI Commissione del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia. La Commissione, entro la metà del mese di giugno 2007, avrebbe licenziato il disegno di legge n. 205 attinente la tutela della minoranza linguistica slovena nelle provincie di Trieste, Gorizia e Udine. L’Associazione Identità e Tutela Val Resia si impegnava a ribadire, davanti alla Commissione, la diversità che contraddistingue la situazione resiana dal contesto riguardante gli sloveni del Carso Triestino e quello Goriziano. In più c’era da evidenziare i contributi messi a disposizione dallo Stato Italiano da distribuire nei comuni inclusi nella legge n.308/01 che andavano gestiti e distribuiti secondo le disposizioni dell’attuale progetto di legge nº 205 da due organizzazioni: la Slovenska Kulturno - Gospodarska Zveza e la Svet Slovenskih Organizacij, riconosciute come organismi di riferimento della minoranza linguistica slovena. Questo era quanto aveva puntualizzato, con sua lettera al Messaggero Veneto e pubblicata il 18 maggio 2007, Identità e Tutela Val Resia, senza fine e scopi lucrosi come invece aveva riportato in una lettera, sempre al Messaggero Veneto, e pubblicata il 26 maggio 2007 a firma di Dino Valente – Oseacco di Resia. In quella lettera il Valente, fra l’altro, ribadiva che Identità e Tutela Val Resia: “fosse nato per tutelare la resianità della valle e il resiano, invece scopriamo che vogliono andare a Trieste perché sono interessati ai 60 milioni di euro”..  In questa lettera devo, quindi, pensare, in modo negativo, per quanto concerne le supposizioni a riguardo degli interessi economici, al contrario, l’importanza della nascita di questa Associazione, del suo scopo e alla sua identità socioculturale. Certamente già dalla sua fondazione, erano passati solo alcuni mesi, evidentemente Identità e Tutela Val Resia già cominciava a creare qualche malessere a quelle persone che, la realtà resiana, la vedeva, la pensava e la viveva in un modo totalmente diverso.
Per mettere a confronto queste due lettere, con interpretazioni ed esposizioni diverse, io le ripropongo all’attenzione del lettore, così da evidenziare, a distanza di cinque anni, le loro diversità, nel metodo e nella sostanza.
Franco Tosoni

- 18 maggio 2007 - Messaggero Veneto - L'identità della Val Resia - Identità e Tutela Val Resia si sta preparando per l’audizione che si svolgerà a Trieste davanti alla VI commissione del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. Tale commissione entro la metà di giugno dovrà licenziare il disegno di legge nº 205 riguardante la tutela della minoranza linguistica slovena nelle province di Trieste, Gorizia e Udine. Siamo impegnati non solo a raccogliere documenti ufficiali che attestano il percorso storico di Resia scevro da legami con l’attuale Slovenia o ex Jugoslavia, ma soprattutto a dimostrare, con scritti autorevoli di linguisti usciti in tempi non sospetti, che il resiano è una lingua di antico ceppo slavo parlata da una comunità che nei secoli si è completamente inserita nella vita del territorio a cui apparteneva. Va ribadito altresì che questa comunità, come quelle della fascia confinaria della provincia di Udine, non costituisce una minoranza nazionale slovena, come invece lo sono gli sloveni del Carso triestino e del Goriziano in quanto separati dalla nazione slovena per effetto del Trattato di Rapallo, con il quale vennero definiti i confini orientali del Regno d’Italia, nel 1920. A tal proposito sarà arduo convincere i componenti la sesta commissione perché gli interessi in gioco non sono solo politici, ma soprattutto di carattere economico, visto che ci sono sessanta milioni di euro da distribuire nei comuni, compresi nella fascia confinaria con la Slovenia e inclusi nella legge nazionale nº 38/01 concernente la tutela della minoranza linguistica slovena. Questi sessanta milioni di euro di contributi, messi a disposizione dallo Stato italiano, verranno però gestiti e distribuiti secondo le disposizioni dell’attuale progetto di legge nº 205 da due organizzazioni: la Slovenska Kulturno - Gospodarska Zveza e la Svet Slovenskih Organizacij, riconosciute come organismi di riferimento della minoranza linguistica slovena. L’associazione Identità e tutela Val Resia chiederà dunque in commissione che al resiano sia data pari dignità e che i fondi, già previsti, le vengano comunque assegnati così come avviene per le altre realtà linguistiche storiche e minoritarie italiane: i Mòcheni, i Cimbri, i Ladini, gli Albanesi , i Croati, i Catalani, i Timavesi, i Saurani etc, riconosciuti autonomi. Il disegno di legge nº 205 è un inno alla slovenità, nella quale noi non ci riconosciamo; è un grande regalo che lo Stato italiano concede alla minoranza slovena che, nel territorio delle Valli del Natisone, del Torre e della Val Resia, è talmente esigua da non giustificare l’adozione di tali misure di protezione. (Identità e tutela - Val Resia)
- 26 maggio 2007 - Messaggero Veneto - Legge di tutela e finanziamenti - Abbiamo letto di recente sul Messaggero Veneto che ‘associazione Identità e tutela Val Resia si sta preparando ad andare a Trieste, per l’audizione davanti alla VI Commissione del consiglio regionale che discuterà sul disegno di legge numero 205 riguardante La tutela della minoranza linguistica slovena in Friuli Venezia Giulia. Abbiamo capito che la visita a Trieste per Identità e tutela Val Resia viene intesa come una gita turistica, considerato, a detta di loro, che sarà arduo che le loro istanze vengano accolte. Se le cose stanno così, o uno va a Trieste con argomenti e suggerimenti credibili e realistici, consapevole che, se è così, il legislatore sarà attento e disponibile a recepire migliorie al testo di legge, oppure è meglio stare in casa per non incorrere in sgradevoli figuracce che potrebbero nuocere all’intera comunità resiana. Si pensava che questo comitato, anche se aspetta ancora documenti ufficiali e pareri autorevoli di linguisti che attestino la nostra particolarità, fosse nato per tutelare la resianità della valle e il resiano, invece scopriamo che vogliono andare a Trieste perché sono interessati ai 60 milioni di euro di cui l’area confinaria beneficerà da questa legge. Non ci sorprende visti i precedenti con la legge 38/01, quello che stupisce è che ripetono sempre che le leggi di tutela sono nefaste per la nostra comunità e che non bisogna vendersi per un piatto di lenticchie. Parlano bene e poi razzolano male. Fa piacere che abbiano finalmente capito la differenza tra una minoranza nazionale e una minoranza linguistica e che la nostra valle ha avuto nei secoli passati percorsi storici diversi, dalle altre aree confinarie di Gorizia e Trieste. Meglio capirlo tardi che mai. Hanno anche dimostrato di essere ottimi acrobati, perché fino a poco tempo fa a Resia non cerano sloveni, ora sostengono che c’è una esigua rappresentanza, non vorremmo ritrovarci fra un anno tutti sloveni. Come mai questa ambiguità? Il richiamo dei soldi è sempre molto convincente. In secondo luogo, dobbiamo considerare che questa associazione, nata appena cinque mesi fa per tutelare la nostra identità (ma il vero obiettivo è quello di prepararsi alle prossime elezioni comunali), è stata accolta in valle con molto scetticismo. Uno, perché composta da gente che abita fuori valle e, due, perché per avere visibilità in questi mesi hanno usato l’arma della sensibilità che i resiani hanno nei confronti della loro storia e della loro cultura, paventandone la scomparsa a causa di queste leggi di tutela, cose completamente false, ma che sono state riproposte come quattro anni fa. Ma la gente la puoi prendere in giro una volta sola, come è stata presa nel 2003. La seconda volta invece la gente dubiterà, come sta facendo nei confronti di questa nuova associazione che ha un’identità ambigua, ma degli obiettivi elettorali e propagandistici molto chiari. (Dino Valente - Oseacco di Resia)

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