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mercoledì 15 aprile 2015

La Val Resia arriva fino a Roma

Da un angolo del Friuli all’Auditorium Parco della Musica di Roma. La Val Resia, isola linguistica alloglotta dove si parla tuttora un paleoslavo unico, oggetto di studi in tutto il mondo per le sue tradizioni e il suo particolare patrimonio di danze e musiche, è tra i protagonisti della mostra multimediale sullo spettacolo ‘Sentite buona gente’, salutato nel 1967 come una novità assoluta sulle scene italiane, che rivive da giovedì 16 nella Capitale.





Fortemente voluto da Paolo Grassi e Giorgio Strehler nella programmazione del Piccolo Teatro di Milano, lo spettacolo comprendeva otto gruppi musicali provenienti da sei diverse regioni italiane, che all’epoca svelarono al grande pubblico l’esistenza di una meravigliosa varietà di musiche e danze tradizionali. Tra loro anche i suonatori e danzatori di San Giorgio di Resia, che offrirono una mirabile prova dell’originalità di un repertorio radicato nella storia della loro comunità, con straordinari movimenti coreografici al suono di strumenti a corda ritmati dal particolare battito dei piedi.
Nell’intreccio di suoni e immagini, la mostra ricostruisce le diverse fasi di realizzazione dello spettacolo, dalle preliminari ricognizioni sul campo fino alla sua messa in scena. Alle foto di Alberto Negrin, allora assistente alla regia di Giorgio Strehler, e di Luigi Ciminaghi, il fotografo per antonomasia del Piccolo Teatro, si accompagnano le conversazioni con gli interpreti e gli autori, che in video o in voce spiegano il significato di questa loro esperienza, dandone anche una rappresentazione attraverso inedite riprese audiovisive.
Per tutta la durata della mostra, in programma fino al 17 maggio, sono previsti incontri con testimoni e protagonisti di quegli anni e concerti di gruppi musicali eredi diretti dei protagonisti del 1967. Una selezione di danze resiane è presente anche in un cd che comprende una selezione dei brani raccolti sul campo dagli autori, offrendo un’antologia del canto popolare italiano a metà degli anni ‘60.

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