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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

mercoledì 4 novembre 2015

Trasferta russa per il Gruppo Folkloristico “Val Resia”

Il Gruppo Folkloristico “Val Resia” è pronto per una nuova avventura: da domani all’11 novembre sarà presente a Mosca in occasione del congresso sulla riscoperta delle tradizioni slave nel mondo organizzato dal Ministero della Cultura della Federazione Russa- Centro Statale per l’Arte e il Folklore russo.



Sorto ufficialmente nel 1838, nel 2007 il sodalizio resiano ha ricevuto dal Presidente della Repubblica la targa d’argento per i 170 anni di attività. Oltre all’incredibile longevità, la sua particolarità consta nel fatto che testimonia una realtà culturale tuttora esistente e viva. La particolarissima musica resiana rappresenta un ottimo esempio di musica popolare ancora in voga e, da  qualche anno, dopo aver interessato etnomusicologi e studiosi di fama internazionale attira l’attenzione di un pubblico sempre più vasto interessato alle tradizioni popolari ed alla loro autenticità.
Recentemente, grazie all’impegno dei vertici dell’UFI – Unione Folklorica Italiana, le ricercatrici Ekaterina Dorokhova, vice direttrice del Centro Statale Repubblicano del Folclore Russo, Natalya Shamshurina, funzionario responsabile per i rapporti con l’estero presso il Centro Statale Repubblicano del Folclore Russo, Svetlana Kononenko, interprete, specialista nel settore programmi internazionali presso il Centro Statale Repubblicano del Folclore Russo, hanno visitato la Val Resia per conoscere da vicino la realtà folklorica locale.
La quotata delegazione del Ministero della Cultura della Federazione Russa, ha partecipato ad un incontro presso il Centro Culturale – Casa della Cultura Resiana, dove si è tenuto un confronto culturale ed una dimostrazione di musiche, di danze e canti proposti dal Gruppo Folkloristico “Val Resia”.
La delegazione è stata ricevuta anche dal Sindaco di Resia per poi proseguire la visita presso il Museo Etnografico di Malborghetto dove ha potuto visionare il materiale esposto frutto, dei quasi duecentocinquanta anni di studi della Valle.
Le Rappresentanti del Ministero della Cultura della Federazione Russa hanno affermato di aver “concretizzato il sogno di aver ascoltato la musica e potuto ammirare la danza a Resia!”.
Una cultura, quella resiana, che torna a destare l’interesse dei ricercatori di Mosca. A seguito dell’importante momento di incontro con le ricercatrici, si è
da subito compresa la volontà di tutti gli enti coinvolti di mantenere i contatti istituzionali e di concretizzare lo scambio con una possibile partecipazione del Gruppo Folkloristico “Val Resia” al convegno russo dedicato alla “Tradizione viva” ovvero a quelle realtà di cultura popolare che ancora oggi si manifestano spontaneamente.  Da questa collaborazione e da questi contatti scaturisce l’invito dal Centro del Folklore Russo – Ministero della Cultura della federazione Russa al sodalizio folklorico resiano.
Al progetto relativo alla presenza del gruppo nella capitale della Federazione, saranno coinvolti anche le massime rappresentanze diplomatiche italiane a Mosca.
E da porre in evidenza che il progetto è stato inserito nel protocollo d’intesa per gli scambi Culturali e Turistici tra i due paesi.

Tratto dal sito RSN NEWS

4 commenti :

  1. Nel sottotitolo scrivete :Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena.
    1-non ho mai visto nessuno imporre nulla ,questo lo si faceva quando usavano i manganelli e l'olio di ricino,per fortuna non ci sono + quei tempi
    2-'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena.Ma che corbelleria è questa voi appartenete alla minoranza slovena della provincia di Udine,secondo la legge di tutela della minoranza slovena in Italia (l. 38/01 ).Tale appartenenza è stata a suo tempo approvata dal consiglio comunale di Resia ,se ora a Resia l'aria è diversa sono affari vostri.

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  2. Il Popolo di Resia non solo lotta contro l’imposizione all’appartenenza alla minoranza nazionale slovena, ma anche contro le intimazioni, la prepotenza e la sopraffazione. Riporto due episodi, significativi perché dimostrano, chiaramente, quanta prepotenza e abuso di potere di uno stato estero si è permesso di alzare la voce contro la nostra comunità, residente nel suolo italico.
    1) Tratto da Il Piccolo di Trieste 19 gennaio 2010:
    “Il presidente della Slovenia Danilo Türk ha invitato l'Italia a migliorare il suo rapporto verso la minoranza slovena e a rispettare gli accordi e gli impegni presi per la sua tutela e finanziamento.”
    “Il presidente sloveno ha criticato la mancanza della toponomastica slovena nella Val Resia strigliando le orecchie alle stesse autorità slovene che dimenticano molto spesso la minoranza slovena che vive in quell’area del Friuli.”

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  3. 2) Tratto dal MESSAGGERO VENETO del 9 gennaio 2013
    Il console sloveno esterna e a Resia il sindaco s’infuria

    Rischiato l’incidente diplomatico per gli spazi tolti alle associazioni culturali. Chinese a Rupel che lo criticava: «Lei si è preso una funzione che non le spetta»
    Si è rischiato l’incidente diplomatico tra la piccola comunità di Resia e il consolato sloveno a Trieste. Il mancato rinnovo della gestione del Centro culturale di Resia al locale Gruppo folcloristico, ha innescato un acceso scambio di missive tra il sindaco, Sergio Chinese, e il console generale della Repubblica di Slovenia a Trieste, Dimitrij Rupel.
    Venuto a conoscenza della volontà, da parte dell’amministrazione comunale, di interrompere la concessione degli spazi al Gruppo folcloristico e al Circolo culturale “Rozajanski dum”, Rupel ha preso carta e penna e si è rivolto a Chinese. Parlando di una «forte preoccupazione nella comunità slovena residente in Italia», il console ha sottolineato come «la Val Resia sia caratterizzata dalla presenza autoctona di popolazione slovena».
    Rupel inoltre, ha voluto ricordare come Resia faccia parte dei comuni in cui si applica la legge 38/01 per la tutela della minoranza slovena in Fvg.
    «È nostro dovere – ha scritto il console – seguire gli avvenimenti che interessano la comunità nazionale slovena in Italia e adoperarci per il mantenimento dei buoni rapporti tra le popolazioni dei due Paesi. Questi rapporti tra Stati si sono intensificati negli ultimi anni e l’auspicio di tutti noi è che si evolvano anche in futuro. Sono convinto che vorrà concorrere costruttivamente a questi rapporti e le chiedo gentilmente – ha concluso Rupel rivolgendosi al sindaco – di illuminarmi sulla vicenda ed eventualmente di modificare gli attuali indirizzi dell’amministrazione comunale».
    Espressioni dal tono sibillino che hanno fatto infuriare Chinese, il quale, dopo avere smaltito la rabbia per quella che ha considerato un’ingerenza da parte di un rappresentante di uno Stato straniero, ha risposto per le rime.
    «Pare singolare che Stati esteri ci consiglino sulle decisioni che spettano soltanto al Comune. Le municipalità italiane non sono tenute a informare alcuno dell’amministrazione o dell’affidamento in gestione di uno stabile sul proprio suolo, perché mai dovremmo “informarla” o “illuminarla”, ed “eventualmente modificare” le nostre possibili scelte in merito? Lei si è preso una funzione che non le spetta, mettendo in atto un’ingerenza negli affari interni di un territorio che, seppur sito in posizione confinante, nulla ha a che fare con lo Stato sloveno. Non parli più di “presenza autoctona della popolazione slovena” sul nostro territorio, poiché sa benissimo che si tratta di una cosa falsa, poiché nessun resiano riconosce lo sloveno standard come propria lingua».

    3) Per non parlare della musica, la danza, le canzoni e quant’altro che i nostri “amici” sloveni fanno passare come cultura slovena.

    Ora a Resia l'aria è diversa, certo che sono affari “nostri” perché una minoranza non può approvare una questione così di massima importanza senza che la maggioranza lo sappia, perchè è così che si sono svolti i fatti della nostra appartenenza, senza minoranza, alla Minoranza Nazionale Slovena...

    Signora Olgica, ci sarebbero tante altre storie, ma io mi fermo qui.

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  4. Dopo aver visionato un filmato dell’ esibizione del Gruppo Folkloristico Val Resia, Mosca 09.11.2015, ho rilevato alcune anomalie e delle imperfezioni durante questa apparizione. Non so se è diventata una abitudine ormai consolidata, oppure è stata una eccezione alle regole, solo in questa occasione? Ho visto, e non so immaginare chi ha avuto la brillante idea, di applicare quelle medagliette sui cappellini (bombette), o sono altri oggetti similari? Mai avevo visto altro simile oltraggio ad una parte del nostro tradizionale costume. La bombetta io l’avevo sempre vista, e deve essere così, pulita e non ornata come i cappelli alpini durante le loro adunate. Altro rilievo riguarda i ballerini. Durante l’esibizione, nell’incrociare la ballerina, i ballerini alzano troppo il gomito, non perché hanno bevuto, ma perché le braccia dovrebbero essere aderenti al corpo e non agitate per aria, così come è stato a vedere.
    Valentino Ostermann, nel suo libro “La Vita in Friuli”, pubblicato nel 1894, così descrive i due ballerini: “I due ballerini giocano di piedi senza toccarsi mai. La donna tiene tra le mani un fazzoletto, l’uomo, a sua volta, afferra le estremità anteriori della giacca o della giubba; ogni qual tratto prendono la rincorsa, si passano vicino curvandosi, quasi volessero scambiarsi un inchino, un complimento, e tornano alle due estremità dell’agone a giocare di piedi, per ripassare poco dopo al lato opposto.”
    Questo gruppo, visto che non sempre segue il suo percorso secondo quelle regole fondamentali, avrebbe, secondo un mio punto di vista, bisogno di un supervisore che sappia cosa vuol dire folklore resiano.

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