ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

venerdì 30 dicembre 2016

DÖBRË BOHATË NÖVË LËTU


Trasmissione GEO & GEO 30 dicembre 2016

A Voi che entrate in questo sito, sappiate che i Resiani non sono Sloveni. La RAI, per l'ennesima volta si è avvalsa della collaborazione di persone PAGATE per dire che Noi siamo Sloveni. 
Studi scientifici hanno dimostrato che Noi NON siamo neanche lontani parenti di costoro.
Che Dio salvi il Popolo Resiano.
RESIANI, Semplicemente RESIANI. 
Con la Nostra Lingua (riconosciuta dall'Unesco) e le Nostre Tradizioni.

giovedì 29 dicembre 2016

COMUNICATO STAMPA di Identità e Tutela Val Resia

OGGETTO: GIOCHI SULLA NEVE

A seguito dell’articolo apparso sul Messaggero veneto datato 23 dicembre 2016 a firma Rosalba Tello ( leggilo QUI ) si veniva a conoscenza che “””nella mattinata del 5 gennaio 2017 sono previsti giochi e intrattenimenti per i più piccoli; dalle 14 giochi a squadre con rappresentanti sloveni della Val Resia e di Chiusaforte e la scuola di sci locale di Sella Nevea.”””

Questa Associazione Identità e Tutela Val Resia esprime il proprio dissenso e disgusto, nonché vibrata protesta, nel leggere “”squadre rappresentanti sloveni della Val Resia….”””

Chi ha deciso che gli sloveni rappresentano la Val Resia? Quali sloveni? Si sono autonominati? 
Non comprendiamo se la Val Resia sia un Comune Sloveno a tutti gli effetti e la comunità faccia parte dello stato della Slovenia o se possiamo ancora definirsi resiani e usufruire della nazionalità italiana. 
Questi rappresentanti al limite potranno rappresentare solo se stessi e non certo la Val Resia. Siamo pertanto a chiedere che la locuzione Val Resia riferita a presunti sloveni venga immediatamente depennata da eventuali scritte, a voce ed in qualsiasi altra maniera o modo. 
Se vi sono resiani che partecipano possono sicuramente partecipare a titolo personale e non certo rappresentanti sloveni dalla Val Resia autonominati.
Il presente comunicato a diffida dell’uso improprio di squadre con rappresentanti sloveni della Val Resia.
Il Comune di Resia è pregato voler interloquire se abbia o meno autorizzato squadre di rappresentanti a presunti sloveni della Val Resia alle manifestazioni in oggetto.

                        p. Identità e Tutela Val Resia                           
                      Il Presidente Alberto Siega

martedì 27 dicembre 2016

Non siamo più considerati Resiani, ma Sloveni

Giochi sulla neve: il Friuli va in onda

Sella Nevea e Tarvisio sede dell’Adventure international park che sarà trasmesso in diretta Tv in 10 regioni italiane.

Giochi “pazzi” sulla neve, sulla falsariga dei televisivi “Giochi senza frontiere”, promozione turistica, valorizzazione del cibo locale. Sono gli ingredienti di “Adventure international park”, In programma il 5 gennaio per la prima volta a Sella Nevea, e a Tarvisio il 5 marzo (alla terza edizione), a cura di Fwsc - Fans World Ski Cup.

martedì 20 dicembre 2016

IMMAGINARE E COMPRENDERE: LINGUA RESIANA – DIRITTO DI AVERLA E DOVERE DI DIFENDERLA

Ricevo e volentieri Pubblico

Articolo redatto da Franco Tosoni

Considerato che la materia è ancora attuale e che le contrapposizioni si fanno sempre più frequenti e vibranti, io vorrei soffermarmi e riprendere un discorso intercorso, negli anni 2007 e 2008, fra vari interlocutori con degli interventi a giustificazione delle proprie ragioni, anche senza un fondamento. Cercherò di analizzare quanto è emerso da queste discussioni e da questi disaccordi, visioni e concezioni con proiezioni su contrapposizioni con concetti qualvolta di natura personale o generica.
Ritornare su questo argomento vuol dire forse accendere e alimentare una nuova luce, dove, in questi momenti, si diffonde e vivacizza la vita quotidiana della nostra Valle. C’è chi la vive con passione, chi con interesse e chi con distacco. Al presente esiste un problema Resia, e questo dilemma sicuramente proviene da lontano. Ultimamente si è accentuato ed è alimentato da contrapposte proiezioni. Questa complicazione nasce forse in un periodo assai remoto, probabilmente da quando la Slovenia si è accorta che esiste la Val Resia con tutto il suo ricco patrimonio culturale. Suddetta contrarietà si è evidenziata in maniera più marcata nel momento in cui si sono intensificati i contatti e le frequentazioni, fra chi oggi si autodefinisce di fare parte della minoranza slovena, senza titolo e senza origini, forse solo per trasformismo e opportunismo, per un’ideologia ancora tutta da capire e da scoprire, e la controparte slovena dei vari circoli culturali. Chi difende oggi l’identità e la tutela della cultura resiana certamente non è la parte che si autodefinisce minoranza slovena in Val Resia, e da questo punto, dunque, si suppone che ci sia la chiave per aprire e capire la contrapposizione delle parti in questa situazione.
Per analizzare bene questi interventi, vorrei partire da alcuni stralci dell’articolo scritto su “Il Giornale di Resia” – agosto 2007, dall’allora sindaco Sergio Barbarino dal titolo “Lingua Resiana: Diritto di Parlata e Dovere di Difesa” e dal quale trascrivo:
25 giugno 2007. Quel giorno, a Trieste, i nostri rappresentanti-difensori della storia e della Lingua non erano soli. Ad accompagnare la “delegazione” mista sono stati diversi resiani, convinti della fondatezza della battaglia per quella che riteniamo essere “giusta causa” che da qualche tempo stiamo conducendo.”
Con Cristina Buttolo, per il Comune, c’era il presidente dell’Associazione Identità e Tutela Val Resia, Sergio Chinese (attuale sindaco del comune di Resia),

lunedì 19 dicembre 2016

4^ Lettera al sindaco di Resia

Ricevo e volentieri pubblico.
Lettera a firma di a. ZC.bm

Egregio Sindaco di Resia,
faccio seguito alle mie precedenti lettere alle quale lei altezzosamente e arrogantemente  non ha dato risposte.
Naturalmente non ha alcun obbligo di  dare le risposte che i cittadini Resiani si aspettano, ma devono pensare che Lei è ancora sindaco di Resia?
Tutte le domande erano inerenti a Resia ed al modo di vivere  e di fare della valle che pochi di voi vorrebbero stravolgere a favore di chi?
Dobbiamo cominciare a fare le feste Resiane al suono dell’organetto ed al tamburo a pizzico anziché con zitira e buncola per non offendere i vicini che però si permettono alle loro feste ed in europa di indossare i costumi Resiani e suonare e cantare, male, la musica Resiana?

domenica 11 dicembre 2016

San Michele Arcangelo

Ricevo e volentieri pubblico.
Articolo di Franco Tosoni

La chiesa di San Giorgio, la prima e la più antica della valle, è composta da tre navate con due altari laterali. Un altare, lato destro, è dedicato alla Madonna, l’altro, lato sinistro, è invece dedicato a San Giuseppe. Originariamente, come presumo, tutti gli altari, almeno quelli laterali, al posto delle statue, trovavano posto degli affreschi. Anche in questa chiesa, a suo tempo la situazione degli altari era diversa da quella attuale.
Nell’altare che ora si trova la statua della Madonna, in origine era stato posto l’affresco di San Ulderico, che ora lo si può notare, incorniciato, nella parete laterale della navata di destra. Nell’altro altare laterale, dove ora si trova la statua di San Giuseppe, in origine era stato posto l’affresco di San Michele Arcangelo, questo fino ai primi anni cinquanta, poi, per dare spazio alla statua di San Giuseppe, era stato sistemato nella parete laterale della navata di sinistra. Nel luogo in cui oggi si dovrebbe trovare l’affresco di San Michele Arcangelo, al suo posto, si trova invece una pittura fatta qualche anno fa, ma dell’affresco, al presente, non si ritrova traccia. Per riassumere la situazione degli altari della chiesa di San Giorgio, dei tre affreschi, attualmente possiamo ammirare: sul retro dell’altare maggiore campeggia l’affresco di San Giorgio, mentre sulla parete laterale della navata destra si trova l’affresco di San Ulderico. Dell’affresco raffigurante San Michele Arcangelo, al momento, non si trova traccia, per quale motivo? Forse la questione è molto semplice. Dopo il terremoto del mese di maggio e del mese di settembre 1976, la chiesa di San Giorgio era stata seriamente lesionata per cui, presumo, alcune opere sacre erano state rimosse per tutelare la loro integrità. Una volta restaurata e riaperta al culto, la chiesa è ritornata al suo antico splendore dove tutte le opere sono state poi rimesse al loro posto, tutte meno l’affresco di San Michele Arcangelo. Per quale motivo? Ho saputo che il quadro, subito dopo il terremoto, era stato portato in Curia a Udine, ma una volta sistemata la chiesa non ha fatto più ritorno, perché? È stato detto, almeno quello che io sentito raccontare, che non era più rintracciabile ed individuabile fra le tante opere che avevano trovato rifugio in chissà quale capannone di proprietà dell’Arcidiocesi di Udine. Perché proprio e solo l’affresco di San Michele Arcangelo? Mistero. Io mi ricordo di questo affresco, sia quando era sistemato sull’altare laterale sinistro, sia quando era stato sistemato, per far posto alla statua di San Giuseppe, sulla parete laterale sinistra, non ho però la percezione esatta della sua raffigurazione. Faccio appello a tutte le persone di San Giorgio, per chi leggerà questo scritto, se è in possesso di qualche testimonianza e di qualche fotografia di questo quadro, eventualmente di contattarmi. Chissà, forse, con una prova concreta non si possa far ritornare un’opera di proprietà della nostra comunità.
Franco Tosoni

martedì 22 novembre 2016

SLAVIA: Un unico popolo e un'unica lingua, alle origini degli slavi

Da dove vengono gli slavi? Quale fu il loro spazio originario? Sono interrogativi senza risposta. Sappiamo che appartengono al grande ceppo indoeuropeo, e sappiamo che giunsero alle porte d’Europa tra il secondo e il terzo secolo dopo Cristo. Cosa fu di loro prima di allora lo si può a malapena dedurre dai ritrovamenti archeologici che ne mostrano la progressiva “iranizzazione” (non pensate all’odierno Iran, che pure non sarebbe così sbagliato, ma a sarmati, sciti, alani, popolazioni indoeuropee – come gli iraniani di oggi – che occuparono l’area della moderna Persia). Dalle popolazioni iraniche apprenderanno anzitutto la coltivazione della terra e la cremazione dei morti, tratti salienti della cultura slava fino alla conversione al Cristianesimo avvenuta, più o meno, intorno all’anno Mille.

sabato 19 novembre 2016

Ka romonïjo tu-w Reziji COSA PARLANO A RESIA

Ricevo e volentieri pubblico
Articolo a Firma di Franco Tosoni

Con enorme soddisfazione per gli organizzatori, visti i numerosi partecipanti, mercoledì 10 agosto a Stolvizza/Solbica si sono trattati temi storici, linguistici e culturali riguardanti la Val Resia. In particolare è stato affrontato il periodo dell’insediamento nelle nostre vallate dei longobardi prima, con l’animazione del gruppo di rievocazione storica «La fara» e degli slavi alpini poi, a cura del circolo culturale resiano «Rozajanski dum» e del «Museo della Gente della Val Resia». Leggendo però un commento all’iniziativa, pubblicato sul sito valresia-resije.blogspot.it e titolato: «Ora si inventano gli alpini slavi» mi corre l’obbligo morale di riportare alcune fonti letterarie, purtroppo solo in lingua italiana perché quelle in sloveno o tedesco per alcuni sarebbero troppo difficili da capire o ritenute di parte.

19 novembre 2006 - 2016 Dieci anni insieme a Difesa della Nostra Identità

Sono passati dieci anni da quando alcuni Resiani si riunirono per la prima volta per discutere il da farsi dinanzi alla imposizione di una Legge, che identifica il popolo Resiano come Sloveno.
Siamo qui,ancora, oggi e non molleremo.
Lotteremo fino a quando il Popolo Resiano potrà riprendersi la propria terra e potrà essere "Padrone"a casa Propria.
Molti di Voi hanno aderito,partecipato,condiviso e magari criticato, le Nostre Iniziative.
Ma in questi anni abbiamo lottato e ottenuto.
Al compimento del decimo anno di ITVR - Identità e Tutela Val Resia - , vi informeremo di tutto ciò che abbiamo ottenuto in tutti questi anni.
Nel frattempo vi visualizzo il primo articolo apparso su questo Blog,che riguardava proprio quell'incontro.
Il sito nel 2006 faceva parte della piattaforma Splinder.

ARTICOLO: NOVEMBRE 2006:

DOMENICA 19 NOVEMBRE SI E' SVOLTA , IN LOCALITA' STAZIONE CARNIA, UNA RIUNIONE TRA ALCUNI RESIANI PROVENIENTI DA VARIE ZONE DEL FRIULI, PER DISCUTERE DELLA POSSIBILITA' DI COSTITUIRE UN COMITATO PRO VAL RESIA, PER LA VALORIZZAZIONE DELLA IDENTITA' CULTURALE DEL NOSTRO POPOLO  .  
ALLA CONCLUSIONE CI SI E' RESI CONTO DELLA FATTIBILITA', E QUINDI A BREVE SARA' STILATO UN STATUTO PER LA COSTITUZIONE .  
A BREVE DAREMO ULTERIORI NOTIZIE. 
RESIA RESIANA


martedì 15 novembre 2016

3^ Lettera al sindaco di Resia

Ricevo e volentieri pubblico

Lettera a cura di a.ZC.bm

Egregio Sindaco di Resia,,
faccio seguito alla mia precedente pubblicata il 14.10.2016 e mi riferisco sempre al suo post del 3.8.2016 in risposta ad uno che si era lamentato della tenuta delle strade, lei cosi rispondeva…..oggi…..alle 17…..avresti dovuto fermarti dopo averti pivettato, ti avrei spiegato tutto, senza alcuna remora ed efficacia, efficienza e responsabilità……a me piace chiarire le cose con le persone che vogliono intendere e che accettano di mettersi in discussione. Affidarsi a proclami su FB non sempre è costruttivo……. Parole al vento.
A seguito della 2^ lettera, tale Franco Calligaris, penso per prendere le sue difese, scrive “”come sempre si critica ma non si mette la faccia. Il bello dell’anonimato è chiedere trasparenza rimanendo nell’ombra.””

lunedì 7 novembre 2016

IL CALVARIO REDENTO

Ricevo e volentieri pubblico.
Articolo di Franco Tosoni

Con la cerimonia che si è tenuta oggi, sabato 05 novembre 2016, con inizio alle ore 10.30, prima nella chiesetta del calvario, con la Santa Messa, seguita poi dai discorsi evocativi dalle varie autorità convenute, si è celebrata così l’inaugurazione, per il suo riposizionamento, di una lapide commemorativa dei soldati caduti durante la Grande Guerra in Val Resia

Con questa cerimonia si è provveduto, in parte,  a risanare quella ferita mortale che si era prodotta negli anni '80, rimuovendo totalmente, monumento e testimonianze spogliandolo di tutte quelle dimostrazioni eroiche che avevano reso pubblico gli eroici fatti a difesa della nostra Patria e della nostra terra resiana, quel cimitero militare che era  stato  testimonianza del valore e del sangue versato in questa guerra dimenticata della Val Resia, spazzato via senza avvertire nessun dolore e rimorso nei confronti di chi aveva, con tanto coraggio, versato il proprio sangue a difesa dei propri valori, ma che aveva forse soltanto la colpa di aver occupato un’area che non gli competeva.
Grazie all’interesamento di alcune persone, che hanno voluto recuperare questo significato storico, che si rispecchia in quella lapide commemorativa, se noi oggi possiamo nuovamente tornare a rivedere e rivivere quei ricordi, prima rimossi dal cimitero militare e poi buttati alle ortiche, senza provare vergogna e riconoscenza, dimenticando storia e fatti storici, valori e sacrificio, sangue e vita.

sabato 29 ottobre 2016

Dӧu Bilӧ - dӧnä Bilӧ

Ricevo e volentieri pubblico.
Articolo di Franco Tosoni:

Ci siete mai chiesti? Ci siamo mai chiesti? Perchè, a parte il nome San Giorgio, in italiano, il paese si chiama Bilä, in resiano? Bilä, in resiano, vuol dire bianca, ma questo nome Bilä, ha qualche attinenza con il bianco?
Ho provato a risolvere questo mistero, ma non ci sono riuscito. Perché proprio questo nome, Bilä, non poteva chiamarsi semplicemente, San Giorgio in italiano, ed il corrispondente SinCjuri in resiano, così come viene ricordato in lingua resiana nel giorno della festa del santo patrono? Il fatto più curioso, se così si può chiamare, è quando un abitante di altre frazioni, quando deve dire che andrà a San Giorgio, dice: Gren dou Bilӧ, ma non dice Bilä, perché? Forse perché in lingua resiana, a differenza della lingua italiana, quando si nomina il nome di quel paese, in resiano, si dice Bilä, mentre per dire, andare in quel paese (?), si dice dӧu Bilӧ. La parte più curiosa, se così si vuol dire e chiamarla, riguarda anche il paese di Resiutta. Cosa centra, in questo caso, il paese Resiutta? Centra, centra, perché quando si dice, in resiano, vado a Resiutta, si dice: Gren dӧnä Bilӧ. Oppure, per dire, quando si è visto una persona conosciuta a Resiutta, uomo o donna si dice: Si gä vidël, uo si jo vidël. tänä Bilï. Quando si arriva, invece, da Resiutta, si dice: si päscïl sis Bilë gӧrǒ. Mentre in italiano il nome della località rimane sempre invariata, in resiano cambia la vocale finale a seconda di cosa si intende, capire e interpretare. Si potrebbe pensare alla stranezza della lingua resiana, ma non è così, perché la lingua resiana è molto precisa quando si vuole indicare una azione. Dopo questa breve parentesi sul paese Bilä, giusto per avere una spiegazione e una divagazione, chiedo scusa per questo apprendista stregone sull’interpretazione della lingua resiana, anche se alla fine quello che vale è farsi capire.

Franco Tosoni

domenica 23 ottobre 2016

Università degli Studi di Udine Premi per tesi di laurea in memoria di Giovanni Micelli “Zangarlin”

Università degli Studi di Udine

Premi per tesi di laurea in memoria di Giovanni Micelli “Zangarlin”

 Allegato al decreto rettorale 129 del 22 marzo 2016

La famiglia di Giovanni Micelli “Zangarlin” per il tramite dell’Associazione Identità e Tutela Val Resia e in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine, propone l’istituzione d tre premi per tesi di laurea allo scopo di commemorare la figura del musicista resiano, sostenitore dell’unicità della cultura resiana e insegnante di musica presso le scuole elementari e medie del suo comune, maestro e divulgatore della “zitira” – il violino resiano accordato un tono e mezzo più alto del normale che, suonato con la bunkula, ricorda una cornamusa - e di armonica diatonica. La passione e competenza in campo musicale del Micelli è testimoniata anche dalla partecipazione a manifestazioni internazionali e dalla collaborazione con il gruppo folk Val Resia, il coro Monte Canin e il gruppo Le Sedon Salvadie.

venerdì 14 ottobre 2016

2^ Lettera al sindaco di Resia

Ricevo e volentieri pubblico

Lettera a cura di a.ZC.bm.


Caro Sindaco di Resia,,
faccio seguito alla mia precedente pubblicata il 14.09.2016 e mi riferisco sempre al suo post del 3.8.2016 in risposta ad uno che si era lamentato della tenuta delle strade, lei cosi rispondeva…..oggi…..alle 17…..avresti dovuto fermarti dopo averti pivettato, ti avrei spiegato tutto, senza alcuna remora ed efficacia, efficienza e responsabilità……a me piace chiarire le cose con le persone che vogliono intendere e che accettano di mettersi in discussione. Affidarsi a proclami su FB non sempre è costruttivo…….
   Si vede che lei questi pensieri, che non traduce in pratica, le vengono solo dopo aver pivettato.
Lei fa confusione tra FB e blog che testualmente vuol dire diario in rete e che quindi pubblica articoli e lettere.

lunedì 3 ottobre 2016

UNA LOCALITÀ’ - TANTI NOMI

Ricevo e volentieri pubblico

Articolo a cura di Franco Tosoni

Quando una località si presta a più interpretazioni e il suo nome si alterna a diverse versioni, anche se la sostanza rimane invariata, allora sorge un dubbio esplicativo, perché questa località non ha un nome correttamente preciso? Per intendere, come lo devo scrivere correttamente per non incorrere a confondere ed equivocare in modo macroscopico? Visto che le varie versioni si intendono scritte in italiano, forse perché fra la pronuncia in resiano e lo scritto in italiano il nome non è facilmente decifrabile e pronunciabile, quindi sarebbe opportune, visto anche le diverse interpretazioni, che ha tale località, giusto e legittimo, venisse nominata e scritta con un unico e proprio nome, esattamente e verosimilmente, in lingua resiana. Ho letto da più parti che il nome di questa località viene scritto in modi diversi e, precisamente: Rusgis, come si può notare anche dalla tabella toponomastica di una via di San Giorgio, poi da altri, così riportati, Ruscis, Ruschis e Ruscjs.
Questa bellissima località alpestre, meta fino ad alcuni anni di pascoli ed alpeggio, dove i proprietari di stavoli trascorrevano buona parte dell’anno, qualcuno anche per circa otto mesi. Ora l’obiettivo dominante e principalmente, sono le escursioni e le scampagnate, limitate però a non più di qualche ora o, al massimo, di qualche giorno. dove le persone non hanno più motivo se non quella di trascorre qualche ora in armonia con amici, fra una mangiata, una bevuta e una cantata.
Ha conclusione di questa mia breve divagazione, unicamente impostata per spiegare la diversità e la discordanza interpretativa e nominativa di questa località, propongo, quindi, come ho già accennato, di chiamarla e scriverla così, in lingua resiana: Rüščije.
Franco Tosoni

domenica 18 settembre 2016

L’ULTIMO PARTIGIANO VIVENTE DELLA VAL RESIA

Ricevo e volentieri pubblico
articolo di Franco Tosoni

Si chiama Buttolo Giovanni di anni 96 e  può essere considerato, senza ombre di dubbio, l’ultimo partigiano ancora vivente della nostra vallata. Me lo ricordo quando ero ragazzo, essendo lui nato e cresciuto, parte della sua vita, a San Giorgio di Resia. Ora risiede a Oseacco, già da parecchio tempo. Erano anni che non avevo avuto più l’opportunità di incontrarlo e di scambiare qualche parola con lui. La possibilità mi si è presentata quest’anno a Carnizza, in occasione della celebrazione della Santa Messa, celebrata in onore di Sant’Anna, di cui è dedicata la chiesetta. E’ un personaggio restio nel raccontare le sue esperienze e delle difficoltà consumate durante l’ultima guerra mondiale, ma che devono essere state piene di contrapposizioni nella reale situazione della quotidiana vita resiana. In questa fotografia è stato ripreso, ancora in ottimo stato di salute, fra due persone, di San Giorgio, Stefanino e Graziano, che hanno voluto essere immortalate insieme a lui a Carnizza sotto il campanile della chiesetta. Una bellissima giornata di sole ha fatto da cornice quel giorno, sabato 30 luglio 2016.

Franco Tosoni

mercoledì 14 settembre 2016

Lettera al Signor Sindaco di Resia

Ricevo e volentieri pubblico

Lettera inviata da a.ZC.b.

Caro Sindaco di Resia,,
a seguito di un post del 3.8.2016 in risposta ad uno che si era lamentato della tenuta delle strade, lei cosi rispondeva…..oggi…..alle 17…..avresti dovuto fermarti, ti avrei spiegato tutto, senza alcuna remora ed efficacia, efficienza e responsabilità……a me piace chiarire le cose con le persone che vogliono intendere e che accettano di mettersi in discussione. Affidarsi a proclami su FB non sempre è costruttivo…….
Prendo l’occasione per avere delucidazioni in merito in quanto atti non previsti da delibera comunale o altro, ma comunque fatti del Comune a favore o contro la popolazione, approfittando della sua dichiarazione ed attendo quindi che spieghi tutto, senza alcuna remora ed efficacia, efficienza e responsabilità sua.

1 – nell’articolo figli e figliastri di Gilberto Barbarino leggo che “”nessun partigiano sloveno è mai caduto in combattimento contro i tedeschi nel nostro territorio e che nessun partigiano sloveno è mai stato sepolto nel cimitero oseacchese””. Nessuno ha smentito la notizia.

martedì 13 settembre 2016

UN FRAMMENTO DI STORIA RESIANA TASA LIPIZIO - SALVE REGINA

Ricevo e volentieri pubblico.
Articolo a cura di Franco Tosoni

Chi percorre la strada provinciale n. 42, che da Resiutta porta in Val Resia, oltrepassato il confine che delimita il comune di Resiutta da quello di Resia, in località Tasa Lipizio, ricordata anche come Salve Regina, su un promontorio che si affaccia sul torrente Resia, può scorgere una cappella, una cappella dedicata, si dice, a Sant’Antonio di Padova. Questa è la prima testimonianza percepibile del sentimento religioso che si può riscontrare, maggiormente, in tutta la valle. La cappella è situata ai limiti della strada, a gomito di una curva, e facilmente distinguibile anche per chi viaggia su mezzi a motore, mentre è più agevole per chi la percorre a piedi o in bicicletta. Molti anni fa, quando il mondo non era così motorizzato, e la strada si presentava su terra battuta, era possibile incontrare numerose persone che transitavano su questa strada a piedi, si soffermavano presso questa cappella e, dopo essersi fatto il segno della croce, recitavano una preghiera. Oggi difficilmente uno si ferma per onorare la spiritualità di questa cappella, totalmente presi dalla frenesia, dalla premura e dall’impazienza, che non ci accorgiamo o non percepiamo più il bisogno di un po’ di riflessione e di meditazione.
L’origine di questa cappella è remota, tuttavia la data precisa è ancora tutta da scoprire. Io ci ho provato, ma non ci sono riuscito. So che la famiglia Di Lenardo, Peo per intenderci, ha provveduto anni fa al suo restauro. Il vero motivo di questo interessamento non lo so, evidentemente qualche correlazione ci deve pur essere.
Dal momento del suo ultimo intervento di conservazione sono passati parecchi anni e in questo periodo la cappella si presenta in uno stato un po’ trascurato, forse avrebbe bisogno nuovamente di una ripulita, almeno nel suo insieme, in modo particolare il portoncino e il suo perimetro.
Se notate sul lato sinistro della facciata, è murata una targa ricordo della 15^ Batteria da Montagna che, nell’ottobre del 1917, qui mostrò il proprio valore. Porta una data, settembre 1974, posta per ricordo. 
Sul fianco destro, ai piedi della cappella, si può osservare, diversamente, un cippo in pietra con nicchia, una piccola cavità vuota. Si può facilmente desumere, presumibilmente, che nel passato non fosse questa la sua disposizione originaria.  È possibile, al contrario, che al momento della sua posizione, ragionevolmente, presentasse sicuramente qualche particolarità, come un quadretto ispirato a devozione o qualche altra immagine sacra, sicuramente posta in quel luogo prima della costruzione della cappella. Come si può agevolmente rilevare porta una data: 1861, un elemento non trascurabile ma indubbiamente espressivo e indicativo, come prova a memoria da lasciare in eredità alla facoltà di ricordare. Questo cippo potrebbe, in qualche modo, anche essere associato al nome della località: Salve Regina, un presupposto non casuale, un richiamo, almeno così va raccontato, che le persone scendendo dalle varie frazioni della valle, usavano recitare il rosario, come compagnia per il viaggio, e il più delle volte prima di arrivare alla cappella era il momento di declamare la Salve Regina. Nella circostanza del momento, come si nota, anche il nostro cippo avrebbe bisogno di una buona ripulita e sicuramente da assegnargli una disposizione più adeguata, come è fattibile che, originariamente, fosse stato pensato e collocato.

Anche questa realtà fa già parte della storia resiana.
Franco Tosoni

venerdì 19 agosto 2016

Figli e Figliastri - Gilberto Barbarino

Ricevo e volentieri pubblico:

Articolo di Gilberto Barbarino

FIGLI E FIGLIASTRI di Gilberto Barbarino Siamo proprio contenti per la massiccia partecipazione alle nostre iniziative della popolazione resiana. Abbiamo raccolto molto di più di quanto ci aspettavamo alla vigilia, nonostante il brutto tempo in cui abbiamo operato e le poche ore a disposizione.
                                                              Grazie Resia!

E’ evidente che la nostra gente sente il problema della sua vera identità e vuole giustizia per i Resiani. Però, alcuni di coloro che si sono astenuti hanno palesato scarsissima conoscenza di come stanno veramente le cose in Valle.


L’oro di Resia, o quasi, lo Strok

Ricevo e volentieri pubblico:

Articolo di Franco Tosoni

Cambiano le abitudini nel tempo, specialmente quando ci sono degli interessi di mezzo. Un tempo lo strok era considerato alla stessa misura che oggi si considera la patata oppure il fagiolo. Ogni famiglia lo coltivava in funzione del proprio fabbisogno domestico ed era considerato un elemento utile per integrare e dare un senso a certe pietanze, come viene fatto oggi, forse con un po’ più di originalità. Poi si è scoperto che aveva delle proprietà che, coltivato in altri luoghi, non aveva: la sua tipicità, il suo profumo e la sua dolcezza nel rendere più gustoso il cibo.

giovedì 4 agosto 2016

Comune di Resia: Bando di un progetto di ricerca

Bando a sostegno di un progetto di ricerca archivistica rivolta agli studenti frequentanti la Scuola Secondaria di 2° grado nell'anno scolastico 2015/2016

“Dietro la linea del fronte" di Marco Pascoli

L’Amministrazione Comunale è lieta di invitarvi alla presentazione del libro “Dietro la linea del fronte. Storia militare di una retrovia, la Val Resia dal 1914 a Caporetto” che si terrà mercoledì 10 agosto alle ore 18 presso la Sala Consiliare del Municipio di Resia.   Sarà presente l’autore il dott. Marco Pascoli.
Dopo aver ricevuto l’incarico di scrivere “La battaglia dimenticata della Val Resia, consultando principalmente l’archivio storico del Comune, l’autore ha scoperto una gran mole di documentazione territoriale e antropologica-culturale.
L’Amministrazione comunale è grata, quindi, all’autore per aver correttamente reso omaggio, con scritti e interventi basati su documentazione certa e testimonianze d’archivio, alla Val Resia e a tutta una generazione dei suoi abitanti che, per come ha affrontato e superato quei drammatici momenti, si può definire “eroica”.

Con questo quarto volume, cui seguirà l’ultimo, dopo le guide sui percorsi valligiani della prima guerra mondiale, credo si sia fatta doverosa luce su un capitolo di storia resiana oscurato per troppo tempo o comunque mai analizzato in profondità. L’opera presenta fatti accaduti in Val Resia dalla vigilia degli avvenimenti bellici a quella della ritirata di Caporetto, aprendo nuove finestre sul nostro territorio.

ORA SI INVENTANO GLI "ALPINI SLAVI".

Su Dom Slovit del 29 luglio 2016 dal titolo legami tra resiani e carinziani a firma R.U. ho trovato un interessante articolo che mi ha fatto sganasciare dalle risate.

Articolo tratto dal Dom/SLOVIT del 29 luglio 2016

Mercoledì 10 agosto, nell’ambito della tradizionale escursione notturna sul percorsoTa lipa Pot, dalle ore 17.00 a Stolvizza/Solbica (ritrovo in Piazza dell’Arrotino) si potrà partecipare a un’escursione per le vie del paese, guidata da Sandro Quaglia, con rievocazione storica e animazione sull’insediamento in Val Resia degli slavi alpini, antenati di tutti gli attuali sloveni.

mercoledì 13 luglio 2016

Resia, dalla “zitira” all’heavy metal

È stata coronata dal successo di partecipazione giovanile anche la quarta edizione di "eResia metalfest" che si è tenuta venerdì e sabato scorsi. Quasi nata per caso logisticamente, in una baracca prestata dalla nonna, dallo spirito di iniziativa di un gruppo di giovani locali, l’evento musical canoro si avvia a diventare un “must” del metal estremo nella nostra regione con complessi provenienti da molte parti d’Italia e anche internazionali. Anche quest’anno ha portato più di 600 persone appassionate metallare "Al Ranch" di Zamlin, alle pendici del Canin. Fatto curioso, il gruppo dei giovani resiani “HellMetAll” (nella foto) che organizza l’evento suona pure con la classica zitira e canta in lingua madre, dialetto antico o parlata arcaica slava, che trova origine nella notte dei tempi. Le tematiche adattate alla musica metal sono quelle molto semplici del vivere quotidiano, la bellezza della valle, ma pure della vita e delle difficoltà durante i conflitti. Seppur realtà diciamo anomala nel classico secolare contesto culturale resiano, questa gioventù ha saputo farsi apprezzare per l’ordine e la pulizia con cui organizza la manifestazione.
Tratto dal Messaggero Veneto del 9 luglio 2016

Foto concessa da
Micelli Daniele e Dri Massimo Metal Photographer

lunedì 11 luglio 2016

LONTANI NEL PENSIERO E NELLA REALTA’

Articolo di Franco Tosoni

Secondo Novi Matajur Resia non è un paese russo dItalia. E vero? Forse, chissà! Può darsi che da quel pulpito un annuncio, in tal senso, potrebbe anche essere vero!
Da Stolvizza, estremo lembo abitato della terra resiana, località della Valle di Resia più vicina al confinante suolo sloveno, dove viene confezionato e sostenuto lestremo e ripetuto tentativo, con tenacia e perseveranza, non da tutti, per fortuna, di mantenere viva la teorica e dottrinale opinione, seguendo quello che, secondo la commissione scientifica che cura la redazione dellAtlante delle lingue slave (OLA), si continua a sostenere che il resiano è collocato allinterno del contesto linguistico sloveno. Figurarsi lopposto, che non sia mai detto. Larticolo apparso sul settimanale Novi Matajur, con tanto di fotografia paesaggistica del paese di Stolvizza,

venerdì 24 giugno 2016

La vera storia del gemellaggio Resia – Fryazino ( 2 )

Viste le dichiarazioni del Sindaco su “”Sei di Resia se…”” in merito al gemellaggio Resia – Fryazino, è opportuno far sapere a tutti:
Legge 131/2003 detta legge La Loggia. Questa Associazione conosce esattamente tale Legge tanto è vero che nella precedente lettera si ringraziava lo Stato, la Regione e il Comune. La  Legge dice in pratica che sono i Comuni che devono fare il gemellaggio ed impone diverse cose per L’Amministrazione comunale. Il sindaco, ha sentito parlare del gemellaggio per la prima volta  in data 18.08.2015 quando presso il Municipio si presentò una delegazione composta dall’Associazione I.T.V.R. e l’Associazione Centro per lo Sviluppo Trasnazionale tra l’Italia e la Russia, chiedendo se fosse possibile fare un gemellaggio con un comune russo. Fu fatta foto ricordo con nove persone. Il Sindaco senti nuovamente parlare di gemellaggio in Pordenone il 22.09.2015 in occasione dell’inaugurazione del monumento a Gagarin, fu li che conobbe il Console Onorario di Udine Carlo Dall’Ava. Quindi da quanto sopra il gemellaggio non è stata una idea dell’Amministrazione Comunale, né del sindaco. Si sono limitati a fare quanto prevede la Legge e che noi ancora ringraziamo per aver accettato quanto richiesto. La citazione latina fatta dal sindaco, Jus prime noctis, non centra niente con questa Associazione in primo luogo perché non vi sono preti, in secondo luogo perché probabilmente il sindaco non sa il significato di tale frase perché essa dava un diritto che non può avere il sindaco nell’avere la primogenitura di una cosa che ha saputo dopo circa un anno dall’inizio dei contatti .

mercoledì 15 giugno 2016

La vera storia del gemellaggio Resia – Fryazino



Nel 2014 un iscritto ad Identità e Tutela Val Resia andò a trovare un amico, che tra le altre cose è Console Onorario Russo a Udine. 
Nell'occasione si parlò del più e del meno fino a che mi disse di invitare alcuni componenti del direttivo di I.T.V.R. per un incontro.
Ed in breve fu indetta una riunione presso di lui. Poco dopo fummo contattati dall'Associazione Centro per lo Sviluppo Internazionale tra l’Italia e la Russia con la quale iniziammo a dialogare. Subito ci fu indicato dove erano alcuni documenti Resiani in Russia, ma purtroppo scritti in Cirillico.
Altri iscritti a I.T.V.R. furono impegnati alla compilazione ex novo di un CD che racchiudeva la quattro parlate di Resia, la musica, la poesia, praticamente tutto quanto poteva rappresentare Resia. Il CD fu fatto varie volte per i canoni Russi che sono diversi dai nostri. I CD furono consegnati all'Associazione Russa con la quale eravamo in contatto che li trasmise, come da accordi, a diversi Ministeri Russi. 
Venne contattato personalmente l’Addetto Culturale Russo a Roma che assicurò la massima attenzione a quanto trasmesso in Patria. 
Il CD convinse il Ministero della Cultura Russo ad invitare urgentemente il Gruppo Folkloristico di Resia a Mosca, e pare con soddisfazione di tutti. 
I rapporti con l’Associazione Russia e la nostra non si sono mai interrotti e nell'Ottobre 2015 ci presentammo dal Sindaco di Resia per parlare del gemellaggio che volevamo fare. La cosa fu accolta con favore, ma successivamente le cose sono andate diversamente. Nella delibera del Comune non si fa cenno dell’accordo tra le due Associazioni ma sembra che il Comune abbia trattato direttamente con l’omologo Russo. Dall'invito redatto dal Comune vi è il logo del Comune di Resia e quello dell’Associazione Russa, vorremmo sapere il perché dell’omissione del nostro. Se proprio voleva far vedere che tutto era stato fatto dal Comune doveva essere messo il logo di Fryazino e non dell’Associazione Russa. Durante il gemellaggio fu chiesto di parlare da parte di questa Associazione, ma ciò fu negato, dicendo al termine che già era stato fatto un danno. 
Forse il Sindaco si riferiva a quanto scritto da questa Associazione su “sei di Resia se…” e su “ Resiani nel Mondo” dove era scritto che quanto avvenuto era dovuto all'impegno di questa Associazione. 
Avremmo voluto far sapere agli ospiti che tre ragazzi Resiani avevano mandato in orbita un pallone aerostatico. Lo abbiamo fatto sapere dopo la cerimonia e ci hanno riferito che studieranno la cosa e ci faranno sapere. 
Vogliamo rammentare che il Comune è stato doverosamente interpellato per l’aspetto istituzionale del gemellaggio e che ringraziamo. 
Come vedete nessun nome del personale I.T.V.R. è stato fatto, perché è merito di tutti di quanto accaduto, però pretendiamo che nessuno si assuma meriti che non ha, perché il solo fatto di voler nascondere da dove è partito il tutto fa presumere che qualcuno voglia prendersi meriti mai avuti.

Grazie dell’attenzione.

martedì 14 giugno 2016

A RESIA L’AMERICA PUO’ARRIVARE DALLA RUSSIA

Un sogno che potrà diventare realtà.
Se il buongiorno si vede al mattino è auspicabile che la giornata che si è prospettata in sala consigliare del municipio di Resia, il giorno 11.06.2016, anche se era una giornata piovosa, ha tutte le premesse di diventare una luminosa speranza per il futuro della Val Resia. Un  sogno che forse Resia non aveva mai sperato ma che un domani potrebbe diventare realtà.
Una piccola  presenza, una piccola località che ha trovato una corrispondenza, un’attenzione tanto grande, così da suscitare interesse, profondo, forte e sincero, da parte di una nazione notevolmente vasta e piena di storia, specificatamente da una frazione geografica di una città di nome Fryazino, luogo così chiamato e che deriva dalla denominazione Frjazin con cui venivano soprannominati gli artisti italiani che lavoravano in terra russa.

domenica 12 giugno 2016

Фрязино ( Fryazino - Russia ) - Resia ( Udine Italia )

Dopo due anni di contatti e incontri con il Consolato Russo in Udine l’Associazione IDENTITA’ E TUTELA VAL RESIA ha fatto dare l’avvio per il gemellaggio tra Resia e Fryazino (Russia).
E’ grazie a questo assiduo lavoro che I.T.V.R. ha avuto la lungimiranza nel cogliere l’occasione di dare al nostro Comune l’opportunità di attirare possibili investimenti per uno sviluppo che possa mantenere i Resiani nella propria Valle. Siamo sicuri e fiduciosi che il tutto possa portare benefici per tutti e invitiamo lo Stato, la Regione ed il Comune di Resia affinchè il gemellaggio possa avvenire e consolidarsi al più presto e che l’iniziativa intrapresa da I.T.V.R. possa dare ottimi risultati di collaborazione e di amicizia tra i due Paesi.









giovedì 9 giugno 2016

Resia: Delegazione russa da oggi in visita alla vallata

Da «la Russie l'antenat» recita un brano di Arturo Zardini. A parte l'affermazione, tutta da dimostrare, in virtù del suo ultra millenario isolamento Resia ha conservato alcune sue caratteristiche tra cui una lingua slava antica giunta fin qui in modo quasi integrale.

martedì 19 aprile 2016

BUHALUNITE A tutti i Resiani che sino ad ora ci hanno supportato con la loro firma.



FESTA DELLE ROSE DI CARTA

Articolo di Franco Tosoni

Domenica 17 aprile 2016 si è svolta a Vigardolo, una frazione del comune di Monticello Conte Otto  in provincia di Vicenza, la 3^ Festa delle Rose di Carta. 

La manifestazione era tutta da vedere in quanto, oltre alla curiosità di visitare una quantità infinita di bancarelle, c’era anche la possibilità di gustare delle specialità gastronomiche tipiche vicentine. Fra tutte quelle bancarelle ce n’era una, e lo sapevo in anticipo, che rappresentava la Val Resia con i suoi vari prodotti tipici:
 alimenti e cosmetici NATURALI con le erbe dellaVal Resia AGLIO di RESIA CIPOLLA MELE ANTICHE ORTICA SILENE TARASSACO
Erano presenti le titolari della Società Agricola NašeTrave s.s.vale a dire Marina Bortolotti e Maria Tosoni, coadiuvate da alcuni parenti al seguito. 

Una gioia immensa trovare un po’ di Resia in terra vicentina. Ma la sorpresa non finisce qui perché, fra le tante bancarelle, ho subito notato una bicicletta attrezzata in modo tale da accostare, in breve, al modello tipico degli arrotini di Stolvizza. In effetti mi sono avvicinato e ho chiesto, visto che ai lati della bicicletta c’era un adesivo dell’Associazione Arrotini della val Resia, se parlavano il resiano perché, oltre al titolare c’erano la moglie e la figlia. La moglie e la figlia hanno detto subito di no, ma il titolare della bicicletta ha cominciato a parlare in resiano. Ha detto di chiamarsi Buttolo Giovanni, originario di Stolvizza, ma che abita a Grantorto (PD).
A corredo di quanto ho scritto includo delle foto che testimoniano questo momento di partecipazione e di presenza.
Franco Tosoni

lunedì 18 aprile 2016

DOVE L’EGOISMO PREVALE SULLA NOSTRA GENUINA IDENTITA’

Articolo si Franco Tosoni

Vorrei riprendere alcuni stralci dell’articolo che Antonio Carioti pubblicò sul Corriere della Sera il 7 febbraio 2008 dal titolo: «Il Friuli diventerà jugoslavo». Lo faccio con l’intento di far capire, ancora una volta, che probabilmente non ci rendiamo ancora perfettamente conto che stiamo ricreando una situazione ambigua e confusa alla nostra identità, alla nostra cultura e ai nostri usi e costumi. Abbiamo aperto, per non dire spalancato, i portoni della nostra valle ai predatori della nostra identità senza tener conto che questi avvoltoi stanno facendo i loro interessi e noi