ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

lunedì 11 gennaio 2016

Quando la politica Nazionalista del Governo Sloveno irride il Friuli e l'Italia

La Slovenia a colpi di spot si appropria del Collio



Questo è il titolo dell'articolo apparso oggi sul Messaggero Veneto dell' 11 Gennaio 2016 che riguarda l'ennesimo schiaffo che la Politica Nazionalista Slovena sferra verso la Nostra Terra, il Friuli.
Noi da tempo stiamo cercando di aprire gli occhi al Popolo Friulano. Da tempo scriviamo a lettere cubitali, che il nostro dissenso a questa sciagurata politica non è contro il popolo Sloveno ma contro i loro Politici abbagliati da mire espansionistiche volte a slovenizzare tutto il Friuli Orientale fino al Tagliamento.
Ci hanno dato dei Fascisti,orfani di Gladio,razzisti, senza rendersi conto che è il loro modo di comportarsi e agire che è sbagliato, denigratorio e avvilente nei confronti dei Friulani e di Noi Resiani.
Leggendo attentamente l'articolo e le relative repliche di oggi, e in passato,le prese di posizione di alcuni esponenti della Politica Regionale,si dimostra come in questa Regione vi siano persone senza un minimo di dignità. Nessuno ha il coraggio di prendere di petto la situazione,hanno paura delle loro ombre. Si difendono pigramente come Shauhe, che sempre sul Messaggero Veneto di oggi dichiara che l'iniziativa pubblicitaria della vicina Slovenia possa avere ricadute positive anche per il Friuli-Venezia Giulia. 
Mi viene da ridere,anzi,mi viene da piangere leggendo certe affermazioni da parte dell'Assessore all'Agricoltura della Regione Friuli-Venezia Giulia.
La Politica Nazionalistica Slovena continua da anni. Scuole,Giornali,Riviste ecc.. tutte finanziate profumatamente senza che nessuno si faccia alcune domande: ma quanti sloveni ci sono in questa Regione? Vi siete mai chiesti perchè loro non vogliono un censimento che si identificano come Popolazione Slovena? Vi siete mai chiesti a chi vanno i contributi? Vi siete mai chiesti se coloro che ricevono codesti contributi siano veramente sloveni e hanno tutte le carte in regola?
Le scuole slovene sono nate per andare incontro alla popolazione di Lingua Slovena (giusto),per far conoscere la loro cultura (giusto),le loro usanze (giusto),la loro storia ( più che giusto).Ebbene quanti sono gli sloveno che frequentano queste scuole e quanti sono coloro che sloveni non sono.Tenendo conto che sono finanziate anch'esse profumatamente dalla Legge che riguarda la Popolazione di Lingua Slovena (minoranza nazionale slovena).
Chissà,forse queste domande vi faranno pensare,meditare,riflettere.
Nel frattempo,prima di lasciarvi leggere con attenzione l'ennesima "sberla Slovena" voglio rilanciare un appello al popolo Friulano e a tutti i Resiani.
Siate fieri delle Vostre origini,difendete la Vostra e Nostra Amata Terra,non abbiate paura. La verità trionferà sempre.
Lunga Vita ai Friulani e ai Resiani Tutti.

Articolo numero 1:

La Slovenia a colpi di spot si appropria del Collio

Il Paese confinante promuove il territorio utilizzando la denominazione del Fvg Gottardo: una “furbata”, la Regione faccia chiarezza. Coldiretti: è inaccettabile
È stata appena appianata la controversia sul Terrano dopo la sollecitazione del nostro governo alla Regione, che all’orizzonte si profila un altro incidente diplomatico tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia. E al centro della nuova querelle ci potrebbe essere ancora il vino. Non una etichetta specifica ma tutto quello prodotto nel Collio. L’arcano è presto spiegato.
In questi giorni su alcune emittenti televisive nazionali, la Slovenia ha promosso il proprio territorio in chiave turistica, indicando le zone considerate di eccellenza. Tutti i luoghi citati sono stati riportati in lingua slovena ad eccezione di uno: il Collio.
Che in sloveno - come stabilito dagli accordi - si chiama Brda. Alla Slovenia fu infatti preclusa la possibilità di utilizzare le denominazione Collio che è denominazione esclusiva della zona goriziana. Dunque, la Slovenia avrebbe promosso un suo “fantomatico” Collio sloveno.
A sollevare il nuovo caso è l’ex parlamentare e oggi componente del Comitato delle Regioni nella commissione Risorse agricole, Isidoro Gottardo. «Ritengo che in questo caso il problema non si pone né come questione agricola, né vitivinicola. L’iniziativa slovena - sono le sue parole - è stata fatta e probabilmente ponderata in maniera molto furba ed è chiaramente finalizzata a sfruttare una denominazione, quella del Collio, che ha un avviamento ben maggiore del “Brda”».
Secondo Gottardo, va da sé che si tratta di una vera «usurpazione per promuovere il turismo che ha effetti inevitabilmente anche sul fronte commerciale. Se, infatti, la finalità non fosse quella di sfruttare un “avviamento” che appartiene ad altri non avrebbero deciso di citare soltanto il Collio in lingua italiane, mentre tutti gli altri luoghi reclamizzati sono rimasti rigorosamente in sloveno».
Per l’ex europarlamentare le conseguenze dovrebbero essere obbligatorie. «A questo punto - insiste - credo che i Consorzi, ma soprattutto la Regione non possano minimizzare o rimanere indifferente, tanto più alla luce della vicenda del Terrano e di altre ancora su cui la Slovenia non ci ha mai fatto sconti. Non si capisce perché l’Italia, e nello specifico il Fvg, debba chiudere un occhio.
La Regione deve tutelare anche con azioni legali i propri prodotti e le proprie località. Se dovesse minimizzare dovrei pensare che viene meno al doveroso esercizio di tutela delle proprie peculiarità su cui si è molto investito per creare avviamento commerciale e turistico».
E la prima reazione da parte del Consorzio del Collio arriva dal suo presidente, Robert Princic. «Premetto - precisa - che non ho visto di persona la pubblicità in questione ma se questa dovesse riguardare il marchio del vino è chiaro che saremo pronti a reagire.
Diversamente se la promozione attiene una zona non sotto il profilo vinicolo, ma semplicemente turistico non credo che competerebbe a noi muoverci. Insomma, dovremo valutare bene quello che ci è stato riferito». Princic ricorda che altre volte il Consorzio si è mosso quando ha riscontrato irregolarità rispetto all’utilizzo del suo marchio. «Dovesse verificarsi una cosa del genere è chiaro che vedremo il da farsi», chiosa.
Di iniziativa inaccettabile e ingiusta, parla invece il presidente di Coldiretti, Dario Ermacora. «Questo perché - argomenta - non è giusto utilizzare un brand che indentifica prodotti e un territorio per promuovere un altro territorio e altri prodotti.
È chiaro che nessuno intende dichiarare una sorta di guerra di “religione” alla Slovenia, ma sarebbe bene che ognuno definisse i propri territori con il loro nome senza appropriarsi del valore aggiunto di altri “marchi” che hanno costi, lavoro, investimenti e promozioni ultradecennali». Ermacora aggiunge che magari un giorno si deciderà di realizzare il Grande Collio, «ma fino quel giorno credo sia giusto che ognuno rispetti le proprie denominazioni. Sì, è stata un’iniziativa scorretta».

Articolo nemero 2:

Shaurli: è pubblicità anche per noi

L’assessore regionale all’Agricoltura smorza i toni: nessun problema, l’importante è che se ne parli
L’assessore all’Agricoltura, Cristiano Shaurli, evita volutamente di innescare polemiche e, anzi, minimizza l’accaduto. Lo minimizza al punto tale di ritenere che l’iniziativa pubblicitaria della vicina Slovenia possa avere ricadute positive anche per il Friuli Venezia Giulia.
Sollecitato su quello che ad esempio per Coldiretti è una scorrettezza bella e buona, l’assessore dichiara che «l’importante è che se ne parli». Poi precisa che questa sua frase tiene conto del fatto che abbiamo tutte le tutele per il Collio. Se un territorio viene però promosso a fini internazionali, come mi pare di capire sia accaduto in questo caso, l’iniziativa può giovare a entrambi i Paesi»
«Il vero nodo che mi lascia tranquillo - sono ancora le parole di Shaurli - è che sulle etichette dei rispettivi vini noi mettiamo la denominazione Collio e gli sloveni Brda. Insomma, più si parla del Collio, come si fa ad esempio per altri territori come il Carso che pure è geograficamente contiguo con la Slovenia, meglio è per tutti. Non credo sia il caso di farci una malattia o di pensare a eventuali danni».
L’assessore all’Agricoltura insiste poi sul fatto che nel caso in questione si parlasse di aspetti squisitamente vinicoli, anche in quel caso non ci sarebbero particolari conseguenze visto che «le normative vigenti già tutelano le differenze che ci sono tra il Collio e il Brda. Insomma, io sarei assolutamente tranquillo su questa vicenda, cercando di coglierne l’aspetto positivo che le ho appena spiegato».


27 commenti :

  1. Qualche istituzione preposta al controllo, se mai ve ne fosse una, si è mai preoccupata di verificare le richieste di inserimento a tutela di "minoranza slovena" i comuni oggi così dichiarati.
    Se si, allora nel casi di Resia è stato commesso un enorme falso che rasenta la truffa, se no allora viene da chiedersi come vengono fatte certe leggi che come conseguenza comportano un dispendio economico non indifferenze.
    Il timore, e tutti questi segnali lo dimostrano, è che dove non è arrivato Tito con i suoi metodi è molto probabile che si riesca oggi grazie all'inefficenza e collaborazionismo di certa politica.
    Fuori Resia dalla tutela di minoranza soovena e giù le mani dal Collio.

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  2. Qualche istituzione preposta al controllo, se mai ve ne fosse una, si è mai preoccupata di verificare le richieste di inserimento a tutela di "minoranza slovena" i comuni oggi così dichiarati.
    Se si, allora nel casi di Resia è stato commesso un enorme falso che rasenta la truffa, se no allora viene da chiedersi come vengono fatte certe leggi che come conseguenza comportano un dispendio economico non indifferenze.
    Il timore, e tutti questi segnali lo dimostrano, è che dove non è arrivato Tito con i suoi metodi è molto probabile che si riesca oggi grazie all'inefficenza e collaborazionismo di certa politica.
    Fuori Resia dalla tutela di minoranza soovena e giù le mani dal Collio.

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  3. Lasciamo stare, per favore, le istituzioni che ormai sono diventate, le destituzioni di questo paese. A questo punto si destituisce, si rimuove, si degrada quello che con enormi sacrifici e con incredibile senso del dovere abbiamo tenuto e ancorato alle nostre origini, ai nostri usi e costumi, alla nostra terra, alle nostre tradizioni, alla nostra lingua. Non possiamo dimenticare chi ha versato del proprio sangue, chi ha sofferto con laceranti ferite a difesa del proprio territorio, della propria Patria. Adesso arriva un pinco pallino qualsiasi, senza valori e senza principi sostanziali, ma con incapacità e mascalzonate, uccidendo questi valori offrendoli al miglior compratore, senza tener conto che queste ferite hanno e avranno bisogno, in futuro, di essere risanate con altrettanti sacrifici. A tutto il popolo friulano che sia di monito alla prossima tornata elettorale di andare a votare e di non riconsegnare più a questi incapaci e menefreghisti amministratori attuali, senza radici e senza sostanza.

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  6. Chi ha diritto ai contributi a favore della Minoranza Nazionale Slovena?

    A volte non rispondono:

    LINGUA SLOVENA
    DIRITTO ALLO STUDIO A FAVORE DEGLI STUDENTI DELLA MINORANZA SLOVENA

    Interventi finalizzati a garantire pari diritti e opportunità di istruzione e di accesso alla cultura nella propria madre lingua.

    QUAL È LA FINALITÀ DELL’INTERVENTO


    L'intervento è finalizzato a garantire pari diritti e opportunità di istruzione ed accesso alla cultura nella propria madrelingua agli appartenenti della minoranza slovena.

    CHI PUÒ PRESENTARE LA DOMANDA DI CONTRIBUTO


    I contributi sono erogati a favore di:
    a) istituzioni scolastiche, con lingua d’insegnamento slovena;
    b) associazioni e comitati dei genitori operanti presso le medesime istituzioni e altri soggetti pubblici e privati.

    QUALI SONO I DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO


    I destinatari finali dell’intervento sono alunni e studenti frequentanti istituzioni scolastiche con lingua d'insegnamento slovena.

    QUALI INIZIATIVE SI POSSONO REALIZZARE


    I contributi sostengono la realizzazione di iniziative didattiche e culturali.

    ultimo aggiornamento: lunedì 25 maggio 2015

    http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/istruzione-ricerca/regione-per-scuole/FOGLIA206/articolo.html

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  7. Quanti sono gli Sloveni in Friuli-Venezia Giulia?

    Legislatura 16ª - Disegno di legge N. 3053

    Il diritto all’istruzione nella propria lingua materna è ritenuto diritto di fondamentale importanza nell’ambito della tutela delle minoranze linguistiche. Di notevole importanza per la scuola con lingua di insegnamento slovena in Italia sono gli accordi internazionali, sottoscritti dall’Italia e dalla Jugoslavia e, dopo la sua dissoluzione, dalla Repubblica di Slovenia.


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  9. Quanti sono gli Alunni Sloveni?

    Art. 1.
    (Finalità e principi generali)
    1. Le istituzioni scolastiche con insegnamento in lingua slovena nonché bilingue sloveno-italiano sono parte integrante del sistema scolastico italiano. Le scuole statali di ogni ordine e grado con lingua d’insegnamento slovena delle province di Trieste e Gorizia sono tutelate dal Memorandum di Londra del 5 ottobre 1954, dal Trattato di Osimo, di cui alla legge 14 marzo 1977, n. 73, e dalla legge 23 febbraio 2001, n. 38. Le scuole primaria e secondaria di primo grado con insegnamento bilingue sloveno-italiano nella provincia di Udine sono regolate dall’articolo 12 della legge 23 febbraio 2001, n. 38. Le citate scuole sono inoltre regolate dalla normativa vigente in materia di istruzione nonché dalle leggi specifiche in materia di istruzione in lingua slovena 19 luglio 1961, n. 1012, e 22 dicembre 1973, n. 932, salvo quanto previsto dalla presente legge, la quale interviene per rispondere alle nuove esigenze del settore scolastico.
    2. In attuazione dell’articolo 6 della Costituzione e in armonia con i princìpi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, la Repubblica tutela la lingua e la cultura della popolazione slovena e garantisce agli appartenenti alla minoranza linguistica slovena il diritto all’istruzione nella propria lingua materna. Al fine di tutelare tale diritto, la rete delle scuole con lingua d’insegnamento slovena deve coprire tutto il territorio in cui è storicamente presente la minoranza slovena.

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  12. Ma io sono informato.
    Ma da Voi vorrei sapere:
    Quanti sono gli Sloveni in Friuli-Venezia Giulia?
    Quanti sono gli Studenti Sloveni in Friuli-Venezia Giulia?
    In quale sito si può leggere la lista di chi,in questi anni,ha percepito i contributi che sono erogati a favore della popolazione Slovena residente in Friuli-Venezia Giulia?

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  13. USURPAZIONE DI DENOMINAZIONE
    Andrea, finalmente ti sei fatto vivo. E’ da un po’ di tempo che manchi da queste parti, avevo persino pensato che ci avevi abbandonato e che ti eri indirizzato per altri lidi. Ma vedo invece che sei rientrato, sei ritornato con noi e questo mi fa piacere. Ci mancavano le tue precisazioni ed i tuoi chiarimenti, solo che non sempre ne azzecchi una. Punti di vista! Lo sappiamo anche noi dove si trova il Collio, non una regione ma semplicemente un territorio ben definito che, ahimè, una piccola parte si trova in terra slovena. Questo territorio in Friuli si chiama Collio mentre in quello sloveno Brda, giusto?
    Riporto alcuni stralci dell’articolo del Messaggero Veneto 11 gennaio 2016: “In questi giorni su alcune emittenti televisive nazionali, la Slovenia ha promosso il proprio territorio in chiave turistica, indicando le zone considerate di eccellenza. Tutti i luoghi citati sono stati riportati in lingua slovena ad eccezione di uno: il Collio.
    Che in sloveno - come stabilito dagli accordi - si chiama Brda. Alla Slovenia fu infatti preclusa la possibilità di utilizzare le denominazione Collio che è denominazione esclusiva della zona goriziana. Dunque, la Slovenia avrebbe promosso un suo “fantomatico” Collio sloveno.”.

    Penso che questa precisazione non comporta alcun atteggiamento anti-sloveno o minando un pacifico equilibrio tra comunità friulane, slovene, se da una parte si gioca sporco e dall’altra non si fa altro che pretendere un comportamento leale e giuridico. Come non credo che se uno ti fa uno sgambetto tu gli devi, o sei obbligato, al momento chiedere scusa. A Napoli direbbero: “Ca ne sciuno e fesso.” Come dire che se uno ti pesta i piedi è giusto reagire e puntualizzare, con virgole e puntini, quindi come è anche giusto fare chiarezza sull’uso da parte della Slovenia della denominazione di Collio sloveno anziché Brda per fare pubblicità turistica.
    Occhio per un’altra questione. Mentre per le altre località che hai indicato non me ne frega niente, voglio precisare che Rezija in sloveno potrebbe anche andare bene ma in resiano assolutamente no. In resiano, anche se a voi “filo” non è tanto digeribile, Resia, volente o nolente, si scrive Resija.
    Arrivederci alla prossima, sempre se ci sarai.

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  16. Non so di quale invasore si parli nel periodo fascista. Mi pare che l'Italia non fosse occupata. Se vi erano degli sloveni in italia erano loro invasori. Probabilmente erano i governanti dell'epoca che non volevano fosse parlata una lingua diversa dall'italiano. A tale proposito voglio citare il professore sloveno Milko Maticetov che in un articolo sulla rivista "Ce Fastu" del 1967, a commento di un foglio stampato a Gemona del Friuli nel 1930, scrive: """"con questo piccolo ma interessante documento viene oltretutto con fermata ancora una volta la posizione privilegiata che la oasi resina ha sempre saputo mantenere tra le minoranze linguistiche ai confini orientali d'Italia. In un periodo in cui le parlate ""alloglotte"" venivano bandite da qualsiasi uso pubblico, a Resia è stata possibile, come niente fosse, e per di più sotto il mantello dell'Opera Nazionale Dopolavoro, perfino la stampa di alcuni testi in Resiano""". Ciò vuol dire che i resinai erano riconosciuti tutti come italiani e non subirono torture e uccisioni. A volte la storia bisogna interpretarla per quello che è stata. Come vede a Resia si è continuato a parlare la lingua di famiglia.

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  19. Io non insinuo niente, è lei che insinua. la ex jugoslavia fu occupata dalla germania e seguita poi dagli italiani. Durante tale occupazione non risulta che gli abitanti furono obbligati a parlare un'altra lingua,questo lei insinua. Il fascismo voleva obbligare solo coloro che erano in italia a parlare l'italiano e questo riguardava alcune regioni, il trentino alto adige, il friuli venezia giulia, la val d'aosta,ecc. Certo che sapere che i Resiani poterono continuare a parlare la loro lingua e scriverla in quel periodo, fa molta invidia. Come quando diedi comunicazione che avremmo fatto intervenire la Russia per Resia. Devo riportare le sue parole? Il Ministero della Cultura russo ha fatto intervenire a Mosca ill gruppo folcloristico Resiano e non sloveno a seguito di accordi di questo I.T.V.R. Uno che non sa, che non conosce, e che vuol fare la storia e suo uso e consumo, ritengo non possa dare indicazioni di lettura. Io che invece leggo e non interpreto le posso consigliare www.tgcom24. mediaset.it. Foibe, la strage dimenticata, migliaia le vittime in Friuli Venezia Giulia, Istria e Dalmazia. Non volevo dimenticare : non furono i fascisti, furono i cosiddetti titini a fare le stragi. E' lei che non rispetta i Resiani, che sloveni non sono ed è lei che prima di pubblicare qualche cosa si deve accertare di quello che scrive. Lei si è dichiarato italiano, resiano, sloveno, a questo punto si è anche dichiarato di un popolo che nemmeno conosce,forse inventato, che ha subito l'olocausto, che fino a prova contraria risulta subito esclusivamente dal popolo ebreo.

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  20. Oltre, Foibe, la strage dimenticata, che gli sloveni voglio far dimenticare per non sentire, vedere e parlare, a Andrea consiglierei di leggere il libro di Antonio Russo, Planina Bala, che l'autore ha dovuto, fra mille difficoltà, ripercorrere dopo anni di silenzio, fra omertà e bocche cucite, e far emergere finalmente la verità e l'atroce tragedia.

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  23. Andrea è sparito, ha suonato la ritirata. Qualcuno (ordini superiori?) gli ha mostrato il cartellino rosso e gli ha ordinato di abbandonare il campo, così ha ritirato tutti i suoi interventi. Perché? Con i suoi commenti, molte volte, si rifugiava in calcio d’angolo, ma era il suo modo costante di mantenere il pallone in campo. Questa volta può essere un addio da questo blog, oppure semplicemente un arrivederci? Staremo a vedere in un prossimo futuro. Una squalifica di qualche tempo più o meno breve? Vedremo.

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  25. Non solo lo penso, ma sono convinto, e lo scrivo. Tutto questo movimento non fa che accrescere il convincimento che ci sia, almeno, un pizzico di verità

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