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giovedì 25 febbraio 2016

La Guerra Civile tra le Valli del Natisone e la val Resia

Dal libro:“HO INCONTRATO L’SS CHE MI AVEVA FUCILATO”

Articolo di Franco Tosoni

Trascrivo una parte del dialogo che si svolse tra Arrigo Forniti “Mosca” e l’SS che lo aveva fucilato, Sandro Meneghin. E’ la parte del racconto che il Meneghin descrive i momenti rilevanti di come fu preparato ed eseguito l’assalto agli stavoli Slaue di Oseacco in cui furono fucilati otto partigiani, fra questi si salvò “Mosca”, pur gravemente ferito.
Forniti - “In luglio ho fatto due settimane di campeggio a Cavallino di Jesolo e questo mese per un’altra settimana, ho fatto un bel giro sulle montagne del Friuli”.  Meneghin - “Ah, conosco bene i monti del Friuli e della Carnia. Quand’ero con i tedeschi, ne ho fatta della strada per quelle valli ed ho combattuto parecchio contro i partigiani slavi”.
Gli feci notare che in Friuli e Carnia i partigiani erano italiani e che per trovarne di slavi bisognava essere andati in Benecia e Slovenia.

Misi a posto questo dettaglio perché avevo capito ch’egli, nel suo modo grossolano di considerare le cose, dicendo di aver combattuto contro gli slavi, voleva farsi passare per un paladino della italianità.  Meneghin - “Tu, dove hai fatto il partigiano?”  Forniti – “In Collio” dissi prudentemente “con il Battaglione “Mazzini”, ed in Slovenia; e tu, dove sei stato di preciso?” Meneghin – “Rastrellavamo tutto il Friuli,specie in alta montagna, in Carnia, in Resia e Benecia”. Forniti.- “Ah! In Resia? Vengo giusto da là; sono andato per il Sart, per il Canin e la Baba Grande. Stagione meravigliosa, le malghe sono ancora aperte anche se i rifugi alpini, bruciati dai tedeschi al tempo di guerra, non sono stati ancora riattivati”.
……….Forniti - “Come esplicavate i vostri compiti? Eravate ben armati, equipaggiati e guidati?” Meneghin – La mia compagnia era sempre sotto; in febbraio a Caporetto, in marzo in Bainsizza e Valli del Natisone, in aprile in Carnia e Resia…”
Forniti – Lo stuzzicai con una asserzione tendenziosa: “A Resia dicono che fu un caso che vi scontraste con i partigiani e che avete portato via i vostri morti per non farli vedere”.
Meneghin – Non è vero; la storia cominciò con il fatto che un nostro informatore di Resia telefonò che una banda di partigiani, guidata da un resiano, andava per la valle rubando, minacciando e complottando. Noi allora eravamo presso la caserma di Moggio Udinese. Il nostro comando di compagnia ricevette l’ordine di approfondire  le informazioni  e fu così che furono mandati nella valle alcuni elementi scelti, in borghese, ma armati, con il solo compito di perlustrare e riferire. Accadde che uno di questi agenti venisse scoperto ed ucciso dalle parti di Stolvizza, in fondo alla valle. Aumentammo la sorveglianza ed ingaggiammo un paio di collaboratori resiani sia per seguire i movimenti della banda che per guidarci”.
Forniti – “Avanti” incalzai “dimmi come fu preparato l’azione; come si svolse; fu difficile trovarli o doveste faticare e girare parecchio?”
Meneghin – “No, fu preparato tutto molto bene. Alla sera, dopo il tramonto, il nostro informatore ci telefonò dicendo che la banda s’era spostata sopra ad Oseacco, in certi stavoli dove lui ci avrebbe guidato. Così, nella notte, partimmo a piedi da Resiutta con le due guide resiane. Eravamo tutti molto eccitati poiché le notizie erano molto precise. Andammo per i sentieri sulla riva sinistra del torrente Resia passando sopra Gniva ed Oseacco. Ad un tratto prendemmo la montagna per un sentiero molto ripido; ogni tanto le guide ci indicavano qualche baita o gruppo di baite che noi in silenzio circondavamo ed ispezionavamo, pronti ad entrare in azione”.

Da questo racconto di Arrigo Forniti “Mosca”, e avendo vissuto , in qualche modo, i momenti salienti di questi conflitti, trovo la forza di fare delle considerazioni, forse non condivise, ma che allora  buona parte della gente di Resia le pensava e non condivideva queste incursioni partigiane, perché  prive di significato, marginali e inutili nel territorio della Valle.
La Val Resia, per certi versi era e doveva rimanere tranquilla e serena nello svolgere quotidiano delle proprie mansioni lavorative, in questo caso affidate completamente nelle mani delle nostre mamme, delle nostre nonne e dei nostri nonni, perché gli uomini abili al lavoro erano tutti sotto le armi. Già era difficile mandare avanti la giornata quotidiana e occuparsi delle proprie funzioni lavorative facendo leva nella responsabilità di economizzare al massimo le proprie risorse economiche, ci mancava solo questa banda di partigiani, maggiormente riprovevole perché guidata da un resiano, che vagava per la valle a rubare, minacciare e complottare. Non si contenevano alle piccole cose: generi alimentari, burro, formaggio, farina, ma addirittura razziavano animali dalle stalle, mucche, vitelli; generi e animali che erano il principale sostentamento delle famiglie. So per certo di questi fatti perché mia nonna era terrorizzata, era lei a capo della famiglia, quindi spettava a lei sovraintendere al fabbisogno familiare, eravamo in sei in famiglia, mio padre era stato fatto prigioniero, di conseguenza bisognava limitarsi ed economizzare al massimo. Per un lungo periodo questo era l’andamento quotidiano, si era instaurata una tale tensione e paura che difficilmente era tollerabile. Forse per questo motivo che furono interessati i tedeschi e informati di questi fatti. A Resia non ci fu mai stato alcun distaccamento di truppe tedesche, il loro comando era presso la caserma di Moggio Udinese. Se erano stati informati, vuol dire che erano stati avvisati da persone resiane, come possiamo notare, dal racconto, la citazione di collaboratori e informatori resiani, in completo disaccordo di quanto si stava verificando nella nostra valle. Se questi partigiani non avessero imperversato nella valle e minacciato la popolazione, non si sarebbe mai verificata quella tragedia degli stavoli Slaue di Oseacco, come tanti altri fatti delittuosi, alcuni ancora oggi alla ricerca della verità.

3 commenti :

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    1. complimenti. ha quindi solo scritto fesserie prontamente cancellate

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  2. Gladio nasce nel 1956,quindi nel dopoguerra,nel 1991 Andreotti fece sapere che era esistita e che era servita durante la guerra fredda a contrastare un certo partito che avrebbe voluto far gravitare l'Italia nella cortina di ferro. Queste furono le asserzioni di Andreotti e altri esponenti politici assicurando che gladio era stata chiusa. Quali sono i Resiani che vogliono sapere sulla gladio di Resia? chi dice che a Resia c'era gladio? Fanno le grigliate estive in valle dopo lunghe permanenze in altro loco? se Andrea è a conoscenza che esiste gladio a Resia e che fanno grigliate,immagino con gagliardetti, bandierine,cappellini,fazzoletti, è pregato di farlo sapere visto la sua affermazione. Giusto che sa, li avrà visti che banchettavano e quindi può fornire i nomi dei preseti.O forse si tratta di gente di Resia che partecipa alle sagre che Andrea ritiene siano gladiatori e che sono persone che non la pensano come lui? gladio nacque dalla cia e dalla nato,quindi la richiesta va fatta a loro. tra l'altro penso proprio che a Resia gladio non sia mai esistita perché non c'erano reparti militari,ma forse è esistita ed esiste solo nella mente di chi pervicacemente pensa che Resia sia al centro del mondo sloveno,anche se non è certamente cosi. Il mistero non continua e quindi possiamo solo pensare che alcuni protagonisti si siano dati da fare per far diventare Resia slovena,ma certamente questi non erano gladiatori che tra l'altro, mi pare non abbiano mai partecipato a niente,forse solo alle grigliate descritte da Andrea

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