ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

sabato 19 novembre 2016

Ka romonïjo tu-w Reziji COSA PARLANO A RESIA

Ricevo e volentieri pubblico
Articolo a Firma di Franco Tosoni

Con enorme soddisfazione per gli organizzatori, visti i numerosi partecipanti, mercoledì 10 agosto a Stolvizza/Solbica si sono trattati temi storici, linguistici e culturali riguardanti la Val Resia. In particolare è stato affrontato il periodo dell’insediamento nelle nostre vallate dei longobardi prima, con l’animazione del gruppo di rievocazione storica «La fara» e degli slavi alpini poi, a cura del circolo culturale resiano «Rozajanski dum» e del «Museo della Gente della Val Resia». Leggendo però un commento all’iniziativa, pubblicato sul sito valresia-resije.blogspot.it e titolato: «Ora si inventano gli alpini slavi» mi corre l’obbligo morale di riportare alcune fonti letterarie, purtroppo solo in lingua italiana perché quelle in sloveno o tedesco per alcuni sarebbero troppo difficili da capire o ritenute di parte.
Nell’enciclopedia italiana «Treccani, la cultura italiana», alla voce «Slavi» è riportato quanto segue: «Nella regione alpina gli Slavi penetrarono in pochi decennî, tra il 590 e il 620; […] Attraversando la Carniola essi si incunearono anche nel Friuli e scesero in una partedella penisola istriana. […] Dalla sommersione si salvarono soltanto quegli Slavi che erano rimasti più lontani dalle fonti della colonizzazione tedesca, gli Sloveni. E poiché si ha ragione di ritenere che anche le terre più settentrionali fossero, a suo tempo, abitate da tribù molto affini ad essi, tutti questi Slavi alpini vengono generalmente considerati come appartenenti al gruppo sloveno». I resiani sono una popolazione appartenente al gruppo linguistico slavo. È accettato il VI-VII secolo anche per i resiani, quando si parla dello stanziamento di quelle popolazioni appartenenti al ramo meridionale degli slavi nell’arco alpino e prealpino orientale, che in seguito formeranno il popolo sloveno. Queste semplici nozioni storiche sono riconosciute a livello accademico. A taluni possono non piacere, ma per chi si occupa in modo serio di cultura resiana, non conoscere la storia degli slavi e della loro protopatria, non comprendere che i popoli slavi sono tradizionalmente divisi lungo linee linguistiche (soprattutto nei loro dialetti), non distinguere gli slavi occidentali e orientali da quelli meridionali, non sapere che una componente di questi ultimi si insediò nelle Alpi e Prealpi orientali prendendo il nome di slavi alpini e non voler capire che i resiani, come il resto degli sloveni, derivano proprio da questi antenati comuni, denota un’ignoranza tale in materia che fa dubitare della competenza e della serietà di certe persone, di certi scritti e di certi siti internet. Altro che risate, alcuni dovrebbero tornare a scuola. Infine, fare del sarcasmo tra gli slavi alpini e il «Corpo degli Alpini» denota cattivo gusto e non rispetto per quei soldati che diedero la vita per le libertà di cui oggi in Italia per fortuna godiamo, diritto di espressione e critica compresi. (Sandro Quaglia)



Ka romonïjo tu-w Solbiza

COSA PARLANO A STOLVIZZA

Sarebbe stato meglio scrivere: Cosa parlano a Stolvizza/Solbiza, per i resiani/sloveni Stolvizza/Solbica,perché ormai Resia/Resija, più specificamente Resia/Rezija, sempre per i resiani/sloveni, ha un complemento aggiunto dove si pratica una cultura resiana altamente qualificata. E’ tutto vero, motivo? Il 10 agosto u.s. a Stolvizza/Solbica, per i resiani/sloveni, sono stati trattati temi elevati, per meglio dire sopraelevati, come argomenti, storici, linguistici e culturali riguardanti la Val Resia, ma a senso unico. Ebbene, è proprio in quel luogo che ormai la cultura resiana si è insabbiata, pardon, insediata, con il consenso, anzi con il non consenso di tutti i resiani. È da questa frazione del comune di Resia, la più elevata, per la sua altitudine sul livello del mare, la più lontana dalla centralità della valle, circolo del sapere resiano, che si pontifica e si sentenzia come portatrice della cultura resiana, non solo la loro, ma anche la nostra.
Quì si ritorna a trattare la questione degli slavi alpini ai numerosi partecipanti, ma chi erano questi numerosi partecipanti, forse quelli dei consistenti pullman sloveni in gita di piacere, magari per fare una passeggiata lungo il sentiero “Ta Lipa Pot” per poi applaudire i discorsi, a senso unico?
L’articolo è illuminante di una visione celestiale della loro cultura, che ha trovato spazio e comprensione in quel giornaletto, dove ormai puoi scrivere di tutto a patto che si scriva cose compiacenti alla linea slovenista, perché da altre parti avrebbe forse trovato spazio solamente in qualche cestino di carta straccia. In questo articolo viene citato un commento pubblicato sul blog “valresia-resije.blogspot.it”, dal titolo,
Ora si inventano gli alpini slavi”. Il Quaglia, a proposito di questo commento, scrive: “mi corre l’obbligo morale di riportare alcune fonti letterarie, purtroppo solo in lingua italiana perché quelle in sloveno o tedesco per alcuni sarebbero troppo difficili da capire o ritenute di parte.” Questo personaggio, che ormai non si smentisce più, già noto per aver ripreso il propri genitori a proposito del “duale”, ora pensa, o per meglio dire, crede, di essere e di avere un sapere superiore perché “per alcuni sarebbero troppo difficili”, ma per alcuni chi? Sarebbe doveroso specificare chi! E questo, per chi si occupa in modo serio di cultura resiana, a senso unico, sarebbe un modo affidabile e coscienzioso fornire tali giudizi e sentenziare in maniera così negativa quella parte di resiani che hanno tutto un concetto diverso di vedere e valutare in usanza resiana? O di vedere, anche se il sole sorge a est, che il suo aspetto sia più luminoso al mattino e meno appariscente e lucente al tramonto serale?
Per concludere questo mio scritto vorrei ritornare, visto che Sandro Quaglia a fondo del suo articolo ritorna sulla storia degli slavi e della loro protopatria, riprendendo il commento, “Ora si inventano gli alpini slavi”, come ..“non comprendere che i popoli slavi sono tradizionalmente divisi lungo linee linguistiche”.. “e non capire che i resiani, come il resto degli sloveni, derivano proprio da questi antenati comuni, denota un’ignoranza tale in materia che fa dubitare della competenza e della serietà di certe persone, di certi scritti e di certi siti internet.” Quali? Fuori i nomi delle persone, degli scritti e dei siti internet. E’ troppo facile sparare nel mucchio, abbi il coraggio di citare i nomi di quelle persone, quegli scritti e quei siti internet, perché non è da persona corretta offendere così a buon mercato. Per quanto riguarda la mia persona, Sandro Quaglia, io da te esigo delle scuse, perché io mi sento offeso in quanto mi ritrovo fra quelle persone, fra quegli scritti e fra quei siti internet che denotano ignoranza in materia. Io non so quali siano i tuoi titoli di conoscenza e di studio, io conosco i miei, e non credo che siano inferiori o superiori, in quanto non mi pongo mai l’esigenza di essere superiore ad alcuno, pertanto quella parte di ignoranza la rispedisco, volentieri, al mittente.
Franco Tosoni

39 commenti :

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    1. Bravo Andrea,concordo con te,ma tutti ormai sanno che i resiani parlano uno dei tanti dialetti dello sloveno (lingua della grande famiglia delle lingue slave)

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    2. Andrea, o Pinco Pallino qualsiasi, è difficile interloquire con una persona che si nasconde dietro un nome fittizio, un falso privo di reale consistenza, che vuol darsi solo un'ombra della sua reale consistenza, un disco rotto che ad ogni intervento continua a ripetere le stesse cose pur di apparire, pur di essere un bastian contrario di turno. Non mi interessa sapere chi sei o chi non sei, personalmente penso che sei poco costruttivo e molto distruttivo con le tue affermazioni. Ormai sei nella paranoia della tua, che sarebbe poi la nostra, italianità, corrispondente alla nostra reale resianità.

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    3. Olgica, ormai dovresti saperlo, la lingua slovena non è altro che un assemblaggio di molteplici dialetti sloveni che non trova riscontro nella lingua resiana, che tu ti ostini a chiamare dialetto. Ti capisco che in te prevale quella tua metà originaria che ha indubbia prevalenza sull'altra metà, anche in conflitto fra loro, ma lascia stare Andrea, persona poco affidabile se non altro per quello, per ogni suo intervento, si inventa, pur di scrivere qualcosa in contrapposizione al credo resiano di cui io faccio parte. La mia stima non viene meno, ma non posso tacere da resiano contro quelle persone che vogliono sembrare tali.

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    4. Da molti anni seguo questo blog e penso aver fatto pochissimi interventi . Eccone uno ;
      - se qualcuno , per codardia o paura non vuole dare le sue generalità non é un crimine .
      -solo i fatti e gli argomenti a sostegno delle proprie affermazioni contano
      - se i signori Sandro Quaglia e " Andrea " sono slovenisti e tutti gli altri italianisti ; ch'io sappia sono tutti Italiani e Resiani .
      - l'italianizzazione del Resiano mi sembra " logica " anche se va combattuta . Dove vanno i Resiani a cercarsi il lavoro ? A Bovec ? E a fare la spesa , a Tolmin ? E quando hanno mal di denti vanno a Tolmezzo o a Kobarid ? Ma ( se cio' puo'alleggerire le nostre pene ) vista la quantità di inglesismi o anglicismi , che siano , che invadono l'italiano forse in un lontano futuro anche questo non assomiglierà più a quello che ho imparato a scuola.
      -dare , per SOLO argomento ,le similitudini tra il Resiano e lo Sloveno per pretendere che siamo TUTTI Sloveni é da stupidi perché nega tutte le altre cose che ci differenziano ( la Storia , le guerre , la musica , i balli , le tradizioni , la geografia e altre cose ) . In parole povere LA CULTURA RESIANA .
      PS : ho un paio di amici Spagnoli ai quali ho fatto giurare (per precauzione ) di non prendermi a legnate prima di rivelare loro che erano ITALIANI perché le nostre lingue si assomigliano .
      Per concludere , vorrei raccontare un fatto al quale ho assistito con i miei occhi e le mie orecchie qualche mese fà ;
      -facevo coda da Renzo Pugnetti (al panificio ) quando é entrato il signor Sandro Quaglia(grande difensore dello Sloveno e accessoriamente del Resiano , almeno penso )accompagnato da un'anziana signora di San Giorgio con la quale discorreva in Italiano , poi ha fatto le sue spese in Italiano . Dopodiché ha chiaccherato con altre tre persone , sempre in Italiano e se ne é andato salutando in ...bravi !
      Tutte le persone con cui ha parlato sono del luogo e tutte parlano il Resiano . Io ho trovato la cosa strana , e voi ?

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    6. Mah,chissa ? Forse quando il sigor Andrea si sarà recato in comune a richiedere la carta d'identità bilingue ITALIANO-SLOVENO.
      Comunque, il mio intervento si chiude qui e ritorno a essere un semplice frequentatore interessato .

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  3. Grazie Paolo Gionco della tua testimonianza, emblematica, indicativa e significativa. L’episodio in cui sei stato testimone nel panificio di Renzo Pugnetti non è un caso occasionale o marginale, ma calcolato. Sandro Quaglia non è il solito resiano che si comporta in questo modo, c’è ne sono tanti, parlano bene e razzolano male. Evidentemente il caso del Quaglia si può desumere che forse è stato dettato dal fatto che il resiano parlato a Stolvizza non è identico a quello parlato a San Giorgio. La signora con cui si è accompagnato ed ha conversato in italiano, chiaramente non conosce il duale, di conseguenza se le avesse parlato nel resiano/stolvizzano/sloveno, probabilmente non lo avrebbe compreso e capito. Andrea, ma il tuo amico Sandro conosce il resiano, perché non lo parla? Tu che inviti tutte le persone che intervengono su questo blog a scrivere in resiano invita anche questi tuoi amici, o pseudo tali, a comportarsi di conseguenza. Per quanto riguarda il “SAPERE”, ti rispondo come ho risposto a Sandro Quaglia: “Io non so quali siano i tuoi titoli di conoscenza e di studio, io conosco i miei, e non credo che siano inferiori o superiori, in quanto non mi pongo mai l’esigenza di essere superiore ad alcuno, pertanto quella parte del tuo SAPERE la rispedisco, volentieri, al mittente. Vorrei invitare, infine, Paolo Gionco a ripensarci, sappi che qui troverai sempre e comunque una porta aperta, dove potrai scrivere le tue affermazioni e le tue impressioni, e sarai sempre ben accetto. Andrea ha già la carta d’identità bilingue, Italiano-Sloveno.

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  5. Assisto, a dir poco, a delle manifestazioni di crisi dell'esistenza, vuoi vedere che Andrea soffre di qualche sindrome, oltre a quella legata ai dialetti sloveni e alla lingua dialettale slovena, anche della sindrome resiana? Sei patetico, triste e lamentoso, nei tuoi interventi non trovo niente che può provare sentimento o attaccamento alle proprie origini, che non sono certamente resiane, ma con la carta d'identità bilingue, Italiano-Sloveno.

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  7. Leggo che i Resiani sono italianizzati perché chi scrive ciò presumo sia apolide, non è italiano e non è sloveno. si decida. Il Resiano è la lingua madre di tutte le lingue slave. Lo sloveno è un dialetto della lingua Resiana. Da qui non si scappa. Quando giunsero in Carniola non si chiamavano sloveni, ma barbari. La stessa cosa per i Resiani. Gli attuali nomi di sloveni e Resiani furono dati molto dopo. I cosiddetti sloveni modificarono la loro lingua,per intendersi,con i carniolini e poi per togliersi la parlata serbo-croata che ripresero dal 1945 con l'esimio Tito fino al 1990. Quindi cambiarono la lingua più volte, possiamo dire che la lingua slovena è stata costruita a tavolino. I Resiani parlano la lingua dalla notte dei tempi e quindi nessuna attinenza allo sloveno, anche se loro hanno copiato qualche parola. I barbari erano situati in un raggio di oltre 1500 chilometri ed erano formati da tribù molto distanti tra loro e nessuno aveva egemonia sulle altre. Ognuno per suo conto, pur parlando tra loro un linguaggio simile. La purezza slava se la possono mettere dove vogliono. Chi se ne frega degli sloveni,solo pochissimi resiani. Siamo stanchi e stufi di sentire la frottola che il Resiano è un dialetto sloveno e che si è italianaizzato. I pochi resiani-sloveni invece, provano a slovenizzarlo. Grazie a Paolo Gionco che ci ha raccontato dell'esimio linguista e st urico nonché maestro di ballo sloveno-resiano che con i Resiani parla in italiano perché non sapendolo scrivere non sanno del duale. Vedo che la storia viene raccontata secondo la propria necessità, come dire falsamente che i Resian i non hanno cambiato linguaggio perché erano in una vallata chiusa. Nessuno e più dei Resiani ha girato il mondo, da sempre, ma guarda caso con scarsissimo presenza nell'attuale slovenia. Leggo che le persone che hanno abbandonato il Resiano hanno adottato la lingua italiana e non lo sloveno. Persone sicuramente intelligenti che on si sono fatte incantare dalle sirene slovene. Lo chiamano etnocidio linguistico e culturale, vero, messo in atto dalla slovenia volendo far propria la lingua Resiana, i costumi, la danza, il ballo, tutto ciò che non è loro. Quando si pretende una cosa a volte si ha l'esatto contrario. Il suo sodale parla di slavi alpini che fondarono i Resiani, ignorando che all'epoca non esistevano gli sloveni, ma semplicemente barbari, quindi la sua rievocazione storica si può definire buffonata? tra l'altro ho notato che i costumi indossati erano medioevali. Complimenti. Sicuramente avrà la carta di identità bilingue italiano-sloveno che per sua sfortuna non potrà mostrare con orgoglio non essendovi più i confini.

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  8. La verità fa male. Solo un illetterato può dire che i barbari partiti dai Carpazi si chiamavano già sloveni. Noto molta ignoranza, anche storica. Parole trite e ritrite che non significano niente. Vuoto assoluto. Leggere libri i cui autori sono più intelligenti, fa meglio alla salute.

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  9. Io mi chiedo se Andrea, o pseudo tale, conosce la lingua slovena o la lingua resiana. Penso, invece, se scrive in italiano, vuol dire che conosce la lingua italiana, se è sloveno, viceversa, dovrebbe conoscere la lingua slovena, se poi è resiano conosce la lingua resiana. Dovrebbe essere così, altrimenti come si spiegherebbe tanta sapienza e tanta conoscenza? Se risiedi a Resia, una volta che arrivi a Resiutta devi per forza parlare l’italiano, se invece vai a Bovec (Slovenia) li deve saper parlare lo sloveno perché il resiano lo capiscono solo a Resia, o no? Da Resiutta in poi nessuno, tranne qualche resiano, sa parlare la lingua resiana e ti capisce. A Lubiana, e in tutta la valle dell’Isonzo, località più vicina alla Val Resia, a parte qualche parola, che poi sono comuni in tutti i Paesi slavi, non puoi intavolare un discorso in resiano perché non lo parlano e non lo capiscono. Lo stesso discorso ha valore per un resiano con la lingua slovena. In conclusione, due lingue slave incompatibili fra loro. Problema, si. Siamo vicini per contiguità , ma considerevolmente lontani per molte e altre diversità.
    Noi siamo diversi. Siamo diversi perché siamo diversi. Non è un paradosso, ma una constatazione. Siamo diversi nella lingua, siamo diversi perché unici nella danza, siamo diversi perché non abbiamo di uguali nella musica, siamo diversi perché non ci sono riscontri nel nostro DNA, siamo diversi perché diversi anche negli usi e costumi, perché altrimenti ci copiano?. La diversità si distingue, inoltre anche negli atteggiamenti, per comportamento e modo di fare. Perché tutta questa elencazione delle nostre diversità? Perché siamo, a detta, unici in tante diversità. Ci vogliono paragonare, ci vogliono accostare, ci vogliono far derivare, senza nessuna valida configurazione plausibile con altre diversità. Ci vogliono snaturare per configurare una realtà non veritiera, falsa e forzata, nella logica e nella conformità. Quando un popolo, il popolo di Resia, pur con la sua piccola entità numerica, ma grande nel suo aspetto culturale, si vuole accostare, derivare e calpestare, vuol dire che sei superiore perché hai qualcosa, molte diversità, che altri non hanno. Il presente ed il futuro che preoccupa, motivo, è che molto probabilmente i resiani/sloveni, pensano e dicono: Ta naša Resija, che poi è anche la nostra.

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    1. Bello scritto Franco Tosoni, purtroppo qualcuno non è in grado di capire perchè riesce a interpretare, male, solo gli scritti e le idee degli altri non avendo idee proprie. Ta nasa Resija e non certo la loro.

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  10. Tu smentisci le mie affermazioni per il semplice fatto di quello che io ho scritto, cioè che la lingua resiana la parlano e la capiscono solo a Resia. Tu non devi smentire proprio un bel niente, perché è la pura verità. Tu smentisci perché non hai altre argomentazioni da confutare, quindi la tua presa di posizione consiste nel chiaro e modesto parere che da quello che dici e affermi, quella verità che tu professi, non esiste. Stai solo cercando di salvarti il c..o perché non sai più dove attaccarti se non al t..m. Da Tarvisio a Trieste, quella fascia di confine chiamata “Slavia Friulana”, adesso, prima “Slavia Veneta”, che buona parte parla una dialetto o lingua slava, quindi non tutti parlano un dialetto sloveno o lingua slovena, nell’arco della mia vita io ho convissuto con persone, perché erano colleghi di lavoro, di Tarvisio, delle Valli del Natisone, di Gorizia e di Trieste, dunque compresa tutta la Slavia, questo vuol dire che conosco benissimo la questione della lingua resiana a confronto con le parlate del lembo friulano e quelle delle confinarie slovene. Quante volte ho cercato di dialogare con queste persone, ma mi è sempre stato detto, mi sono sentito rispondere: Guarda che io e te, pur se siamo alla ricerca, con nostra buona volontà, di superare queste difficoltà, non riusciamo e non riusciremo mai ad instaurare un discorso serio, perciò lasciamo perdere le nostre parlare di origine e continuiamo il nostro discorso in italiano, lingua che capiamo e parliamo correttamente. Perciò vedi di non prendere più la gente per i fondelli e di comportarti da persona adulta e non da ragazzino animato da onnipotenza, cioè di avere un potere grandissimo, con atteggiamento del pensiero con la convinzione che ciò che tu pensi sia immediatamente realizzabile.
    A mia volta smentisco i tuoi piagnistei perché io conosco un’altra realta che certamente non è la tua, così artefatta e leziosa.
    Tu scrivi: “Non capite che un beneciano o un altro sloveno del litorale quando sente per radio la trasmissione in resiano, capirà quasi tutto, nonostante voi pensiate di essere speciali a tal punto da immedesimarvi in un monolite di pietra che sta immobile nella sua valle, mentre il mondo ha certamente altre Resie, e in piccola misura sono anche nella nostra regione, almeno dal punto di vista linguistico.”
    Capirà quasi tutto. Cosa capirà un beneciano e cosa capirà un altro sloveno? Se è beneciano non è sloveno. C’è lo spieghi cosa capirà? Niente, qualche parola, perché certamente non ci sono altre Resie, Resia è una sola, come la sua lingua. Con quello che hai scritto hai sfiorato una realtà che non esiste, se non nella tua immaginazione o nella tua percezione. Renditi conto che l’immaginazione e la percezione sono diverse dalla realtà, che molto probabilmente tu non percepisci. Testardamente vuoi far credere a noi forse ciò che neanche tu credi, perché è impossibile.
    Se poi tu vuoi prendere per i fondelli la gente, questo è un altro paio di maniche, quindi non puoi aspettarti che nei tuoi riguardi gli altri non si comportino se non di conseguenza.
    In seguito, vedi di aggiornare il tuo “zbugam” perché quando nel lasciare Resia alle spalle, nella località Salve Regina, Tasa lipizio, scritto non da me, perché io avrei scritto Sbugan, sulla tabella è scritto Sbuhan, quindi aggiornati, se sei resiano.

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  12. I tuoi punti di vista. Hai mai chiesto ad un beneciano, visto che sei così sicuro, se si sente o se è uno sloveno? In questo caso tu neghi che la Benecia si trova in Italia perché, se i beneciani sono sloveni, sempre secondo il tuoi punti di vista, il loro territorio dovrebbe trovarsi in Slovenia, o sbaglio? La s non è una imposizione dell’italianizzazione, ma una libera scelta resiana, piaccia o meno a quelli che voglio imporre la z. Riguardo quello che tu consideri una opinione, è una tua considerazione, sarà sempre tua perché la mia semplice opinione, secondo i fatti che ho raccontato, è da considerare una normale constatazione della verità, vissuta in prima persona. Se al bastian contrario non va bene cambiala come vuoi, a tuo desiderio e gradimento. Sbugan.

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  14. Tu scrivi: “La s incriminata”, poi “la s impura”, “quindi se vi discostate dalla z slava vi discostate da un sistema unificato da tutte le lingue slave, da cui voi volete allontanarvi forse sminuendo l'appartenenza al mondo slavo europeo!” Adesso, lasciando da parte le consonanti s e z, io mi voglio concentrare sulla particella pronominale vi, forma del pronome personale diretto ed indiretto che indica la seconda persona plurale – e voi, seconda persona plurale, con questo vi e voi io sottolineo apertamente che Andrea palesa, in modo lineare, di non essere un resiano perché un resiano non avrebbe mai usato il voi ma il noi, questo vuol dire, esplicitamente, che della questione resiana lui se ne frega altamente mentre invece, sempre a lui, interessano, innanzitutto, l’uso della z al posto della s in funzione della uniformità della scrittura slava per cui, senza di quella, ci si allontanerebbe e si sminuirebbe la nostra appartenenza al mondo slavo europeo. Questo dramma è quello che Andrea prevede nel futuro resiano, per quale aspirazione e per quale proposito? Vuol dettare a noi, con il voi, le regole fondamentali, di come e per come, ci dobbiamo comportare con la nostra, non vostra, scrittura, quindi, ancora una volta dico: Andrea tu non sei una persona resiana, e lo sottolineo senza il timore di essere sconfessato. Per il resto del tuo discorso non mi interessa come si sentono gli altri, a me, a noi, è importante come mi sento e come ci sentiamo, resiani, solamente resiani, senza altro accostamento, avvicinamento e approssimazione.

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    2. Finalmente riconosce che in Val Resia non c'é alcun Sloveno !
      Meglio tardi che mai ...

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    3. La tua risposta è tutta qui? Andrea tu mi ricordi un nome, o uno pseudonimo, mai dimenticato, Josipovic. Stesso modo di scrive, stesso frasario, gli stessi concetti, la stessa musica, vuol dire che hai cambiato nome ma sei rimasto lo stesso.

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  15. Andrea, non arrampicarti sugli specchi perché non arriverai mai da nessuna parte, e non tirare in ballo delle cose e delle questioni che non hanno senso. Non credo che ci sono personaggi antisloveni, quello che interessa è che ognuno rimanga nel proprio ambito, ma dubito che questo potrebbe avvenire nella correttezza e nella norma del buon senso e del rispetto. Noi non abbiamo mai preteso di intromettersi nelle questioni slovene, cose che invece loro lo fanno sistematicamente nei riguardi della nostra cultura, la cultura resiana. Noi resiani non abbiamo mai pensato, anche perché non c’è niente di interessante, di contraffare i loro balli e le loro musiche, anche se di loro non hanno niente perché quello che hanno lo hanno ottenuto solamente copiando: in Friuli, in Carinzia e, soprattutto, a Resia. Non credo minimamente che Canin ed il ricordato Rencic siano delle persone antislovene per il solo fatto che non la pensano con la tua stessa mentalità. Piuttosto, e te lo voglio ricordare ancora una volta, occupati di altre cose, ma che non siano questioni resiane perché tu non sei resiano, sei solo un perditempo che vuol rompere le scatole al prossimo. Vero Andrea, Josipovic e, l’altra volta mi ero dimenticato, Renci? Stesso profilo, stesso linguaggio, stesso vocabolario. Sbugan

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  17. La mia identità è palese, evidente, la tua è occulta, ignota, ora sei Andrea, ieri eri Josipovic, Renci, e vuoi pontificare, tracciare, menzionare, non sei nessuno, perciò tutto quello che scrivi è vuoto, privo di essenza, senza profumo, senza un fondamento. Anche se col binocolo, noi ci vediamo bene, tu col prosciutto sugli occhi, vedi poco o niente. Per circa millequattrocento anni siamo riusciti a conservare intatta la nostra lingua, tramandata oralmente, adesso la sua unica via di salvezza, tu dici, immagino, per sentito dire, e tu lo ripeti, non per convinzione ma per spinta contraddittoria, perché questa lingua è in pericolo di estinzione, e potrebbe, dico potrebbe, essere una scuola d’insegnamento bilingue. Questo tu lo scrivi, ma ti dobbiamo prendere proprio sul serio o giusto quel tanto per ridere? Il mio linguaggio è mio personale e non mi voglio paragonare a Canin, Rencic e Turan, per rispetto delle loro persone e del loro personale linguaggio, se lo condivido è perché, evidentemente, la vediamo allo stesso modo o siamo assai vicini per intenderci. Poi, non sconfinare per rivendicare territori sanciti, stabiliti e ormai definiti. Infine, lascia stare la lingua resiana così com’è, una realtà linguistica che non ha niente a che vedere con altre situazioni identitarie, linguistiche e culturali. Resia è unica, la sua cultura è unica, e non si confonde con altre realtà.

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  18. Per problemi al computer non potevo scrivere ma riuscivo a leggere numerose fesserie dette da una sola persona. l'insegnante della s, maestro fecondo che vorrebbe che il Resiano fosse scritto come vuole lui o la sua amata Zlovenia. Il professore dimentica che nel 1820 avvenne l'unificazione linguistica degli sloveni sulla base dei dialetti della Carniola centrale,quindi lingua fatta a tavolino che lui vorrebbe pura come l'acqua del pantano. Siccome legge e usa parole di altri,legga anche quelli che non gli sono favorevoli. Anzi, legga anche una famosa lettera del vescovo che dice cosa facevano gli zloveni per riuscire a uniformarsi ai carniolini. ISiccome lei scrive il Resiano secondo i dettami della sua zlovenia, anche io sono a scrivere come mi pare e quindi la z ci sta proprio bene. Il sistema di lingue zlave unificate fa acqua da tutte le parti a dire del maestro perché gli zloveni nel 1820 rinunciarono al cirillico perché si unificarono con i carniolini e per tale motivo dal 1944 al 1999 la costituzione affermava che in zlovenia doveva essere parlato il croato con scrittura latina. Uno zloveno come si permette di dire a un Resiano di usare questa o quella lettera. se il professore non lo ha capito, potrà capirlo meglio quando io inizierò a storpiargli le parole, come ho iniziato a fare. Lei continua a nominarmi, cosa che io non ho fatto, quindi farebbe bene a continuare a parlare con il plurale maiestatis che le riesce meglio. I consigli li dia ai suoi parenti e/o accoliti, il suo è un livello sintattico (lei però non sa cosa vuol dire) da asilo infantile e le figure sue sono ridicole, potrei citarle tutte. Se io do aria ai denti lei da aria al deretano che emette aria mefitica che ammorba l'aria di Resia. Salvate il vostro zloveno andando a scuola di italiano. Quindi secondo il professore i Resiani emigrati all'estero sono dei poveri cretini rimasti alla guerra fredda mentre il maestro è già avanti alla guerra calda. A proposito di identità culturali è bene far sapere al popolo che gli zloveni non si accontentano di suonare e cantare il Resiano in modo orripilante, ma si travestono da Resiani indossando i loro costumi. Questa sarebbe la cultura zlovena?

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    2. Andrea, rifletti, avrebbe senso se io ti chiedessi di identificarti e rilevare la tua identità, ma fra due anonimi, chi dovrebbe fare il primo passo? Uno che chiede all'altro di rilevare la propria identità, mi sembra un contro senso. Una volta identificato, l'altro farebbe lo stesso? Furbo il primo, "mona" il secondo, non credo proprio.

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  19. Il resiano é una lingua proto-slava e nella Valle si stanziarono tribú slave,cosí come altre tribú slave ai stanziarono in molte vallate slovene,ma da un esame del DNA e degli aplogruppi tra resiani e odierni sloveni non c'é nessuna ascendenza comune!I Resiani non sono sloveni,ma semplicemente una popolazione slava dalle origini ancora sconosciute.

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