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venerdì 27 gennaio 2017

RESIA «La valle patrimonio dell’Unesco»

Il Comune chiede il sostegno della Regione. «Per danza e musica»


La Val Resia può diventare patrimonio Unesco grazie a danza e musica. 
Il Comune lavora per la candidatura, ma è necessario il sostegno della Regione. Danza e musica, appunto, possono aprire alla Val di Resia le porte dell’esclusivo club del patrimonio Unesco.
Restituendo, contestualmente, ossigeno al turismo e all’economia del territorio. Lo sostiene il consigliere regionale di Autonomia Responsabile Roberto Revelant, che sollecita, con un’interrogazione a risposta scritta, la Regione ad appoggiare il Comune, impegnato nella presentazione della propria candidatura all’Unesco.

Revelant ricorda l’unicità del patrimonio culturale locale, e rileva che «in questa fase di estrema delicatezza, ottenere un riconoscimento di questa portata regalerebbe alla Val di Resia un palcoscenico internazionale. 

Evidenti i vantaggi per il turismo e per l’economia: l’arrivo di visitatori consentirebbe di valorizzare il potenziale inespresso di questa zona, e garantirebbe preziose opportunità a chi fa impresa e combatte quotidianamente la crisi». Spiega Revelant: «L’Unesco si pone l’obiettivo di incoraggiare l'identificazione, la protezione e la salvaguardia del patrimonio culturale e naturale, che deve possedere un eccezionale valore universale, che trascenda i confini nazionali e consegni alle generazioni future qualcosa di unico e irripetibile. La musica resiana, grazie a strumenti quali la zytira e la bunkula, è unica nel suo genere, e sta attraversando una fase rinascimentale grazie a Stefano Morandini (antropologo) e Roberto Frisano (etnomusicologo). 
Il consigliere di Ar ricorda che «la candidatura Musica danza della Val Resia è già presente nella lista propositiva World Heritage List dal 2014, e spetta al Ministero indicare la nomination annuale, per poi presentarla al Comitato per il Patrimonio mondiale. Solo un intervento concreto della Regione può sbloccare l’impasse.
La giunta Serracchiani lavori, assieme al Comune, per centrare un obiettivo che potrebbe rivelarsi straordinariamente importante per i residenti. Per arginare l’emorragia della nostra montagna, servono azioni mirate, capaci di dare visibilità e prestigio al territorio».

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