ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

martedì 21 febbraio 2017

Regione Friuli V.G.: «Una proposta di legge per valorizzare il Resiano»

 "Creare un Istituto per la Promozione del resiano e delle varianti linguistiche delle Valli del Natisone, del Torre e della Val Canale per salvaguardare il patrimonio linguistico, culturale e storico di Coloro Che, non riconoscendosi Nella Comunità autoctona di minoranza slovena, rivendicano venire propria l 'identità trasmessa nei secoli Attraverso le Espressioni linguistiche resiane, natisoniane, della Valle del Torre e della Val Canale ".



E 'il Contenuto della Proposta di legge "Modifiche della legge regionale 16 novembre 2007, n. 26 - Norme Regionali per la tutela della minoranza linguistica slovena" Presentata Dai Consiglieri Regionali di Forza Italia Roberto Novelli (primo firmatario), Riccardo Riccardi, Rodolfo Ziberna , Elio De Anna, Bruno Marini e Mara Piccin.

Il testo e Stato Presentato Nel Corso Di Una Conferenza Stampa da Novelli, assieme al sindaco di Resia Sergio cinese e al vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Pulfero Mirko Clavora.

"Gli Idiomi linguistici resiani, natisoniani e delle Valli del Torre e Canale - ha affermato Novelli - Sono Unici e non Vanno confusi con la lingua nazionale slovena Che, se non si interviene con apposite leggi di tutela, rischia di gran lunga dimenticare QUESTE Antiche Parlate schiavo Che Sono parte integrante dell'identità storico-culturale delle genti di QUESTI Territori da MOLTI SECOLI. da qui la Necessità di Creare un Istituto per la Promozione del resiano e delle varianti linguistiche delle Valli del Natisone, del Torre e della Val Canale, dotato di Autonomia Amministrativa, Finanziaria e contabile e volto a coordinare le Iniziative della Regione e delle Altre Amministrazioni Pubbliche della Provincia di Udine in materia ".

"Tra i vari compiti dell'Istituto figurano la Realizzazione di Indagini conoscitive Sulle Condizioni linguistiche dei Territori autoctoni, la cura di Pubblicazioni intese a sviluppare ea diffondere la Conoscenza della minoranza linguistica storica, la promozione di corsi di Formazione e aggiornamento con Particolare rilievo all ' Ambito scolastico, l'allestimento e l'Organizzazione di Manifestazioni folkloristiche e culturali Rappresentanti la Loro identità ".

"Credo Che un'apertura in this senso da parte della politica regionale - ha Concluso Novelli - servirebbe una sfida Dignità e riconoscimento a un pezzo unico della storia di QUESTE terre, senza nulla TOGLIERE un chi si ritiene di appartenere alla minoranza slovena e alle leggi Che la tutelano ".

Tratto dal sito della Regione Friuli V.G. del 20 febbraio 2017

50 commenti :

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  2. Quello che chiedono o chiederebbero le comunità, della Val Resia, delle Valli del Natisone, della Val del Torre e della Val Canale, cioè quello di promuovere un Istituto per la promozione della propria lingua e per salvaguardare il proprio patrimonio linguistico, culturale e storico che, non riconoscendosi nella comunità autoctona di minoranza slovena, rivendicano come propria l'identità trasmessa nei secoli attraverso le loro espressioni linguistiche, credo per principio dottrinale, che non violerebbero alcun diritto, ma darebbe solamente un senso tangibile alla propria identità, legittima e sacrosanta, senza togliere o sminuire altre realtà slave o slovene.
    Andrea, nei suoi sintomi osteggiativi e di contrasto ostile per questa iniziativa dichiara: “Faremo il possibile per non permettere questo etnocidio tragicomico”. Faremo, penso noi, noi chi? Quali sono le tue, le vostre forze per contrastare questa giusta e onesta proposta? Forze occulte?
    Cita poi “etnocidio tragicomico”.
    Rammento due definizioni di etnocidio:
    1 – Si intende la distruzione, attraverso l'imposizione forzata, di tutte quelle pratiche, costumi, schemi mentali propri della cultura di un'etnia;
    2 - Forma di acculturazione forzata, imposta da una società dominante a una più debole, la quale in tal modo vede rapidamente crollare i valori sociali e morali tipici della propria cultura e perde, alla fine, la propria identità e unità.
    Leggendo e analizzando queste due definizioni non penso che ci sia niente di tragicomico nel chiedere di salvaguardare la propria identità linguistica, culturale e storica. Sarebbe molto più devastante se questo etnocidio venisse imposto da un’altra società dominante a una più debole, che alla fine perderebbe la propria identità e unità, quindi non vedo come queste comunità, alla fine, dovrebbero vergognarsi. Non aggiungo altro a chi, in questo momento, ha la mente offuscata da pregiudizi e preclusioni.

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    2. Qui siamo fuori tema, la guerra è finita da un pezzo, così come la storia delle foibe, che sono state molto ma molto più cruente con azioni efferate di estrema brutalità e inciviltà. Detto questo, perché quando si affronta il tema delle varianti linguistiche, soprattutto quello della lingua resiana, sembra di rimescolare un nido di serpenti? Che interessi ci sono se il resiano vuole e pretende di avere come lingua una sua autonomia linguistica e non essere assimilato come un derivato dalla lingua dialettale slovena, giovanissima lingua di un miscuglio di dialetti di derivazione multietnica di cui il resiano, neanche lontanamente, ne fa parte e che, neppure confusamente non vuole essere minimamente scambiato e inquinato.

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    4. Il Padre Eterno ha risposto, lui sa tutto, più di tutti, un immenso sapere che alla fine si confonde. Se parli di lingua risponde guerra, se parli di guerra risponde lingua, un miscuglio di idee che, purtroppo non sai che pesci pigliare, confusione totale, nebbia. Attento Pietro, non togliere mai una mano, ne quella davanti ne quella dietro, qualche italiano ne potrebbe approfittare.

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    6. Perché sloveni hanno una fame infinita! vogliono rubare anche la cultura resiana. La questione sta in questi termini. Piaccia o non piaccia, ma la realtà è questa.

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    8. Guarda lo scempio che stanno facendo della nostra musica e della nostra danza, figurarsi che ne farebbero della nostra lingua, e non sono certo gli italiani che si sono appropriati di tutto questo, compiendo un furto legalizzato persino con i nostri costumi folkloristici. Tutto questo non si è visto, ne in Friuli ne nel resto d'Italia, in Slovenia si.

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    10. le nuove generazioni, la tua generazione, parlano il "menefreghismo".

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  3. Franco Tosoni scrive: Guarda lo scempio che stanno facendo della nostra musica e della nostra danza, figurarsi che ne farebbero della nostra lingua, e non sono certo gli italiani che si sono appropriati di tutto questo, compiendo un furto legalizzato persino con i nostri costumi folkloristici. Tutto questo non si è visto, ne in Friuli ne nel resto d'Italia, in Slovenia si.

    Ebbene,Lei Signor Andrea, di questo,che ne pensa?

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    2. Lei scrive:
      "Voi lo definite furto, ma in realta' gli sloveni hanno contribuito a diffondere la resianita', a modo loro, ma e' pur sempre un contributo che ha sensibilizzato le persone. Oltre a questo atto gli sloveni non sta interferendo o sostituendo i resiani in nessuna maniera".

      Ebbene,si ricorda delle polemiche sulle tabelle bilingue Resiano-Italiano messe dal Nostro Attuale Sindaco Chinese e osteggiato dagli Sloveni?

      Ebbene, altro che non vorrebbero sostituire il Resiano con lo Sloveno. Le ricordo un articolo apparso anche qui il 30 marzo 2010-


      martedì 30 marzo 2010
      UNA STRADA SENZA RITORNO
      La questione delle tabelle bilingui in Val Resia è finita davanti al gruppo di lavoro del consiglio delle Nazioni unite per i diritti dell’uomo, riunito nelle settimane scorse a Ginevra.
      Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Sta ( agenzia giornalistica slovena), è stato il ministero degli Esteri sloveno a sollevare la questione nell’ambito dell’esame della situazione della minoranza slovena in Italia.


      Nella sua relazione alla riunione del gruppo di lavoro Onu, la Slovenia ha richiamato l’attenzione su tutte le carenze a suo avviso dello Stato italiano e della Regione Friuli-Venezia Giulia nella tutela della minoranza Slovena. In primo piano è stata posta la questione del sostegno finanziario alle organizzazioni educative, culturali e sportive della comunità slovena in Italia. Ad oggi, secondo il rapporto del Gruppo di Lavoro della Revisione Periodica Universale sull'Italia, le seguenti raccomandazioni saranno prese in esame dall'Italia, che fornirà le risposte a tempo debito, e non più tardi della XIV sessione del Consiglio dei Diritti Umani. Da leggere attentamente i punti 64 e 65.



      Punto 64: Dare piena applicazione alla legge n°38/01 sulla protezione della minoranza slovena in Italia e alla legge n°482/99 .Rispettare le istituzioni della minoranza slovena attraverso un trattamento speciale e la partecipazione di processi decisionali ( asili, scuole e teatri).



      Punto 65: Dare piena applicazione alla topografia bilingue visibile nella Regione Autonoma Friuli -V.G. popolata dalla minoranza slovena; e reinserire i nomi sloveni nei cartelli stradali dei villaggi della comunità di Resia / Rezija ( in Sloveno). ( FONTE http://www.scribd.com/doc/26870296/UPR-Raccomandazioni-in-Italiano )



      Sarebbe opportuno che i Consiglieri Regionali Novelli, Baritussio eccetera prendano visione di tali documenti per poter intervenire a difesa di Resia, Valli del Natisone,Torre e Cividale del Friuli.



      Tutto questo è dovuto anche perchè all’inizio di quest’anno la nuova amministrazione Comunale di Resia ha provveduto a sostituire i vecchi cartelli stradali con altri nuovi scritti in Lingua Resiana. Ebbene da parte Slovena è stato grande il disappunto per ciò che il nostro Consiglio Comunale ha fatto. Ecco il motivo di sollevare la questione al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo. Loro, gli Sloveni,vogliono imporre a Noi Resiani la loro Grafia,la loro Lingua e magari a breve insegnare ai nostri figli la Storia e la Cultura Slovena a discapito di quella Resiana, Friulana e Italiana. Tutto ciò è Vergognoso.

      Per informazione:

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  4. Questo Andrea mi sembra in confusione totale.

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  5. Quando il futuro di una lingua dipende da una s, secondo il vangelo di Andrea.

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    2. Ma chi se ne frega delle lingue slave, guardiamo invece, e insieme, quello che riguarda la lingua resiana.

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  6. Caro professore, grazie. Lo sa che io non sapevo che il resiano è una lingua slava e che la comparazione con le altre lingue slave potrebbe chiarire la parentela con lo sloveno, prima o dopo il diciassettesimo secolo, di primo o secondo grado, affinità diretta o affinità collaterale, me lo spieghi per favore.

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  7. lo sloveno è un dialetto della lingua Resiana.
    Il Resiano è una lingua arcaica.
    Lo sloveno è una lingua nata nel 1810 per l'unificazione linguistica degli sloveni sulla base dei dialetti della Carniola centrale.
    Per questo motivo gli sloveni hanno la scrittura latina e non quella cirillica.
    Vorrei ricordare al professore che una lingua arcaica è più antica di una lingua moderna.
    Siccome il Resiano non ha tradizione scritta può farlo con scrittura che più gli piace alla faccia dello sloveno.
    Vorrei ricordare che con lo sloveno non si gira il mondo, ma forse serve solo per loro.
    Con il Resiano non si gira il mondo, ma è il mondo che viene a Resia per sentirlo parlare e studiare.

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  8. Quante cose che non si sanno, anch'io non sapevo che il resiano e' una lingua slava. Faccio un esempio: e' nata prima la gallina o e' nato prima l'uovo, oppure, e' nata prima la lingua resiana o e' nata prima la lingua slovena?

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  9. Io non capisco l'insensatezza di molti commenti.Il resiano é una lingua slava e nessuno lo nega,ma perché deve essere considerato un dialetto sloveno se ha piú similitudini con le antiche lingue slovacche e rutene?É una lingua slava che andrebbe preservata e non sminuita e ridotta ad un generico dialetto sloveno.

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    2. Nella Gailtal infatti dicono che il luogo d'origine dei loro avi é la Rutenia e Tito sbagliava ad affermare che in gran parte della Stiria e della Carinzia si parlassero dialetti sloveni perché erano in molti casi solo dialetti protoslavi.Alla fine della seconda guerra mondiale ci furono referendum in Stiria e Carinzia e la quasi totalità di quelle popolazioni slave rifiutó di aderire alla Federazione Yugoslava,non si sentivano sloveni.I resiani hanno avuto molti contatti con la Gailtal,somiglianze ce ne sono.No,io conosco lo sloveno poco,avendo avuto una nonna slovena ed il resiano per me é incomprensibile.Infatti dovrebbero essere i resiani a decidere "chi" sono,io ho solo le mie opinioni che si basano su testi che ho letto,ma Andrea,lei saprá molto bene che in molti casi le ricerche fatte sull'origine dei resiani siano contraddittorie ed alcune volte il nazionalismo italiano e sloveno abbiano tentato di imporre le veritá che gli facevano comodo.

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    4. Eppure parlando con alcuni abitanti di diversi villaggi vicino Villaco,in Austria,mi é stato detto da alcuni anziani che mantengono una memoria tramandata oralmente dai loro antenati,che questi venivano dalla Rutenia e che non si sentivano sloveni,anche se lí ci sono organizzazioni filo-slovene che vogliono fargli il lavaggio del cervello.Ora ,dire che tutte le lingue slave confinanti con quella slovena siano dialetti sloveni,mi sembra sbagliato proprio perché non accettano di essere chiamati sloveni gli abitanti di queste aree confinanti con la Slovenia.Discorso diverso per quanto riguarda la minoranza slovena delle provincie di Trieste e Gorizia che sente di appartenere a quella cultura.

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    6. In tedesco,in che altra lingua dovrei parlare?Le favole le racconta lei,spinto dal suo pro-slovenismo esasperato.Continui pure a raccontare che tutte le lingue slave delle valli confinanti con la Slovenia sono dialetti sloveni,ormai l'hanno capito tutti che vuole imporre una veritá che é campata per aria.Le do un consiglio,vada in Carinzia ed in Stiria e vediamo cosa le dirá la gente del posto.

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    8. I discorsi di Harlock sulla Carinzia meridionale non hanno molto fondamento scientifico; non ci si può basare su colloqui con una parte limitata di residenti. Evidentemente avrà parlato con alcuni carinziani cui è stato ancora inculcato il mito dell'identità "windisch"... Harlock, se vai in diverse delle chiese di queste località attorno a Villaco in cui, accanto ai parlanti dialetto sloveno consapevoli ci sono anche alcuni di questi sostenitori della "teoria windisch", ti accorgerai che il rito è bilingue (tedesco-sloveno), che le vie crucis hanno spesso scritte in solo sloveno (se negli anni prima, durante e dopo il nazismo le scritte non sono state fatte sparire)... questo in alcune chiese fino a Egg/Brdo, alle porte di Hermagor am Pressegger See. L'uso del rito bilingue è stato conservato perchè in tutte queste chiese un tempo (ma anche in altre dove oggi si officia solo in tedesco) il parroco doveva adeguarsi agli usi linguistici della comunità - che in questo caso erano sloveni.
      Ognuno è libero di credere a ciò che vuole, ma non si può prescindere da storia e scienza, altrimenti finiamo tutti dagli sciamani o a farci operare dal macellaio invece che dal chirurgo.
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      Per quanto riguarda la annosa polemica sulla varietà parlata a Resia, annoto questa dichiarazione sottoscritta non dai primi passati per strada...

      Associazione italiana slavisti, settembre 2006 - L’assemblea dell’Associazione italiana degli slavisti, riunita a Udine in occasione del 4° Congresso Italiano di Slavistica, ritiene doveroso esprimersi sull’origine e l’appartenenza dei dialetti sloveni che si parlano lungo la fascia confinaria della Provincia di Udine. L’uso strumentale di definizioni di questi dialetti (quali «po našin», «natisoniano»…) e delle genti che li parlano (quali «slavofone», «popolazioni autoctone di origine slava» ecc.) appare funzionale a negare l’appartenenza di questi dialetti e di queste genti alla comunità linguistica e culturale slovena. A questo proposito ribadiamo quanto già affermato nel 1989 dall’AIS in un documento in cui tra l’altro si sottolineavano i seguenti punti: – Gli sloveni della Provincia di Udine (Valli del Natisone, Val di Resia e Valle del Torre e del Cornappo) parlano tre diversi dialetti sloveni, appartenenti, come i dialetti sloveni delle province di Gorizia e Trieste, al gruppo dei dialetti sloveni comunemente definiti del Litorale. L’appartenenza di questi dialetti alla lingua slovena è attestata da un’innumerevole serie di studi scientifici, recepiti e messi a frutto con contributi originali dai glottologi e dagli slavisti italiani e stranieri. – Una relativa diffusione della lingua letteraria slovena nel passato e la “arcaicità” dei dialetti sloveni in uso nelle località della provincia di Udine suddette non è dovuta a una presunta e scientificamente inesatta estraneità di questi dialetti alla lingua slovena, bensì a fattori storici e amministrativi che hanno determinato la situazione linguistica attuale. – La peculiarità dei dialetti sloveni della popolazione slovena della provincia di Udine, nonché il loro particolare sviluppo storico, non possono essere quindi assunti a motivazione di un’artificiosa distinzione di queste parlate dal resto della lingua slovena o da una differenziata applicazione delle leggi di tutela (482/99 e 38/01). Negli ultimi decenni, attraverso l’opera delle associazioni culturali slovene e della scuola bilingue di San Pietro al Natisone, si è rafforzato l’attaccamento alle varianti dialettali locali e il loro uso anche in forma scritta. Allo stesso tempo è cresciuto in modo significativo l’interesse e lo studio della lingua slovena standard. Per questo motivo riteniamo opportuna una piena applicazione delle leggi di tutela a salvaguardia del patrimonio tradizionale e come opportunità di ulteriore crescita culturale ed integrazione europea della minoranza slovena della Provincia di Udine.

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    9. Caro L, ti riporto un breve saggio di quanto scrive Fiorenzo Toso, linguista, docente universitario di linguistica e dialettologo italiano: "A sua volta, lo sloveno standar viene sostanzialmente rifiutato come "tetto" linguistico da una parte della popolazione di lingua slava (non slovena) della provincia di Udine, sia per motivi di ordine storico-ideologico, sia per l'effettiva distanza tra le arcaiche parlate delle valli di Resia e del Natisone e il modello che si è venuto elaborando, soprattutto a partire dal secolo scorso, come lingua letteraria dell'attuale Repubblica di Slovenia: come conseguenza di questa situazione, l'enunciazione dell'art.2 della 482 è stata duramente contestata da gruppi locali che si sono fatti promotori di proposte di legge con le quali si chiede l'ammissione a tutela delle lingue slave "natisoniana", "Po Nasen" e "Resiana" parlate rispettivamente nelle Valli del Natisone, del Torre e del Resia." Questo è quanto scrive il docente universitario di linguistica, certamente non di parte come invece si può desumere dal tuo intervento. Quando mai, una lingua nuova, come la lingua slovena, può essere considerata la madre di tutte le altre parlate slave della provincia di Udine? Soltanto dando i numeri sbagliati e elargire conseguenza ad una sola ragione, quella dell'opportunità di espansione della lingua slovena calpestando l'ordine storico-ideologico di queste parlate arcaiche di cui la parlata slovena non può certamente avvalersi e farne uso.

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  10. Lo sloveno come lingua é nata dopo il resiano che é piú antico,per creare un'identitá nazionale slovena che non esisteva.

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    2. Ovvio,anche l'italiano é una lingua artificiale,infatti ci sono un'infinitá di dialetti nella penisola,peró nessuno vuole eliminare i vari dialetti ed imporre la lingua italiana.Lo stesso dovrebbe essere fatto per il resiano che rischia di scomparire invece se non gli si riconosce la dignitá che merita e questo lo si puó fare solo dichiarando ufficialmente che é una lingua slava,non una variante della lingua slovena.Secondo me si dovrebbe dare maggiore autonomia amministrativa alla Val di Resia.

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    4. Non condivido il suo ragionamento perché se il resiano fosse la lingua di riferimento della Val di Resia non ci sarebbe il rischio della sua scomparsa.Il problema é che ad essere protetto nella valle é lo sloveno,non il resiano.

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    6. Io non ho niente contro lo sloveno,la cultura slovena ed il popolo sloveno,ci mancherebbe,nelle mie vene scorre un quarto di sangue sloveno,quindi mi creda,io vorrei solo che la peculiaritá del resiano,come del natisoniano e dei dialetti della Val Canale potessero sopravvivere.Il ruteno ormai non esiste praticamente piú é stato distrutto da altre lingue slave che hanno reso omogenea una società che invece non lo era.Pensi a quanti dialetti ci sono in Slovenia ed a quanto sarebbe brutto se i dialetti un giorno si perdessero in favore della lingua ufficiale slovena.

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    8. Io ho una casa vicino Gorizia e vado spesso dai miei parenti a Salcano e Nova Gorica,ma come le ho detto,lo sloveno lo comprendo abbastanza,ma lo parlo molto poco.Io sono nato a Bergamo,conosco le realtá di confine solo per una frequentazione turistica.Il mio discorso verteva sul fatto che il resiano andrebbe preservato,non sul fatto che lo sloveno non debba essere insegnato nelle scuole.Io stesso sono un miscuglio genetico,nonna slovena,nonno istriano,un'altro nonno austriaco e nonna bergamasca.Mi sento italiano,questo sí,ma capisco molto bene che,specialmente nelle aree di confine ci siano spesso dei problemi di "appartenenza".

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  11. Harlock, giusti i tuoi chiarimenti e le tue osservazioni, io so perfettamente che il restiamo e' una lingua slava e non slovena, solo che gli sloveni, per avere una loro supremazia, per ritagliarsi un minimo di credibilità, non lo vogliono ammettere, per non sconfessarsi.

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  12. "Coraggio vediamo chi la spara piu' grossa." Questa è una affermazione di Andrea. Bene, penso che il dire: Chi la spara più grossa, vuol dire chi racconta la "balla" più grossa. Se si intende quelle che sono le nostre affermazioni, vuol dire che noi le spariamo con un colpo di fucile, le tue, invece, vengono sparate con il cannone, per avere più risonanza. Se non ti bastano le affermazioni di Harlock, che tutto fuorché un resiano, quindi non di parte, allora le tue sparate, pardon cannonate, sono fuori luogo e fuori di qualsiasi giustificato motivo.

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