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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

venerdì 16 novembre 2018

ITVR INFORMA: Oseacco 1 novembre 2018


“Ogni generazione ha il suo proprio compito. Voi dovete essere grati ogni attimo della vostra vita e del vostro pensiero a questi giovani che vi precedettero e che vincendo le tenebre della morte hanno fugato le tenebre della servitù per voi e per tutti quelli che dopo di voi nasceranno. Ricordatevi che sono morti perché voi viviate. A ora voi il compiere il vostro compito. Questo è il loro testamento: la morte vi ispiri la vita, la guerra vi ispiri la pace!”
Con queste parole il sottotenente Giani Stuparich, tenne un discorso ad alcuni alunni davanti alle salme dei caduti. Ieri come oggi, siamo qui a commemorare coloro che hanno sacrificato la loro gioventù e la loro stessa vita per un futuro di pace.
“Tremenda è la guerra” testimoniano i sopravvissuti e ognuno di loro ha raccontato la propria storia personale fatta di paura e di privazioni, sia per chi partiva per il fronte, sia per chi restava a casa.
A farne le spese è la povera gente, la gente comune, le persone come noi, che si videro le famiglie smembrate, coi figli maschi costretti a combattere una guerra decisa dai potenti e che, una volta comunicato l'armistizio, il popolo fu abbandonato a se stesso, a combattere un altro tipo di guerra, la cosiddetta Resistenza. Si apre così un nuovo capitolo della nostra storia, la “guerra patriottica”, la lotta contro l'invasore straniero, ma anche guerra civile tra antifascisti e fascisti o  ancora guerra di classe. Quel che è certo è che non tutti hanno agito con le stesse intenzioni, alcuni per motivazioni personali, altri per motivazioni politiche, altri ancora per non vivere costretti sotto il giogo straniero.
Non ricordiamo solo le persone che hanno perduto la vita per noi, ma ricordiamoci anche di chi è sopravvissuto e ha dovuto combattere per la propria vita, per non cadere preda del nemico e che ha serbato per tutta l'esistenza il ricordo di questi orribili fatti accaduti sul nostro territorio.
Pertanto non dimentichiamo la gente comune, che silenziosamente ha fatto la storia, ma che troppo spesso finisce con l'essere lasciata cadere nell'oblio. Fu il popolo infatti a rischiare la vita e gli affetti per recare aiuti ai partigiani, fu il popolo a sostenere la resistenza, non solo rischiando la propria incolumità, ma anche, e soprattutto, quella del paese. Diversi paesi della nostra terra per queste ragioni vennero dati alle fiamme, con la popolazione rinchiusa dentro, bruciata viva dalla vendetta e dall'odio degli invasori.
Oseacco ha rischiato di fare la stessa crudele fine, ma è riuscita a salvarsi grazie alla prontezza di spirito e alla tenacia dei suoi abitanti.
Siamo qui dunque per ricordare non solo i caduti dei due conflitti mondiali, ma anche coloro che persero la vita in questo modo, resiani e non, e che adesso riposano nel cimitero di Oseacco e in altre località.
Ricordiamoci di loro, ricordiamoci e meditiamo che questo è stato affinché la storia non si ripeta più.


Nel conteso storico di una Trieste irredenta,nasce il 4 aprile 1891 Giani Stuparich.  Molto importanti furono gli anni di studio al liceo, che fecero crescere il suo sentimento di irredentista. Dopo essersi iscritto all’Università di Praga, come altri intellettuali triestini fervidi sostenitori dell’italianità di Trieste, si trasferì all’Università di Firenze. Allo scoppio della 1^ Guerra Mondiale si arruolò come volontario nell' esercito italiano, e per i meriti conquistati sul campo di battaglia venne insignito della Medaglia d’oro al Valor Militare. Finita la guerra insegna italiano al liceo Dante Alighieri di Trieste. Sotto il fascismo rifiutò la tessera del partito, e non prese parte ad alcuna manifestazione. Durante la Resistenza Italiana fece parte del Comitato di Liberazione Nazionale. Nel secondo dopoguerra alterna l'attività di giornalista a quella di scrittore. Morì a Roma il 7 aprile 1961.

Massimiliano Billiani

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