tag:blogger.com,1999:blog-62125070381113758222024-03-18T08:01:49.695+01:00VAL RESIA - RESIJEturan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.comBlogger1770125tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-41934479987360862762024-03-18T08:01:00.001+01:002024-03-18T08:01:05.632+01:00Val Resia: cartolina 1933Prato di Resia e Gniva
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1NMZFOJPHwZsdfdiNLpYuIaN4_FnN6L5IJn7pbitRizY5spEC9zYGLv7T45dI2Ml-uqTLDLD0AaMMmge-e32JBSSqeCCEmXRD6vFg9awD3Vldk1Et4Zsx0bQaNHZvMNsJEfjU1T7XhMUCXDajYgC_uV6I0A1mq-stTVJ3bRlqk8llZCbiFSYdFd2T7uHO/s1666/Screenshot_2024-03-18-07-55-11-216-edit_com.ebay.mobile.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="600" data-original-height="1666" data-original-width="1057" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1NMZFOJPHwZsdfdiNLpYuIaN4_FnN6L5IJn7pbitRizY5spEC9zYGLv7T45dI2Ml-uqTLDLD0AaMMmge-e32JBSSqeCCEmXRD6vFg9awD3Vldk1Et4Zsx0bQaNHZvMNsJEfjU1T7XhMUCXDajYgC_uV6I0A1mq-stTVJ3bRlqk8llZCbiFSYdFd2T7uHO/s600/Screenshot_2024-03-18-07-55-11-216-edit_com.ebay.mobile.jpg"/></a></div>
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Associazione chiede misure per tutela identità e lingua resiana
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(ANSA) - STRASBURGO, 08 MAR - L'associazione identità e
tutela Val Resia è ricorsa all'alto commissariato delle Nazioni
Unite per i diritti umani, basato a Ginevra, contro le autorità
italiane.
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L'ong sostiene che lo Stato sta violando i diritti
degli abitanti di questa zona del Friuli Venezia Giulia perché
non riconosce e protegge l'identità e la lingua resiane, e le
mette in pericolo con le misure prese per promuovere la cultura
e lingua slovene.
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Ginevra ha già inviato una lettera al Governo chiedendo
informazioni, soprattutto sulle ragioni per cui la cultura e la
lingua resiane non sono mai state inserite tra quelle difese
dalla legge 482 del 1999 che contiene le norme sulla tutela
delle minoranze linguistiche storiche. Sinora Roma non ha
risposto.
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Nel ricorso l'associazione spiega che la sua battaglia non è
contro la cultura e la lingua slovena, che la maggior parte
degli abitanti della Valle non riconoscono come proprie, ma ha
invece lo scopo di ottenere un riconoscimento dell'identità e
della lingua resiane pari a quello che hanno quelle slovene.
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Nella documentazione inviata a Ginevra si evidenzia che la
Valle ha una storia e cultura distinte da quelle delle zone
limitrofe anche perché è stata per lungo tempo isolata dal resto
del mondo.
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Oggi il resiano è parlato da circa mille-duemila
persone, ed è stato inserito dall'Unesco tra le lingue che
rischiano si estinguersi. (ANSA).turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-9596572199980278002024-03-08T18:48:00.000+01:002024-03-08T18:48:12.597+01:00ITVR INFORMA: «La nostra lingua non è riconosciuta»: l’ong della Val Resia ricorre all’Onu contro l’ItaliaL’associazione chiede misure per tutela ed identità: «Lo Stato sta violando i diritti degli abitanti di questa zona del Friuli Venezia Giulia»
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L'associazione “Identità e tutela Val Resia” è ricorsa all'alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani, che ha sede a Ginevra, contro le autorità italiane. L'ong sostiene che lo Stato sta violando i diritti degli abitanti di questa zona del Friuli Venezia Giulia perché non riconosce e protegge l'identità e la lingua resiane e le mette in pericolo con le misure prese per promuovere la cultura e lingua slovene.
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Ginevra ha già inviato una lettera al Governo chiedendo informazioni, soprattutto sulle ragioni per cui la cultura e la lingua resiane non sono mai state inserite tra quelle difese dalla legge 482 del 1999 che contiene le norme sulla tutela delle minoranze linguistiche storiche.
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Sinora Roma non ha risposto. Nel ricorso l'associazione spiega che la sua battaglia non è contro la cultura e la lingua slovena, che la maggior parte degli abitanti della Valle non riconoscono come proprie, ma ha invece lo scopo di ottenere un riconoscimento dell'identità e della lingua resiane pari a quello che hanno quelle slovene.
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Nella documentazione inviata a Ginevra si evidenzia che la Valle ha una storia e cultura distinte da quelle delle zone limitrofe anche perché è stata per lungo tempo isolata dal resto del mondo. Oggi il resiano è parlato da circa mille-duemila persone ed è stato inserito dall'Unesco tra le lingue che rischiano si estinguersi.
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<a href="https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2024/03/08/news/val_resia_ricorre_allonu_contro_litalia-14130635/" target="_blank">Tratto dal Messaggero Veneto dell'8 marzo 2024</a>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjChurux6bDApDOm_NyNhMF1P1ZQdAFcsGTKq1wUBAnldVaxyfkAUugXBQMQTqQRoMZL6Se2T3jPkedgIpeZCNANKj5S4a929YRBQ9sCeGCcoEdBpbYDaiNwEXDA-HqHCgpH3MQIu8In9QEObdRU6EB4LCGbvcUV_F9vr7sDp6LxV8kN2D3iIjhD1RPclLm/s1080/Screenshot_2024-03-08-18-47-10-927-edit_com.facebook.katana.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="600" data-original-height="782" data-original-width="1080" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjChurux6bDApDOm_NyNhMF1P1ZQdAFcsGTKq1wUBAnldVaxyfkAUugXBQMQTqQRoMZL6Se2T3jPkedgIpeZCNANKj5S4a929YRBQ9sCeGCcoEdBpbYDaiNwEXDA-HqHCgpH3MQIu8In9QEObdRU6EB4LCGbvcUV_F9vr7sDp6LxV8kN2D3iIjhD1RPclLm/s600/Screenshot_2024-03-08-18-47-10-927-edit_com.facebook.katana.jpg"/></a></div>turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-45974754552827439262024-02-27T10:24:00.006+01:002024-02-27T17:37:30.145+01:00Lingua Resiana: La mappa. Gobber: «L'Italia dei dialetti, ricchezza da tutelare»In tempi di regionalismo differenziato non dovrebbero trovare ostacoli norme che, come in Francia e Benelux, mappino e proteggano dall’estinzione le parlate locali.
L’Italia è la terra dei cento campanili e di quasi altrettanti dialetti: l’Unesco ne ha riconosciuti trentuno con il rango di “lingue regionali” ma, nella realtà, lungo la Penisola e nelle isole se ne parlano decine e decine di più, per via di antichi e innumerevoli influssi di matrice greca, germanica, araba o d’oltralpe che si sono innestati nello sviluppo dell’antenato latino. Nessun altro Paese in Europa può vantare così tanti e variegati dialetti come il nostro. Si tratta di “parlate”, o vernacoli, che si distinguono talvolta da un paese all’altro della medesima provincia e persino tra i villaggi di una stessa vallata per caratteristiche fonetiche, grammaticali, culturali, “pragmatiche”. « Ma spesso si trovano dialetti diversi anche da strada a strada, da famiglia a famiglia: un patrimonio culturale a cui corrispondono minoranze linguistiche, una tradizione che va salvaguardata come hanno già fatto trent’anni fa, approvando specifiche leggi, il Benelux con i suoi cinque idiomi e la Francia col bretone, l’alsaziano, il corso, il brigasco (lingua locale della Valle della Loira) e, nel 2019, il “patois”» sottolinea Giovanni Gobber, preside della facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere dell’Università Cattolica di Milano.<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-ULFjQRAv5wkTUgYRlUaFhorZC1ohRUTpH9ds1_XZKJi0LSpRZepImMoKrCGvzyOVwyD8Lt0PeMejNgwLTUTMOJD240SNWVwuiP_XfB-ViRsoadZQ2gKMrw_LXSCGmezHFz62qy2ep0LfZpev5WGtyqySvT_ZWnhXv384E1qycSVABxauNrMB4juZiJLm/s1289/Screenshot_2024-02-27-10-15-43-815-edit_com.facebook.katana.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; clear: right; float: right;"><img alt="" border="0" height="600" data-original-height="1289" data-original-width="1019" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-ULFjQRAv5wkTUgYRlUaFhorZC1ohRUTpH9ds1_XZKJi0LSpRZepImMoKrCGvzyOVwyD8Lt0PeMejNgwLTUTMOJD240SNWVwuiP_XfB-ViRsoadZQ2gKMrw_LXSCGmezHFz62qy2ep0LfZpev5WGtyqySvT_ZWnhXv384E1qycSVABxauNrMB4juZiJLm/s600/Screenshot_2024-02-27-10-15-43-815-edit_com.facebook.katana.jpg"/></a></div>
Servono, dunque, una precisa e attuale mappatura dei dialetti presenti sul territorio nazionale e, dopo una necessaria “certificazione”, norme “ad hoc” che li proteggano da un’estinzione altrimenti certa perché le nuove generazioni, col trascorrere degli anni, smettono di parlare la lingua dei vecchi, soprattutto quando si staccano dai luoghi d’origine. La questione è complessa perché implica la permanenza di comunità, piccoli agglomerati rurali o di gruppi etnici, e la loro integrazione con il resto dell’organizzazione sociale. Il che vuol dire più servizi e condizioni di vita adeguate nelle zone a bassa densità di popolazione perché non siano abbandonate a se stesse, ma significa anche iniziative di divulgazione a carattere culturale e, più specificamente, letterario, che valorizzino luoghi, mestieri, usi e costumi locali. Una consapevolezza e un impegno, anche finanziario, che riguardano soprattutto gli enti locali, i Comuni, i comprensori e le Comunità montane. Ma una tale politica, in tempi di regionalismo differenziato, non dovrebbe trovare ostacoli.
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In Italia sono sei i principali “ceppi” linguistici da cui derivano più specifici dialetti: la lingua napoletana (che dà origine al campano, al pugliese, al lucano, al cosentino e all’abruzzese), quella veneta (dal quale scaturiscono veneziano, bellunese e trentino), le lingue gallo-Italiche (che comprendono ligure nelle sue varie sfumature, piemontese, lombardo, emiliano e romagnolo), il gruppo toscano-corso (con ben nove “parlate” provinciali, dal fiorentino all’apuano e, nell’“isola dei quattro mori”, gallurese e sassarese), la lingua sarda (che comprende campidano, nuorese e logudorese) e la siciliana (con siculo, salentino e calabrese). E non vanno dimenticati le lingue “retoromanze” (da cui derivano ladino e friulano) e i dialetti mediani come il marchigiano centrale, l’umbro e il laziale che presentano termini e inflessioni comuni.
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Da tutti questi si sviluppa una miriade di dialetti “secondari” con pronunce diverse delle medesime parole o piccolissime differenze della grammatica e/o del lessico. Elementi che si evolvono col tempo e con le usanze di chi li parla nella comunicazione quotidiana. Tuttavia, in Italia, non esistono dialetti “romanzi”, sostiene Gobber: « Al nord vi sono due gruppi di parlate germaniche: uno è l’alemanno dei walser di Gressoney, Alagna, Val Formazza – e furono portate da comunità giunte dal Vallese (erano svizzeri che emigravano…); l’altro è il bavarese delle comunità insediate in territori veneti (altipiano di Asiago, Monti Lessini), trentini (come Luserna, Lavarone, val dei Mòcheni), friulani (Sappada, Sauris, Timau, val Canale); nel Tirolo esistono le parlate bavaresi che sono in continuità territoriale con quelle al di là delle Alpi, nel Tirolo austriaco. Abbiamo poi lo sloveno di Trieste, i dialetti sloveni delle valli friulane di confine (caso limite è la Val Canale: vi convivono parlate germaniche, slave, romanze) e la piccola, ma vitale comunità slava del Molise. Nel Sud vi sono varietà di albanese (“arbëreshe”, soprattutto in Calabria e Sicilia) e di greco. A questi va aggiunto il gruppo indoario rappresentato dal romanì, cioè la parlata dei Rom e dei Sinti».
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Ma la materia è assai intricata. «Sono state le migrazioni interne a cambiare l’assetto socio-linguistico del Paese» spiega Gobber. E va ricordato che il fascismo arrivò a sanzionare i dialetti, allora in uso quasi esclusivo per i due terzi della popolazione, allo scopo di difendere la lingua nazionale, e con la riforma della scuola promossa da Giovanni Gentile cercò di sradicarli. Senza riuscirci del tutto, però. Negli anni Sessanta, con l’avvento della televisione, fu il “maestro d’Italia” Alberto Manzi nella trasmissione Non è mai troppo tardi, a dare un contributo notevole alla alfabetizzazione degli italiani adulti affermando la lingua nazionale parlata e scritta.
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Eppure, i dialetti, benché rarefatti nell’uso, sono rimasti e anche radicati. Secondo un’indagine Istat del 2017 (l’ultimo studio statistico di riferimento), però, solo il 14% della popolazione italiana parla il dialetto come lingua principale in famiglia: e si tratta prevalentemente di anziani (il 75% degli “over 75”) mentre i giovani comunicano quasi soltanto in italiano. E di sicuro in otto anni, con la rapida diffusione della tecnologia, a tutt’oggi le percentuali si saranno di sicuro ridotte. Ma per discernere la materia bisogna conoscere innanzitutto la differenza tra dialetto e lingua. «Una lingua è un dialetto con un parlamento, un esercito, una moneta» dice Gobber ricordando la definizione dello studioso svizzero Georges Lüdi.
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Insomma, l’italiano è l’italiano, e... non si discute, anche se il dialetto può trovare un’ulteriore dignità in forme letterarie e poetiche come è stato, per esempio, il milanese con le opere di Carlo Porta, il lucano con Albino Pierro, il trentino con Lionello Groff. « Possiamo dire che una lingua è anche un dialetto che ha fatto carriera » aggiunge il professore citando il socio-linguista Gaetano Berruto. Infatti, l’italiano deriva dal toscano, la parlata di Dante.« Eppure, il fiorentino non si è imposto con eserciti o parlamenti, bensì col prestigio culturale: nel Medioevo era anche la lingua della finanza, oltre che della grande letteratura, delle arti. Inoltre, il toscano risultava comprensibile a tutti, anche fuori da quel territorio mentre altri dialetti come il milanese erano meno accessibili». La lingua è, dunque, «un dialetto elaborato e possiede tutti gli strumenti necessari per svolgere ogni funzione sociale di prestigio – conclude Gobber – mentre un dialetto è una lingua che non ha voglia di lasciarsi elaborare troppo».
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Da “fiòla” a “tosa” e “madele”: le voci delle Alpi vanno in digitale con il progetto AlpiLink
Friulano, veneto, trentino, ladino, lombardo, piemontese, francoprovenzale, occitano, walser, cimbro, mòcheno, sappadino, saurano, timavese, tirolese, resiano, tedesco e sloveno della Val Canale: sono le varietà linguistiche, germaniche, romanze e slave comprese nell’audio mappa interattiva dei dialetti del Nord Italia realizzata nel progetto “AlpiLink-Lingue Alpine in contatto”. Si tratta di 201mila file in voce e suoni registrati in una piattaforma digitale da 1.731 persone di ogni età ed estrazione sociale che vivono nelle sei regioni della dorsale montana, dal Piemonte al Friuli Venezia-Giulia: la più grande banca dati dedicata allo studio, alla documentazione e alla ricerca sul multilinguismo, un “corpus” di preziose informazioni accessibile a tutti e utile anche a scopo didattico e divulgativo per avvicinare alla conoscenza di un patrimonio che rischia altrimenti di perdersi.
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L’iniziativa è stata sviluppata in rete dalle università di Verona, Trento, Bolzano, Torino e Valle d’Aosta ed è finanziata dal Miur. Il percorso, che coinvolge anche scuole, comunità ed enti locali, si concluderà nel 2025. Tutte le persone che parlano un dialetto possono infatti ancora contribuire direttamente alla ricerca attraverso il sito alpilink.it compilando in pochi minuti l’audio-sondaggio in cui viene proposto di parlare il proprio dialetto o la propria lingua per descrivere cosa accade in una scena o per tradurre frasi o parole indicate.
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Ad esempio: “come si dice ragazza nel tuo paese?” Si scopre così che il termine tosa è diffusissimo nel Padovano mentre nel Trevigiano e nel Vicentino si usa putela mentre nel Veneziano domina fiola. Ma nella stessa macro-area veneta troviamo pure ragasa, mula (soprattutto nel Bellunese) e pizzola (di origine ladina). Interessante anche l’analisi dei diminutivi, come tosata, toseta, tosatela, tosatiela per tosa, molto utilizzati in tutte le sacche geografiche della regione e buteleta che ritroviamo nel Veronese. Per quanto riguarda le lingue minoritarie tedesche, invece, in Alto Adige l’espressione più diffusa risulta madl con la sua variante madele. Inoltre, si ritrova con una certa frequenza, specie a Bolzano e nelle aree più orientali della provincia sud-tirolese, anche gitsche. In alcune isole linguistiche tedesche del Trentino, dell’Alto Vicentino e del Friuli ricorre invece il termine diern ripreso dal tedesco medievale.
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Tra le specificità linguistiche emerse dalle testimonianze vocali raccolte, ci sono anche il saurano, che risulta parlato da 200 dei circa 400 attuali residenti nel comune di Sauris, in provincia di Udine, e il mòcheno, in uso soltanto in tre centri del Trentino, Palù del Fersina, Fierozzo e Frassilongo. «La possibilità di studiare le lingue a partire dall’ascolto e dalla comparazione degli audio anziché su trascrizioni – spiega Stefan Rabanus, professore ordinario di linguistica tedesca all’università di Verona e coordinatore del progetto – sta aprendo prospettive importanti e ci ha già permesso di fare passi avanti significativi sul fronte della ricerca. Questo progetto consente inoltre di valorizzare i dialetti e le varietà linguistiche locali – conclude Rabanus – come parte del nostro patrimonio culturale, attraverso la raccolta, la conservazione e la messa a disposizione di tutti di fonti orali preziosissime che altrimenti rischierebbero di andare perse».
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Finora il progetto di ricerca che ha condotto all’audio-mappa digitale ha visto la partecipazione anche di 23 istituti scolastici per un totale di 559 studenti delle secondarie di secondo grado e 79 insegnanti del Nord Italia. Nel corso dell’anno vengono proposti seminari, workshop ed eventi pubblici che, nel Paese più meticcio d’Europa, hanno per tema i dialetti e il multilinguismo.
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Tratto dal sito <a href="https://www.avvenire.it/agora/pagine/litalia-dei-dialetti-ricchezza-da-tutelare?fbclid=IwAR3GbYB5CsMnwfxevmacYmcCXIA6O5E8Gljw57p2Sir5PsXynW4rYZJgpnI" target="_blank">AVVENIRE</a>
<p/>turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-74711481449942400852024-02-10T09:31:00.001+01:002024-02-10T09:31:13.757+01:00FOIBE: PER NON DIMENTICARE <div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxHT4sQkahl565ycqxpYIn_wUPXkSChzMhJ1VTduPUmjZDnp54bUVc4BzVlSUpLFxHF0Gxtoj9hHrZXq_PHnbTNXD7LHhxykJZFdXmtDcy7RulF0uHIX6LgGLM3hxGZ2S-OhwNbbHhi_ZN4wTn35rg39LvWaDUAP4RanoRgy3uDmWxeXtU-q2K4R0e91uM/s1080/Screenshot_2024-02-10-09-28-37-664-edit_com.facebook.katana.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="600" data-original-height="324" data-original-width="1080" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxHT4sQkahl565ycqxpYIn_wUPXkSChzMhJ1VTduPUmjZDnp54bUVc4BzVlSUpLFxHF0Gxtoj9hHrZXq_PHnbTNXD7LHhxykJZFdXmtDcy7RulF0uHIX6LgGLM3hxGZ2S-OhwNbbHhi_ZN4wTn35rg39LvWaDUAP4RanoRgy3uDmWxeXtU-q2K4R0e91uM/s600/Screenshot_2024-02-10-09-28-37-664-edit_com.facebook.katana.jpg"/></a></div>turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-84216854465042360512024-02-06T16:15:00.008+01:002024-02-06T16:33:21.749+01:00Lingua Resiana: FESTIVAL LINGUE. CAPOZZI (M5S): IMPORTANTE PER LA NOSTRA SPECIALITÀ(ACON) Trieste, 6 feb - "Il Festival internazionale delle lingue di minoranza è un importante progetto che sottolinea le peculiarità della nostra Regione, dove coesistono diverse minoranze linguistiche la cui tutela sottende alla nostra specialità, oggi svilita dal progetto dell'autonomia differenziata che attribuisce prerogative che si dovrebbero fondare su ragioni storiche e culturali anche alle altre Regioni a statuto ordinario, facendole diventare di fatto speciali".
A ricordarlo in una nota è la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi, a margine della riunione della V Commissione consiliare svoltasi a Cormòns questa mattina.
"Questo progetto, che si prefigura di valorizzare e promuovere gli idiomi presenti sul territorio, potrebbe essere considerato un'apripista anche per allargarlo ad altre tradizioni linguistiche presenti in Friuli Venezia Giulia - sottolinea la Capozzi - come il Resiano, su cui da tempo c'è una diatriba volta ad elevarlo al rango di lingua. Restiamo convinti che quello linguistico sia un patrimonio da valorizzare e tutelare, specchio della nostra cultura e del nostro territorio". ACON/COM/rcm
<p>Tratto dal sito <a href="https://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne//Portale/comunicatiStampaDettaglio.aspx?ID=830961" target="_blank">REGIONE FVG</a><p/>turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-74457274191993660582024-01-03T13:40:00.002+01:002024-01-03T13:41:59.252+01:00Tradizione Resiana - Oseacco Come da tradizione, a Oseacco i coscritti abbelliscono e decorano il Paese.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi99wCmu0NpB73HhV4kf9j-8g0NBHf4HEyaefEnifBZOTsSpbS5FnQ_di1MacTkjK9fxVYzQR0v2Kk_ng1k2H85DXi5qpCDrSFXVi0tmh1L9iYYcccIZ7Oh8f5npnZguA3C-522HyE6Oy0WO5hJnDvz_8aMo0h9Dafao_wLupPoK0Vpgg_2YppRRESjnYDG/s1688/Screenshot_2024-01-03-13-30-56-704-edit_com.whatsapp.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="600" data-original-height="1688" data-original-width="1080" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi99wCmu0NpB73HhV4kf9j-8g0NBHf4HEyaefEnifBZOTsSpbS5FnQ_di1MacTkjK9fxVYzQR0v2Kk_ng1k2H85DXi5qpCDrSFXVi0tmh1L9iYYcccIZ7Oh8f5npnZguA3C-522HyE6Oy0WO5hJnDvz_8aMo0h9Dafao_wLupPoK0Vpgg_2YppRRESjnYDG/s600/Screenshot_2024-01-03-13-30-56-704-edit_com.whatsapp.jpg"/></a></div>
</p><span><a name='more'></a></span><p><br /></p><p>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqXuxQhuTmbwjrrTYoOnq-DcKxGndp5uQuQLDWbhZLPbtJIbVuxBAWn5uNxg2pjvx0qsRmPDgeeGtgyTsz501S7aK5MoAH-qSILLzgdJrHLprq9vRFwvdR6OwK0hJ7Jek3QIX8Ih6hWyy9TrwpRLWZTakwc3ozb7oAtRsM3uCYWDthQSQKkkRC02AgdgJS/s4640/IMG_20240102_164138.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="600" data-original-height="3472" data-original-width="4640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqXuxQhuTmbwjrrTYoOnq-DcKxGndp5uQuQLDWbhZLPbtJIbVuxBAWn5uNxg2pjvx0qsRmPDgeeGtgyTsz501S7aK5MoAH-qSILLzgdJrHLprq9vRFwvdR6OwK0hJ7Jek3QIX8Ih6hWyy9TrwpRLWZTakwc3ozb7oAtRsM3uCYWDthQSQKkkRC02AgdgJS/s600/IMG_20240102_164138.jpg"/></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_b43KYaJTeKjJxL6u_b9g4wtY97IyUu9v8NmkGyPDRXnIvK7ZjPeCEbuiR1ziN2bpMCnSJkyIiFCB2vybf1u-cv19Z-fYy5iekHszGlB2uzjUtA6oDQWjqs54NCQO8HBOjyulJBPjB8OtvBT8xNmK4pnQMoi4d-Rui8ndw4QUIUcTz2-sp2rzweKjpis2/s1500/IMG-20240102-WA0016.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="600" data-original-height="1000" data-original-width="1500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_b43KYaJTeKjJxL6u_b9g4wtY97IyUu9v8NmkGyPDRXnIvK7ZjPeCEbuiR1ziN2bpMCnSJkyIiFCB2vybf1u-cv19Z-fYy5iekHszGlB2uzjUtA6oDQWjqs54NCQO8HBOjyulJBPjB8OtvBT8xNmK4pnQMoi4d-Rui8ndw4QUIUcTz2-sp2rzweKjpis2/s600/IMG-20240102-WA0016.jpg"/></a></div>turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-51257798856494017922024-01-02T13:44:00.005+01:002024-01-02T13:58:45.736+01:00REGISTRAZIONI DELLE TRADIZIONI POPOLARI RESIANE “COPIA DEL MATERIALE DI PALAZZO VENEZIANO ORA ANCHE A RESIA”
Riporto il titolo di un articolo pubblicato nell’ultimo numero de: “Il Giornale di Resia”. Mi auguro che quanto letto si configuri nelle aspettative, cioè quello che tutto il materiale, seppur in copia, ritorni nella terra di origine. mi auguro e auspico non più etichettato con l’attuale dicitura: “Registrazioni delle tradizioni popolari degli sloveni in Italia”, di cui quelle registrazioni non hanno niente in comune e in comunione con gli sloveni e con la Slovenia, ma con la forma e la sostanza della sua proprietà e particolarità reale, vale a dire: “Registrazioni delle tradizioni popolari resiane”. Detto questo, fatte le mie considerazioni in merito al titolo dell’articolo, passo ad analizzare quanto in esso scritto, articolo non firmato. L’articolo riporta: “Nell’anno 1962, a seguito di un accordo tra un gruppo di ricercatori italiani del Centro Nazionale Italiano Studi di Musica Popolare S. Cecilia di Roma e sloveni del Glasbena narodopisni inštitut za slovensko narodopisje (ora riuniti sotto l’egida dell’Accademia Slovena di scienze e art di Lubiana), effettuarono una ricerca etno-musicologica sistematica a Resia e in altri comune del Tarvisiano e delle Valli del Natisone e del Torre. <div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrQHIUO-bhkN3pMkFkcRvstAU3LUsbXYIyB3ryPspYdn4q5XVmVfTCTFLBpbHFMVpZU89Xj5VaR5zSBf4qc_rar7SnVAFU07GRJ2oInSwa7TyHbnOBlkN9XfrYhzIqCIIFufrjW17L6b3ht9_0SIiKHPJnsIJYLHLvqn_APYtiwAvhHswzNabTXY8GXGjg/s1080/Screenshot_2024-01-02-13-42-41-582-edit_com.facebook.katana.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; clear: right; float: right;"><img alt="" border="0" width="400" data-original-height="1007" data-original-width="1080" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrQHIUO-bhkN3pMkFkcRvstAU3LUsbXYIyB3ryPspYdn4q5XVmVfTCTFLBpbHFMVpZU89Xj5VaR5zSBf4qc_rar7SnVAFU07GRJ2oInSwa7TyHbnOBlkN9XfrYhzIqCIIFufrjW17L6b3ht9_0SIiKHPJnsIJYLHLvqn_APYtiwAvhHswzNabTXY8GXGjg/s400/Screenshot_2024-01-02-13-42-41-582-edit_com.facebook.katana.jpg"/></a></div>Tali ricercatori raccolsero e registrarono numerose testimonianze, canti, racconti e musiche che oggi sono custoditi a Lubiana e, in parte, sono presenti in copia anche a Palazzo Veneziano di Malborghetto Valbruna”.
Quanto su riportato, secondo il mio punto di vista, non è esatto, per questo motivo.
Nell’anno 1962 e nell’anno 1963 la Rai di Trieste, di cui facevano parte le seguenti persone: Giorgio Nataletti, Valens Vadusek, Milko Maticetov, Uros Krek e Maria Sustar, registrò per conto dell’Accademia Nazionale Santa Cecilia di Roma, parecchio materiale culturale resiano, ora gestito presso la propria sede di Roma – Archivio di Etnomusicologia. Il materiale di cui sopra non è mai stato dato in uso a circoli o gruppi folcloristici italiani per farne un loro uso improprio.
</p><span><a name='more'></a></span><p><br /></p><p>
A dimostrazione di quanto da me affermato, riporto lo scambio di richiesta che io avevo fatto all’Accademia e la riposta ricevuta.
<p>23 settembre 2013<p/>
<p>Presso gli archivi di etnomusicologia dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia si trova, almeno da quello che ho ricavato la raccolta 077 –identificata con la siglaANSC00006456 – e riguarda il Gruppo etnolinguistico resiano, danza e musica della Val Resia; Udine; Friuli-Venezia Giulia; Italia, e comprende:<p/>
<p>n. 8 brani musica danza e n. 243 brani musica canto – tutti registrati nel mese di giugno 1963 in varie località del comune di Resia (Udine).<p/>
Mi chiamo Franco Tosoni, sono nativo della Val Resia, attualmente risiedo nella città di Vicenza. La mia età, anni 76, mi porta alla ricerca di vecchi ricordi della mia gioventù; pertanto, chiedo se sussiste la possibilità di avere una copia di tutto questo materiale.
24 settembre 2013
<p>Gentile Signor Tosoni,
i primi quaranta secondi di tutti i brani della Raccolta 77 sono ascoltabili online, dal nostro portale: http://bibliomediateca.santacecilia.it
Se trovasse difficoltà ad accedere ai brani, ci faccia sapere, e le daremo tutto l’aiuto necessario.<p/>
<p>Purtroppo non posso concederle la copia che lei desidera perché il nostro Regolamento non lo prevede ma soprattutto perché la legislazione ce lo impedisce, essendo materiale tuttora coperto da diritti di esecuzione (recentemente portati da 50 a 70 anni).<p/>
Con i più cordiali saluti
<p>Annalisa Bini<p/>
<p>Annalisa Bini<p/>
Direttore Attività Culturali, <p>Bibliomediateca e Museo
Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Auditorium Parco della Musica<p/>
<p>Largo Luciano Berio, 3 - I 00196 Roma <p/>
<p>tel: +39 0680242524<p/>
<p>fax: +39 0680242306<p/>
<p>mail: a.bini@santacecilia.it<p/>
<p> www.santacecilia.it<p/>
<p>Le registrazioni effettuate dalla Rai di Trieste per conto dell’Accademia Nazionale Santa Cecilia di Roma furono effettuate negli anni 1962/1963, a parte le 14 (tutte confezionate a San Giorgio di Resia) fatte da Alan Lamax, etnomusicologo, antropologo e produttore discografico statunitense, fra il 1953 e il 1954, collaborò con l'etnomusicologo reggino Diego Carpitella, conducendo una vasta opera di registrazioni sul campo in Italia, fra cui alcune registrazioni fatte a Resia il 19.09.1954, precisamente 14 registrazioni che poi sono state incluse dagli sloveni fra quelle denominate: Registrazioni delle tradizioni popolari degli sloveni in Italia. (impropriamente e abusivamente)<p/>
<p>Per quanto su esposto, preciso che le registrazioni effettuate dalla Rai di Trieste, per conto dell’Accademia Nazionale Santa Cecilia di Roma, a parte le 14 registrazioni di Alan Lamax, copia che si trova, sia presso il Museo Etnografico di Malborghetto, sia presso l’Accademia Nazionale Santa Cecilia di Roma, con un distinguo; le Registrazioni delle tradizioni popolari degli sloveni in Italia (impropriamente descritte) non sono quelle registrate dalla Rai di Trieste, ma quelle registrate da personaggi che, con inganno e con un disegno ben preciso, appropriandosi della buona fede della gente resiana, hanno fatto in modo di impadronirsi di tutta la nostra cultura, sia linguistica che artistica.<p/>
<p>Parlo, principalmente, di due personaggi chiave: Pavle Merku e Milko Maticetov, forse quest’ultimo è stato l’artefice, quello che maggiormente ha inciso su questo aspetto, unitamente a Julius Strajnar, altro personaggio per la parte musicale, altro saccheggiatore della nostra cultura.<p/>
<p>Il Gruppo etnolinguistico resiano, in occasione della ricerca che ha condotto all'acquisizione della raccolta nr.72, del 1962 e del 1963, risultava composto da: Valens Vodusek, Milko Maticetov, Uros Krek, Maria Sustar, Italo Taja, Giuseppe Vecchiet. Nell'annuario EM, I-1993, l'articolo "Indici delle raccolte degli Archivi di Etnomusicologia", di Rossana Ferretti, segnala tra i raccoglitori anche Giorgio Nataletti. (foto del gruppo ripresa a Prato di Resia)<p/>
<p>Tutto il materiale raccolto dalla ex Jugoslavia, perché a quel tempo esisteva ancora la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia (Socijalistička Federativna Republika Jugoslavija,SFRJ) un buon lavoro, un ottimo lavoro, bisogna riconoscerlo, ma se tutto questo materiale raccolto fosse rimasto a Resia, a beneficio della nostra comunità, come spero che ciò avvenga, anche se in copia e solo una parte di tutto il bene immateriale resiano, gestito da noi resiani, sarebbe stato ancora più apprezzato e gradito, ma non è stato così perché, a lavoro finito, il tutto è stato approntato e trapiantato, come un pacchetto ben confezionato, compresa la nostra ingenuità, alla base di Lubiana, Centro Ricerche Scientifiche dell’Accademia Slovena di Lubiana di Scienze ed Arti, da dove era partita, probabilmente, tutta l’iniziativa e da dove erano state finanziate anche tutte le spese per la ricerca e le registrazioni. Tutte queste registrazioni, in seguito, non sono state archiviate e custodite, come avrebbero dovuto e potuto essere, ma guarda caso, invece, sono state messe a disposizione di tutti i circoli culturali sloveni, quindi di tutti i loro gruppi folkloristici, dando loro la possibilità di arricchire il loro bagaglio culturale e i loro repertori, a tal punto da propagandare, a nostre spese, una cultura sottratta con inganno, al nostro patrimonio, perché loro, gli sloveni, a dirla con sincerità, sono poveri culturalmente ed è per questo che hanno bisogno di attingere l’ispirazione, la grazia, da altre culture di oltre confine e farle passare poi come loro cultura. <p/>
<p>Se guardate le loro manifestazioni folcloristiche e canore, potete notare, come hanno taroccato la nostra danza, la nostra musica e le nostre canzoni.<p/>
<p>Spero che il materiale in copia delle nostre tradizioni, quello che è presente similmente in copia anche presso il Museo Etnografico di Malborghetto, e che dovrebbe essere presente anche a Resia, non sia per merito della “Longa Manus” della favolosa minoranza slovena, ma il frutto dell’iniziativa dell’Amministrazione comunale e che venga catalogato con la dicitura: “Registrazioni delle tradizioni popolari resiane”.<p/>
<p>Articolo di Franco Tosoni<p/>
turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-56515734869816047272023-12-31T18:58:00.005+01:002023-12-31T18:58:54.989+01:00DÖBRË BOHATË NÖVË LËTU - 2024 -<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN45g8KYG_DOCMr3YEIgWTzGwf3qwPvWFd-B3cPcFj_WC8zHsbtj7VOYeeakjIMfgsD5cnwbIGGhyphenhyphenFwNqTwjQFmZ9XJbfMdqOOQnyLhwWBe4GEdocHFbOCEib3M7_dOk62W5toCDW7vh0Z_qRbup4t4q4IVOR8Tfxa1nqm8vct4UUtVR1RWCSuRybZLPF0/s1018/Screenshot_2023-12-31-18-57-21-258-edit_com.android.chrome.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="600" data-original-height="707" data-original-width="1018" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN45g8KYG_DOCMr3YEIgWTzGwf3qwPvWFd-B3cPcFj_WC8zHsbtj7VOYeeakjIMfgsD5cnwbIGGhyphenhyphenFwNqTwjQFmZ9XJbfMdqOOQnyLhwWBe4GEdocHFbOCEib3M7_dOk62W5toCDW7vh0Z_qRbup4t4q4IVOR8Tfxa1nqm8vct4UUtVR1RWCSuRybZLPF0/s600/Screenshot_2023-12-31-18-57-21-258-edit_com.android.chrome.jpg"/></a></div>turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-50814191011985070042023-12-24T08:01:00.005+01:002023-12-24T12:00:23.695+01:00Buon Natale Resiani - Döbra Sveta Vinähtë<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTVyZ2BXg3W_fwLKjgT3Q824JLnkR3yglaczEqK03ofOX2vnDuG5TzVGUOsh9RiMxgyIJ_h3bgBEyP7UklRY1X2tj8nSOoHGjGln_a4x_CqTfv0-ls3pZp1j9kazfPEwx-jCGw6Ck1yAUy2Dt98JyT8Y8AfIJ6fZJHVGcTslDRNyOYgaViwU-hdxhJc2RA/s2000/Polish_20231221_170959428.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="600" data-original-height="2000" data-original-width="1414" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTVyZ2BXg3W_fwLKjgT3Q824JLnkR3yglaczEqK03ofOX2vnDuG5TzVGUOsh9RiMxgyIJ_h3bgBEyP7UklRY1X2tj8nSOoHGjGln_a4x_CqTfv0-ls3pZp1j9kazfPEwx-jCGw6Ck1yAUy2Dt98JyT8Y8AfIJ6fZJHVGcTslDRNyOYgaViwU-hdxhJc2RA/s600/Polish_20231221_170959428.jpg"/></a></div>turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-60606326757133953952023-12-19T10:35:00.001+01:002023-12-19T10:35:44.382+01:00ITVR INFORMA: ResiaOggi - Dicembre 2023<iframe height="480" src="https://drive.google.com/file/d/14xLrCR4_fVvEgxn0IdX2mW_PodxxpGLI/preview" width="640"></iframe><div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-40821860276967963202023-12-07T18:00:00.003+01:002023-12-07T18:01:45.392+01:00Tele Friuli - Val Resia <p>IL PUNTO DI ENZO CATTARUZZI CON IL SINDACO DI RESIA<p/>
<p>Ho ascoltato l’intervista che il sindaco di Resia ha rilasciato all’emittente “TELEFRIULI” in data 01.12.2023, da tale intervista riprendo solo la prima parte, quella parte che mi ha lasciato qualche dubbio: sulle sue affermazioni, sulle sue delucidazioni e, in parte, osservazioni.<p/>
<p>Il giornalista fa questa attestazione, o questa constatazione: “Allora la situazione generale di Resia, è un’enclave nella nostra Regione molto importante che ha derivazioni “russe”, se non sbaglio.<p/>
<p>
Il sindaco, dopo l’affermazione del giornalista, cautamente titubante e balbettando un po', risponde: “Non solo, diciamo così.”<p/>
</p><span><a name='more'></a></span><p><br /></p><p>
<p>Il giornalista: “Delineammo un momentino Resia”. Il sindaco risponde: “noi siamo una Valle, bisogna sapere dove siamo, in realtà la strada Statale 13, che conduce poi a Tarvisio e al confine di stato, passa accanto e bisogna capire che dietro quelle montagne c’è un mondo da scoprire no, e noi lo siamo.<p/>
<p>Noi facciamo parte della legge di tutela delle minoranze slovene dove una minoranza di nostri cittadini si identifica in questa legge di tutela, d’altro canto abbiamo una storia che ci ha permesso nell’ultimo millennio di mantenere una cultura, una lingua, che io chiamo lingua.<p/>
<p>Il giornalista: “E’ una storia molto importante quella di Resia.” Il sindaco: “Si perché rappresenta un po' la peculiarità della nostra Regione Friuli-Venezia Giulia nel senso che noi arriviamo da una storia di confine, e di confine come sempre sappiamo le storie, i popoli, le persone che si incontrano, siamo stati capaci nell’ultimo millennio di conservare tradizioni, una cultura, un modo di stare al mondo molto particolare.”<p/>
<p>Mi fermo qui, il resto dell’intervista è una normale sintesi dei problemi relativi alla Valle. Quello che maggiormente mi ha incuriosito, e stranamente contrariato e dispiaciuto, è la prima parte dell’intervista, quella parte che ho cercato di riprendere e di trascrivere.<p/>
<p>È strano come si vuol analizzare una situazione storica iniziando - “che dietro quelle montagne c’è un mondo da scoprire” -, e parlare da subito che noi facciamo parte della “legge di tutela delle minoranze slovene dove (?) una minoranza di nostri cittadini si identifica in questa legge di tutela”, come se si volesse evidenziare un fatto di notevole importanza, quando tutti sappiamo che quella legge lascia il tempo che trova, una fregatura, ma il sindaco ha voluto evidenziare questa legge di tutela come fatto di notevole importanza calpestando la nostra identità e la nostra “resianità”.<p/>
<p>Tendenzialmente, in modo indicativo, significativo e orientativo o è tendenzialmente d’accordo con quello che è stato detto?<p/>
<p>Ma di tutto questo, si potrebbe sapere in che data è sorta questa fantomatica o fantastica minoranza, e quanti sono, i “nostri” - i “vostri” cittadini, questi cittadini appartenenti a razze diverse o a specie diverse, dotati da due componenti genetici o ereditari, uno dei quali sloveno (ma) e l’altro resiano (ma)?<p/>
<p>La storia di Resia, la sua storia, è vecchia di circa 1500 anni e non è una storia di confine, ma di insediamento, di stanziamento stabile di un popolo nel luogo, quello resiano, nel territorio della Val Resia.<p/>
<p>Ma abbiamo proprio bisogno di questa minoranza slovena per sopravvivere?<p/>
<p>O sfruttiamo questa messa in scena?<p/>
<p>Oggi sono in dieci, domani in venti, in futuro molti di più, poi addio resianità, arrivederci alla nostra identità.<p/>
<p>È questo che vogliamo?<p/>
<p>Niente di personale, sono solo le rimostranze di un resiano, non sloveno.<p/>
<p>Franco Tosoni<p/>
turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-28378695351220007132023-12-06T17:30:00.035+01:002023-12-19T09:26:50.273+01:00Val Resia : GIOVANNI CLEMENTE “TOMAŽIĆ Classe 1886<p>Un po' di storia resiana GIOVANNI CLEMENTE “TOMAŽIĆ <p/>
<p> Giovanni Clemente Tomažić nasce a Resia nel 1886 in una famiglia numerosa che comprendeva le due nonne Anna e Maria, dalla moglie Santina dai fratelli Eugenio e Pietro da uno zio Renato, dai figli Giovanni e Bruno e dalle sorelle Clelia e Maria.<p/> Quando era ancora un ragazzino, non ebbe molto tempo per dedicarsi ai giochi con i coetanei. Fin da piccolo il padre lo portò a lavorate in Austria presso il suo negozio di commerciante di frutta e verdura. <p>Frequentò le scuole del luogo dove imparò perfettamente la lingua scritta e parlata che, in seguito, gli fu molto utile.<p/>
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<p><b>Foto Scattata nel 1914 a Salisburgo</b><p/>
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<p><b>Foto sopra: Alpini Resiani guerra 1915-1918</b><p/>
</>A 29 anni fu chiamato militare nel 1915, col grado di sott'ufficiale degli Alpini. Dopo essere stato arruolato, fu mandato nella valle di Dogna con puntate anche sul Canin a salvaguardare i confini come guardia di frontiera. Si racconta che nel 1916 a Sella Somdogna nella notte di Natale le schermaglie da parte delle truppe italiane e da quelle austriache cessarono di combattere e, riuniti insieme attorno al fuoco, si scambiarono i doni. Scarseggiavano i viveri e bevande alcoliche dalla parte austriaca scambiate con tabacco da pipa e toscani che i nostri non avevano. Comandante di reparto in quel luogo era Giovanni Clemente che assecondò l'incontro.
</p><span><a name='more'></a></span><p><br /></p><p>
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All'indomani tutto fu come prima. Nelle varie vicissitudini militari seguite, fu fatto prigioniero e internato in un campo di concentramento. <p/>
<p>A San Giorgio, intanto, il maresciallo della gendarmeria cercava una persona che potesse fare da interprete per dare l'incarico come Commissario Comunale. <p/>
</>La moglie Santina comunicò immediatamente il nome del marito che conosceva la lingua parlata e scritta tedesca e indicò che si trovava prigioniero in attesa di essere trasferito in qualche campo di lavoro dell'Impero. La moglie prese il figlio Giovanni e si recò presso la cartiera di Moggio a preparare i documenti e, dopo alcuni giorni, il Giovanni Clemente Tomažić si presentò al comando di polizia pronto a prendere l'incarico. <p/>
<p>Constatato che il Clemente, avendo le caratteristiche richieste, gli fu immediatamente fatta la nomina di Commissario Prefettizio a metà anno del 1917.<p/>
<p>Lo fece con entusiasmo perché aveva già in precedenza partecipato alla vita del paese ed ora pensava di dare aiuto anche a tutta la popolazione della Valle. Prese questo incarico consapevole che era molto gravoso anche di più dopo che il maresciallo del comando di polizia ribadì che era comunque un prigioniero anche se era vestito civilmente. Il mancato rispetto delle regole sarebbe di nuovo rispedito da dove era già stato e trattato con le conseguenze toccate a tutti gli altri prigionieri. Dal colloquio e dalle raccomandazione che gli furono date, chiese solo che, se ciò fosse accaduto, avrebbe desiderato essere condotto in divisa da Alpino come era stato preso.<p/>
<p>I tempi non furono come si aspettavano,, quando arrivò l'ordine di richiamare tutti i militari distaccati per le esigenze dei vari servizi, anche Giovanni si trovò nelle stesse condizioni. Il maresciallo lo informò e, accompagnato da due militari, si recò a casa per indossare la divisa di Alpino. Salì in camera per cambiarsi mentre la moglie intrattenne più del dovuto le due guardie quando, inervosite, si misero a cercarlo. Intanto lui, in fretta e furia, riuscì a scappare dalla finestra sul retro della casa e si dileguo nel bosco, e con tutta probabilità salì fino in Piskiwar dove aveva uno stavolo. Per non aggravare la situazione dei familiari e del paese, si consegnò al comando di concentramento presso la cartiera di Moggio dove gli fu affidato l'incarico quale interprete dei prigionieri.<p/>
<p>Al termine del conflitto, riprese la carica di Commissario Prefettizio fino al 1919.<p/>
<p>Trascorsero gli anni guidati dal despota Mussolini quando scoppiò la seconda guerra mondiale e il Clemente fu assunto come impiegato civile presso il Comune. Il personaggio si accativò le simpatie della gente Resiana per la sua affabilità, cordialità, sincerità e disponibilità. Di corporatura robusta, era sempre con il cappello sul capo che lo faceva apparire burbero, austero e severo, sempre però pronto a offrire il suo aiuto a chiunque.<p/>
<p>Nell'agosto del 1944 Clemente sostituì il Commissario Isidoro Tosoni che durò fino al 31 marzo del 1946 quando si fecero le nuove elezioni alle quali non partecipò.<p/>
<p>Fu nel 1923, assieme al sindaco Pusca, di proporre la realizzazione di un Monumento per ricordare i Caduti Resiani. La storia non lo racconta, ma si presume che partecipò, come promotore, all'inaugurazione del Monumento ai Caduti nel 1931. Nel 1945 un aereo alleato fu colpito mentre stava tentando si distruggere il ponte ferroviario sul Fella in località Ponte per Aria tra Resiutta e Chiusaforte dalla contraerea tedesca. Il pilota si salvò buttandosi col paracadute. Cadde in Piskiwar dove la famiglia Clemente aveva uno stavolo. La moglie e lo stesso sindaco accorsero, presero il pilota e lo nascosero sul fienile. Fecero una tana profonda riempendola poi col fieno stesso. Giunsero i militari tedeschi e, dopo avere ispezionato i quattro stavoli, credettero ai proprietari quando fu loro indicato, che il pilota era caduto in un profondo burrone. Dopo il ritiro delle forze armate tedesche, il pilota fu accompagnato a Moggio. Terminata la guerra, corse voce che una commissione doveva prendere la decisione se Resia doveva rimanete Italiana o andare sotto la Jugoslavia. Il Sindaco allora riunì le varie Autorità e tutti d'accordo, inviò al Governatore militare e al Prefetto di Udine l'attestazione che la Valle di Resia era Italiana e tale doveva rimanere. Giunse la Commissione il 26 di marzo del 1946. Si erano riuniti presso un locale dell'esercizio della famiglia Lettig, e dopo avere sentito le varie testimonianze e quella determinante del Sindaco Clemente, la Commissione composta da Americani, Inglesi, Francesi e Russi decretarono che Resia doveva rimanere Italiana. Saputo quanto la Commissione aveva stabilito, una folla delirante li accolse sulla piazza con le grida di Viva l'Italia.<p/>
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<b>Le due foto sopra sono il documento, originale, del discorso fatto da Mario Argante, durante il funerale di Giovanni Clemente Tomazic (classe 1886) deceduto il 25 marzo 1948.</b>
<p>Terminato il conflitto, poco tempo dopo fu lui a proporre l'aggiunta di tutti i nomi dei caduti dell'ultimo conflitto e tutti coloro che si erano sacrificati per l'Italia e quelli che combatterono in altri stati.<p/>
<b><p>Discorso del Podestà Giovanni Clemente ai reduci della seconda guerra mondiale<p/></b>
<p>Documento originale concesso da Clemente Giovanni Tomažić nipote (omonimo) di Clemente Giovanni Tomažić (classe 1886)<p/>
<p>Il documento si trova in questo sito ed è stato pubblicato l'8 giugno 2015. Lo trovate
<a href="https://valresia-resije.blogspot.com/2015/06/resia-discorso-del-podesta-giovanni.html" target="_blank" rel="nofollow"><b>QUI</b></a><p/>
<p>Cari reduci, permettete che quale reduce della prima guerra – con voi che siete quelli della seconda – che può veramente dirsi mondiale – usciti dalle mistiche ombre del tempo, vi ricordi accanto agli ultimi morti, quelli che caddero in altro tempo per i confini d'Italia:<p/>
<p>A tutti i morti siamo debitori<p/>
<p> nomi che sul marmo qui dinnanzi sono scritti ed incisi, erano vite che combatterono impavide per le contrastate terre e frontiere. Sono dei nostri – dei parenti.<p/>
<p>Essi a loro tempo hanno guadagnato all'Italia, stima e rispetto. <p/>
<p>Questo monumento può essere una scuola !
<p/>
<p> Voi giustamente ricordate la prigionia dura in Germania o Polonia, i combattimenti d'Africa, della Grecia, d'Albania, il gelido vento della Russia, le ore in Jugoslavia – sappiate però che questo freddo marmo ci parla di Sabotino, del Podgora, del Carso, di Arsiero ed Asiago, dell'Isonzo, del Piave rosseggiante e vittorioso. E' uno stretto legame che lega ed avvince il reduce al combattente caduto, caduto in qualsiasi tempo – terra, cioè quella dei morti come unica fu, è, e sarà la fede o religione.<p/>
<p>Questo monumento ci parli della nostra bandiera, delle nostre frontiere, della nostra Patria.<p/>
<p>Italiani siamo e vogliamo rimanere, diceva l'Arcivescovo al comando Tedesco! Questa è sia anche la nostra frase, espressione sincera del nostro pensiero, del nostro sangue! <p/>
E ciò ripetiamolo contro chiunque tentasse vendere i nostri confini.
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOIe7Sgk0mjjlUf0YraE-NRlBXLTesa21Y7S72YyFxnFX5rAhOCM4D0T7Cem-x6J22cNumDXplaibFaPRNDpExp1vzBySt_B-lTC-xKnVjLNtILrpICnBJOaVbiABde1MfMPT3SwnrGW7QEDhwaEBhU7XXVPACBhpMURIPPOMwXWUS5xJpkYi2QIK09kQp/s4701/1%20Resia%20GIOVANNI%20CLEMENTE%20%E2%80%9CTOMA%C5%BDI%C4%86%20documento%20americano%20USA.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="600" data-original-height="3393" data-original-width="4701" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOIe7Sgk0mjjlUf0YraE-NRlBXLTesa21Y7S72YyFxnFX5rAhOCM4D0T7Cem-x6J22cNumDXplaibFaPRNDpExp1vzBySt_B-lTC-xKnVjLNtILrpICnBJOaVbiABde1MfMPT3SwnrGW7QEDhwaEBhU7XXVPACBhpMURIPPOMwXWUS5xJpkYi2QIK09kQp/s600/1%20Resia%20GIOVANNI%20CLEMENTE%20%E2%80%9CTOMA%C5%BDI%C4%86%20documento%20americano%20USA.jpg"/></a></div>
<b>La foto sopra è il documento originale del riconoscimento che diedero gli Americani a Giovanni Clemente Tomazic (classe 1886) per aver salvato il militare americano.</b>
<p>Articolo scritto da:<p/>
<p>Longhino Antonio Livin<p/>
<p> Di Lenardo Franco Turan<p/>
<p> Clemente Giovanni Tomazic classe 1955 (nipote di Clemente Giovanni Tomazic classe 1886)<p/>turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-23197834967857275682023-11-27T18:21:00.002+01:002023-11-27T18:23:13.326+01:00L’AUTENTICITA’ DELLA STORIA RESIANA – PERCHE’ INQUINARLA?
La Val Resia ha la sua storia, la propria storia, da circa 1500 anni. Nessuno può onorare l’originalità del suo passato e celebrare questa immensa eredità nel presente, se non i veri “resiani”, quei “resiani” che amano sentirsi rispettati nel riconoscersi nelle proprie origini.
Studiosi di fama si sono interessati del nostro patrimonio culturale. Sono venuti direttamente a Resia e hanno costatato, in prima persona, la veridicità e l’autenticità del patrimonio culturale di questa isola, diversa nel contesto del panorama circostante; per la sua originalità, la sua singolarità, così come hanno potuto studiare l’atipicità della sua lingua, interessarsi della sua musica, della sua danza, e la caratteristica dei suoi usi e costumi. Quindi Resia può considerarsi ed essere fiera della sua ricchezza culturale, della sua unicità, della sua particolarità. Lo studio e la scoperta della sua particolare eccezionalità genetica, una caratteristica venuta alla luce solo recentemente, è da considerarsi una proprietà e una specificità unica, che va ad associarsi, con questa sua ulteriore peculiarità, alla nostra eccezionale esistenza.<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNITPk4UFloo4cUAbDrVcDSV0cYlhTDymx3AV99fAz4SrzLu_W5OVoQA7F9DYcWg6oRJGXm-bVB2maL1vw4Yckcq2rnO5bSREPOZzMm7LYCdhQA2bKZwgaj4nBNq1hyphenhyphen409ZvbIX0bcEKJ2qALv_cHYLoxyHpJSllvIS9vjh7nmG7a_TyARWSvOhUeBA6dc/s1080/FB_IMG_1701105527465.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; clear: left; float: left;"><img alt="" border="0" width="320" data-original-height="810" data-original-width="1080" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNITPk4UFloo4cUAbDrVcDSV0cYlhTDymx3AV99fAz4SrzLu_W5OVoQA7F9DYcWg6oRJGXm-bVB2maL1vw4Yckcq2rnO5bSREPOZzMm7LYCdhQA2bKZwgaj4nBNq1hyphenhyphen409ZvbIX0bcEKJ2qALv_cHYLoxyHpJSllvIS9vjh7nmG7a_TyARWSvOhUeBA6dc/s320/FB_IMG_1701105527465.jpg"/></a></div>
L’unica nota discordante da questo contesto, nel rispetto di tale suo immenso patrimonio culturale, della sua tipicità, manca solo la notizia incoraggiante della sua provenienza, il luogo della sua origine.
Noi, quindi, abbiamo la nostra storia, la nostra ricca storia, ma tutto questo non basta a suggellare le nostre esclusive credenziali perché qualcuno, certi personaggi, nella loro pur misera storia esistenziale, sorta forse da una nebulosa e offuscata intraprendenza, una minoranza fasulla, ne vuol riscrivere un’altra, un’altra storia, dando credito alle estratte interpretazioni, velate e mascherate da ingannevoli e astratte storie fasulle. Qualche resiano ingenuo ci crede, segue questi incantatori, questi pifferai, per un po' di visibilità, un po' di lucentezza.
La storia non si inventa perché, se la nostra storia è arrivata fino a noi attraverso la ricerca e l’acquisizione della stessa tramite il racconto orale dei fatti del passato, vuol dire che i racconti si basavano sulle esperienze e sulla concretezza di questi fatti e sulle vicende realmente vissute. Se si confuta la nostra storia, così facendo si tenderebbe a compromettere la nostra stessa esistenza e la nostra stessa identità. Così come non si può sporcare l’autenticità della nostra musica, della nostra danza, tralasciando la nostra custodia in balia di chi vuol comprometterne la sua autenticità, la sua originalità.
Se abbiamo la nostra storia;
se abbiamo la nostra lingua;
se abbiamo la nostra musica;
se abbiamo la nostra danza;
se abbiamo i nostri costumi;
se abbiamo le nostre tradizioni;
se abbiamo una nostra fede.
Perché inquinarla? Perché mettere in dubbio tutto questo patrimonio?
Noi abbiamo accolto e permesso, con generosità, che una minoranza filo slovena si sia concessa di aprire una falla nelle nostre credenziali e mettere in discussione e in dubbio la nostra identità, il nostro credere; quindi, slegare quanto appariva protetto e difeso, dove nessuno, fino a quel momento, aveva mai messo in dubbio, la nostra buona fede, la nostra storia, la nostra resianità.
L’identità di un popolo, quello resiano, vive per la sua originalità del suo patrimonio culturale, ancorato alle sue tradizioni, ai suoi usi e costumi, alla sua lingua, teniamo quindi ben salda e chiusa la nostra porta, il nostro portone, a quegli avvoltoi che sono alla ricerca di provare a mettere in dubbio la nostra certezza e trasferire altrove un complesso culturale per realizzare una loro apparenza, quindi portarci via quanto noi abbiamo ereditato, conservato e valorizzato e farlo proprio per una loro visibilità, per una loro misera cultura.
La nostra comunità, il nostro popolo, ha un immenso valore, non lasciamocelo sfuggire.
<p>Franco Tosoni</p>turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-42867882615070108322023-11-27T14:33:00.002+01:002023-11-27T14:33:16.458+01:00Cartolina Prato 1912<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMes22X2-rygUJrnbVoXH8NmAZCaGCzMh3joQHlBCOigsf6ZgIisvHZlXfAm72UwtwEf8PnkIexbk8_ok2sX-xBzARi1_REKtrGWlkCsBYSejV7siKZS_8ZKwHAlUjqxF6O_UHvECuUUBWtYpO8z20zkAVhHZDBiHITMuKXVuVhuKKUXP3ABliPIeDtOHx/s1049/Screenshot_2023-11-27-14-31-33-212-edit_com.ebay.mobile.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="600" data-original-height="635" data-original-width="1049" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMes22X2-rygUJrnbVoXH8NmAZCaGCzMh3joQHlBCOigsf6ZgIisvHZlXfAm72UwtwEf8PnkIexbk8_ok2sX-xBzARi1_REKtrGWlkCsBYSejV7siKZS_8ZKwHAlUjqxF6O_UHvECuUUBWtYpO8z20zkAVhHZDBiHITMuKXVuVhuKKUXP3ABliPIeDtOHx/s600/Screenshot_2023-11-27-14-31-33-212-edit_com.ebay.mobile.jpg"/></a></div>turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-71440714105458902812023-11-22T18:40:00.002+01:002023-11-22T18:40:49.436+01:00Oseacco fine anni 40 circaCarnevale a Oseacco
<p> circa 1946/7/8
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_-uvVcDdhy1zQygBO-y9PXirHKU__ZI95miFbz-EhobTTjSeFHbcUeYr7-Z4f6DCtOZ-AtH9cumhHqU_sKJ-ucyGx6TVCpE9lmKJdOAG_l0hfrPLDtsslDFbFz8BCANeFOlmFvQTlWDkwm9W_sRwKRH2VHz_JMx1f_v_LnIrsntfbjV4-NAViq-b7kjRn/s1317/oseacco%20fine%20anni%201940%20carnevale.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="600" data-original-height="1317" data-original-width="912" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_-uvVcDdhy1zQygBO-y9PXirHKU__ZI95miFbz-EhobTTjSeFHbcUeYr7-Z4f6DCtOZ-AtH9cumhHqU_sKJ-ucyGx6TVCpE9lmKJdOAG_l0hfrPLDtsslDFbFz8BCANeFOlmFvQTlWDkwm9W_sRwKRH2VHz_JMx1f_v_LnIrsntfbjV4-NAViq-b7kjRn/s600/oseacco%20fine%20anni%201940%20carnevale.jpg"/></a></div>
<p>Da destra:</p>
<p>Siega Gemma Acumave</p>
<p>Foladore Emma Zabalonino (sorelle)</p>
<p>Foladore Luigi Paule</p>
<p>Foladore Marietta Zabalonino (sorelle)</p>
turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-45834281786395408342023-11-22T16:46:00.004+01:002023-11-22T16:46:31.049+01:00Cartolina Oseacco 1965 circa<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEju5edLuPUwyDcr6rZgBINgi7J6gr4YDIFDbDQD_dFnIBiGs7jOY-3iL78fYm7CR-sGkz85edCPTGLpTaxOUBJmdEv5g2XZrFOTdD6g7QPW5HeIdqzW2F1KNxEHz8er1AMpMjGKMIkpL58yaBcaEBE95lXLjOcnL-eXYbL55eDpL9SlAlKhUHP8wXVvDNq_/s1149/Cartolina%20Oseacco%201965%20circa.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="600" data-original-height="817" data-original-width="1149" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEju5edLuPUwyDcr6rZgBINgi7J6gr4YDIFDbDQD_dFnIBiGs7jOY-3iL78fYm7CR-sGkz85edCPTGLpTaxOUBJmdEv5g2XZrFOTdD6g7QPW5HeIdqzW2F1KNxEHz8er1AMpMjGKMIkpL58yaBcaEBE95lXLjOcnL-eXYbL55eDpL9SlAlKhUHP8wXVvDNq_/s600/Cartolina%20Oseacco%201965%20circa.jpg"/></a></div>turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-45484383903812893472023-11-22T16:44:00.003+01:002023-11-22T16:44:24.161+01:00Cartolina Oseacco 1970 circa<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJZANlS5TdelgG4-JCiNbkfbDXK332qL_IRNwcP44wItp-iH0l8nqtGM4or0WDNU5VwD4twih3tnEzFTsH27h99GMB-mSLRw_zn9X-qwlnpRrEte8hvKt21BM_YUjE9U07xewBsSqAJSzRAVEqX3Gq1wp04ZvzFIj1lkfbS53knARjzJXuNsZ2oOU1o1sV/s1176/Cartolina%20Oseacco%20%201970%20circa.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="600" data-original-height="816" data-original-width="1176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJZANlS5TdelgG4-JCiNbkfbDXK332qL_IRNwcP44wItp-iH0l8nqtGM4or0WDNU5VwD4twih3tnEzFTsH27h99GMB-mSLRw_zn9X-qwlnpRrEte8hvKt21BM_YUjE9U07xewBsSqAJSzRAVEqX3Gq1wp04ZvzFIj1lkfbS53knARjzJXuNsZ2oOU1o1sV/s600/Cartolina%20Oseacco%20%201970%20circa.jpg"/></a></div>turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-62840935818173901592023-11-22T16:28:00.004+01:002023-11-22T16:28:50.764+01:00Cartolina panoramica Val Resia 1950 circa<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXfD2si-QHnyqAVOyCR3LGi0lt2KVUkjXBxMPc8F7UP3Eg6jmmtXPIGjkZSxoJ-N_vlhYhkt3XW_7yxqMlxkkTExxu6OW5ibNniAAN6lFWqBAmn7fLr3Kzeb1Dd-Y2H8443G3IWyjfdbPI3ToiYGLLKuS8XZOEA6Q0pET_Hi8hd3inuikjLgQDKxvD7cW2/s1162/Cartolina%20panoramica%20Val%20Resia%201950%20circa.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="600" data-original-height="803" data-original-width="1162" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXfD2si-QHnyqAVOyCR3LGi0lt2KVUkjXBxMPc8F7UP3Eg6jmmtXPIGjkZSxoJ-N_vlhYhkt3XW_7yxqMlxkkTExxu6OW5ibNniAAN6lFWqBAmn7fLr3Kzeb1Dd-Y2H8443G3IWyjfdbPI3ToiYGLLKuS8XZOEA6Q0pET_Hi8hd3inuikjLgQDKxvD7cW2/s600/Cartolina%20panoramica%20Val%20Resia%201950%20circa.jpg"/></a></div>turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-70705987491732047152023-11-22T16:23:00.006+01:002023-11-22T16:24:18.528+01:00Stolvizza - Cartolina 1960 circa<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeD5f8GW99xMg9mjlHVrRlx0E-wzJxszEZA0FRLxXbqP1JWlDdaCTLulaHfDopNSiD3Io8StRXmLoWwPiqhCHYSb5wKKUFSHXpbGpWkPIdZZjhyphenhyphen9DVtd3p7CNCvCYNLDxc7RqfxJQmrknX3pnAqoQ1B_psz00Ihgao_qUvBKBc9BIP7n4VEecGg9qlXeBT/s1171/Cartolina%20Stolvizza%20-%201960%20circa.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="600" data-original-height="802" data-original-width="1171" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgeD5f8GW99xMg9mjlHVrRlx0E-wzJxszEZA0FRLxXbqP1JWlDdaCTLulaHfDopNSiD3Io8StRXmLoWwPiqhCHYSb5wKKUFSHXpbGpWkPIdZZjhyphenhyphen9DVtd3p7CNCvCYNLDxc7RqfxJQmrknX3pnAqoQ1B_psz00Ihgao_qUvBKBc9BIP7n4VEecGg9qlXeBT/s600/Cartolina%20Stolvizza%20-%201960%20circa.jpg"/></a></div>turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-80120266106841626972023-11-19T00:51:00.003+01:002023-11-19T00:53:40.564+01:00Grazie a Voi
<p><b>Non è ai potenti che ci si deve inchinare ma alla dignità delle persone umili.<p/>
<p>I nostri Nonni e Genitori hanno lavorato la terra, versato sudore, ed è a loro che io voglio dire Grazie. <p>A coloro che, anche senza una laurea, hanno costruito e valorizzato la nostra Piccola Patria.<p/> RESIA</b>
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6o2W8Jtb5oXDKVZqBZHaGJVgsy9WgU2FlGurTdfVMutEgeN4dnkOU6SgctD8GmSWt26d0SYD0fFQGJrMtDAIgqxMjllDLj4vplXzk8W3B_2gpCPV8FfKB3I-gHWzoVYXYikMQVY10QeXZL3KQB83shWgjrrE2uS8NFethq_XHnJrwF3UdZQd8FYblow2c/s795/FB_IMG_1700350892696.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="600" data-original-height="795" data-original-width="720" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6o2W8Jtb5oXDKVZqBZHaGJVgsy9WgU2FlGurTdfVMutEgeN4dnkOU6SgctD8GmSWt26d0SYD0fFQGJrMtDAIgqxMjllDLj4vplXzk8W3B_2gpCPV8FfKB3I-gHWzoVYXYikMQVY10QeXZL3KQB83shWgjrrE2uS8NFethq_XHnJrwF3UdZQd8FYblow2c/s600/FB_IMG_1700350892696.jpg"/></a></div>
turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-59876842609054486562023-11-18T23:50:00.007+01:002023-11-18T23:55:04.270+01:00Coritis 1947<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0FF2S-pYGJCV9ZFZXBWADVPfBwK-srxwmOAmqmIvzchBkjLx_tNHOa_vJ6uCuYWA7h13ZpxlWAqQdTvx6A4hw0fbiAd_r7exYgwLKeRZMPRqDRazk2X5C3sQTQw_jJDpL_gVS9xz7dsODBGjNuMkDC6Ww38Rh4V3QViBNPlryKvk2QBngXNpUUaoHj8j7/s1597/Screenshot_2023-11-18-23-25-16-286-edit_com.facebook.katana.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" height="600" data-original-height="1597" data-original-width="1024" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0FF2S-pYGJCV9ZFZXBWADVPfBwK-srxwmOAmqmIvzchBkjLx_tNHOa_vJ6uCuYWA7h13ZpxlWAqQdTvx6A4hw0fbiAd_r7exYgwLKeRZMPRqDRazk2X5C3sQTQw_jJDpL_gVS9xz7dsODBGjNuMkDC6Ww38Rh4V3QViBNPlryKvk2QBngXNpUUaoHj8j7/s600/Screenshot_2023-11-18-23-25-16-286-edit_com.facebook.katana.jpg"/></a></div>
<p>Foto di Silvio Cadoli.</p>
<p>Nella foto il gruppo Guardia di Finanza con sede a Coritis.</p>
turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-9118467812629496022023-11-17T11:40:00.004+01:002023-11-17T11:40:58.988+01:00Oseacco 1970 circa <div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjCnyfkqN5__5Ug2z6ohLcMUerIAkaySMXkCLY8-7vMjWn0miaq5jqT2Ar8aoh9XZtwJrhAuq29Dd6l4Lnzd0x6gel2auzYIBzAMCIaEJitQ9UMoBi4OfxT3dcqxwzwo5xUunrx6E7DSMMx3oQWYzIjoU16FQmmkceYkDfiIYoMDSDFJ30ihGP3KyleKKW/s1185/scansione0042.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="600" data-original-height="792" data-original-width="1185" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjCnyfkqN5__5Ug2z6ohLcMUerIAkaySMXkCLY8-7vMjWn0miaq5jqT2Ar8aoh9XZtwJrhAuq29Dd6l4Lnzd0x6gel2auzYIBzAMCIaEJitQ9UMoBi4OfxT3dcqxwzwo5xUunrx6E7DSMMx3oQWYzIjoU16FQmmkceYkDfiIYoMDSDFJ30ihGP3KyleKKW/s600/scansione0042.jpg"/></a></div>turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6212507038111375822.post-47448801765796431832023-11-17T10:04:00.001+01:002023-11-17T10:04:08.872+01:00Cartolina Lischiazze Prima del terremoto del 1976
<div class="separator" style="clear: both;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLYjrPN7SHobKz_eBe0CZuB7R7t7Hd8I9_g7gOYxRuhIXCd647oAeR3WG-gmMA2t_AGNAoLQKmagqJoakw44JjsRh7WNjy384ys4iD9byVZfxlWdG65yeJs6-ajYIDuvJ3biCriiQAHHv3nZSiShN2WTMoafi4y9YhEaS55thF7m-ib_TnsfYDlOUafBwI/s1080/FB_IMG_1700211672609.jpg" style="display: block; padding: 1em 0; text-align: center; "><img alt="" border="0" width="600" data-original-height="758" data-original-width="1080" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLYjrPN7SHobKz_eBe0CZuB7R7t7Hd8I9_g7gOYxRuhIXCd647oAeR3WG-gmMA2t_AGNAoLQKmagqJoakw44JjsRh7WNjy384ys4iD9byVZfxlWdG65yeJs6-ajYIDuvJ3biCriiQAHHv3nZSiShN2WTMoafi4y9YhEaS55thF7m-ib_TnsfYDlOUafBwI/s600/FB_IMG_1700211672609.jpg"/></a></div>turan1964http://www.blogger.com/profile/15998380472674895030noreply@blogger.com0