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domenica 11 dicembre 2016

San Michele Arcangelo

Ricevo e volentieri pubblico.
Articolo di Franco Tosoni

La chiesa di San Giorgio, la prima e la più antica della valle, è composta da tre navate con due altari laterali. Un altare, lato destro, è dedicato alla Madonna, l’altro, lato sinistro, è invece dedicato a San Giuseppe. Originariamente, come presumo, tutti gli altari, almeno quelli laterali, al posto delle statue, trovavano posto degli affreschi. Anche in questa chiesa, a suo tempo la situazione degli altari era diversa da quella attuale.
Nell’altare che ora si trova la statua della Madonna, in origine era stato posto l’affresco di San Ulderico, che ora lo si può notare, incorniciato, nella parete laterale della navata di destra. Nell’altro altare laterale, dove ora si trova la statua di San Giuseppe, in origine era stato posto l’affresco di San Michele Arcangelo, questo fino ai primi anni cinquanta, poi, per dare spazio alla statua di San Giuseppe, era stato sistemato nella parete laterale della navata di sinistra. Nel luogo in cui oggi si dovrebbe trovare l’affresco di San Michele Arcangelo, al suo posto, si trova invece una pittura fatta qualche anno fa, ma dell’affresco, al presente, non si ritrova traccia. Per riassumere la situazione degli altari della chiesa di San Giorgio, dei tre affreschi, attualmente possiamo ammirare: sul retro dell’altare maggiore campeggia l’affresco di San Giorgio, mentre sulla parete laterale della navata destra si trova l’affresco di San Ulderico. Dell’affresco raffigurante San Michele Arcangelo, al momento, non si trova traccia, per quale motivo? Forse la questione è molto semplice. Dopo il terremoto del mese di maggio e del mese di settembre 1976, la chiesa di San Giorgio era stata seriamente lesionata per cui, presumo, alcune opere sacre erano state rimosse per tutelare la loro integrità. Una volta restaurata e riaperta al culto, la chiesa è ritornata al suo antico splendore dove tutte le opere sono state poi rimesse al loro posto, tutte meno l’affresco di San Michele Arcangelo. Per quale motivo? Ho saputo che il quadro, subito dopo il terremoto, era stato portato in Curia a Udine, ma una volta sistemata la chiesa non ha fatto più ritorno, perché? È stato detto, almeno quello che io sentito raccontare, che non era più rintracciabile ed individuabile fra le tante opere che avevano trovato rifugio in chissà quale capannone di proprietà dell’Arcidiocesi di Udine. Perché proprio e solo l’affresco di San Michele Arcangelo? Mistero. Io mi ricordo di questo affresco, sia quando era sistemato sull’altare laterale sinistro, sia quando era stato sistemato, per far posto alla statua di San Giuseppe, sulla parete laterale sinistra, non ho però la percezione esatta della sua raffigurazione. Faccio appello a tutte le persone di San Giorgio, per chi leggerà questo scritto, se è in possesso di qualche testimonianza e di qualche fotografia di questo quadro, eventualmente di contattarmi. Chissà, forse, con una prova concreta non si possa far ritornare un’opera di proprietà della nostra comunità.
Franco Tosoni

lunedì 3 ottobre 2016

UNA LOCALITÀ’ - TANTI NOMI

Ricevo e volentieri pubblico

Articolo a cura di Franco Tosoni

Quando una località si presta a più interpretazioni e il suo nome si alterna a diverse versioni, anche se la sostanza rimane invariata, allora sorge un dubbio esplicativo, perché questa località non ha un nome correttamente preciso? Per intendere, come lo devo scrivere correttamente per non incorrere a confondere ed equivocare in modo macroscopico? Visto che le varie versioni si intendono scritte in italiano, forse perché fra la pronuncia in resiano e lo scritto in italiano il nome non è facilmente decifrabile e pronunciabile, quindi sarebbe opportune, visto anche le diverse interpretazioni, che ha tale località, giusto e legittimo, venisse nominata e scritta con un unico e proprio nome, esattamente e verosimilmente, in lingua resiana. Ho letto da più parti che il nome di questa località viene scritto in modi diversi e, precisamente: Rusgis, come si può notare anche dalla tabella toponomastica di una via di San Giorgio, poi da altri, così riportati, Ruscis, Ruschis e Ruscjs.
Questa bellissima località alpestre, meta fino ad alcuni anni di pascoli ed alpeggio, dove i proprietari di stavoli trascorrevano buona parte dell’anno, qualcuno anche per circa otto mesi. Ora l’obiettivo dominante e principalmente, sono le escursioni e le scampagnate, limitate però a non più di qualche ora o, al massimo, di qualche giorno. dove le persone non hanno più motivo se non quella di trascorre qualche ora in armonia con amici, fra una mangiata, una bevuta e una cantata.
Ha conclusione di questa mia breve divagazione, unicamente impostata per spiegare la diversità e la discordanza interpretativa e nominativa di questa località, propongo, quindi, come ho già accennato, di chiamarla e scriverla così, in lingua resiana: Rüščije.
Franco Tosoni

domenica 4 gennaio 2009