ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena
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venerdì 8 marzo 2024

LINGUA RESIANA: l'Associazione ITVR ricorre all'Onu contro l'Italia

Associazione chiede misure per tutela identità e lingua resiana

(ANSA) - STRASBURGO, 08 MAR - L'associazione identità e tutela Val Resia è ricorsa all'alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, basato a Ginevra, contro le autorità italiane.

L'ong sostiene che lo Stato sta violando i diritti degli abitanti di questa zona del Friuli Venezia Giulia perché non riconosce e protegge l'identità e la lingua resiane, e le mette in pericolo con le misure prese per promuovere la cultura e lingua slovene.

Ginevra ha già inviato una lettera al Governo chiedendo informazioni, soprattutto sulle ragioni per cui la cultura e la lingua resiane non sono mai state inserite tra quelle difese dalla legge 482 del 1999 che contiene le norme sulla tutela delle minoranze linguistiche storiche. Sinora Roma non ha risposto.

Nel ricorso l'associazione spiega che la sua battaglia non è contro la cultura e la lingua slovena, che la maggior parte degli abitanti della Valle non riconoscono come proprie, ma ha invece lo scopo di ottenere un riconoscimento dell'identità e della lingua resiane pari a quello che hanno quelle slovene.

Nella documentazione inviata a Ginevra si evidenzia che la Valle ha una storia e cultura distinte da quelle delle zone limitrofe anche perché è stata per lungo tempo isolata dal resto del mondo.

Oggi il resiano è parlato da circa mille-duemila persone, ed è stato inserito dall'Unesco tra le lingue che rischiano si estinguersi. (ANSA).

ITVR INFORMA: «La nostra lingua non è riconosciuta»: l’ong della Val Resia ricorre all’Onu contro l’Italia

L’associazione chiede misure per tutela ed identità: «Lo Stato sta violando i diritti degli abitanti di questa zona del Friuli Venezia Giulia»

L'associazione “Identità e tutela Val Resia” è ricorsa all'alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani, che ha sede a Ginevra, contro le autorità italiane. L'ong sostiene che lo Stato sta violando i diritti degli abitanti di questa zona del Friuli Venezia Giulia perché non riconosce e protegge l'identità e la lingua resiane e le mette in pericolo con le misure prese per promuovere la cultura e lingua slovene.

Ginevra ha già inviato una lettera al Governo chiedendo informazioni, soprattutto sulle ragioni per cui la cultura e la lingua resiane non sono mai state inserite tra quelle difese dalla legge 482 del 1999 che contiene le norme sulla tutela delle minoranze linguistiche storiche.

Sinora Roma non ha risposto. Nel ricorso l'associazione spiega che la sua battaglia non è contro la cultura e la lingua slovena, che la maggior parte degli abitanti della Valle non riconoscono come proprie, ma ha invece lo scopo di ottenere un riconoscimento dell'identità e della lingua resiane pari a quello che hanno quelle slovene.

Nella documentazione inviata a Ginevra si evidenzia che la Valle ha una storia e cultura distinte da quelle delle zone limitrofe anche perché è stata per lungo tempo isolata dal resto del mondo. Oggi il resiano è parlato da circa mille-duemila persone ed è stato inserito dall'Unesco tra le lingue che rischiano si estinguersi.

Tratto dal Messaggero Veneto dell'8 marzo 2024

venerdì 21 aprile 2023

5 x 1000 : ITVR - IDENTITÀ E TUTELA VAL RESIA

AIUTA ITVR nelle sue iniziative.
Destina il tuo 5xmille a ITVR Identità e Tutela Val Resia CF 93016640307.
È un gesto semplice che non costa nulla perché è una parte di contributi che lo Stato ha deciso di devolvere ad enti ed associazioni che si distinguono per il loro impegno.
Destinare il 5x1000 è facile e veloce: nel tuo modello per la dichiarazione dei redditi (CU, 730 o UNICO) troverai uno spazio dedicato alla “SCELTA PER LA DESTINAZIONE DEL 5x1000 DELL’IRPEF”.

domenica 27 marzo 2022

SOLTANTO RESIANI - DA 1400 ANNI

SOLTANTO RESIANI – DA 1400 ANNI

Egregio Direttore

Sono Presidente dell’Associazione che si prefigge il compito di difendere l’Identità Resiana dalle manipolazioni e falsificazioni a cui è soggetta da tempo.

La conformazione geografica della valle, chiusa da tutti i lati, con l’unico accesso carrozzabile costituito da una strada realizzata nel 1838, ha determinato e condizionato la vita e le vicende storiche della valle, ma allo stesso tempo ha favorito il mantenimento di una lingua, di chiara origine slava, che conserva ancora oggi interessanti tratti arcaici e svariati altri elementi di interesse, mentre ha permesso lo sviluppo ed il mantenimento di tradizioni orali, canti e balli unici. E Baudouin de Courtenay nel 1875 scrisse: “…il senso di appartenenza alla medesima famiglia resiana, [è] considerata dagli stessi Resiani qualche cosa di affatto particolare, in contrapposto alle stirpi romane e a quelle slave a contatto immediato con esse.”

Il problema di noi Resiani non è la comparazione della nostra cultura a quella russa, ma lo stravolgimento della nostra identità per farci diventare sloveni e, ancora peggio, la razzia di cultura, musica, tradizioni e letteratura orale, tipiche solo resiane, da parte slovena. Fatti questi già dettagliatamente descritti in una lettera aperta inviata al Suo giornale nel luglio 2020: “L’appropriazione fraudolenta dell’identità, della cultura, degli usi e tradizioni letterarie orali resiane autentiche”.



Per quanto riguarda il convegno a Udine del 2006, dobbiamo ricordare il misfatto perpetrato ai danni del resiano che – da lingua slava arcaica d’interesse mondiale – veniva declassato a dialetto e subito dopo, a dialetto sloveno, “per permettere anche ai Resiani di ricevere qualche spicciolo…”. In quel contesto sono state completamente ignorate e disattese le teorie di valenti linguisti concordi nell’affermare che il resiano è un’interessantissima lingua slava arcaica che non può essere mai un dialetto sloveno, in quanto la sua origine è indipendente dallo sviluppo della lingua slovena.

Fino a qualche decennio fa nessuno ci associava agli sloveni, eravamo SOLTANTO RESIANI, poi un po’ alla chetichella (infatti la parola d’ordine era: “non dite nulla alla gente altrimenti si spaventa”), ci hanno sottomesso alla legge di tutela della minoranza linguistica slovena. 

Se nel caso resiano c’è l’espediente della lingua, quale giustificazione può avere l’estensione della legge di tutela al Comune di Cividale? Si, proprio così. Il Sindaco e Vice-Sindaco denunciano da tempo questo scandalo. Per fortuna che il Sindaco sa difendere il primato dello Stato Italiano. In una recente (21.01.2022) intervista al quotidiano della minoranza slovena, Daniela Bernardi ha affermato fra le altre: “il punto di partenza è che siamo tutti Italiani, se a qualcuno non va bene, che vada altrove; siamo tutti Italiani, ognuno con le sue radici... Ma ripeto, che il punto di partenza è che qui è Italia…”. Magari tutti i Sindaci fossero così!

È interessante notare anche quanto avvenuto il 23 novembre 2017, (vedi lo stesso quotidiano on-line del 23.11.2017): una delegazione della minoranza slovena si è incontrata con l’allora Sindaco di Udine, accompagnato da un Consigliere comunale e dal Presidente delle istituzioni per l'ARLEF, perché secondo loro Udine aveva meritato l'inclusione nella zona, dove si esercita la legge di tutela degli Sloveni. L’allora Sindaco ha spiegato, che “non ha nulla contro la possibile inclusione di Udine nella legge di tutela degli Sloveni (basterebbe un terzo dei consiglieri comunali), peccato solo che la proposta sia arrivata in ritardo, infatti al sindaco e all'amministrazione uscente scade il mandato (nella primavera 2018 ci saranno le elezioni comunali)”. 

Di questo gli Udinesi non sapevano nulla e allargando la visuale, si nota che in certi Comuni, ci sono tensioni, situazioni conflittuali, opposizioni durissime per renderli ingovernabili: sono tutte tattiche per disturbare, sfiancare, mettere in cattiva luce l’Amministrazione. Perché? Per subentrare e poi … tutto è possibile. 

Ci vorrebbe ancora molto spazio per descrivere cosa significa essere sotto una legge di tutela della minoranza slovena. Contributi? Solo a coloro che svendono la propria identità e collaborano.

I Friulani devono sapere che la legge di tutela diventa una propaganda di slovenizzazione, una dittatura culturale, un’imposizione della lingua slovena, al punto che ci si sente stranieri nel proprio paese. Ma chi sono questi ‘sloveni’? La loro identità nazionale è nata alla metà del 1800, a seguito dei moti nazionalisti europei, penetrati anche fra gli Slavi, che vivevano sotto l’Impero Austriaco. Mentre nel 1800 i Resiani vivevano a Resia già da 1200 anni, con la loro precisa cultura, identità e lingua. Gli ‘sloveni’ si chiamavano semplicemente Carinziani, Stajerski e Koroski. Non avendo una storia importante alle spalle, gli sloveni se ne sono inventata una, eroica e fiabesca e, per mancanza di una chiara tradizione culturale slava alle spalle, hanno pensato di appropriarsi della cultura resiana, antica, conservativa e interessante; questa sì originale e di chiara matrice slava.


 Il Presidente

        Dott. Nadia Clemente

          Resia


Tratto dal Messaggero Veneto di Domenica 27 marzo 2022

venerdì 30 luglio 2021

PER NOI L’IDENTITA’, LA CULTURA E LA LINGUA RESIANA NON SONO UN’OPINIONE

MA UNA REALTA’ INNEGABILE E INDISCUTIBILE RICAPITOLIAMO - 27 LUGLIO 2021 In questi anni abbiamo fatto una raccolta delle esternazioni che i Resiani filo-sloveni hanno esposto per giustificare/scusare la propria opzione. Le giustificazioni vengono loro suggerite di continuo, durante le occasioni di incontro: vuoi di Anniversario qualsiasi (decennale di…, ventennale di…, venticinquennale di…, 170° - 180°), Festival di musica, Festival di spettacolo, Premiazioni, Concorsi, Conferimento di medaglie, Corsi di lingua, Incontri di amicizie, Visita di Personalità politiche, ecc. È un indottrinamento martellante che provoca “un indebolimento dell’autonomia, un’incapacità di pensare autonomamente, una distruzione delle credenze e delle affiliazioni, cioè sconvolgimento dei valori e credenze di base” (‘fenomeno’ che si chiama anche in altro modo).
Comunque, precisiamo, possono pure dichiararsi sloveni o filo-sloveni, ma le giustificazioni-frottole, per tacitare la loro coscienza, restano sempre frottole; non sono le vere motivazioni. Ecco un elenco, speriamo esaustivo, delle scusanti; avvallate anche dai resiani che collaborano, dichiarandosi pilatescamente super-partes. Se abbiamo dimenticato qualcosa, per favore, fateci sapere. 1. I primi abitanti arrivati a Resia erano sloveni, quindi/ergo i Resiani sono ‘sloveni’. [OBIEZIONE: 1) se fossimo stati sloveni ci avrebbero chiamati ‘sloveni’ e non “Sclafs”, “Roseans”. 2) All’epoca del nostro arrivo in Valle – VII, VIII sec. – gli Sloveni non esistevano e la loro etnogenesi (processo di formazione di un gruppo etnico) è iniziata nel XVI sec.; mentre l’etnogenesi dei Resiani, FUORI DA OGNI DUBBIO, è iniziata nell’VIII sec. 3) Nelle famiglie resiane non è presente una apprezzabile commistione resiano-slovena tale da dimostrare la nostra ‘origine slovena’; 4) nessun sloveno parla fluentemente il resiano e nessun Resiano parla lo sloveno (a parte qualche eccezione contingente); 5) Nessuno Resiano si è mai sognato di dichiararsi ‘sloveno’ fino a quando è iniziato il via-vai e il lavoro di persuasione da parte slovena e ancor di più dopo la promulgazione della legge di ‘Tutela della minoranza linguistica’ che porta vantaggi economici a chi si dichiara ‘sloveno’] 2. L’indagine genetica del DNA dei Resiani non dimostra niente. [OBIEZIONE: 1) la scienza non sbaglia; 2) evidentemente non avete una precisa percezione del vostro DNA; vi è stato omologato?] 3. Siamo diventati “Italiani” tutt’ad un tratto, senza volerlo e senza accorgerci (čenče pa nu malu se wćupit, samo se naleśli Laški. Si riferiscono al Plebiscito del 1866, di cui qualcuno non si ricorda neanche, ma gliel’hanno prontamente ricordato). [OBIEZIONE: 1) ma prima del Plebiscito cosa eravamo? non certo Sloveni e siamo rimasti sempre Resiani; 2) abbiamo fatto una ulteriore scelta nel 1946, non basta? 3) Né il Plebiscito e né il fascismo ci ha cambiato l’identità. Ora invece, senza neanche un Plebiscito, siamo diventati ‘sloveni’. Dove non sono riusciti i fascisti, ci sono riusciti gli sloveni a cambiarci l’identità. VEDI: Praga (1968) “Sommario sulla tradizione orale degli sloveni di Resia (ITALIA)”; Malborghetto (1988) “Catalogo registrazioni delle tradizioni popolari degli Sloveni in Italia 1962-1988; (1964) “Pri slovenskih pravljičarjih: Rozalia iz Bile v Reziji”, Novellatrice slovena di Resia; (1988) videoregistrazioni della RTV Ljubljana “Slovenske ljudske pesmi iz Rezija”….. Si potrebbe andare avanti all’infinito, ma non c’è spazio qui e un elenco, incompleto, è stato già pubblicato: riguarda le appropriazioni della nostra cultura da parte slovena e l’appropriazione della nostra identità.] 4. Non scriviamo resiano? [OBIEZIONE: Fra un po’ impareremo lo sloveno: “Še vedno pa čakamo, da bi se pouk slovenskega jezika razširil in udomači tudi na območju Terskih dolin, Rezije in Kanalske doline. To ostaja naš cilj in naša zahteva.” Scritto da una resiana sul Novi Matajur del 7 4. gennaio 2021: “Attendiamo sempre che l’insegnamento della lingua slovena si diffonda e diventi familiare anche nell’ambito delle valli del Torre, di Resia e nella ValCanale. Questo resta il nostro obiettivo e la nostra esigenza.” (sic!)] 5. Spopolamento del territorio di Resia. Riduzione degli alunni nella Scuola di Resia [OBIEZIONE: Anche gli Sloveni patiscono lo spopolamento ma lo schivano, annettendo i Resiani e altri] 6. I Fascisti hanno italianizzato i nostri cognomi [OBIEZIONE: ma Lettig, Moznich, Pielich, ecc. sono rimasti sempre gli stessi.] 7. I Fascisti ci hanno impedito di usare la nostra lingua. [OBIEZIONE: 1) leggo sul Bollettino Parrocchiale Primavera 1983 “a Resia è stato possibile, come niente fosse, e per di più sotto il mantello dell’O.N.D. perfino la stampa di alcuni testi in resiano” e farne sfoggio in una manifestazione pubblica a Gemona. 2) mentre ora, vedi punto 4]. 8. I Fascisti volevano annientare gli Slavi dal territorio italiano [OBIEZIONE: adesso gli stessi Slavi vengono annientati dagli sloveni]; 9. Avendo la ‘cittadinanza slovena’ possiamo usufruire dei prezzi agevolati che praticano di là. [OBIEZIONE: con il denaro si compra tutto, anche l’identità] 10. Il resiano è un dialetto sloveno, non lo diciamo noi ma i linguisti [OBIEZIONE: voi citate solo i linguisti che affermano ciò che voi volete sentire e dire, ciò che vi hanno inculcato, ma da soli non avete fatto ricerche e approfondimenti. …v Reziji in Teru,… sta edina dialekta, na katera ni vplivala slovenska kultura. Scritto da uno sloveno e, se lo dicono loro, dobbiamo crederci: ‘A Resia e (nel territorio) del Torre… cI sono due dialetti unici, sui quali non ha influito la cultura slovena’]. 11. Dobbiamo mantenere la “collaborazione transfrontaliera” [OBIEZIONE: che si riduce nel consegnare agli sloveni il patrimonio culturale, linguistico e identitario resiano, affinché loro, possano pavoneggiarsi di una cultura specialissima e ricchissima come la nostra, mentre la loro è rimasta annientata da secoli di dominazione tedesca]. 12. Facciamo quello che vogliamo [OBIEZIONE: o quello che vi dicono ‘loro’ di fare?] NOSTRA DOMANDA: lo Stato Italiano finanzia con una bella vagonata di milioni questi Italiani-scontenti. Conoscete il proverbio che parla di ‘il piatto in cui si mangia’? Significa: “Dopo aver beneficiato dei favori di qualcuno, ben presto li disprezza con evidente, egoistica ingratitudine”. Domanda: Prima mangiano nel piatto e poi sono ingrati? oppure Prima sono ingrati e poi mangiano nel piatto? I.T.V.R.

sabato 20 febbraio 2021

Tradizione Orale della Val Resia - Wïže, pravize, zitirade našeh ti stareh

Pubblichiamo l'elenco delle registrazioni fatte a Resia dal 1962 al 1975 (e anche prima) da vari studiosi, fra cui anche Alan Lomax (etnomusicologo americano) che ha visitato l'Italia nel periodo 1954-55, passando per Resia. In seguito alcuni tecnici della RAI di Trieste hanno effettuato le registrazioni a Resia (e altrove in Friuli): ricordiamo Carpitella, Nataletti. Insieme a loro e in seguito autonomamente hanno continuato a fare registrazioni a Resia gli etnografi sloveni. I Resiani si sono prestati generosamente a farsi intervistare e racconta ai loro ospiti Pravize, wïže, induvinke e tutti gli aneddoti e conoscenze che facevano parte della loro cultura, oltre a ore e ore di zitirade, fiduciosi, ma ignari che, nella realtà, tutto veniva sottratto alla cultura resiana. Il 29 ottobre 1988 'I responsabili dell' Accademia slovena di Scienze e Arti consegnava o copia delle registrazioni etnografiche al Museo Etnografico di Malborghetto', con il titolo Registrazioni Popolari degli Sloveni d'Italia. Nell'elenco che pubblichiamo possiamo riconoscere i nostri parenti, nonni, genitori, amici e conoscenti che tanto si sono spesi per questo impegno e magari qualcuno avrà voglia di andare al Museo Etnografico di Malborghetto ad ascoltare un estratto del nostro passato.

giovedì 20 agosto 2020

ITVR - Identità e Tutela Val Resia INFORMA

 

I soci e simpatizzanti di ITVR sono invitati VENERDI' 21 agosto, presso STARI MLIN in Tigo. 


Dalle 16,00 alle 18,00
 
Ci troviamo per questo secondo incontro, programmato per rinnovare l'iscrizione 2020, per descrivere le nostre iniziative e per parlare della Proposta di legge di modifica alla 482/99.
Vi aspettiamo