ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

sabato 21 novembre 2020

ACQUE AGITATE E STRABISMO LINGUISTICO DIALETTALE

 Articolo di Franco Tosoni

Chi fa, chi legge, chi sorride, ma siamo tutti sulla stessa barca

Tante volte penso, ma chi me lo fa fare, tanto vedo solo, in buona parte, molta indifferenza, come se il problema fosse pura illusione, astratto, confuso e isolato. Soltanto da un numero ristretto di persone? Forse. Non è solo ed esclusivamente un mio problema, è un problema che colpisce buona parte l’originalità e la nostra identità, quindi chi si dichiara o afferma di appartenere al popolo resiano ha il dovere e l’obbligo di difendere questa nostra originalità. Si fa fatica a scrivere, a cercare gli argomenti e gli agganci e gli accostamenti e trovare quelle motivazioni per imbastire un serio discorso da proporre.
Visto che ormai andiamo tutti in ordine sparso, ho deciso di non interrarmi più nella questione resiana, può darsi, chissà, forse. A questo punto, penso che quelli della minoranza slovena avranno partita vinta, illusione, ma ricordatevi che, e lo dico con convinzione, visto che questo argomento mi è stato suggerito e consigliato da una persona attenta e molto riflessiva su questi argomenti; attenzione resiani perché nei nostri confronti, come nei confronti di quelli che si dichiarano di essere minoranza slovena a Resia, nei confronti, quindi, dei resiani tutti e della nostra e cara lingua resiana, potrebbe, condizionale presente, esserci a lungo o a breve tempo, una specie di pulizia etica, come ormai è consuetudine affermare e poi proseguire nell’intento di eliminare totalmente la resianità. Perché tanta attenzione e la assidua presenza in Valle, da quel continuo e costante movimento di gente slovena che regolarmente viene a fare una scampagnata? Non credo per compiacere, forse se non di certo solamente perché spinti a propagandare la loro presenza.
Questa mia affermazione non è una nebulosa o offuscata visione da parte di una persona che non è attenta alle vicissitudini resiane ma, sia ben chiaro, tutto quello che si sta affermando, ma non confermando, domani potrebbe cambiare, potrebbe ritorcersi contro. La croce posta in cima al campanile della chiesa di San Giorgio era fissa è troppo pesante, vista la sua pericolosità per il suo peso, la sua successiva inclinazione, è stata rimossa, si presume che a breve venga sostituita con una più leggera, una girevole, una che ad ogni soffiata di vento può cambiare direzione, questo vuol dire che il vento, quando è il momento, cambia rotta, così come potrebbero cambiare le correnti, basta aspettare il momento cioè il momento della soffiata quella che dovrebbe portare nella giusta direzione.
Non è annebbiata neppure questa mia diversa considerazione. Se qualcuno ancora non è al corrente, il 30 ottobre 2020 la Giunta Regionale ha approvato lo schema del “Regolamento per la concessione di finanziamenti per interventi in favore del resiano e delle varianti linguistiche delle Valli del Natisone, del Torre e della Val Canale. Tali soggetti adesso possono partecipare, in conclusione, ai bandi per la tutela delle lingue minoritarie parlate in Friuli-Venezia Giulia.
Finalmente la Giunta Regionale ha risolto il problema che penalizzava enormemente tutte quelle associazioni che nel passato non potevano accedere a tali fondi. Tuttavia, per questa approvazione, non tutti sono stati capaci di superare una certa incapacità di comprendere e di accogliere, fra questi: Iole Namor, Giorgio Banchig, Tatiana Rojc e Luigia Negro, intervistati dal giornale di parte, Novi Matajur, hanno dichiarato, con prese di posizioni diverse, ma con finalità congiunta, cioè che con quella approvazione, quella concessione, di fatto vuol dire che la minoranza slovena sta subendo un torto inaccettabile e che queste scelte sono scelte politiche e non culturali, come se la lingua dialettale slovena abbia più ascendente sulla lingua resiana e sulle varianti linguistiche delle Valli del Natisone, del Torre e della Val Canale, considerate dai giudiziosi studiosi, dialetti.
Dovrebbero essere tutti ben contenti che il resiano, già considerato dall’Unesco lingua in via di estinzione, e le varianti linguistiche delle Valli del Natisone, del Torre e della Val Canale, siano considerate lingua e non dialetti, ma evidentemente tutto questo, e non so per quale motivo, da enormemente fastidio. Il qualcuno ha scompaginato quello che fino al trascorso periodo era considerato motivo di predominio, da oggi non è più cosi e tutto questo ha creato un certo nervosismo e strabismo nei soliti soloni.
Franco Tosoni