Non si impara solo la lingua, ma si usa la lingua per apprendere. Sta qui per il ministero all'Istruzione il valore dell'insegnamento veicolare delle lingue minoritarie riconosciute con la legge 482, di cui nel 2009 si celebrano i dieci anni dalla promulgazione. Tra le 12 lingue minoritarie riconosciute dal Parlamento c'è anche il friulano. Lo mette nero su bianco l'ultima Circolare inviata alle scuole dal dicastero retto da Mariastella Gelmini, dando ai progetti che useranno la lingua veicolare nelle scuole la priorità nella distribuzione dei finanziamenti.
«L'uso veicolare e contestuale delle lingue minoritarie per l'insegnamento dei contenuti disciplinari del curricolo come la storia, la geografia... - si legge nel documento del 23 luglio -, ha trasformato le stesse lingue storiche in lingue vive, rendendo il loro apprendimento efficace: non si impara solo ad usare la lingua, ma si usa la lingua per apprendere».
In Friuli Venezia Giulia tesi non certo nuove, se non fosse che ora a sostenerle non sono i cosiddetti "friulanisti" o qualche docente universitario deciso a spiegare da queste parti ciò che in Europa è dato acquisito. Questa volta è il ministero dell'Istruzione del Governo Berlusconi, di Centrodestra come quello del Friuli Venezia Giulia intenzionato a rivedere, sembrerebbe in forma restrittiva nella parte inerente la scuola, la legge di tutela del friulano varata nel novembre 2007 dal Centrosinistra. Certo, si tratta della stessa legge che proprio il Governo "amico" di Prodi decise di impugnare nel febbraio scorso, rilevando tra i cinque punti contestati anche l'apprendimento veicolare integrato delle lingue, perché violerebbe l'autonomia scolastica.
Senonché, ora è la stessa Direzione generale per l'autonomia scolastica ad emanare da Roma la Circolare in cui si ribadisce, tra l'altro, il valore dell'uso veicolare delle lingue minoratarie e, a scanso di equivoci, la stessa Direzione ricorda pure gli estremi di legge che rendono non solo possibile, ma doveroso tale insegnamento. «La legge 482 - ricorda il ministero - ha introdotto, in particolare agli articoli 4 e 5, specifiche disposizioni in materia di promozione della lingua delle minoranze , sia come strumento di svolgimento delle attività didattiche nella scuola materna e di insegnamento delle discipline nella scuola elementare e secondaria di 1° grado, sia come oggetto specifico di apprendimento».
Di più. Poiché il documento è stato emanato per dettare i criteri con cui saranno finanziati i progetti di insegnamento delle scuole per l'anno scolastico 2008/2009 (domande entro il 30 settembre, da redigersi obbligatoriamente in italiano e nella lingua minoritaria), al primo punto si segnala alle scuole, di cui ha ben presente l'autonomia, il valore del metodo Clil: la pratica, cioè, «che integrando la lingua con il contenuto, con l'insegnamento delle discipline attraverso l'uso della seconda lingua, ha permesso di affrontare i contenuti con un approccio nuovo, originale e più stimolante». Il metodo, fa sapere ancora il ministero, «ha trovato ampia applicazione nei Paesi europei, con ottimi risultati».
I tecnici della Gelmini, poi, paiono proprio determinati a sostenere la validità della loro «segnalazione», senza timore di ledere l'autonomia scolastica. Avvertono, infatti, che nella distribuzione dei fondi saranno «privilegiati i progetti che utilizzeranno la lingua come strumento per svolgere l'attività didattica». Sarà quindi data «rilevanza al numero delle discipline, comprese nel curricolo obbligatorio, interessate allo studio delle lingue e delle culture delle minoranze ».
Di "peso", per i riparti, anche le iniziative di formazione per i docenti, «nonché l'ampliamento dell'offerta formativa, in orario extracurriculare, aperta anche agli adulti».
Infine, terzo elemento discriminante, la costituzione di «reti territoriali e reti di scuole», sia tra istituti che operano nella stessa realtà linguistica, «sia che appartengano a minoranze linguistiche diverse». E il Friuli Venezia Giulia, anche in quest'ottica, appare come una palestra naturale, che i progetti avviati in questi anni hanno già dimostrato di saper coltivare.
Il ministero, nell'inviare la sua nota ufficiale, premette che nel 2009 si celebreranno i 10 anni dall'entrata in vigore della legge 482, che ha dato «applicazione al dettato costituzionale e alla normativa europea» e ha sviluppato un'azione «il cui principio cardine è che le diversità linguistiche costituiscono per l'Italia e per l'Europa una risorsa, un elemento fondamentale di cultura e democrazia».
Tornando alla questione di fondo, per quanto ci riguarda l'insegnamento del friulano, tedesco e sloveno nelle scuole, il ministero ci tiene a puntualizzare che «tutelare l'apprendimento delle lingue minoritarie è indice di salvaguardia del diritto all'istruzione nella lingua della comunità alla quale l'alunno appartiene».
Articolo tratto dal giornale il Gazzettino del 12 agosto 2008
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