La giunta resta al suo posto

Sindaco e consiglieri di maggioranza restano al loro posto. Rientra quindi la crisi determinata dall’imposizione della legge 38 di rilasciare la carta d’identità in italiano e sloveno, anziché in resiano. «All’unanimità – ha spiegato il sindaco, Sergio Chinese – il nostro gruppo ha deciso di non dimettersi, per cercare di far prevalere le ragioni della popolazione resiana dall’interno dell’istituzione comunale. Non è stata una scelta facile, ma crediamo sia il modo migliore per difendere e tutelare l’identità resiana». Il documento di riconoscimento bilingue, ieri, è stato ritirato dall’ufficio anagrafe. È stato lo stesso primo cittadino a compilarlo a mano, visto che il software necessario non è ancora stato consegnato. E anche ieri un gruppo di cittadini resiani ha manifestato davanti al municipio, ribadendo la loro appartenenza all’Italia e a Resia. «Il problema sta nella legge 38 – aggiunge il primo cittadino – la cui interpretazione fa passare una minoranza linguistica per una minoranza nazionale». Ora Chinese si rivolgerà alle istituzioni nazionali, Napolitano e Berlusconi in particolare, per rendere note le rivendicazioni del popolo resiano. Intanto riserva una stoccata alla Regione: «Il presidente Renzo Tondo deve avere il coraggio di tutelare davvero la nostra minoranza, che si è dimostrata diversa da tutte le altre anche etnicamente, con le ricerche effettuate per il Parco genetico regionale». Per il consigliere regionale Franco Baritussio, la legge 38, così com’è strutturata, «dimostra di non poter rispettare le peculiarità locali». «Auspico – precisa – che si possano sviluppare quelle modifiche necessarie a garantire la valorizzazione delle specificità rappresentate, ad esempio, dalla lingua resiana»

Tratto dal Messaggero Veneto del 1 agosto 2010