lunedì 7 gennaio 2013

I TURISTI DI SANDRO QUAGLIA


Atto quarto
A proposito del turismo che si è sviluppato a Resia in questi ultimi anni e l’apparenza dell’ Unione dei circoli culturali sloveni/Zveza slovenskih kulturnih društev.



Visto e considerato che il mio precedente articolo è stato, dai più, valutato pessimo, questo fatto mi ha dato una carica particolare, vuol dire che di buon grado ritorno su questo argomento per sottolineare, ancora una volta, la bufala di Sandro Quaglia, sempre a riguardo del turismo che si è sviluppato a Resia in questi ultimi anni. Se per giustificare la sopravvivenza di una sede secondaria dell’Unione dei circoli culturali sloveni/Zveza slovenskih kulturnih društev, posto in un paese di circa 80 abitanti, quanti presumibilmente  ne conta oggi Stolvizza, devo pensare che, per far quadrare i conti, bisogna, per forza di cose, cercare di equilibrare, in qualche modo, il dare e l’avere. Considerato poi che quest’anno Sandro Quaglia dovrà ridimensionare le sue stime, in ribasso, almeno dagli esigui movimenti di turisti sloveni che si sono notati in Val Resia. Penso che la crisi economica abbia, in qualche modo, interessato, e stia interessando, anche la Slovenia, quindi, la grande affluenza di turisti sloveni, in visita con pernottamenti, vista la grande disponibilità di posti letto in Val Resia, sia solo una pia illusione. Già i 6000 stimati nel 2011 era una cifra un po’ gonfiata, figurarsi cosa potrà succedere nella stima di quest’anno. Come si giustifica, pertanto, la sopravvivenza di questo Circolo, la sua funzione, la sua finalità ed il suo progetto? Siamo in piena recessione, la crisi economica che incombe su buona parte delle attività imprenditoriali ed economiche, di conseguenza anche i finanziamenti cominciano a scarseggiare, quindi, io penso che, se non già in atto, ne subirà l’effetto anche la sede del Circolo di Stolvizza. Perché questo Circolo proprio a Stolvizza? Un motivo ci sarà. Certo, qui risiedono buona parte di quelle persone che si dichiarano di appartenere alla minoranza slovena a Resia, forse perché conoscono o sconoscono perfettamente la definizione reale del duale e del neutro, certamente non quella della lingua resiana, o forse si? Sicuramente quella della lingua slovena, o forse no? L’importante averlo dichiarato in diretta televisiva, così probabilmente qualcuno è rimasto impressionato del sapere e del non sapere. Fa impressione sentire dare dell’ignorante ai propri genitori, come fa ancora più nausea che a dichiararlo sia il figlio di due ignoranti, solo perché parlano la lingua resiana e sconoscono il duale o il neutro. Se tu sai e i tuoi non sanno non credo che sia giusto farlo sapere agli altri, almeno per rispetto verso i propri genitori, o era solo per impressionare i presenti?
Per impressionare bisogna spararle, qualche volta anche a salve. Un contatto con la lingua slovena può, conoscendo il neutro ed il duale, salvare il resiano? O forse sarebbe, in definitiva, il suo funerale? Umiltà nel considerare questa opportunità.
Per concludere vorrei evidenziare questo fatto. Che ci faceva Sandro Quaglia, in base a quello che si vede in questo videoclip, che allego, nel Centro Culturale, forse per insegnare a ballare la resiana? O per intrattenere i suoi turisti? Ecco l’uso che si faceva in quel Centro, senza averne diritto.

 A voi l’ardua sentenza e giudizio.
Franco Tosoni

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