Questa è una
pagina che non avrei mai voluto scrivere, ma per chiarezza e per correttezza la
mia onestà mi impone di farlo. Riguarda l’incontro dei resiani avvenuto a
Sedrano di San Quirico PN, sabato 2
giugno 2012.
Più che un
incontro tra resiani è stato un incontro tra stolvizzani i quali, non solo si
sono incontrati e si sono raccontati, ma hanno anche negato agli altri resiani
convenuti di parlare. Racconto la storia di questo incontro, improprio nel
contenuto e nello spirito.
Nel Veneto,
principalmente nella provincia di Venezia, forse minore in quella di Treviso, e
nel Pordenonese, la parte occidentale
del Friuli Venezia Giulia, è concentrata una consistente comunità originaria di
Stolvizza. Questa comunità ha forse origine, presumibilmente, dall’emigrazione
operata attorno agli anni 50/60, che poi si è ampliata con la nascita dei figli
e dei nipoti, da essere considerata, oggi, un apprezzabile nucleo di persone con
origini resiane. Ogni anno questa comunità, dalla forte componente, per non dire
nella quasi totalità, di persone originarie di Stolvizza, si incontra per
trascorrere una giornata in compagnia dei Resiani e con gli amici dei Resiani.
Nettamente minoritaria, se non quasi nulla, la rappresentanza delle altre
frazioni della nostra valle. Pur sapendo che io sarei stato uno dei pochi
partecipanti, così come in altri incontri, ho aderito con piacere per
trascorrere questa giornata in mezzo a loro. Al di fuori della nostra valle ci
sono poche le occasioni per questi incontri, così ho pensato di coinvolgere
anche qualche rappresentante di “Identità e Tutela Val Resia”, data la
circostanza, un motivo per illustrare ai presenti i vari problemi che in questo
momento attraversano la nostra comunità, principalmente la questione linguistica
e culturale, usi e costumi, tradizioni, come la intromissione in faccende
resiane di altre forze esterne. Mi ero illuso dal fatto che, probabilmente,
sarebbe stata una cosa gradita a tutti,
ma così non è stato perché da parte di chi aveva organizzato questo
incontro c’è stato un veto categorico e un divieto assoluto di prendere la
parola per illustrare questo importante argomento. Spero che questo fatto non
sia stato strumentale, e che fra i resiani ed i suoi discendenti non ci sia in
atto una vera e propria contrapposizione e di schieramento, non ne abbiamo
bisogno e non ce lo meritiamo. Vorrei ribadire che questo è un problema comune,
viene messa in pericolo la nostra identità e la nostra autonomia, e dovrebbe
quindi interessare tutto il nostro gruppo etnico, il popolo di Resia, che esso
sia residente a Resia o che risieda fuori Resia. Siamo e ci sentiamo tutti Resiani, residenti ed
emigranti, quindi dovremmo essere tutti uniti e insieme per lottare e non per
dividerci. Le polemiche non aiutano, le interposizioni nemmeno, ma dividono, ed
in questo momento, mai come in questo momento, noi abbiamo bisogno del
contributo di tutti, per lottare a risolvere questo odioso e fastidioso
problema.
L’ appuntamento
per una giornata di incontro e di racconto, anche questo era un motivo da
raccontare, legato essenzialmente alle nostre origini, un
argomento da affrontare, dibattere, confrontarsi e chiarirsi. Credo che due
parole dette con giudizio e ragionevolezza non avrebbero minimamente intaccato
lo spirito e gli intenti di cordialità, di rapporti, di amicizia e di concordia.
Nella vita bisogna considerare che non sempre lo spirito anima le buone
intenzioni, ma la speranza per il futuro si.
Franco
Tosoni
Ho ricevuto e volentieri ho pubblicato.
A Franco Tosoni vorrei dire che purtroppo a Stolvizza c'è molta omertà. E' una mia impressione, e come tale è da prendere con le pinze.
E' come se avessero paura di alzare la testa.
Ma Le assicuro, che presi uno alla volta,e in disparte, il Loro Cuore batte con Noi.
Per una Val Resia Resiana e NON Slovena.
Diamo Loro un pò di tempo,e vedrà che l'Orgoglio Resiano trionferà anche a Stolvizza.
Saluti
Il nazionalismo italiano evidentemente non è ben accolto a Stolvizza.
RispondiEliminaL'Alberto di Resija forse avrebbe meglio capito ed interpretato il contenuto di questa pagina, ma l'Alberto di Rezija evidente ha inteso ed assimilato il contenuto a suo piacimento. Cerchiamo, prima di ogni altra cosa, di non falsare o mal interpretare quello che uno scrive, dove nell’esposizione e nel pensiero non viene menzionato nessun proposito di nazionalismo italiano. Viene ribadito e riaffermato, questo si,ancora una volta, e sarà così anche in avvenire, il problema che esiste a Resia, lo sforzo di chi opera per risolverlo, al posto di chi sta alla finestra per vedere se piove o fa bel tempo, trovando anche l’occasione per promuovere qualche ricompensata critica. Il nazionalismo, probabilmente, te lo devi cercare da qualche altra parte, a Resija no.
RispondiEliminaBeh,ma dopo certe manifestazioni è difficile non pensare ad un certo tipo di politica nazionalista.Ci sono le bandiere, c'è forza nuova...cos'è uno scherzo de comunisti allora?
RispondiEliminaPer raggiungere certi obiettivi, bandiere e forza nuova non servono, ma in certe circostanze sono utili perché forniscono un accento per avere coscienza e per far sentire la tua voce. Pertanto ogni mezzo è buono nel bisogno. Opportunismo e comportamento interessato per un obiettivo.
RispondiEliminaL'accento mostra la vera faccia dell'intenzione per raggiungere un obiettivo.Forza nuova è storicamente antislava quindi essendo Resia slava è anche anti-resiana.
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