Siamo di fronte a un paradosso che colpisce la cultura friulana alla quale sono stati ridotti i fondi statali e regionali. Sembra invece che le sovvenzioni per la lingua slovena siano ancora notevoli. Credo che introducendo dall’alto la lingua letteraria slovena in provincia di Udine si vada verso un “incesto linguistico” (la lingua madre è lo slavo!) creando gli stessi dubbi e perplessità che si possono osservare con la diffusione della “koiné”friulana che col tempo cancellerà le varietà linguistiche periferiche.Nel contempo si trascurano i problemi economici e culturali degli abitanti della Slavia friulana che rischiano una omogeneizzazione linguistica non rispettosa della storia secolare. Si può evitare il referendum e introdurre magari lo sloveno moderno a fini commerciali e turistici,ma non di più.
Paolo Pellarini di San Daniele
Tratto dal Messaggero Veneto di venerdì 24 luglio 2009
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