Grande
successo di partecipazione e unanime condivisione della strategia da porre in
essere per rispondere concretamente alla crescente domanda di recupero e
valorizzazione delle lingue madri delle comunità slavofone di Resia, del
Natisone e del Torre: questo è il risultato del convegno volto ad una analisi
comparativa delle esperienze di insegnamento delle varianti linguistiche
parlate in quei territori promosso dall’Istituto Slavia Viva ed organizzato con
il patrocinio del Comune di Pulfero.
Nella sua introduzione, il vice-sindaco di Pulfero Mirko Clavora ha messo in evidenza come un progetto di rinascita di questi comunità passa necessariamente attraverso il recupero delle lingue locali quali elementi fondanti di identità particolari sulle quali costruire specifici modelli di sviluppo socio-economico. A sottolineare questo stretto legame tra sviluppo e cultura locale, è la stessa Commissione Europea che da anni sostiene e finanzia progetti in tal senso.
Dalle relazioni di Sergio Chinese e Cristina Buttolo, rispettivamente sindaco ed assessore del Comune di Resia, di Mauro Pinosa, presidente del Guppo Esploratori e Lavoratori delle Grotte di Villanova e di Michela Gus dell’Istituto Slavia Viva che hanno dettagliatamente illustrato le diverse esperienze di insegnamento delle rispettive lingue proprie - e non dialetti - è emersa da una parte la determinazione delle locali popolazioni a non accettare l’omologazione alla cultura ed alla lingua della nazione slovena, con la quale non si identificano, e dall'altra la volontà di riappropriarsi del codice linguistico frutto di secoli di storia e trasmesso spontaneamente di generazione in generazione nonostante i ripetuti tentativi di assimilazione ad altre entità culturali e linguistiche. Particolarmente apprezzato è stato il ricco materiale didattico prodotto dall’esperienza resiana.
In considerazione di quanto sopra riportato si può concludere che sono maturate le condizioni per una condivisa - che coinvolga tutte le parti in causa - riconsiderazione dell’interpretazione delle norme di applicazione della legislazione di tutela per, finalmente, tenere conto dell’opinione della stragrande maggioranza della locale popolazione che non si riconosce assolutamente nella definizione di “comunità autoctona di nazionalità slovena”. In quella ottica, nelle prossime settimane verrà anche verificata la possibilità di istituire un coordinamento informale tra le tre realtà territoriali presenti al convegno per rafforzare l’incisività delle non più rinviabili azioni in materia.
Nella sua introduzione, il vice-sindaco di Pulfero Mirko Clavora ha messo in evidenza come un progetto di rinascita di questi comunità passa necessariamente attraverso il recupero delle lingue locali quali elementi fondanti di identità particolari sulle quali costruire specifici modelli di sviluppo socio-economico. A sottolineare questo stretto legame tra sviluppo e cultura locale, è la stessa Commissione Europea che da anni sostiene e finanzia progetti in tal senso.
Dalle relazioni di Sergio Chinese e Cristina Buttolo, rispettivamente sindaco ed assessore del Comune di Resia, di Mauro Pinosa, presidente del Guppo Esploratori e Lavoratori delle Grotte di Villanova e di Michela Gus dell’Istituto Slavia Viva che hanno dettagliatamente illustrato le diverse esperienze di insegnamento delle rispettive lingue proprie - e non dialetti - è emersa da una parte la determinazione delle locali popolazioni a non accettare l’omologazione alla cultura ed alla lingua della nazione slovena, con la quale non si identificano, e dall'altra la volontà di riappropriarsi del codice linguistico frutto di secoli di storia e trasmesso spontaneamente di generazione in generazione nonostante i ripetuti tentativi di assimilazione ad altre entità culturali e linguistiche. Particolarmente apprezzato è stato il ricco materiale didattico prodotto dall’esperienza resiana.
Se si vuole evitare la
definitiva alienazione etnico-linguistica di queste comunità è urgente
promuovere e sostenere iniziative decentrate di
educazione linguistica per adulti (come quella in corso nelle Valli del Torre) e
fare approdare, nelle Scuole del territorio, programmi organici di insegnamento
della storia, della cultura e della lingua locale come previsto, tra l’altro,
dalla - per ora, disattesa -
legislazione in materia. In quella
prospettiva andrà promossa un azione di sensibilizzazione di tutte le
componenti della Scuola locale, insegnanti e genitori in primis.In considerazione di quanto sopra riportato si può concludere che sono maturate le condizioni per una condivisa - che coinvolga tutte le parti in causa - riconsiderazione dell’interpretazione delle norme di applicazione della legislazione di tutela per, finalmente, tenere conto dell’opinione della stragrande maggioranza della locale popolazione che non si riconosce assolutamente nella definizione di “comunità autoctona di nazionalità slovena”. In quella ottica, nelle prossime settimane verrà anche verificata la possibilità di istituire un coordinamento informale tra le tre realtà territoriali presenti al convegno per rafforzare l’incisività delle non più rinviabili azioni in materia.
Recupero e valorizzazione delle lingue madri delle comunità slavofone di Resia, del Natisone e del Torre, questi sono dunque i temi principali che si sono dibattuti in questo convegno, per la rinascita di queste comunità.
RispondiEliminaIl recupero delle lingue locali, non più dialetti, sono uno degli elementi importanti che tali comunità hanno fondato la loro cultura, le loro tradizioni, per continuare a mantenere viva l’originalità del proprio essere, del proprio esistere, e come tali cercare di non lasciarsi influenzare dalle sirene incantatrici e dal suono tintinnante del “conquibus”.
Non si compra la cultura, così come è da sciocchi venderla. E’ tua, e come tale tu puoi esercitare la tua originalità e la tua personalità. Tu appartieni ad un popolo, alla sua cultura, alle sue tradizioni, ed in essi che tu ti riconosci e proclami ad alta voce di essere: Resiano, Torriano o Natisoniano.
Che si rispetti, dunque, quello che in origine siamo, quello che in futuro vogliamo essere, e la volontà di continuare ad esistere
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