Nella lettera pubblicata lo scorso 6 gennaio il consigliere regionale di minoranza slovena Igor Gabrovec definisce addirittura «farsa istituzionale» la prolungata attesa della concessione della cittadinanza onoraria di Trieste allo scrittore Boris Pahor. E giustifica tale definizione sostenendo che egli è uno «dei figli più illustri di Trieste». Non si vuole qua contestare i meriti del signor Pahor, ma si vuole soltanto fare presente che egli si è dimostrato sostenitore della minoranza slovena anche dove essa non è presente. Lo ha fatto il 6 ottobre 2008 sul Piccolo di Trieste, censurando la doverosa e legittima proposta sostenuta dai consiglieri regionali di centro-destra, e in particolare dal triestino Camber e dai cividalese Novelli, di tutelare con legge le lingue slave denominate natisoniano, po-nasen e resiano storicamente presenti nelle Valli del Natisone, del Torre e di Resia. Lingue slave per secoli tramandate di generazione in generazione dalle popolazioni di ordine slava giunte nel VII secolo dopo Cristo nelle citate Valli della provincia di Udine. Lingue slave già tutelate da leggi regionali e ora ingiustamente rimaste prive di qualsiasi specifica tutela. L’amarezza di quella censura fatta da Pahor, che tra l’altro lamentava la negazione della cultura e della lingua degli sloveni della provincia di Udine con argomentazioni impertinenti, permane ancora oggi perché non si ritiene possibile che uno scrittore come Boris Pahor, dal passato di combattente per la democrazia e la libertà, possa aver negato agli slavofoni della Slavia friulana un diritto costituzionale, un diritto naturale riguardante l’uso della propria lingua materna. Una negazione che inoltre non giova alla comprensione reciproca e, come ha scritto la dottoressa Manuela Quaranta Spacapan, non facilita «la valorizzazione delle peculiarità delle proprie radici in uno spirito di integrazione e non di sopraffazione». Evidentemente il signor Pahor non ha superato la politica nazionalistica seguita nei confronti delle minoranze dopo la fine della prima guerra mondiale. Potrebbe essere anche questo un ostacolo alla concessione dell’aspirata cittadinanza onoraria.
Sergio Mattelig
Presidente della Lega della Slavia Friulana
San Pietro al Natisone
Tratto dal Messaggero Veneto di mercoledì 20 gennaio 2010
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