Articolo di Franco Tosoni
Secondo Novi Matajur “Resia non è un paese russo d’Italia”. E’ vero? Forse, chissà! Può darsi che da quel pulpito un annuncio, in tal senso, potrebbe anche essere vero!
Da Stolvizza, estremo lembo abitato della terra resiana, località della Valle di Resia più vicina al confinante suolo sloveno, dove viene confezionato e sostenuto l’estremo e ripetuto tentativo, con tenacia e perseveranza, non da tutti, per fortuna, di mantenere viva la teorica e dottrinale opinione, seguendo quello che, secondo la commissione scientifica che cura la redazione dell’Atlante delle lingue slave (OLA), si continua a sostenere che il resiano è collocato all’interno del contesto linguistico sloveno. Figurarsi l’opposto, che non sia mai detto. L’articolo apparso sul settimanale Novi Matajur, con tanto di fotografia paesaggistica del paese di Stolvizza,
presumo scritto e confezionato da “qualche” resiano di quel paese, zelante sostenitore di questa teoria, non poteva, dopo l’incontro ed il gemellaggio con il comune russo di Fryazino, visto che in quell’occasione si è sostenuto e definito che la Val Resia è“il piccolo paese russo d’Italia”, prontamente affermare il contrario, cioè che “Resia non è un paese russo d’Italia”. Perché si è voluto, con solerte premura, puntualizzare questa affermazione e sconfessare quella che nei secoli i nostri antenati hanno sempre dichiarato e affermato, a torto o a ragione, più ragione che torto, tramandando oralmente, come è stato fatto con la lingua, anche il luogo di origine della nostra provenienza? Poi sono arrivati i sapientoni, gli sputasentenze. Penso che non erano deficienti e ignoranti quelli che ci hanno preceduto, i nostri progenitori, se hanno continuato a dirlo e a ripeterlo, affidandolo alle nostre memorie, per tramandarlo con un passaparola nei secoli. Una ragione ci deve pur essere, come penso che non sono espressivi e sapienti i nostri attuali compaesani, se così possiamo ancora considerarli, il quali sostengono che non c’è altra soluzione e alternativa che non sia quella che, in tutto e per tutto, noi resiani siamo una appendice della stirpe slovenzaja, daSlovenská republika.
Viene citato, ma solo quando fa comodo, il noto linguista polacco Jan Baudouin de Courtenay, confutando le sue reali conclusioni a precisazioni che i suoi studi della lingua e della stirpe resiana sono orientati esclusivamente verso quale lingua, se si dice che negò il legame diretto del resiano alla lingua russa? Solo quando afferma e scrive al contrario di quello che aveva affermato in precedenza: si prende per buono, ma solo quello che fa comodo, quel motivo che serve per affermare la differenza. In definitiva, cosa ha affermato di così eclatante se non sostenendo la sua posizione, cioè che: “..possiamo dimostrare, che i Resiani non sono Bulgari, non Sloveni nel senso proprio di questa parola, non Serbo-Croati. nel senso stretto, ecc., e che rappresentano, dal punto di vista glottologico, una stirpe slava indipendente”. In conclusione di questo discorso posso affermare che: “Resia non è un paese russo d’Italia”, secondo Novi Matajur, o chi per esso; “i Resianinon sono Sloveni nel senso proprio di questa parola”, secondo Jan Baudouin de Courtenay e, sempre secondo questo linguista, i Resiani rappresentano, dal punto di vista glottologico (linguistica storica), una stirpe slava indipendente, quindi, un popolo, i Resiani, che parlano una propria lingua, il resiano.
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