ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

venerdì 5 febbraio 2010

NESSUNA IDEOLOGIA

Vorrei rispondere alla lettera del signor Lupieri di Tolmezzo apparsa sul Messaggero Veneto di sabato 23 gennaio scorso. Il signor Lupieri ha ragione quando dice che tutti i resiani, dentro e fuori la valle, devono adoperarsi per far vivere Resia e le sue perle culturali e naturali, ma ha torto se pensa che chi si oppone all’attuale applicazione della legge sulle minoranze linguistiche abbia agito per pura ideologia. Non c’è alcuna ideologia dietro questa opposizione (semmai ve n’è da vendere come retaggio del passato dai suoi sostenitori in loco) e paradossalmente non è nemmeno più un problema linguistico. Per troppo tempo si è litigato sul significato scientifico della tanto abusata parola “dialetto” e nel nostro caso ha preso connotati più politici che culturali. Anche gli sloveni sanno che il resiano è una lingua diversa dalla loro (fanno addirittura trasmissioni sottotitolate sulla loro televisione nazionale), ma le attuali leggi italiane e regionali non lo hanno recepito. Chi combatte contro l’applicazione di queste leggi (482-1999, 38-2001 e 26-2007) scopre che non vi è tutela del resiano in sé, ma del resiano visto come propaggine dello sloveno. Un esempio lampante di questo errore sono stati i manifesti apparsi in campagna elettorale scritti in italiano e in sloveno. La gente non capiva cosa c’era scritto in sloveno! Perché quindi dobbiamo chinare il capo e diventare “qualcos’altro” in nome di quattro spiccioli di contributi? Preferiamo restare poveri (si fa per dire) e continuare a parlare liberamente la nostra lingua! Anziché cacciarci in questo pasticcio, si dovevano e si potevano migliorare le leggi di tutela preesistenti alle famigerate leggi regionali 38-2001 e 26-2007, senza costringerci ad accettare la sudditanza con lo sloveno. Le summenzionate leggi, se applicate nella loro interezza, faranno del resiano un optional, mentre lo sloveno sarà inserito, accanto all’italiano, in tutti gli atti pubblici del Comune di Resia (carte d’identità, certificati anagrafici, manifesti, bollettini e persino nel gonfalone); la bandiera slovena dovrà essere esposta accanto a quella italiana (lr 27-2001 art.6); lo sloveno dovrà essere insegnato nelle scuole di ogni ordine e grado. Tutto questo avviene per una mera volontà politica che impone questa soluzione contro la volontà popolare, in quanto nessun resiano possiede lo status di appartenente alla minoranza slovena semplicemente perché non può certificare la propria nazionalità slovena, mai avuta in oltre 1.400 anni di permanenza in questa valle. A proposito di imposizioni, è sintomatico notare come in Slovenia spaccino opere e tradizioni resiane come cultura slovena e continuino a imitare il nostro folclore come fosse il loro. Chiedo al signor Lupieri: le pare giusto allora che chi si è accorto di questa discrepanza non combatta per leggi più eque? La lingua resiana, assieme ai nostri balli, alle tradizioni e alla valle in cui ci è concesso vivere è la cosa più preziosa che abbiamo, è il nostro passaporto per il futuro, senza il quale nessun resiano potrà considerarsi tale. I soldi vanno e vengono, le amministrazioni anche, ma difendere l’originalità e la storia della nostra lingua è una cosa importantissima, non una polemica inutile. Questo concetto vale per tutte le minoranze, compreso il friulano: o tutti si mettono subito d’accordo su chi sono e cosa parlano o non c’è futuro per quella minoranza. Concludo solo dicendo che posso ammettere quanto sia difficile da fuori valle comprendere questa lotta e come chi non ne sia coinvolto in prima persona possa non capire. Bisognerebbe sempre mettersi nei panni di ci sembra sbagliare e cercare di capire perché agisce in quel modo: forse qualcosa s’imparerebbe.


Fabrizio Barbarino


San Giorgio di Resia


Tratto dal Messaggero Veneto  di giovedì 4 febbraio 2010  

1 commento :

  1. Grazie Fabrizio siamo certi che il signor Lupieri di Tolmezzo ora abbia capito.

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