ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

martedì 13 settembre 2016

UN FRAMMENTO DI STORIA RESIANA TASA LIPIZIO - SALVE REGINA

Ricevo e volentieri pubblico.
Articolo a cura di Franco Tosoni

Chi percorre la strada provinciale n. 42, che da Resiutta porta in Val Resia, oltrepassato il confine che delimita il comune di Resiutta da quello di Resia, in località Tasa Lipizio, ricordata anche come Salve Regina, su un promontorio che si affaccia sul torrente Resia, può scorgere una cappella, una cappella dedicata, si dice, a Sant’Antonio di Padova. Questa è la prima testimonianza percepibile del sentimento religioso che si può riscontrare, maggiormente, in tutta la valle. La cappella è situata ai limiti della strada, a gomito di una curva, e facilmente distinguibile anche per chi viaggia su mezzi a motore, mentre è più agevole per chi la percorre a piedi o in bicicletta. Molti anni fa, quando il mondo non era così motorizzato, e la strada si presentava su terra battuta, era possibile incontrare numerose persone che transitavano su questa strada a piedi, si soffermavano presso questa cappella e, dopo essersi fatto il segno della croce, recitavano una preghiera. Oggi difficilmente uno si ferma per onorare la spiritualità di questa cappella, totalmente presi dalla frenesia, dalla premura e dall’impazienza, che non ci accorgiamo o non percepiamo più il bisogno di un po’ di riflessione e di meditazione.
L’origine di questa cappella è remota, tuttavia la data precisa è ancora tutta da scoprire. Io ci ho provato, ma non ci sono riuscito. So che la famiglia Di Lenardo, Peo per intenderci, ha provveduto anni fa al suo restauro. Il vero motivo di questo interessamento non lo so, evidentemente qualche correlazione ci deve pur essere.
Dal momento del suo ultimo intervento di conservazione sono passati parecchi anni e in questo periodo la cappella si presenta in uno stato un po’ trascurato, forse avrebbe bisogno nuovamente di una ripulita, almeno nel suo insieme, in modo particolare il portoncino e il suo perimetro.
Se notate sul lato sinistro della facciata, è murata una targa ricordo della 15^ Batteria da Montagna che, nell’ottobre del 1917, qui mostrò il proprio valore. Porta una data, settembre 1974, posta per ricordo. 
Sul fianco destro, ai piedi della cappella, si può osservare, diversamente, un cippo in pietra con nicchia, una piccola cavità vuota. Si può facilmente desumere, presumibilmente, che nel passato non fosse questa la sua disposizione originaria.  È possibile, al contrario, che al momento della sua posizione, ragionevolmente, presentasse sicuramente qualche particolarità, come un quadretto ispirato a devozione o qualche altra immagine sacra, sicuramente posta in quel luogo prima della costruzione della cappella. Come si può agevolmente rilevare porta una data: 1861, un elemento non trascurabile ma indubbiamente espressivo e indicativo, come prova a memoria da lasciare in eredità alla facoltà di ricordare. Questo cippo potrebbe, in qualche modo, anche essere associato al nome della località: Salve Regina, un presupposto non casuale, un richiamo, almeno così va raccontato, che le persone scendendo dalle varie frazioni della valle, usavano recitare il rosario, come compagnia per il viaggio, e il più delle volte prima di arrivare alla cappella era il momento di declamare la Salve Regina. Nella circostanza del momento, come si nota, anche il nostro cippo avrebbe bisogno di una buona ripulita e sicuramente da assegnargli una disposizione più adeguata, come è fattibile che, originariamente, fosse stato pensato e collocato.

Anche questa realtà fa già parte della storia resiana.
Franco Tosoni

venerdì 19 agosto 2016

Figli e Figliastri - Gilberto Barbarino

Ricevo e volentieri pubblico:

Articolo di Gilberto Barbarino

FIGLI E FIGLIASTRI di Gilberto Barbarino Siamo proprio contenti per la massiccia partecipazione alle nostre iniziative della popolazione resiana. Abbiamo raccolto molto di più di quanto ci aspettavamo alla vigilia, nonostante il brutto tempo in cui abbiamo operato e le poche ore a disposizione.
                                                              Grazie Resia!

E’ evidente che la nostra gente sente il problema della sua vera identità e vuole giustizia per i Resiani. Però, alcuni di coloro che si sono astenuti hanno palesato scarsissima conoscenza di come stanno veramente le cose in Valle.


L’oro di Resia, o quasi, lo Strok

Ricevo e volentieri pubblico:

Articolo di Franco Tosoni

Cambiano le abitudini nel tempo, specialmente quando ci sono degli interessi di mezzo. Un tempo lo strok era considerato alla stessa misura che oggi si considera la patata oppure il fagiolo. Ogni famiglia lo coltivava in funzione del proprio fabbisogno domestico ed era considerato un elemento utile per integrare e dare un senso a certe pietanze, come viene fatto oggi, forse con un po’ più di originalità. Poi si è scoperto che aveva delle proprietà che, coltivato in altri luoghi, non aveva: la sua tipicità, il suo profumo e la sua dolcezza nel rendere più gustoso il cibo.

giovedì 4 agosto 2016

Comune di Resia: Bando di un progetto di ricerca

Bando a sostegno di un progetto di ricerca archivistica rivolta agli studenti frequentanti la Scuola Secondaria di 2° grado nell'anno scolastico 2015/2016

“Dietro la linea del fronte" di Marco Pascoli

L’Amministrazione Comunale è lieta di invitarvi alla presentazione del libro “Dietro la linea del fronte. Storia militare di una retrovia, la Val Resia dal 1914 a Caporetto” che si terrà mercoledì 10 agosto alle ore 18 presso la Sala Consiliare del Municipio di Resia.   Sarà presente l’autore il dott. Marco Pascoli.
Dopo aver ricevuto l’incarico di scrivere “La battaglia dimenticata della Val Resia, consultando principalmente l’archivio storico del Comune, l’autore ha scoperto una gran mole di documentazione territoriale e antropologica-culturale.
L’Amministrazione comunale è grata, quindi, all’autore per aver correttamente reso omaggio, con scritti e interventi basati su documentazione certa e testimonianze d’archivio, alla Val Resia e a tutta una generazione dei suoi abitanti che, per come ha affrontato e superato quei drammatici momenti, si può definire “eroica”.

Con questo quarto volume, cui seguirà l’ultimo, dopo le guide sui percorsi valligiani della prima guerra mondiale, credo si sia fatta doverosa luce su un capitolo di storia resiana oscurato per troppo tempo o comunque mai analizzato in profondità. L’opera presenta fatti accaduti in Val Resia dalla vigilia degli avvenimenti bellici a quella della ritirata di Caporetto, aprendo nuove finestre sul nostro territorio.

ORA SI INVENTANO GLI "ALPINI SLAVI".

Su Dom Slovit del 29 luglio 2016 dal titolo legami tra resiani e carinziani a firma R.U. ho trovato un interessante articolo che mi ha fatto sganasciare dalle risate.

Articolo tratto dal Dom/SLOVIT del 29 luglio 2016

Mercoledì 10 agosto, nell’ambito della tradizionale escursione notturna sul percorsoTa lipa Pot, dalle ore 17.00 a Stolvizza/Solbica (ritrovo in Piazza dell’Arrotino) si potrà partecipare a un’escursione per le vie del paese, guidata da Sandro Quaglia, con rievocazione storica e animazione sull’insediamento in Val Resia degli slavi alpini, antenati di tutti gli attuali sloveni.

mercoledì 13 luglio 2016

Resia, dalla “zitira” all’heavy metal

È stata coronata dal successo di partecipazione giovanile anche la quarta edizione di "eResia metalfest" che si è tenuta venerdì e sabato scorsi. Quasi nata per caso logisticamente, in una baracca prestata dalla nonna, dallo spirito di iniziativa di un gruppo di giovani locali, l’evento musical canoro si avvia a diventare un “must” del metal estremo nella nostra regione con complessi provenienti da molte parti d’Italia e anche internazionali. Anche quest’anno ha portato più di 600 persone appassionate metallare "Al Ranch" di Zamlin, alle pendici del Canin. Fatto curioso, il gruppo dei giovani resiani “HellMetAll” (nella foto) che organizza l’evento suona pure con la classica zitira e canta in lingua madre, dialetto antico o parlata arcaica slava, che trova origine nella notte dei tempi. Le tematiche adattate alla musica metal sono quelle molto semplici del vivere quotidiano, la bellezza della valle, ma pure della vita e delle difficoltà durante i conflitti. Seppur realtà diciamo anomala nel classico secolare contesto culturale resiano, questa gioventù ha saputo farsi apprezzare per l’ordine e la pulizia con cui organizza la manifestazione.
Tratto dal Messaggero Veneto del 9 luglio 2016

Foto concessa da
Micelli Daniele e Dri Massimo Metal Photographer

lunedì 11 luglio 2016

LONTANI NEL PENSIERO E NELLA REALTA’

Articolo di Franco Tosoni

Secondo Novi Matajur Resia non è un paese russo dItalia. E vero? Forse, chissà! Può darsi che da quel pulpito un annuncio, in tal senso, potrebbe anche essere vero!
Da Stolvizza, estremo lembo abitato della terra resiana, località della Valle di Resia più vicina al confinante suolo sloveno, dove viene confezionato e sostenuto lestremo e ripetuto tentativo, con tenacia e perseveranza, non da tutti, per fortuna, di mantenere viva la teorica e dottrinale opinione, seguendo quello che, secondo la commissione scientifica che cura la redazione dellAtlante delle lingue slave (OLA), si continua a sostenere che il resiano è collocato allinterno del contesto linguistico sloveno. Figurarsi lopposto, che non sia mai detto. Larticolo apparso sul settimanale Novi Matajur, con tanto di fotografia paesaggistica del paese di Stolvizza,