ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

lunedì 27 novembre 2023

L’AUTENTICITA’ DELLA STORIA RESIANA – PERCHE’ INQUINARLA?

La Val Resia ha la sua storia, la propria storia, da circa 1500 anni. Nessuno può onorare l’originalità del suo passato e celebrare questa immensa eredità nel presente, se non i veri “resiani”, quei “resiani” che amano sentirsi rispettati nel riconoscersi nelle proprie origini. Studiosi di fama si sono interessati del nostro patrimonio culturale. Sono venuti direttamente a Resia e hanno costatato, in prima persona, la veridicità e l’autenticità del patrimonio culturale di questa isola, diversa nel contesto del panorama circostante; per la sua originalità, la sua singolarità, così come hanno potuto studiare l’atipicità della sua lingua, interessarsi della sua musica, della sua danza, e la caratteristica dei suoi usi e costumi. Quindi Resia può considerarsi ed essere fiera della sua ricchezza culturale, della sua unicità, della sua particolarità. Lo studio e la scoperta della sua particolare eccezionalità genetica, una caratteristica venuta alla luce solo recentemente, è da considerarsi una proprietà e una specificità unica, che va ad associarsi, con questa sua ulteriore peculiarità, alla nostra eccezionale esistenza.
L’unica nota discordante da questo contesto, nel rispetto di tale suo immenso patrimonio culturale, della sua tipicità, manca solo la notizia incoraggiante della sua provenienza, il luogo della sua origine. Noi, quindi, abbiamo la nostra storia, la nostra ricca storia, ma tutto questo non basta a suggellare le nostre esclusive credenziali perché qualcuno, certi personaggi, nella loro pur misera storia esistenziale, sorta forse da una nebulosa e offuscata intraprendenza, una minoranza fasulla, ne vuol riscrivere un’altra, un’altra storia, dando credito alle estratte interpretazioni, velate e mascherate da ingannevoli e astratte storie fasulle. Qualche resiano ingenuo ci crede, segue questi incantatori, questi pifferai, per un po' di visibilità, un po' di lucentezza. La storia non si inventa perché, se la nostra storia è arrivata fino a noi attraverso la ricerca e l’acquisizione della stessa tramite il racconto orale dei fatti del passato, vuol dire che i racconti si basavano sulle esperienze e sulla concretezza di questi fatti e sulle vicende realmente vissute. Se si confuta la nostra storia, così facendo si tenderebbe a compromettere la nostra stessa esistenza e la nostra stessa identità. Così come non si può sporcare l’autenticità della nostra musica, della nostra danza, tralasciando la nostra custodia in balia di chi vuol comprometterne la sua autenticità, la sua originalità. Se abbiamo la nostra storia; se abbiamo la nostra lingua; se abbiamo la nostra musica; se abbiamo la nostra danza; se abbiamo i nostri costumi; se abbiamo le nostre tradizioni; se abbiamo una nostra fede. Perché inquinarla? Perché mettere in dubbio tutto questo patrimonio? Noi abbiamo accolto e permesso, con generosità, che una minoranza filo slovena si sia concessa di aprire una falla nelle nostre credenziali e mettere in discussione e in dubbio la nostra identità, il nostro credere; quindi, slegare quanto appariva protetto e difeso, dove nessuno, fino a quel momento, aveva mai messo in dubbio, la nostra buona fede, la nostra storia, la nostra resianità. L’identità di un popolo, quello resiano, vive per la sua originalità del suo patrimonio culturale, ancorato alle sue tradizioni, ai suoi usi e costumi, alla sua lingua, teniamo quindi ben salda e chiusa la nostra porta, il nostro portone, a quegli avvoltoi che sono alla ricerca di provare a mettere in dubbio la nostra certezza e trasferire altrove un complesso culturale per realizzare una loro apparenza, quindi portarci via quanto noi abbiamo ereditato, conservato e valorizzato e farlo proprio per una loro visibilità, per una loro misera cultura. La nostra comunità, il nostro popolo, ha un immenso valore, non lasciamocelo sfuggire.

Franco Tosoni

Cartolina Prato 1912

domenica 19 novembre 2023

Grazie a Voi

Non è ai potenti che ci si deve inchinare ma alla dignità delle persone umili.

I nostri Nonni e Genitori hanno lavorato la terra, versato sudore, ed è a loro che io voglio dire Grazie.

A coloro che, anche senza una laurea, hanno costruito e valorizzato la nostra Piccola Patria.

RESIA

giovedì 16 novembre 2023

Coritis - ottobre 1947

Stolvizza 14 settembre 1947

Colonna di persone che da Stolvizza portarono materiali per la brigata GdF di Coritis.

Oseacco 1976

"Oseacco, una delle frazioni della Val di Resia, non conta più di quattrocento anime che, attonite, sconvolte ed in assoluto silenzio, hanno atteso per lunghe, interminabili ore l’arrivo delle prime squadre di soccorso. Il sisma non ha quindi risparmiato nemmeno quella zona che sembrava inattaccabile dal tempo e dalle calamità; in meno di un minuto il minuscolo agglomerato di costruzioni antiche è stato completamente distrutto e forse cancellato dalle carte geografiche. Per constatarlo non era necessario salire fino al paese, era sufficiente, strada facendo, osservare i volti ancora increduli e gli sguardi fissi nel vuoto degli abitanti che scendevano in direzione di uno spiazzo nel quale sarà preparato un accampamento. Non senza difficoltà, costituite dai numerosi massi disseminati lungo la sede stradale, è stato possibile raggiungere quello che era un centro abitato; ora tutto è irrimediabilmente distrutto: ai bordi della strada principale le case si aggrappano, appoggiandosi l’una all’altra, dando l’impressione di non voler crollare per non gettare nella disperazione più completa la povera gente del luogo, che sempre le ha difese e mai abbandonate. Il parroco di Oseacco, don Giuseppe De Colle, ha così rievocato quei tragici momenti.

Oseacco - 1955 circa

Ragazze di Oseacco mentre ricamano

mercoledì 15 novembre 2023

Oseacco fine anni 1950 primi 1960

Campo di bocce al Bar da Augusto

Gli antropologi russi pronti a studiare le origini dei resiani

PER NON DIMENTICARE: ARTICOLO ANNO 2017

Due professori dell’Accademia delle Scienze confronteranno i risultati genetici e le misure dei volti con quelle degli slavi antichi. Ripercorrono le orme degli slavi che si insediarono nella valle. Catalogheranno il materiale genetico e i resti ossei nel cimitero.

La parlata è simile al linguaggio di alcune zone della Russia, i tratti somatici degli abitanti della Val Resia si possono confondere con quelli delle genti della steppa e i documenti confermano la presenza delle popolazioni slavo-arcaiche ai piedi del Canin, dal 600 dopo Cristo.

Passano i millenni, ma la storia resta e due ricercatori dell’Istituto di etnologia e antropologia dell’Accademia delle scienze russe ripercorrono le strade che nell’antichità portarono gli slavi in quell’angolo di terra che custodisce paesaggi e tradizioni uniche. Giunti a Resia nei giorni scorsi, Stefania Zini e Nikita Khokhlov cercano le assonanze linguistiche, studiano i profili genetici e culturali dei resiani per confrontarli poi con quelle dei popoli russi. E se le origini dei resiani sono legate agli slavi antichi, l’obiettivo è capire da quale regione della Russia provenivano i loro avi. La ricerca partirà dal cimitero più antico della valle, quello della pieve di Prato di Resia. È lì che i ricercatori vorrebbero scavare per catalogare il materiale osseo.


martedì 14 novembre 2023

Cartolina Oseacco- fine 1950

Oseacco maggio 1976

Pochi giorni dopo il terremoto del 6 maggio 1976.

Cartolina Oseacco fine anni 1950

Cartolina Oseacco fine anni 1940 - primi 1950

Fine anni quaranta primi cinquanta. Oltre non esserci la villa sulla sinistra, si vede la scuola prima di essere rimodernata e dotata dell'asilo nella parte superiore.

Cartolina Oseacco di Resia 1922

Da notare le montagne senza boschi

Stolvizza prima del 1976

Cartolina Gniva 1919

Cartolina Resia 1907

venerdì 10 novembre 2023

Stolvizza 1947

Sono donne che da Stolvizza portano le masserizie per la istituenda Brigata di Frontiera di CORITIS. Dopo questo tratto inizia la Mulattiera per circa 5 km. Era il 14 settembre 1947.
Foto concessa da Silvio Cadoli

Coritis ottobre 2012

Foto di Di Lenardo Patrizia Clucaz

Coritis prima del Terremoto del 1976

Cartolina Coritis prima del terremoto del 1976

Resiani a Milano 1955-1960 circa

Coritis di Resia 1950 circa

Sagra di Coritis, prima Domenica di agosto. Primi anni 1950. I bambini donano alla Chiesa formaggi,burro,uova,tutto quello che in quegli anni la popolazione produceva realmente. Il tutto venivano portati con cesti e gerla direttamente dagli stavoli che circondavano Coritis.

Località Besa - sopra Coritis 1954

Besa (sopra Coritis) 1954. Da sinistra: Madotto Anna Rep, Madotto Maria Ciakarin, Madotto Italia Ciakarin, Madotto Ferdinando Rep ( soprannominato Giuancec),Madotto Marcellina Rep.

Coritis marzo 2023

Val Resia - Costruzione Ponte Rop 1921 - 1922

sabato 4 novembre 2023

Politica Nazionalista Slovena a Resia

Ecco come la politica Nazionalista Slovena considera Resia:

Il nuovo anno scolastico tra gli sloveni della provincia di UDINE è iniziato con una bella novità, poiché a Kanalska dolina sono ufficialmente iniziate le lezioni multilingue. Il che significa anche che la lingua slovena ha ufficialmente varcato un paio di volte la soglia della scuola media superiore. Altrimenti è motivo di rammarico il calo del numero degli studenti, che dimostra la scarsa situazione demografica delle nostre valli.