ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena
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mercoledì 6 novembre 2024

NINFA DORMIENTE - LIPE BILE MASKIRE

Splendida Esperienza delle Nostre Donne Resiane che hanno partecipato alla fiction.

Grazie a loro la nostra Cultura ha avuto modo di essere conosciuta e apprezzata.

Nella foto le Nostre Concittadine con:

Kiko Rosati (regista)

Giulio Cristini (Sandro)

Alessandro Orrei (Diego)

mercoledì 22 novembre 2023

Oseacco fine anni 40 circa

Carnevale a Oseacco

circa 1946/7/8

Da destra:

Siega Gemma Acumave

Foladore Emma Zabalonino (sorelle)

Foladore Luigi Paule

Foladore Marietta Zabalonino (sorelle)

venerdì 10 novembre 2023

Coritis di Resia 1950 circa

Sagra di Coritis, prima Domenica di agosto. Primi anni 1950. I bambini donano alla Chiesa formaggi,burro,uova,tutto quello che in quegli anni la popolazione produceva realmente. Il tutto venivano portati con cesti e gerla direttamente dagli stavoli che circondavano Coritis.

martedì 8 agosto 2023

Chiesa di Coritis 1993 - 2023

30 anni dalla posa della prima Pietra PER NON DIMENTICARE
1885 ‐ 1892 (costruzione intero bene) Non ci è dato sapere se a Coritis esistesse una chiesetta prima dell'8 marzo 1885 ma si presume che almeno una cappella devozionale fosse presente sul territorio. La richiesta era stata fatta dal titolare della Pieve don Rucchini al vescovo di Udine nella quale chiedeva l'autorizzazione a erigere un Oratorio e anche l'invio di uno incaricato alla benedizione della prima pietra. La risposta era stata immediata e il 15 maggio dello stesso anno viene benedetta la prima pietra dell'Oratorio sotto il titolo di Madonna della Neve. Nulla si sa più fino a quando il 1° di agosto del 1888 il parroco Rucchini annota che: "a Coritis è in fabbrica un Oratorio e il di cui titolare non si conosce". Undici anni dopo, il 18 agosto 1899, lo stesso Rucchini scrive che "a Coritis vi è una chiesa eretta nell'anno 1889 ed ha un'altare sotto il titolo di S. Anna". Un documento del 5 luglio 1892 conferma che l'Abate di Moggio mons. Zucchiatti ha benedetto la chiesa il 2 di luglio. 1961 ‐ 1961 (dedicazione intero bene) I titolari di questa chiesa nel tempo sono diventati i Santi Simone, Giuda e Anna. Nel 1961 diventa parrocchia a sé stante e il 1° maggio del 1966 viene unita con quella di Oseacco. 1976 ‐ 1976 (distruzione intero bene) Il sisma del 15 settembre 1976 l'ha gravemente danneggiata e in seguito demolita. 1990 ‐ 1991 (riedificazione intero edificio) Nel 1990 si costituiva un Comitato per la sua ricostruzione con a capo il fabbriciere Fabrizio Di Lenardo; la chiesa con il campanile fu completata e benedetta domenica 4 agosto 1997 da mons Lorenzo Caucig delegato dall'arcivescovo Alfredo Battisti.

giovedì 15 giugno 2023

lunedì 9 gennaio 2023

DNA E I RESIANI

Articolo di Franco Tosoni
Premetto che:
“”” Cosa è la scienza? Tra i modi di pensare alla realtà naturale, pensiero incluso, ce n’è uno che comunemente è chiamato scientifico che gode di una certa reputazione perché è costruito con regole che cercano di garantirne l’affidabilità. È proprio questa reputazione a produrne la differenza, spesso contestata, dagli altri modi di pensare: perché si confonde l’elevata plausibilità di ciò che la scienza afferma con l’idea che quelle affermazioni siano vere in assoluto. Questa pretesa di verità, mai reclamata dai veri scienziati, viene ingiustamente tacciata di arroganza e usata, paradossalmente, per difendere la gratuità di altri modi di pensare, dichiarati veritieri per ragioni che trascendono la realtà stessa.”””
Dopo l’introduzione, ripropongo questo video, non per il motivo che era stato presentato a suo tempo, ma per puntualizzare alcuni aspetti, non marginali, ma che hanno avuto una parvenza molto marcata, esemplare e significativa. Infatti, volutamente e con una maliziosa programmazione, semplice ma mirata a rimarcare che, non a caso, la presentazione e la puntualizzazione dell’evento sia stata presentata proprio a Stolvizza, paese in cui esiste una dichiarata “minoranza slovena”, invenzione astratta e immaginaria. Hanno confutato i nostri adiacenti per il risultato che i ricercatori del Servizio di Genetica Medica del IRCCS Burlo Garofalo di Trieste che, dopo due anni di lavoro, hanno relazionato su quanto era emerso da tale ricerca, denominato: “Parco genetico del Friuli Venezia Giulia”. Da tale relazione era spuntata la prova che i Resiani risultano essere un’etnia unica in Europa (forse nel mondo?), in cui si afferma, di fatto, che i Resiani non hanno alcun vincolo genetico (manco po' ca..o), tradotto, “neanche per sogno” o una derivazione congiunta con gli Sloveni, tanto meno come la ipotetica assonanza con la lingua, la nostra primitiva e originaria, la loro “adolescente”, originata e dialettale. L’allora sindaco, Sergio Chinese, se ce ne fosse ancora bisogno da sottolineare, aveva pensato bene, quindi, ad invitare ed incontrare i ricercatori proprio a Stolvizza, per ribadire, con questo suo incontro, quanto è sbagliato dichiararsi “minoranza”, senza avere una base scientifica sulla “Genetica” e senza avere la certezza sulla nostra provenienza dichiarando, IO SONO, a dimostrazione di una dottrina erronea e infondata.

lunedì 2 gennaio 2023

CANTI, STRUMENTI MUSICALI ANTICHI E LA "RESIANA"

Lo studioso russo, IZMAIL l. SREZNEVSKIJ, ci ha lasciato queste testimonianze sugli antichi canti e strumenti musicali resiani ed il modo di ballare “La Resiana”, raccolte nella primavera del 1841, quando venne in visita a Resia. “I preti piano piano hanno fatto scordare quasi tutte le canzoni antiche del popolo resiano, colla proibizione di cantarle…. I brani rimasti degli antichi canti resiani assomigliano stranamente alle canzoni ritualistiche della Russia meridionale, per la melodia. Gli strumenti musicali sono il «gusli» (oslje), (Il gusli è un antico strumento a corda slavo, molto comune in Russia simile allo zither n.d.r.), assomigliante alla cetra. Un tempo avevano anche la zampogna (dùdy): una sola è rimasta oggi; l'ha un povero vecchio di Oseacco. La «Resianka» è una danza originalissima e bellissima. I ballerini si dispongono a 10 passi gli uni dagli altri, di fronte - ragazzi da una parte e ragazze dall'altra; quelli colle mani ai fianchi e fronte altera, queste colle braccia conserte e fronte timidamente abbassata.
Una fila s'avvicina all'altra per 3 volte ed alla terza volta si formano le coppie in girotondo. Poi si cambia la formazione in tal modo da far sì che ogni coppia stringa le mani delle coppie ai suoi fianchi in un bell' intreccio. In circolo danzando vanno prima a destra poi a sinistra. Quindi si staccano a coppie e procedono in fila cantando la canzone tutti insieme. I ragazzi si dividono ancora dalle ragazze ed ancora di nuovo le due file si mettono di fronte a distanza di 10 passi- ma così si è ritornati da principio e la danza ricomincia di nuovo ...e di nuovo ... al travolgente ritmo ed incessante.” IZMAIL l. SREZNEVSKIJ - GLI SLAVI DEL FRIULI 1841
Articolo di Franco Tosoni

martedì 31 agosto 2021

Deborah Puccio e la Val Resia

Come sei diventata e diventi donna nelle società montane del sud Europa? Nella vallata alpina di Resia, abitata da una minoranza slava, fu sotto la copertura del "sporco" babac o adornata della scintillante maskira che la giovane donna iniziò un viaggio rituale che la portò alle nozze.
Nella valle pirenaica di Bielsa, ancora oggi, è intorno alla abbagliante madama che la fanciulla tesse il suo destino. Non lontano da lì, nella piccola valle di Gistain, le lavorazioni tessili, la trasmissione dei beni tra donne di diverse generazioni, i giochi di velare e svelare, di essere e di apparire iniziati al carnevale continuano nelle feste di mezza estate e nei festeggiamenti celebrati in onore del santo patrono. Tramite la studio comparativo dei carnevali e delle feste attraverso cui si sviluppa la femminilità, Deborah Puccio mette in luce la continuità tra riti secolari e celebrazioni religiose analizzando il sistema di omologie, contrapposizioni e differenze tra maschere, ruoli rituali, figure mitiche e immagini cristiane di santi e vergini che, in un sottile gioco tra carattere e persona, far emergere la nuova identità delle giovani ragazze. Una prospettiva innovativa, poiché la festa del carnevale è sempre stata affrontata dal punto di vista dei ragazzi e dei riti che consentono loro di accedere alla virilità. opposizioni e differenze tra maschere, ruoli rituali, figure mitiche e immagini cristiane di sante e vergini che, in un sottile gioco tra carattere e persona, fanno emergere la nuova identità delle fanciulle. Una prospettiva innovativa, poiché la festa del carnevale è sempre stata affrontata dal punto di vista dei ragazzi e dei riti che consentono loro di accedere alla virilità. opposizioni e differenze tra maschere, ruoli rituali, figure mitiche e immagini cristiane di sante e vergini che, in un sottile gioco tra carattere e persona, fanno emergere la nuova identità delle fanciulle. Una prospettiva innovativa, poiché la festa del carnevale è sempre stata affrontata dal punto di vista dei ragazzi e dei riti che consentono loro di accedere alla virilità. Per chi fosse interessato CLICCHI QUI