Il giorno 16 c.m. si è riunito il Consiglio Comunale di Resia per trattare diversi argomenti inseriti nell’ordine del giorno.
A conclusione dei lavori, c’è stato un laconico comunicato del Sindaco Sergio Barbarino il quale ha informato l’assemblea che dal 19 febbraio avrebbe avuto inizio il corso di lingua slovena per i dipendenti comunali.
Alla richiesta di ulteriori informazioni in merito da parte del sottoscritto, Barbarino ha riferito che il suddetto corso sarebbe stato finanziato con contributi provenienti dalla legge che tutela le minoranze linguistiche slovene, e non dalle risorse del Comune.
E’ intervenuta l’assessore alla cultura, la quale ha ribadito che l’avvio del corso di sloveno è legittimo in quanto rispetta anche i principi della suddetta legge.
Quindi, concittadini di Resia, un altro passo è stato compiuto verso quel progetto di slovenizzazione messo in atto da un esiguo gruppo in maniera non democratica imponendo scelte non condivise dalla maggioranza della popolazione.
Per il momento il corso è rivolto soltanto ai dipendenti comunali. Poi ? Si rivolgerà anche ai dipendenti dell’ufficio postale, della BCC, della farmacia, del Parco delle Prealpi Giulie e in ultimo al parroco di Resia?
Qualcuno penserà che si è toccato il fondo: neanche per idea!
La prossima mossa? Sempre in ottemperanza alle “benedette” leggi n° 482, n° 38 e l’imminente n° 205 ( negli ambienti politici è data già per scontata) sventolerà sul municipio anche la bandiera slovena che sancirà che Resia è Slovena.
Senza dubbio ci capiterà ancora di peggio. Comunque, nulla è più umiliante del sentirsi “ stranieri in Patria”.
A questo punto mi rivolgo alla popolazione resiana che non si sente “minoranza slovena” affinché faccia sentire al sindaco la propria voce di disapprovazione, prima che sia troppo tardi!
Non è tempo di far finta di non vedere e di non sapere ciò che sta succedendo.
Carlo Altomonte
( consigliere comunale di minoranza )