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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

martedì 3 ottobre 2017

ANDREA E IL SUO VERO NOME

Articolo redatto da Franco Tosoni

22 aprile 2010, sul blog Val Resia Resije vengono pubblicate queste due lettere, Botta e Risposta. Gli interpreti di queste due lettere sono: Igor Cerno e Lidio Buttolo.
Lidio Buttolo buona parte di noi lo conosce, origini resiane di Uccea, ma nativo di Pradielis, comune di Lusevera. Abita a Udine, ma non dimentica le sue origini e tanto meno il suo “po-nasin”; quel dialetto niente affatto sloveno.
Igor Cerno, lui risiede a Lusevera, ma da noi è poco conosciuto con il suo vero nome. Noi lo conosciamo con altro nome, un nome contraffatto, un nome d'arte. Lui si nasconde e si nascondeva sotto questo falso nome, per non farsi individuare. Pontificava e sentenziava noi resiani di essere filo italiani, di disconoscere le nostre origini slovene, che parliamo un dialetto sloveno, che il resiano non è una lingua. In definitiva, tutta la nostra cultura, musica e danza compresa, è merito della Slovenia. L’origine, e non possiamo negare questo elemento determinante, è slovena, sempre secondo lui.
Ma è arrivato il momento, quel momento tanto atteso, per svelare finalmente quel nome. Ho voluto riproporvi queste due lettere perché è cosi che Andrea ha firmato la prima lettera, ed è con quel nome che Lidio Buttolo fa cenno nella sua risposta. Buona lettura.


Franco Tosoni

giovedì 22 aprile 2010
BOTTA E RISPOSTA
VALLI DEL TORRE
Solita solfa e peculiarità
Giovedì 8 aprile 2010, sfogliando le pagine del Messaggero Veneto, mi fermo a pagina 16, attratto dalla scritta Lusevera. Incuriosito da questa scritta, dato che risiedo a Lusevera, mi accingo alla lettura e, al termine dell’intervento, con stupore, leggo: «un ... ringraziamento anche a nome della mia natìa Alta Val Torre». Subito mi chiedo chi sia la persona che parla anche a mio nome, considerato che anch’io sono un abitante dell’Alta Val Torre. Scorro con gli occhi e vedo... Lidio Buttolo. Ma chi cavolo è? Penso tra me e me; soprattutto: perché diavolo parla anche a nome mio, ringraziando persone sconosciute nell’Alta Val Torre che per di più hanno negato – cito dalla lettera di Buttolo – «l’esistenza nelle valli (di) alcuna minoranza ancorché linguistica»? A me non passerebbe nemmeno per la testa di ringraziare persone che negano l’esistenza della mia lingua materna di origine slovena che è d’uso quotidiano nell’Alta Val Torre! M’informo se per caso questa persona possegga un qualche ruolo istituzionale qui nell’Alta Val Torre. Assolutamente no. Mi hanno riferito che il signore vive a Udine e, di tanto in tanto, passa in villeggiatura dalle nostre parti. È sempre la solita solfa. Arrivano da fuori, dalla città e s’arrogano il diritto di parlare a nostro nome, di dirci chi siamo, di cosa abbiamo bisogno. Ma perché piuttosto questi signori non parlano a nome della gente di piazza Primo maggio o dei clienti del centro commerciale che hanno sotto casa? Io, personalmente, ringrazio Viljem Cerno, don Renzo Calligaro, Guido Marchiol, Dante Del Medico, Fiorina Micottis, David Klodic e tutte le altre numerose persone che vivono e lottano con la comunità per difendere la sua lingua di origine slovena, le sue radici, la sua cultura. Perché, cari sedicenti difensori della «torrianità», è soltanto grazie a queste peculiarità che la nostra comunità vive.
Igor Cerno Lusevera
Tratto dal Messaggero Veneto  del 16 Aprile 2010


Risposta tratta dal Messaggero Veneto del 21 Aprile 2010
Quel dialetto non sloveno
Io, quello cui si riferisce il dottor (giurisprudenza) Igor Cerno nella lettera pubblicata dal Messaggero Veneto il 16 aprile, non intendo replicare polemicamente: sarebbe troppo noioso nel dare una certa importanza al contenuto, quindi sembrare di magnificare il mittente. A costui però devo dire – con preghiera al Messaggero Veneto di cortese pubblicazione – solo qualche cosetta perché Igor pare essere e rimanere chiuso in un guscio d’uovo (di colombo) e anche in un certo qual senso squalificarsi per dire di non conoscere chi è lontano dal suo nido, facendo così solo illazioni e lui stesso usare la “solita solfa”. Pradielis (comune di Lusevera) è il mio paese (non vi «passo di tanto in tanto in villeggiatura») e i miei ottanta anni li ho vissuti per la maggior parte, anche anagraficamente, lassù, dove ho la casa ricostruita dopo il terremoto con metà del contributo regionale in quanto allora non residente. Siccome il Cerno (Igor: nome russo?) al termine della sua lettera ringrazia sei persone (solo) vorrei fare qualche precisazione in merito. Egli per primo ringrazia Viljem Cerno, cioè suo padre che peraltro ama slovenizzare nome e cognome sulla stampa filoslovena; tale ringraziamento è naturale, ma il suo genitore Guglielmo (in vallata friulanamente lo chiamano Guglielmin) è nato, cresciuto e (come s’usa dire) pasciuto in Lusevera capoluogo come lui. L’altro citato – Guido Marchiol – è l’attuale sindaco di Lusevera e suo zio materno; Igor è anche consigliere comunale (pare sfumata per lui la carica di vice proprio per questione di parentela stretta). Questo giovanotto pare voglia emulare suo padre Gugliemin, il quale ha battuto il primato nel rimanere consigliere comunale (un po’ di qua, un po’ di là, ma quasi sempre all’opposizione) per ben otto tornate amministrative: un vero record anche perché dopo la 38/01 si è dichiarato “eletto di lingua slovena” (a posteriori però). Il ringraziato don Renzo Calligaro è parroco di Lusevera e Villanova delle Grotte da oltre trent’anni. Questi, dato che Igor afferma che io sarei uno sconosciuto nell’Alta Val Torre, oltre dieci anni fa in sede di definizione giudiziaria così scriveva a mio riguardo: «... tenuto conto che la sua (io) persona ha incidenza nell’ambito della comunità... sappia comunque che nei suoi confronti nutro grande stima». Avesse, quindi, l’Igor chiesto al suo parroco (dato che è anche cantore e suonatore in chiesa) chi sia quel “cavolo” di Lidio Buttolo avrebbe avuto (ma sono certo che ce l’ha) ragguagli sicuri. Cerno nomina anche un certo David Klodic: cognome inesistente nell’Alto Torre, per cui chiederei io a questo punto “chi cavolo è” costui. Ribadisco, infine, il mio ringraziamento al defunto Mattelig (il Messaggero Veneto ha resocontato le sue esequie come tra le più partecipate nelle Valli del Natisone) anche a nome dei miei convalligiani, escluso Igor e i suoi nominati, perché si è fin troppo speso per la tutela del nostro “po-nasin”; dialetto niente affatto sloveno con buona pace anche del dottor Igor Cerno.
Lidio Buttolo Lusevera


4 commenti :

  1. Io cambierei colore sfondo del blog

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  2. Quando si invita a cambiare colore, motivo? ' bisogna anche indicare quale colore, ti pare?

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Gli ci sono stati necessari otto giorni per rendersi conto che aveva scritto una cretinata ?

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