ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

sabato 31 gennaio 2009

SENZA PAROLE

Per il momento non aggiungo altro, ma tempo al tempo. Leggete attentamente questi due articoli, e cercate di capire dove certa gente ci vuole portare.


Tratti dal Novi Matajur del 30 Gennaio 2009


UN' INACCETTABILE INTOLLERANZA


Non parlano resiano, non l’hanno insegnato ai propri figli. Non vivono nemmeno a Resia. Eppure a Trieste come a San Pietro si presentano come i difensori della “resianità“, con un’a­sprezza e con toni spesso più adatti allo scontro in osteria che alle sedi istituzionali. Chi non ha argomenti, si sa, alza la voce per sopraffare chi non la pensa come lui.  E queste persone, si è visto a S. Pietro, non accettano e non sopportano che qualcuno agisca e la pensi diversamente da loro. E qui sta il vero pericolo, perchè senza rispetto non c’è convivenza, e l’intolleranza genera solo odio.
I “difensori” della resianità (ma anche dei nostri dialetti in funzione antislovena) poi lo sono a parole. Non hanno nulla da far vedere, se non qualche petizione o lettera ai giornali. Non si sono mai preoccupati se a Resia soltanto il 20% dei giovani parla abitualmente resiano. Sono invece pronti ad attaccare e discreditare chi giorno dopo giorno, anno dopo anno, fa parlare i fatti. E questo è inaccettabile.
Non si può tollerare che si cerchi di intimidire chi apre al resiano nuovi spazi nella comunicazione pubblica, in trasmissioni della RAI, su inviti e pubblicazioni, chi cerca di coltivarlo con le giovani generazioni, e non è facile vista la pervasività dell’italiano che riempie ogni istante della nostra vita. Perchè non è certo lo sloveno che minaccia il resiano, sarebbe ridicolo sostenerlo! Come è emerso palesemente anche a S. Pietro, l’interesse di questi gruppi è squisitamente politico e si inserisce in una lunga tradizione antislovena. L’obiettivo immediato sono le prossime elezioni comunali, quello di medio periodo smantellare le leggi di tutela in provincia di Udine e sfinire la comunità in sterili battaglie di retroguardia perchè non alzi troppo la testa e si accontenti di quello che ha.
In questo clima il Governo italiano è alle prese con la relazione sulla protezione delle minoranze linguistiche per il Consiglio d’Europa.


INCIVILE ATTACCO A LUIGIA NEGRO E AL SUO IMPEGNO PER LA VAL RESIA


La stessa appartenenza del resiano alla numerosa famiglia dei dialetti sloveni, figurarsi quella della comunità resiana alla minoranza slovena in Italia, è purtroppo ancora fonte di scontri molto accesi. Ne abbiamo avuto un'ennesima riprova all'ultima conferenza dei  Beneški kulturni dnevi a San Pietro al Natisone giovedì, 22 gennaio. L'incontro aveva come tema il collegamento tra l'uso delle lingue minoritarie e lo sviluppo del territorio e dell'economia, con particolare attenzione al settore turistico. Su questo tema è intervenuta come relatrice anche Luigia Negro, presidente del Circolo culturale Rozajanski dum, che è da anni l'anima e la promotrice di tantissime iniziative finalizzate alla valorizzazione della ricca tradizione culturale e linguistica resiana e del suo territorio e che da sempre dichiara apertamente di far parte come resiana della minoranza slovena in Italia.
Nonostante l'intenso lavoro ed i tanti successi già ottenuti  anche nel campo specifico della promozione turistica della Val Resia, a tutto vantaggio della sua economia, Luigia Negro è già da tempo vittima di aggressioni verbali, attacchi spesso incivili da un gruppo di persone, per lo più residenti fuori Resia, che ritengono inaccettabile il collegamento tra lo sloveno e il resiano. Alcuni tra questi sono intervenuti anche alla serata conclusiva dei Beneški kulturni dnevi, evidentemente con l'unico intento di alimentare nuove polemiche. Con particolare veemenza è intervenuto nel dibattito Franco Di Lenardo, coordinatore dell'Associazione Identità e Tutela Val Resia, che pur dicendo di apprezzare il lavoro del circolo Rozajanski dum, ha detto di non voler aver più niente a che fare con le sue iniziative se sono finanziate e organizzate dagli sloveni e le ha sbattuto sul tavolo il calendario resiano 2009. All'operatrice culturale resiana è stato anche intimato di smettere di intervenire in pubblico parlando delle origini slovene del resiano perché, ha detto Di Lenardo, la stragrande maggioranza non condivide le sue tesi.
Per quanto riguarda invece la già più volte ripetuta richiesta di escludere il resiano dalle leggi di tutela per gli sloveni, ha risposto molto bene il dr. Stolfo, direttore del Servizio per le Identità linguistiche, culturali e per i corregionali all’estero della Regione FVG, elencando tutti i benefici che la Val Resia e i suoi abitanti hanno ottenuto in questi dieci anni dalla legge 482.
In seguito all'episodio di S. Pietro, che è solo l'ultimo di una lunga serie, Luigia Negro ha già ricevuto moltissime espressioni di solidarietà da personalità di spicco sia della minoranza slovena che della vicina Slovenia. Il presidente regionale della SKGZ (Unione Culturale Economica Slovena) Rudi Pavšič ha dichiarato che gli attacchi alla Negro ricordano i tempi della guerra fredda e dei gruppi paramilitari Gladio e che devono considerarsi come attacchi a tutta la comunità slovena delle Valli del Natisone, del Torre, della Val Canale e di Resia. Rientrano infatti nella strategia di quelle forze politiche che vogliono cambiare la legge di tutela che riconosce la presenza della comunità slovena nella provincia di Udine. Evidentemente le forze antislovene di destra non sono ancora capaci di fare il passo culturale necessario e capire cosa sia moderno ed europeo. La SKGZ intende fare tutto il possibile per difendere i rappresentanti delle organizzazioni slovene dagli attacchi come quello alla Negro, che non hanno nulla a che fare con la convivenza democratica di persone ed etnie diverse, conclude Pavšič.
Solidarietà e sostegno politico è arrivato alla Negro anche dal consigliere regionale Igor Gabrovec, che ha sottolineato come i contestatori della presidente del Rozajanski dum facciano parte di noti gruppi che si sono sempre opposti all'inserimento della Benecia nelle leggi di tutela e che sono anche i principali promotori delle iniziative in Consiglio Regionale, che hanno come unico scopo l'annullamento della tutela della lingua slovena nelle sue forme letteraria e dialettali.
Il sostegno alla Negro e al suo impegno a favore di Resia e della sua cultura è arrivato anche da parte dell'europarlamentare sloveno Jelko Kacin (LDS) per il quale gli attacchi all'operatrice culturale resiana sono da considerare come un ulteriore pressione sulla comunità slovena in Italia.
 




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