ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

sabato 19 novembre 2016

Ka romonïjo tu-w Reziji COSA PARLANO A RESIA

Ricevo e volentieri pubblico
Articolo a Firma di Franco Tosoni

Con enorme soddisfazione per gli organizzatori, visti i numerosi partecipanti, mercoledì 10 agosto a Stolvizza/Solbica si sono trattati temi storici, linguistici e culturali riguardanti la Val Resia. In particolare è stato affrontato il periodo dell’insediamento nelle nostre vallate dei longobardi prima, con l’animazione del gruppo di rievocazione storica «La fara» e degli slavi alpini poi, a cura del circolo culturale resiano «Rozajanski dum» e del «Museo della Gente della Val Resia». Leggendo però un commento all’iniziativa, pubblicato sul sito valresia-resije.blogspot.it e titolato: «Ora si inventano gli alpini slavi» mi corre l’obbligo morale di riportare alcune fonti letterarie, purtroppo solo in lingua italiana perché quelle in sloveno o tedesco per alcuni sarebbero troppo difficili da capire o ritenute di parte.

19 novembre 2006 - 2016 Dieci anni insieme a Difesa della Nostra Identità

Sono passati dieci anni da quando alcuni Resiani si riunirono per la prima volta per discutere il da farsi dinanzi alla imposizione di una Legge, che identifica il popolo Resiano come Sloveno.
Siamo qui,ancora, oggi e non molleremo.
Lotteremo fino a quando il Popolo Resiano potrà riprendersi la propria terra e potrà essere "Padrone"a casa Propria.
Molti di Voi hanno aderito,partecipato,condiviso e magari criticato, le Nostre Iniziative.
Ma in questi anni abbiamo lottato e ottenuto.
Al compimento del decimo anno di ITVR - Identità e Tutela Val Resia - , vi informeremo di tutto ciò che abbiamo ottenuto in tutti questi anni.
Nel frattempo vi visualizzo il primo articolo apparso su questo Blog,che riguardava proprio quell'incontro.
Il sito nel 2006 faceva parte della piattaforma Splinder.

ARTICOLO: NOVEMBRE 2006:

DOMENICA 19 NOVEMBRE SI E' SVOLTA , IN LOCALITA' STAZIONE CARNIA, UNA RIUNIONE TRA ALCUNI RESIANI PROVENIENTI DA VARIE ZONE DEL FRIULI, PER DISCUTERE DELLA POSSIBILITA' DI COSTITUIRE UN COMITATO PRO VAL RESIA, PER LA VALORIZZAZIONE DELLA IDENTITA' CULTURALE DEL NOSTRO POPOLO  .  
ALLA CONCLUSIONE CI SI E' RESI CONTO DELLA FATTIBILITA', E QUINDI A BREVE SARA' STILATO UN STATUTO PER LA COSTITUZIONE .  
A BREVE DAREMO ULTERIORI NOTIZIE. 
RESIA RESIANA


martedì 15 novembre 2016

3^ Lettera al sindaco di Resia

Ricevo e volentieri pubblico

Lettera a cura di a.ZC.bm

Egregio Sindaco di Resia,,
faccio seguito alla mia precedente pubblicata il 14.10.2016 e mi riferisco sempre al suo post del 3.8.2016 in risposta ad uno che si era lamentato della tenuta delle strade, lei cosi rispondeva…..oggi…..alle 17…..avresti dovuto fermarti dopo averti pivettato, ti avrei spiegato tutto, senza alcuna remora ed efficacia, efficienza e responsabilità……a me piace chiarire le cose con le persone che vogliono intendere e che accettano di mettersi in discussione. Affidarsi a proclami su FB non sempre è costruttivo……. Parole al vento.
A seguito della 2^ lettera, tale Franco Calligaris, penso per prendere le sue difese, scrive “”come sempre si critica ma non si mette la faccia. Il bello dell’anonimato è chiedere trasparenza rimanendo nell’ombra.””

lunedì 7 novembre 2016

IL CALVARIO REDENTO

Ricevo e volentieri pubblico.
Articolo di Franco Tosoni

Con la cerimonia che si è tenuta oggi, sabato 05 novembre 2016, con inizio alle ore 10.30, prima nella chiesetta del calvario, con la Santa Messa, seguita poi dai discorsi evocativi dalle varie autorità convenute, si è celebrata così l’inaugurazione, per il suo riposizionamento, di una lapide commemorativa dei soldati caduti durante la Grande Guerra in Val Resia

Con questa cerimonia si è provveduto, in parte,  a risanare quella ferita mortale che si era prodotta negli anni '80, rimuovendo totalmente, monumento e testimonianze spogliandolo di tutte quelle dimostrazioni eroiche che avevano reso pubblico gli eroici fatti a difesa della nostra Patria e della nostra terra resiana, quel cimitero militare che era  stato  testimonianza del valore e del sangue versato in questa guerra dimenticata della Val Resia, spazzato via senza avvertire nessun dolore e rimorso nei confronti di chi aveva, con tanto coraggio, versato il proprio sangue a difesa dei propri valori, ma che aveva forse soltanto la colpa di aver occupato un’area che non gli competeva.
Grazie all’interesamento di alcune persone, che hanno voluto recuperare questo significato storico, che si rispecchia in quella lapide commemorativa, se noi oggi possiamo nuovamente tornare a rivedere e rivivere quei ricordi, prima rimossi dal cimitero militare e poi buttati alle ortiche, senza provare vergogna e riconoscenza, dimenticando storia e fatti storici, valori e sacrificio, sangue e vita.

sabato 29 ottobre 2016

Dӧu Bilӧ - dӧnä Bilӧ

Ricevo e volentieri pubblico.
Articolo di Franco Tosoni:

Ci siete mai chiesti? Ci siamo mai chiesti? Perchè, a parte il nome San Giorgio, in italiano, il paese si chiama Bilä, in resiano? Bilä, in resiano, vuol dire bianca, ma questo nome Bilä, ha qualche attinenza con il bianco?
Ho provato a risolvere questo mistero, ma non ci sono riuscito. Perché proprio questo nome, Bilä, non poteva chiamarsi semplicemente, San Giorgio in italiano, ed il corrispondente SinCjuri in resiano, così come viene ricordato in lingua resiana nel giorno della festa del santo patrono? Il fatto più curioso, se così si può chiamare, è quando un abitante di altre frazioni, quando deve dire che andrà a San Giorgio, dice: Gren dou Bilӧ, ma non dice Bilä, perché? Forse perché in lingua resiana, a differenza della lingua italiana, quando si nomina il nome di quel paese, in resiano, si dice Bilä, mentre per dire, andare in quel paese (?), si dice dӧu Bilӧ. La parte più curiosa, se così si vuol dire e chiamarla, riguarda anche il paese di Resiutta. Cosa centra, in questo caso, il paese Resiutta? Centra, centra, perché quando si dice, in resiano, vado a Resiutta, si dice: Gren dӧnä Bilӧ. Oppure, per dire, quando si è visto una persona conosciuta a Resiutta, uomo o donna si dice: Si gä vidël, uo si jo vidël. tänä Bilï. Quando si arriva, invece, da Resiutta, si dice: si päscïl sis Bilë gӧrǒ. Mentre in italiano il nome della località rimane sempre invariata, in resiano cambia la vocale finale a seconda di cosa si intende, capire e interpretare. Si potrebbe pensare alla stranezza della lingua resiana, ma non è così, perché la lingua resiana è molto precisa quando si vuole indicare una azione. Dopo questa breve parentesi sul paese Bilä, giusto per avere una spiegazione e una divagazione, chiedo scusa per questo apprendista stregone sull’interpretazione della lingua resiana, anche se alla fine quello che vale è farsi capire.

Franco Tosoni

domenica 23 ottobre 2016

Università degli Studi di Udine Premi per tesi di laurea in memoria di Giovanni Micelli “Zangarlin”

Università degli Studi di Udine

Premi per tesi di laurea in memoria di Giovanni Micelli “Zangarlin”

 Allegato al decreto rettorale 129 del 22 marzo 2016

La famiglia di Giovanni Micelli “Zangarlin” per il tramite dell’Associazione Identità e Tutela Val Resia e in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine, propone l’istituzione d tre premi per tesi di laurea allo scopo di commemorare la figura del musicista resiano, sostenitore dell’unicità della cultura resiana e insegnante di musica presso le scuole elementari e medie del suo comune, maestro e divulgatore della “zitira” – il violino resiano accordato un tono e mezzo più alto del normale che, suonato con la bunkula, ricorda una cornamusa - e di armonica diatonica. La passione e competenza in campo musicale del Micelli è testimoniata anche dalla partecipazione a manifestazioni internazionali e dalla collaborazione con il gruppo folk Val Resia, il coro Monte Canin e il gruppo Le Sedon Salvadie.

venerdì 14 ottobre 2016

2^ Lettera al sindaco di Resia

Ricevo e volentieri pubblico

Lettera a cura di a.ZC.bm.


Caro Sindaco di Resia,,
faccio seguito alla mia precedente pubblicata il 14.09.2016 e mi riferisco sempre al suo post del 3.8.2016 in risposta ad uno che si era lamentato della tenuta delle strade, lei cosi rispondeva…..oggi…..alle 17…..avresti dovuto fermarti dopo averti pivettato, ti avrei spiegato tutto, senza alcuna remora ed efficacia, efficienza e responsabilità……a me piace chiarire le cose con le persone che vogliono intendere e che accettano di mettersi in discussione. Affidarsi a proclami su FB non sempre è costruttivo…….
   Si vede che lei questi pensieri, che non traduce in pratica, le vengono solo dopo aver pivettato.
Lei fa confusione tra FB e blog che testualmente vuol dire diario in rete e che quindi pubblica articoli e lettere.

lunedì 3 ottobre 2016

UNA LOCALITÀ’ - TANTI NOMI

Ricevo e volentieri pubblico

Articolo a cura di Franco Tosoni

Quando una località si presta a più interpretazioni e il suo nome si alterna a diverse versioni, anche se la sostanza rimane invariata, allora sorge un dubbio esplicativo, perché questa località non ha un nome correttamente preciso? Per intendere, come lo devo scrivere correttamente per non incorrere a confondere ed equivocare in modo macroscopico? Visto che le varie versioni si intendono scritte in italiano, forse perché fra la pronuncia in resiano e lo scritto in italiano il nome non è facilmente decifrabile e pronunciabile, quindi sarebbe opportune, visto anche le diverse interpretazioni, che ha tale località, giusto e legittimo, venisse nominata e scritta con un unico e proprio nome, esattamente e verosimilmente, in lingua resiana. Ho letto da più parti che il nome di questa località viene scritto in modi diversi e, precisamente: Rusgis, come si può notare anche dalla tabella toponomastica di una via di San Giorgio, poi da altri, così riportati, Ruscis, Ruschis e Ruscjs.
Questa bellissima località alpestre, meta fino ad alcuni anni di pascoli ed alpeggio, dove i proprietari di stavoli trascorrevano buona parte dell’anno, qualcuno anche per circa otto mesi. Ora l’obiettivo dominante e principalmente, sono le escursioni e le scampagnate, limitate però a non più di qualche ora o, al massimo, di qualche giorno. dove le persone non hanno più motivo se non quella di trascorre qualche ora in armonia con amici, fra una mangiata, una bevuta e una cantata.
Ha conclusione di questa mia breve divagazione, unicamente impostata per spiegare la diversità e la discordanza interpretativa e nominativa di questa località, propongo, quindi, come ho già accennato, di chiamarla e scriverla così, in lingua resiana: Rüščije.
Franco Tosoni