ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

lunedì 5 giugno 2017

Condoglianze Sabina

Con una tristezza immensa, il Presidente, il Direttivo tutto,e i Soci di Identità e Tutela Val Resia esprimono sentite condoglianze alla Segretaria di I.T.V.R., Madotto Sabina, per la prematura scomparsa del Suo Amato Marito, Signor Orlando Soncin.

Un forte abbraccio,a Lei e a tutta la Sua Famiglia.


I.T.V.R.

lunedì 29 maggio 2017

Resia 11 giugno 2017 : Il Coro Folcloristico del canto Russo “Rabeschi di Moscovia” si esibisce a Resia

Resia
11 giugno 2017
Centro Culturale Resiano ore 18:00

Coro Folcloristico del Canto Russo “Rabeschi di Moscovia”
Direttrice artistica – Lubov’ Semyonovna Gribova
Accompagnatore – Alessandro Nikolaevič Gorbilyov

Il coro folcloristico del canto russo “Rabeschi di Moscovia” promuove attivamente i migliori esempi del patrimonio russo tradizionale in Russia dal 1984.
L’attività creativa del collettivo è basata sulle migliori tradizioni folcloristiche della Russia, quando il canto è strettamente collegato all’interpretazione, al girotondo e alla danza in combinazione con le idee sceniche originali che corrispondono all’attualità. 
Ma in primo luogo sempre vengono le radici folcloristiche e le tradizioni russe.
I concerti del collettivo immancabilmente hanno successo.
Il coro è vincitore dei Gran premi di molti festival e concorsi panrussi e internazionali, partecipante regolare dei programmi di concerti su piattaforme principali di Mosca e regione di Mosca.
Nel 2014 il coro è stato iscritto nella prima enciclopedia dei collettivi artistici di Russia – “Patrimonio russo”.
Nel 2015 è stato il coro di Fryazino a meritare la fiducia d’aprire il Festival internazionale “Scontro tra cori” fra collettivi artistici di persone di età avanzata. Il collettivo avrebbe manifestato con la sua esibizione la vastezza del paese natale.
L’amore del canto russo, la ricchezza della cultura vocale e scenica e l’individualità del coro continua a attirare durante molti anni l'attenzione e l’amore meritato di spettatori.

Tratto dal sito FB

mercoledì 17 maggio 2017

Gli antropologi russi pronti a studiare le origini dei resiani

Due professori dell’Accademia delle Scienze confronteranno i risultati genetici e le misure dei volti con quelle degli slavi antichi. Ripercorrono le orme degli slavi che si insediarono nella valle. Catalogheranno il materiale genetico e i resti ossei nel cimitero.

La parlata è simile al linguaggio di alcune zone della Russia, i tratti somatici degli abitanti della Val Resia si possono confondere con quelli delle genti della steppa e i documenti confermano la presenza delle popolazioni slavo-arcaiche ai piedi del Canin, dal 600 dopo Cristo.
Passano i millenni, ma la storia resta e due ricercatori dell’Istituto di etnologia e antropologia dell’Accademia delle scienze russe ripercorrono le strade che nell’antichità portarono gli slavi in quell’angolo di terra che custodisce paesaggi e tradizioni uniche. Giunti a Resia nei giorni scorsi, Stefania Zini e Nikita Khokhlov cercano le assonanze linguistiche, studiano i profili genetici e culturali dei resiani per confrontarli poi con quelle dei popoli russi. E se le origini dei resiani sono legate agli slavi antichi, l’obiettivo è capire da quale regione della Russia provenivano i loro avi. La ricerca partirà dal cimitero più antico della valle, quello della pieve di Prato di Resia. È lì che i ricercatori vorrebbero scavare per catalogare il materiale osseo.

sabato 13 maggio 2017

Incontro delegazione russa

Giovedì 11 maggio alla presenza del Sindaco Sergio Chinese, vicesindaco Cristina Buttolo e all'assessore Francesca Beltrame si è tenuto nel Municipio di Resia un incontro con una delegazione Russa,tra cui un'antropologa.
All’incontro ha partecipazione una delegazione di ITVR, il Presidente Alberto Siega, Dino Di Lenardo e Carlo Altomonte.
Presente anche la giornalista del Messaggero Veneto dott.ssa Giacomina Pellizzari.

Il Sindaco Chinese ha illustrato ampiamente la specificità Resiana, relativamente al Patrimonio Storico, Culturale e Linguistico, evidenziando l'imposizione della minoranza slovena.

Nel proseguo dell’incontro il Sindaco ha evidenziano l'iniziativa dell'Associazione ITVR per il gemellaggio con Fryazino, Città Russa, esprimendo l'interesse di coronare un dialogo di amicizia e di collaborazione fra i due paesi gemellati.

Altro argomento di grande interesse è stato il progetto di una ricerca storica a Resia, che ha suscitato l’attenzione dell'antropologa e la conseguente sua adesione all'iniziativa, che presenta però le usuali difficoltà dovute alla burocrazia e alla necessità di reperire finanziamenti per la buona riuscita (si spera in finanziamenti nazionali ma anche privati).

All’incontro con la delegazione Russa, ha fatto seguito un brindisi di benvenuto presso l'Albergo alle Alpi, seguita da una cena privata col sindaco.

giovedì 11 maggio 2017

Lingua Resiana - Semplicemente Resiana

PROPOSTA DI LEGGE N. 189

Presentata dal consigliere Novelli per la modifica della legge regionale n. 26/2007 “Norme regionali per la tutela della minoranza linguistica slovena”.

Identità e Tutela Val Resia, in occasione dell'audizione alla V commissione regionale a Trieste il 9 maggio, ha sottolineato ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che Resia e il resiano devono essere svincolati dalla legge che li associa alla minoranza slovena, chiedendo al Presidente dott. Martines ed ai consiglieri della V commissione l'impegno del riconoscimento del resiano come lingua autonoma. Ha ribadito che la creazione di un nuovo Istituto per il sostegno, la tutela nonché la valorizzazione della lingua resiana, nell’ambito della Legge regionale n. 26/2007, crea un doppione che non favorisce il resiano ma lo rende ancor più vincolato alla cultura e lingua slovena, mentre per tutelarlo veramente è necessario che sia indipendente da qualsiasi influenza estranea.

martedì 25 aprile 2017

25 Aprile: Festa della Liberazione?

CARTA DI CHIVASSO

La Dichiarazione dei Rappresentanti delle Popolazioni Alpine, nota anche come Dichiarazione o Carta di Chivasso è un documento elaborato e firmato il 19 dicembre 1943, durante un convegno clandestino da esponenti della Resistenza antifascista delle valli alpine. I firmatari furono: i valdostani Emile Chanoux (ucciso in carcere dai nazi-fascisti) (foto)
ed Ernst Page rappresentanti del movimento Jeune Vallèe d’Aoste, che insieme al movimento Ligue Valdotaine, si batteva per la difesa dell’identità valdostana e quattro rappresentanti delle valli valdesi: Osvaldo Coïsson e Gustavo Malan, venuti da Torre Pellice, e Giorgio Peyronel e Mario Alberto Rollier, rispettivamente dell'Università e del Politecnico di Milano.
Ciò che ritengo ammirevole nei partecipanti, che con questo documento delinearono con precisione e lucidità come si sarebbe dovuto realizzare un sistema politico federale e repubblicano su base regionale e cantonale, è il coraggio manifestato nel difendere e divulgare le loro idee ed i loro ideali nonostante il clima di guerra civile in cui si trovavano a vivere. A fronte di ciò credo che possa essere loro perdonato un piccolo richiamo al Risorgimento.
Questo documento potrebbe stimolare gli indipendentisti di oggi affinchè trovino la forza di superare le divergenze che li dividono e che non consentono la generazione di una massa critica di entità tale da potersi opporre all’unico vero nemico: lo stato italiano.

Dichiarazione dei Rappresentanti delle Popolazioni Alpine
Noi, popolazioni delle Vallate Alpine,
CONSTATANDO

che i venti anni di malgoverno livellatore ed accentratore sintetizzati dal motto brutale e fanfarone di «Roma Doma», hanno avuto per le nostre Valli i seguenti dolorosi e significativi risultati:

  • OPPRESSIONE POLITICA, attraverso l’opera dei suoi agenti politici ed amministrativi (militi, commissari, prefetti, federali, insegnanti), piccoli despoti incuranti ed ignoranti di ogni tradizione locale, di cui furono solerti distruttori;
  • ROVINA ECONOMICA, per la dilapidazione dei loro patrimoni forestali ed agricoli, per l’interdizione dell’emigrazione con la chiusura ermetica delle frontiere, per la effettiva mancanza di organizzazione tecnica e finanziaria dell’agricoltura, mascherata dal vuoto sfoggio di assistenze centrali, per la incapacità di una moderna organizzazione turistica rispettosa dei luoghi, condizioni tutte che determinarono lo spopolamento alpino;
  • DISTRUZIONE DELLA COLTURA LOCALE, per la soppressione della lingua fondamentale del luogo, là dove esiste, la brutale e goffa trasformazione in italiano dei nomi e delle iscrizioni locali, la chiusura di scuole e di istituti autonomi, patrimonio culturale che è anche una ricchezza ai fini della migrazione temporanea all’estero.
AFFERMANDO
  • che la libertà di lingua, come quella di culto, è condizione essenziale per la salvaguardia della personalità umana;
  • che il federalismo è il quadro più adatto a fornire le garanzie di questo diritto individuale e collettivo e rappresenta la soluzione dei problemi delle piccole nazionalità e minori gruppi etnici, e la definitiva liquidazione del fenomeno storico degli irredentismi, garantendo nel futuro assetto europeo l’avvento di una pace stabile e duratura;
  • che un regime repubblicano democratico a base regionale e cantonale è l’unica garanzia contro un ritorno della dittatura, la quale trovò nello Stato monarchico accentrato italiano lo strumento, già pronto, per il proprio predominio sul paese;
  • che in tale regime democratico–federale i ceti dei lavoratori devono vedere sicuramente salvaguardati i loro diritti con le opportune autonomie operaie aziendali in modo da impedire ogni ritorno capitalistico; fedeli allo spirito migliore del Risorgimento.
DICHIARIAMO quanto segue.
  • AUTONOMIE POLITICO–AMMINlSTRATIVE:
1.     Nel quadro generale del prossimo Stato italiano, che, economicamente ed amministrativamente auspichiamo sia organizzato con criteri federalistici e che politicamente vogliamo basato sui principi democratici, alle Vallate Alpine dovrà essere riconosciuto il diritto di costituirsi in Comunità politico–amministrative autonome sul tipo cantonale.
2.     Come tali, ad esse avranno comunque assicurato, quale che sia la loro entità numerica, almeno un posto nelle Assemblee legislative regionali e nazionali.
3.     L’esercizio delle funzioni politiche ed amministrative locali, comunali e cantonali, dovrà essere affidato ad elementi originari del luogo o aventi ivi una residenza stabile di un determinato numero di anni che verrà fissato dalle assemblee locali.

  • AUTONOMIE CULTURALI E SCOLASTICHE:
Per la loro posizione geografica di intermediarie fra diverse culture, per il rispetto delle loro tradizioni e della loro personalità etnica, e per i vantaggi derivanti dalla conoscenza di diverse lingue, nelle Valli Alpine dovrà essere pienamente rispettata e garantita una particolare autonomia culturale e linguistica consistente nel:
    1. Diritto di usare la lingua locale, là dove esiste, accanto a quella italiana in tutti gli atti pubblici e nella stampa locale.
    2. Diritto all’insegnamento della lingua locale nelle scuole di ogni ordine e grado con le necessarie garanzie ai concorsi perchè gli insegnanti risultino idonei a tale insegnamento. L’insegnamento in genere sarà sottoposto al controllo ed alla direzione di un consiglio locale.
    3. Ripristino immediato di tutti i nomi locali.
  • AUTONOMIE ECONOMICHE:
Per facilitare lo sviluppo dell’economia montana e conseguentemente combattere lo spopolamento delle Vallate Alpine, sono necessari:
    1. Un comprensivo sistema di tassazione delle industrie che si trovano nei cantoni alpini (idroelettriche, minerarie, turistiche e di trasformazione, ecc.), in modo che una parte dei loro utili torni alle Vallate Alpine e ciò indipendentemente dal fatto che queste industrie siano o meno collettivizzate.
    2. Un sistema di equa riduzione dei tributi variabile da zona a zona a seconda della ricchezza del terreno e della prevalenza di agricoltura, foresta o pastorizia.
    3. Una razionale e sostanziale riforma agraria comprendente:
      • l’unificazione della proprietà familiare agraria, oggi troppo frammentaria, allo scopo di ottenere un miglior rendimento delle aziende, mediante scambi e compensi di terreni e mediante una legislazione adeguata;
      • l’assistenza tecnico–agricola esercitata da elementi residenti sul luogo ed aventi, ad esempio, delle mansioni di insegnamento nelle scuole locali, di cui alcune potranno avere carattere agrario;
      • il potenziamento da parte dell’autorità locale della vita economica mediante libere cooperative di produzione e consumo.
    4. Il potenziamento dell’industria che conduce alla formazione di un ceto operaio evoluto e capace. A questo scopo si potranno anche affidare, ove occorra, all’amministrazione regionale o cantonale, anche in caso di organizzazione collettivistica, dell’artigianato, il controllo o l’amministrazione delle aziende aventi carattere locale.
    5. La dipendenza delle opere pubbliche locali dall’amministrazione cantonale ed il controllo di quest’ultima su tutti i servizi e concessioni aventi carattere pubblico.
Questi principi, noi rappresentanti delle Valli Alpine, vogliamo vedere affermati da parte del nuovo Stato italiano, così come vogliamo che siano affermati anche nei confronti di quegli italiani che sono o potrebbero venire a trovarsi sotto dominio politico straniero, e li proclamiamo oggi con la sicura coscienza di servire così gli interessi e le aspirazioni di tutti coloro che, come noi, credono negli ideali di libertà e di giustizia.
Chivasso, 19 dicembre 1943

martedì 4 aprile 2017

Resiani: Solidarietà al Popolo Russo

Identità e Tutela Val Resia -ITVR-, a nome di tutti i Resiani, porge le più sentite condoglianze a tutto il Popolo Russo colpito per l'ennesima volta da un atroce attentato.
In particolare un abbraccio al Console Carlo Andrea Dall'Ava e alla sua Assistente Elena Toukchoumskaia e a tutto il personale del Consolato Onorario della Federazione Russa di Udine.


sabato 1 aprile 2017

Risoluzione del Parlamento europeo dell'11 settembre 2013 sulle lingue europee a rischio di estinzione e la diversità linguistica nell'Unione europea (2013/2007(INI))

Entschließung des Europäischen Parlaments vom 11. September 2013 zu vom Aussterben bedrohten europäischen
Sprachen und die Sprachenvielfalt in der Europäischen Union (2013/2007(INI))

Il Parlamento europeo,

– visti gli articoli 2 e 3, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea,

– visti gli articoli 21, paragrafo 1, e 22 della Carta dei diritti fondamentali,

– visto lo studio Euromosaic della Commissione europea che prende atto della scomparsa delle lingue europee perché i dispositivi attualmente in vigore non consentono di tutelarle,

– vista la Convenzione dell'Unesco del 17 ottobre 2003 per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, che comprende le tradizioni e le espressioni orali, tra cui la lingua come vettore del patrimonio culturale immateriale,

– vista la Convenzione dell'Unesco, del 20 ottobre 2005, sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali,

– visto l'Atlante mondiale delle lingue in pericolo dell'Unesco  (Resiano),

venerdì 31 marzo 2017

Cimitero Militare a Resia

Ricevo e volentieri Pubblico
Articolo a cura di Tosoni Franco

Articolo apparso sul Bollettino Parrocchiale – Marzo-Aprile 1970 a firma di Aldo Madotto.

Vorrei sottolineare due passaggi di questo articolo.  

“I resti dei 58 Caduti saranno esumati nel prossimo mese di maggio, depositati in cassette-ossario, e traslati nel Cimitero Militare di Palmanova, dove troveranno definitiva sistemazione” 

“Il fatto di questa traslazione è degno di ammirazione: tutti questi caduti sparsi un po' dovunque in tutte le parti del Friuli, troveranno finalmente sepoltura più degna.” 

Troveranno sepoltura più degna perché la terra di Resia, dove avevano combattuto e caduti in questa prima Guerra Mondiale, forse non era degna di accettarli e onorarli? Con questo atto è stata cancellata una parte della nostra storia sui fatti accaduti durante la Grande Guerra, a testimonianza dei valori qui espressi dei Caduti di entrambi gli schieramenti; italiani e austroungarici.






Ripensando a questo articolo e a quella manifestazione

Ricevo e volentieri pubblico
Articolo a firma di Franco Tosoni

“Rezija ma, ti si makoj ma” -  6 febbraio 1982

Non mi rendo ancora perfettamente conto se il titolo ha rispecchiato, in quella occasione, siamo precisamente il 6 febbraio 1982, esattamente il pensiero di ogni resiano o se era una presa per i fondelli per alcuni e la verità per altri, o era un appiglio per prendere in giro tutta la valle. Era inutile, penso, manifestare con questo titolo se poi si è dichiarato: “….Resia è solo nostra, è vero, ma non dobbiamo tenerla tutta per noi. La nostra cultura deve essere conosciuta, vista e sentita. Questa cultura non deve conoscere confini, deve spaziare da est a ovest, da nord a sud….” Io aggiungo, soprattutto a est, e adesso si vedono i risultati e le conseguenze. “Rezija ma, ti si makoj ma”, doveva essere il tema della manifestazione, organizzato per far conoscere ai resiani (?) poesie e canti composti negli ultimi tre anni da alcuni autori resiani, ma non è stato così perché con la presenza sostanziale slovena si è voluto liberamente e intenzionalmente favorire più gli ospiti che i locali, come volevasi dimostrare, appresso, con la manifestazione ripetuta il giorno dopo a Trieste presso il Teatro sloveno.


giovedì 2 marzo 2017

GLI SLOVENI SI SPACCANO SUL CENSIMENTO

Gabrovec (Pd, Ssk): «Censimento irrilevante ai fini della tutela di una minoranza»
Gabrovec (Pd, Ssk): «Censimento irrilevante ai fini della tutela di una minoranza»

Gabrovec (Pd, Ssk): «Censimento irrilevante ai fini della tutela di una minoranza»
«I diritti sono sanciti a prescindere dalla consistenza numerica della comunità»



Gabrovec (Pd, Ssk): «Censimento irrilevante ai fini della tutela di una minoranza»

«Il censimento è irrilevante ai fini della tutela di una minoranza autoctona riconosciuta».
È quanto sostiene Igor Gabrovec (foto), esponente del Pd/Ssk in Consiglio regionale, minoranza slovena.
all'indomani delle affermazioni di alcuni esponenti di FI che hanno accolto con grande favore le parole del consigliere in forza alla componente slovena del Pd Stefano Ukmar, il quale, in relazione alla rappresentanza delle minoranze linguistiche nel Parlamento nazionale, legava la sorte di una eventuale garanzia ex legibus di seggi alla necessità di arrivare al censimento della

«Personalmente - prosegue Gabrovec - non mi straccio le vesti dinnanzi all'ipotesi di ricognizione della consistenza numerica degli appartenenti alla minoranza slovena del Fvg, anche perché, seppur in assenza di qualsivoglia censimento, le autorità italiane hanno sempre stilato numeri più o meno approssimativi».

mercoledì 1 marzo 2017

GLI SLOVENI IN REGIONE: PRONTI AL CENSIMENTO

Finora si erano sempre opposti

Bistrattato, a tratti perfino odiato e massacrato,l'Italicum potrebbe - pur indirettamente - portare a casa un risultato storico,quantomeno a Nord Est. Il prima censimento della minoranza slovena all'interno dei confini del Fvg. Nel caso diventasse realtà, si tratterebbe di una vera e propria svolta storica per la nostra regione.
Minoranze Linguistiche

Svolta slovena: pronti al censimento

Apertura storica del consigliere Ukmar (Pd) dopo decenni in cui è sempre stata rifiutata la "conta"

Bistrattato, da molti  perfino odiato e massacrato dalla Consulta, l'Italicum potrebbe - pur indirettamente - essere il mezzo ideale per ottenere un risultato storico, quantomeno a Nord Est: varare il primo censimento della minoranza slovena all'interno dei confini del Fvg.

Quella che ,nel caso diventasse realtà, si trasformerebbe in una vera e propria svolta storica per la regione avviene,infatti, mentre in Consiglio si sta discutendo della mozione - Claudio Violino la prima firma posta in calce - con cui si chiede al Parlamento il riconoscimento di una rappresentanza politica delle minoranze linguistiche del Fvg,cioè, volgarmente, una modifica dell'Italicum. E' a metà mattinata che prende la parola "Sono un cittadino Italiano di Nazionalità Slovena"- tuona - e dico che ci serve un censimento degli sloveni in Fvg per creare un apposito albo regionale e chiedere a Roma le necessarie modifiche costituzionali per garantirne la rappresentanza".

Stefano Ukmar ( foto ), consigliere del Pd ma soprattutto espressione diretta degli sloveni del Fvg,che spiegando lo stato dell'arte a Lubiana - dove in Parlamento è garantita la rappresentanza a italiani e ungheresi - "spara" la proposta

martedì 21 febbraio 2017

Regione Friuli V.G.: «Una proposta di legge per valorizzare il Resiano»

 "Creare un Istituto per la Promozione del resiano e delle varianti linguistiche delle Valli del Natisone, del Torre e della Val Canale per salvaguardare il patrimonio linguistico, culturale e storico di Coloro Che, non riconoscendosi Nella Comunità autoctona di minoranza slovena, rivendicano venire propria l 'identità trasmessa nei secoli Attraverso le Espressioni linguistiche resiane, natisoniane, della Valle del Torre e della Val Canale ".

lunedì 6 febbraio 2017

domenica 5 febbraio 2017

O siamo tutti sloveni o tutti resiani!

Tratto dal sito lintver.it


Siamo tutti Sloveni o Tutti Resiani!

"Il Tipico modo di cantare accompagnati Dalla fisarmonica e Una Caratteristica della musica popolare slovena" - dice lo Spacapan.
Ma Anche Di quella resiana ??? !!!
Con Notevole Ritardo, solista Oggi 26 ottobre, mi imbatto in un Intervento del Consigliere Regionale Mirko Spacapan "O Siamo tutti Sloveni, o Tutti resiani", apparso sul n. 38 del 11 ottobre 2007.
Premetto Chiaramente Che la diatriba Sloveni o resiani non m'interessa.
Ho le mie idee e me le tengo.

Piuttosto Rimango perplesso Leggendo:
"... Per dimostrarlo Tra Uno slogan e L'Altro Hanno intonato tipici brani locali, accompagnati Dalla fisarmonica.
Ora - qui bisogna decidere Una delle due verità: o siamo Tutti Gli Altri Sloveni resiani,

sabato 4 febbraio 2017

PIETRO FORTUNA: da il giornale LIBERTA' del 02-04-1946

AL SUONO DELLE CAMPANE

Ce ne accorgemmo subito allorquando la lunga e caratteristica colonna di Pakard, dopo avere attraversato il semi distrutto abitato di resiutta si ingolfò in uno stretto dedalo di vicoletti dal ciottolato sconnesso e infilò la Valle Resia che si schiudeva, dinanzi agli occhi attoniti, tra il verde dei suoi prati e il sole di primavera, come al sorriso invitante e cordiale di una bella ragazza. I viandanti, curvi sotto le gonfie gerle di fieno o pieni di ciottoli, volgono il colto dal denso polverone, agitando l'altra in un festoso saluto "troppa grazie- pareva dicessero- troppa grazia". Lungo la strada che costeggiando il fiume sale su su fino alle pendici del canin, le automobili della "Commissione" scivolano veloci e silenziose. ed ecco apparire, dall'uscita da un'ampia curva il campanile della frazione di San Giorgio.  Ma la commissione non si ferma e continua imperterrita la sua corsa puntando su Prato di Resia, capoluogo della valle. Anche qui festoni tricolori, un frenetico agitare di bandiere, la scosciante musica delle campane e tanto, tanto popolo che si riversa dalle case e sul sagrato della chiesa ove le macchine si sono fermate.  E' una manifestazione gaia e commovente al medesimo tempo e gli sfingei possono a mala pena seguire il sindaco che, aiutato da robusti giovanotti, si fa largo verso i locali ove avrà luogo l'inchiesta. I delegati hanno abbandonato il loro contegno solenne e sorridono cordialmente prendendo fotografie a destra e a manca. Vi sono moltissime donne che osservano la semplice eleganza delle delegate francesi ed inglesi, dandosi gomitate nei fianchi, nascondendo timide la loro allegra risata nel cavo della mano. E' uno strano paese Resia, un paese che esiste e non esiste al medesimo tempo; un paese polivalente; formato da ben sei frazioni, distanti parecchi chilometri le une delle altre. E' il complesso di questi paesini: Prato, Oseacco, Stolvizza, Gniva, San Giorgio, Coritis e Uccea che prendono il nome di Resia dal fiume omonimo che nasce dal Canin e scende rumoreggiando fino a Resiutta, sulla pontebbana, ove si getta il canale.
L'ORGOGLIO DEI RESIANI
I Resiani, sono molto orgogliosi del loro fiume che, come l'Isonzo che le acque intensamente azzurre.

giovedì 2 febbraio 2017

1150 ° anniversario del riconoscimento della lingua liturgica slava

I risultati del concorso pubblico per la progettazione di 10 € moneta d'argento collettore di commemorazione del 1150 ° anniversario del riconoscimento della lingua liturgica slava

In agosto 2016 Národná banka Slovenska (NBS) ha annunciato un concorso pubblico per la progettazione di 10 € d'argento collezionista di monete per commemorare il 1150 ° anniversario del riconoscimento della lingua liturgica slava. Un totale di nove disegni di otto designer sono stati iscritti al concorso.

Nel novembre 2016 i progetti sono stati valutati in forma anonima da parte del Comitato per la valutazione dei disegni commemorative e Coin Collector. Che assiste il Comitato nel suo compito sono stati tre esperti esterni: Ján Steinhübel presso l'Istituto di Storia dell'Accademia slovacca delle scienze, Peter Mulik dalla organizzazione nazionale patrimonio Matica Slovenská, e il professor Jan Lukačka dalla Facoltà di Lettere dell'Università Comenius.

            Un disegno di Roman Lugar è stato assegnato il primo premio e, su raccomandazione del Comitato, è stato approvato dalla Banca Consiglio NBS come il progetto per la moneta. Il Comitato ha elogiato il progetto per la sua arte e per la straordinaria armonia compositiva tra le due parti. L'elemento di rilievo su ogni lato si inquadra in un cerchio, creando così una composizione visivamente unificato. Il design dritto si basa su un reperto archeologico - una targa da Bojná nella Slovacchia occidentale - che simboleggia gli inizi del cristianesimo in quella che oggi è la Slovacchia. Il rovescio mostra il Cristo crocifisso e, simbolicamente sotto i bracci della croce, i santi Cirillo e Metodio, "gli apostoli degli Slavi", nella giusta stile iconografico. I consiglieri tecnici rimasti colpiti anche con la raffigurazione di una croce greca sul dritto, in riferimento a Bisanzio, e una croce latina sul retro, che simboleggia Roma. La lingua liturgica slava si allude su entrambi i lati della moneta, con esempi di glagolitico.

martedì 31 gennaio 2017

RIPRENDIAMOCI RESIA E I NOSTRI VALORI

Ricevo e Volentieri pubblico.
Articolo redatto da Franco Tosoni

A chi non vede, a chi non sente, a chi non parla, ma anche a chi non crede, a chi non ha memoria, a chi ha trascorso quei momenti difficili, ai giovani di oggi, lancio un segnale per cercare di salvare e di salvaguardare la nostra reale identità, conseguentemente faccio questo appello: Riprendiamoci Resia e i nostri valori. Per quale motivo? Bisogna ricordare che nella primavera del 1946 la situazione della Val Resia era molto seria, bisognava decidere, o rimanere con l’Italia oppure scegliere la Jugoslavia. Con una sollevazione popolare e con la presenza compatta della gente resiana, tutti uniti e concordi quel giorno, 1° aprile 1946, di fronte alla Commissione interalleata, che doveva decidere le sorti della nostra Valle, arrivata in Val Resia per verificare: i sentimenti, la coscienza, lo spirito della gente, la verità, la consapevolezza e la determinazione della collocazione da prendere, la gente di Resia scelse l’Italia.
Alla fine questa Commissione, al cospetto di questa manifestazione imponente, piena e solida della gente resiana, compatta e determinata, ha accertato, ha constatato, quindi si è dovuta rendere conto che Resia, alla dimostrazione di italianità verificata, non voleva assolutamente diventare una appendice della Repubblica della Jugoslavia, come qualcuno pensava, sperava e già auspicava. A conferma che Resia è sempre stata dei resiani, del suo popolo, e così per sempre resiana, che per sua scelta e determinazione Resia doveva rimanere italiana (ta laska), come già deliberato con plebiscito nel 1866, ma mai ta buska. Un popolo, quello resiano, che ha saputo e voluto scegliere il proprio destino. Passata la deriva in cui era caduta, confortata e incoraggiata da questa parentesi amara e nello stesso tempo gioiosa, la vita in Val Resia ha continuato il suo percorso con la sua normale quotidianità e serenità, a parte le questioni di lavoro ed emigrazioni stagionali tra vari Paesi europei. Orgogliosa nel riprendere forza e vigore per questa sua scelta, per questo NO deciso, per questo atto volontario e per questa preferenza motivata, quella generazione di resiani poteva dirsi, quindi, fiera della propria determinazione e della propria soluzione.

venerdì 27 gennaio 2017

I.T.V.R. - Identità e Tutela Val Resia - INFORMA IL POPOLO RESIANO

                                                  ALL’ARCIDIOCESI DI
S.E. Andrea Bruno Mazzocato


AL PARROCO DI RESIA

Don Gianluca Molinaro


Il sottoscritto Alberto Siega Presidente dell’Associazione Identità e Tutela Val Resia (I.T.V.R.)  nel leggere l’articolo del quindicinale Dom  del 16.09.2016 dal titolo “”Chiesa, non abbandonarci!”” nota che con arroganza si fanno interpreti di pensieri di altre comunità affermando “anche attraverso gli otto circoli aderenti, organizza l’attività dei cattolici sloveni in Val Canale, Resia, Valli del Torre e Valli del Natisone””. Vorremmo sapere quanti sono gli aderenti, e se esiste, il circolo sloveno di Resia e quanti di loro parlano lo sloveno. Domanda semplicissima.
A noi non interessa che vengano diminuite le foranie e istituite nuove “collaborazioni pastorali”. Dicono bene che la Chiesa Udinese, unica in questa parte d’Europa a vantare la presenza delle tre grandi stirpi europee – latina, slava e germanica. Ben detto “”slava”” ma non slovena.

RESIA «La valle patrimonio dell’Unesco»

Il Comune chiede il sostegno della Regione. «Per danza e musica»


La Val Resia può diventare patrimonio Unesco grazie a danza e musica. 
Il Comune lavora per la candidatura, ma è necessario il sostegno della Regione. Danza e musica, appunto, possono aprire alla Val di Resia le porte dell’esclusivo club del patrimonio Unesco.
Restituendo, contestualmente, ossigeno al turismo e all’economia del territorio. Lo sostiene il consigliere regionale di Autonomia Responsabile Roberto Revelant, che sollecita, con un’interrogazione a risposta scritta, la Regione ad appoggiare il Comune, impegnato nella presentazione della propria candidatura all’Unesco.

Revelant ricorda l’unicità del patrimonio culturale locale, e rileva che «in questa fase di estrema delicatezza, ottenere un riconoscimento di questa portata regalerebbe alla Val di Resia un palcoscenico internazionale. 

giovedì 26 gennaio 2017

Walter Bonatti: L’eroe del K2 sugli sci: tutte le Alpi dalla Val Resia Partí da Stolvizza, era il 1956. Il resoconto ne “Le mie montagne”

In un giorno di primavera di sessant’anni fa un Walter Bonatti appena ventiseienne arriva in Friuli per dare inizio a una impresa senza precedenti: attraversare tutto l’arco alpino italiano da est a ovest con gli sci. Come punto di partenza sceglie una delle valli più belle e solari della regione, la Val Resia.
E da Stolvizza di Resia la mattina del 14 Marzo 1956 parte con tre compagni, zaini pesantissimi e sci in spalla, verso la cima del Monte Canin, superando i ripidi versanti occidentali del massiccio. Definirà la prima tappa “abbastanza difficile” e trascorrerà la notte bivaccando sulla cima, scavando una buca nella neve.
Lo scarno diario di traversata è contenuto nel volume “Le mie montagne”, oggetto di felici ristampe, con pochi riferimenti al lettore avido di notizie, al di là dell’elenco preciso delle ore, dei dislivelli, dei chilometri percorsi, delle condizioni incontrate. Ancora meno elementi si possono rintracciare sul nostro territorio. Il passaggio di un Bonatti già famoso per il K2 e per la scalata al Petit Dru passa praticamente inosservato anche a Tarvisio, dove i quattro giovani trascorrono una delle rare notti al caldo. E questo rimane un mistero. Possibile che nessuno li abbia notati? Forse furono proprio loro a volere così.
Intanto un numero monografico della rivista Meridiani Montagne racconta l’intera traversata ripercorrendola con gli occhi di oggi. E dedica alle tappe realizzate da Bonatti in territorio friulano il pezzo d’apertura. Cosa troverebbe il grandissimo alpinista scomparso nel 2011 se per ipotesi si mettesse in viaggio adesso? Nuove strade, impianti e piste da sci, costruzioni di centri turistici hanno in molti punti del percorso cambiato la fisionomia del paesaggio, a partire proprio dal Canin.

mercoledì 18 gennaio 2017

Musica, ballo e canto della Val Resia

Per segnalare che, ITVR non dorme come si vorrebbe far credere, ma è attenta a tutto quanto è tutela e difesa della Resianità.

A seguire la lettera di segnalazione-denuncia a:


- AL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI 


- AL CID PRESSO UNESCO - Consiglio Internazionale  della danza


- UNO PALAIS DES NATIONS


- PALAIS DES NATIONS 


- AL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA
    Advisor Committee e on the framework convention
    for The Protection of National Min oriys 


- AL CONSIGLIO D’EUROPA
  Segretariato della convenzione quadro per la        protezione delle minoranze nazionali
  Agora Costruzione


Per denunciare l'interferenza e l'appropriazione della cultura Resiana per presentarla come cultura Slovena.


Clicca QUI e leggi il Nostro Documento Ufficiale

giovedì 5 gennaio 2017

E' morto Strassoldo, il 'President' dei Friulani

IDENTITA' E TUTELA VAL RESIA E' VICINA ALLA FAMIGLIA, E PORGE LE SUE CONDOGLIANZE PER LA PERDITA DI UN GRANDE AMICO CHE HA DIFESO CON NOI LA CAUSA RESIANA.

MANDI MARZIO


Per ulteriori informazioni clicca Qui

Dan Emigranta: Rino,per piacere,sii obbiettivo e rifletti con calma. Ne vale proprio la pena?

Come sapete,domani 6 gennaio, al Teatro Ristori di Cividale del Friuli, si svolgerà l'edizione numero 54 della Manifestazione "Dan Emigranta".Manifestazione tradizionale degli Sloveni della Provincia di Udine.
A questa manifestazione è stato invitato il Gruppo Resiano "Rezija" di Oseacco.
Appena trovata la notizia,mi sono subito attivato e ho avvisato la popolazione ,tramite vari canali, volta a convincere i componenti del Gruppo,a NON PARTECIPARE

mercoledì 4 gennaio 2017

Identità e Tutela Val Resia organizza: INCONTRO LINGUA RESIANA

incontro sulla Lingua Resiana che si terrà in occasione dell'Assemblea generale 2016

sabato 7 gennaio 2017 alle ore 17.00 nella Sala Consiliare del Comune di Resia


Per ulteriori informazioni  LEGGI QUI

Dan emigranta 2017: Noi siamo Resiani e Non Sloveni.

Venerdì 6 Gennaio a Cividale si svolgerà la manifestazione Dan emigranta 2017, la manifestazione più importante degli Sloveni della Provincia di Udine. Alla manifestazione,oltre a tutti gli esponenti maggiori delle organizzazioni Sloveni del Friuli Venezia Giulia, saranno presenti anche alcuni Gruppi musicali. Tra cui,il Gruppo REZIJA di Oseacco (Di Lenardo - Chinese). Con questo scritto vorrei invitare questo Gruppo, che si dichiara apertamente Resiano, di non partecipare a questo evento. Invito Voi tutti a dare un contributo FORTE volto a convincere i Nostri concittadini, di declinare l'invito e dunque la loro presenza, e di non essere strumentalizzati in futuro da questa Politica Nazionalista Slovena perpetrata  dalle organizzazioni Slovene ai danni della Comunità Resiana, che hanno solo lo scopo di distruggere la Nostra Identità.Vi ringrazio fin da ora per la Vostra collaborazione.