ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

giovedì 20 agosto 2020

ITVR - Identità e Tutela Val Resia INFORMA

 

I soci e simpatizzanti di ITVR sono invitati VENERDI' 21 agosto, presso STARI MLIN in Tigo. 


Dalle 16,00 alle 18,00
 
Ci troviamo per questo secondo incontro, programmato per rinnovare l'iscrizione 2020, per descrivere le nostre iniziative e per parlare della Proposta di legge di modifica alla 482/99.
Vi aspettiamo

giovedì 6 agosto 2020

ITVR - Identità e Tutela Val Resia INFORMA

I soci e simpatizzanti di ITVR sono invitati SABATO 8 agosto, presso STARI MLIN in Tigo. 

Dalle 16,00 alle 18,00
 
Ci troviamo per rinnovare l'iscrizione 2020.

Per descrivere le nostre iniziative.
E per parlare della Proposta di legge di modifica alla 482/99.

martedì 4 agosto 2020

La Slovenia scippa il Folklore di Resia - Scatta la protesta

In una lettera l'accusa dell'Associazione Identità e Tutela 
Centinaia di canzoni e fiabe della Valle spacciate per slovene

Tratto dal Messaggero Veneto del 4 agosto 2020 a firma del giornalista Luciano Patat

Non ha esitato a prendere carta e penna per scrivere alle istituzione. Obbiettivo: dire stop allo "scippo" della cultura resiana da parte di soggetti sloveni. E' battagliera Nadia Clemente, Presidente di Identità e Tutela Val Resia, sodalizio nato nel 2007 e che oggi conta circa 300 associati.

Ha indirizzato la missiva non soltanto al Sindaco di Resia, Anna Micelli, e a tutto il consiglio comunale,ma anche al Presidente della Regione Massimiliano Fedriga, al Deputato Forzista Roberto Novelli, e ad altre associazioni.

Con la sua iniziativa, Clemente e la sua associazione, puntano a denunciare la "continua , incessante e reiterata appropriazione fraudolenta della cultura, identità e tradizioni resiane millenarie che vengono falsificate e propagandate come slovene. A riprova ci sono centinaia di rassegne,concerti,spettacoli e pubblicazioni in cui vengono esibiti come sloveni, i più autentici, unici e inequivocabili esempi di cultura resiana".

Identità e Tutela Val Resia porta molti esempi a supporto della sua tesi. Da un'esibizione del Gruppo Folkloristico Resiano del 1988 , ripresa da RTV Ljubljana e che sarebbe etichettata in un programma televisivo come "canzoni popolari slovene di Resia", diventando una performance "mistificata e contrabbandata come slovena" dice Clemente, passando per la raccolta di 3 mila  favole raccontate dallo sloveno Milko Maticetovic, raccolte in una registrazione e divenuto un libro.
Le fiabe non sono mai state riportate a Resia da Lubiana e, soprattutto, hanno visto solo 9 racconti riconosciuti come resiani. La presidente cita poi 790 registrazione di canti,musica,tradizioni orali e racconti dal 1962 al 1988, anche essi etichettati come sloveni.
"Ricordo ancora - dice Clemente - quando nel 2016 nel contesto del 37° Festival della musica popolare europea a Viljandi, in Estonia, la cantante e narratrice del patrimonio orale sloveno Ljoba Jence ha portato alcuni brani specifici resiani parlando della popolazione locale come di un "gruppo sloveno che vive in Italia".
O ancora - aggiunge - possiamo aggiungere centinaia di registrazioni You Tube di folklore, così come balli e ancora cartoni animati trasmessi da RTV Ljubljana tratte da favole resiane, presentati come appartenenti alla cultura etnica slovena. Da qui la richiesta alle istituzioni, sindaco Micelli e presidente Fedriga in testa, di mobilitarsi contro questa "rapina della nostra identità. 
Identità e Tutela Val Resia invita le autorità a non intraprendere politiche e iniziative  di collaborazione transfrontaliere con la Slovenia, finchè non ci sarà il dovuto risarcimento e rispetto per la cultura e identità resiane".
Clemente, per questa battaglia si appella anche ai friulani, "con i quali sono state condivise le sorti civili, amministrative e storiche". 
La lettera,già indirizzata alle istituzioni, finora non ha avuto risposta.
Ma l'associazione non molla e intende far valere le ragioni della comunità resiana nelle sedi opportune.



martedì 14 luglio 2020

Alla cortese attenzione della Sig.ra Tiziana GIBELLI Assessore alla Cultura e Sport della Regione F.V.G. – Trieste e, per conoscenza, a Pierpaolo ROBERTI Assessore alle autonomie locali, funzione pubblica, sicurezza, politiche dell'immigrazione, corregionali all'estero e lingue minoritarie

Articolo di Franco Tosoni

LA VERA RAGIONE PER CUI SONO QUI

Ritengo giusto e doveroso che ogni resiano, almeno nei confronti di quelli che io considero ancora sufficientemente interessati, provi a valutare attentamente il grave problema che preme sulla nostra identità, già fin troppo compromessa, che io cerco assiduamente e costantemente di tenere viva l’attenzione. Io porto sempre a conoscenza quanto ritengo ingiusto, come in questa occasione, che spero abbia suscitato, ai destinatari, un certo interesse, un senso di giustizia, e che abbiano, reputo, sufficientemente autorità e coraggio a considerare ingiusto e illegittimo un trattamento così maligno nei confronti della nostra comunità, del nostro popolo. Non è possibile che tutti i beni immateriali che abbiamo ereditato, gelosamente conservato e pazientemente tramandato, musica, danza, canti e racconti, per non parlare della nostra lingua – irregolarmente considerata dialetto della lingua slovena -, vengano considerati: ””REGISTRAZIONI DELLE TRADIZIONI POPOLARI DEGLI SLOVENI IN ITALIA.““, sloveni che potrebbero trovarsi ovunque, ma non a Resia. Circa l’80% di quelle registrazioni, depositate presso il Museo Etnografico di Malborghetto,
sono resiane, quindi, quella dicitura, quella breve scritta con cui si dà un'informazione inesatta e scorretta, implora: rivendichiamo i nostri diritti, la nostra identità, la tutela della nostra autentica resianità. Forse tutto questo non produrrà molti frutti, forse non si arriverà subito alla conclusione dei nostri diritti, forse non produrrà utili alla nostra causa, ma almeno vorrà dire, testardamente e caparbiamente, ci abbiamo provato e continueremo a provarci. Lo scritto che segue, inviato ai due assessori della Regione Friuli-Venezia Giulia, in data 08 maggio 2020, è frutto di una mia personale iniziativa, quindi escludo qualsiasi pressione esterna o sollecito di qualsivoglia Ente o Associazione.
Grazie dell’attenzione

domenica 28 giugno 2020

Lingua Resiana - Resian Language: per non dimenticare

Language and history of Resian Valley

The regional law 38/01 and the amendment of L.R. 26/07 aim to protect the Slovenian minority in the Friuli Venezia-Giulia region but the Resian people has been included in it despite the proven and documented fact that in the Valley of Resia the Slovene minority does not exist and has never existed.
As a matter of fact, Resian people have never shared with Slovenia anything such as their territory, history, traditions or tongue
Recent genetic tests (made within the regional  “Genetic park of Friuli VG” project) have revealed without doubt that Resians have a unique genome in Europe and, therefore, they are not even distant relatives of Slovenes.Famous worldwide linguists (prof. Hamp, and others) claim the resian language to be a very interesting Slavic archaic language and that it can not be a dialect of Slovenia since its origin is independent from the development of the Slovenian language. The resian language is recognized as a Slavic archaic language by UNESCO which has inserted it into the  Atlas of Languages in danger of extinction 

venerdì 24 aprile 2020

Caratterizzazione genetica degli isolati della popolazione italiana nord-orientale nel contesto di una più ampia diversità genetica europea

Astratto

Gli studi genetici sulla popolazione europea hanno evidenziato l'Italia come una delle regioni geneticamente più diverse. Ciò è probabilmente dovuto alla complessa storia demografica del paese e alla grande variabilità del terreno su tutto il territorio. Questo è il motivo per cui l'Italia è arricchita per gli isolati della popolazione, la Sardegna è l'esempio più noto. Poiché gli isolati della popolazione hanno un grande potenziale nell'identificazione delle varianti genetiche che causano malattie, abbiamo mirato a caratterizzare geneticamente una regione dell'Italia nord-orientale, nota per le comunità isolate. 

sabato 28 marzo 2020

Mandi Mario Pielich

Mario Pielich, un resiano che non amava mettersi in mostra ma sempre pronto a scambiare con tutti, in modo affabile, opinioni di qualsiasi genere.
Mario amava la sua terra e la sua origine tanto da riproporla nelle sue opere per voler mostrare al mondo le bellezze della sua valle.
Dotato di una particolare sensibilità, immagino tipica di tutti gli artisti, che riescono a trasportare poi sulla tela per mettere questa sensibilità a disposizione di tutti, e tutti te ne sono grati.
Nel trasportare su carta questo mondo, che ha sempre espresso come un vanto, ha cercato di condire, se mi è concesso il termine, le sue opere anche con i sapori   ben protetti tra le montagne che racchiudono la valle incantata di Resia che lui amava tanto.
Ma non gli bastava solo questo, era anche impegnato socialmente per salvaguardare la meravigliosa sua valle e tutto ciò che essa contiene, e il molto ancora da scoprire.
Parlo di quella particolarità etnico linguistica che Resia ha di suo e che Mario, quale figlio, ne era fortemente interessato e onorato di esserne attore primario perché Resiano.

Mario non voleva tradire il luogo che gli aveva dato i natali, e insieme alla condizione di Resiano gli davano il diritto e dovere di agire in prima persona.

Lui si sentiva figlio legittimo e fortunato di questo mondo ancora in parte sconosciuto per quanto riguarda le origini, e a lui piacevano  le verità che meritavano di essere scoperte.
I Resiani ti sono grati per aver portato il nome di Resia con onore.
Ci stringiamo con un forte abbraccio e porgiamo le nostre condoglianze alla Moglie Claudette,alla famiglia e parenti tutti da parte del direttivo di ITVR, di cui lui era uno dei fondatori, e dei soci tutti.
Caro Mario con te se ne va anche una parte di noi.

Tiziano Quaglia

A Nome di ITVR Identità e Tutela Val Resia

Una vita al servizio dei bergamaschi: la Questura piange l'ex commissario Madotto



Carissimo Remigio, abbiamo passato parte della nostra gioventù correndo nei prati a Stolvizza divertendoci ma anche lavorando trasportando ghiaia e legna. Uno dei ricordi indelebili è quando giocavamo a guardia e ladri, e tu predilegevi il ruolo di guardia e quando ti capitava quel ruolo a chi toccava essere ladro non aveva scampo e il gioco durava troppo poco. Una volta toccò a te il ruolo di ladro. Cominciasti a correre e noi gruppetto di guardie provammo a correrti dietro e ricordo che ti inseguimmo fino al ponte per andare in Cernapenç ma tu nel frattempo arrivasti su a Cernapenç. Il gioco era finito, noi tornammo mesti alla base e con il cuore in gola dalla fatica della corsa. Tu rientrasti più tardi con il sorriso sulle labbra compiaciuto di averla fatta franca. Come potevamo noi, più piccoli seppur di solo 2 o 3 anni ma anche fisicamente. Tu per noi eri il nostro gigante che ci dava protezione e in borgo ladina eravamo certi che nessuno ci sarebbe venuto a importunare.
Poi la, scelta di entrare in polizia e nei tuoi primi rientri per ferie tutti noi, presi dalla curiosità, quando eravamo in compagnia, volevamo sapere del tuo lavoro e allora tu ci raccontavi di inseguimenti, arresti e posti di controllo. E noi, fieri di essere dei nostri, ci appropriavamo dei tuoi meriti orgogliosi di avere un protettore Resiano.
Remigio, il Dio in cui hai creduto ti ha accolto tra le sue braccia troppo prematuramente. Ti volevamo con noi ancora per tanto tempo.
Seguici ora dall'alto. E noi ti ricorderemo nelle nostre preghiere.
Un fortissimo abbraccio e augurio a tua moglie e ai figli, al fratello Claudio e sorella Mirta e famiglia, alla mamma Maria tutti certamente distrutti dal dolore.
Possiamo solo stringerci in un abbraccio forte a loro sperando che possa alleviare questo immenso dolore.
Riposa in pace carissimo amico.

Tiziano Quaglia 


Polmonite, con febbre e difficoltà respiratorie: i sintomi ormai noti del Coronavirus, poi confermato dal tampone a cui era stato sottoposto.
Per quasi quarant’anni Remigio Madotto era stato una colonna portante della Digos di Bergamo.
È morto a Bergamo un poliziotto in pensione, il terzo in una settimana, Remigio Madotto era stato una colonna portante della Digos di Bergamo. In pensione dal 2012 con il grado di sostituto commissario, si è spento lunedì pomeriggio a 67 anni all’ospedale Bolognini di Seriate, dove era ricoverato dopo la positività al Covid 19. Friulano d’origine, educato e benvoluto da tutti in via Noli, dove era stato solo poche settimane per un saluto ai vecchi colleghi, Madotto era arrivato a Bergamo alla fine degli anni settanta e fin da subito era stato destinato al reparto Digos che nasceva proprio in quel periodo. Fu tra i fondatori del sindacato di categoria Siulp (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia), dove ricoprì il ruolo di segretario provinciale fino alla pensione. Inutile aggiungere che lascia un grande vuoto, non solo in famiglia, che abbraccio forte, ma a tutta la comunità bergamasca. Ciao Remigio