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IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

martedì 14 luglio 2020

Alla cortese attenzione della Sig.ra Tiziana GIBELLI Assessore alla Cultura e Sport della Regione F.V.G. – Trieste e, per conoscenza, a Pierpaolo ROBERTI Assessore alle autonomie locali, funzione pubblica, sicurezza, politiche dell'immigrazione, corregionali all'estero e lingue minoritarie

Articolo di Franco Tosoni

LA VERA RAGIONE PER CUI SONO QUI

Ritengo giusto e doveroso che ogni resiano, almeno nei confronti di quelli che io considero ancora sufficientemente interessati, provi a valutare attentamente il grave problema che preme sulla nostra identità, già fin troppo compromessa, che io cerco assiduamente e costantemente di tenere viva l’attenzione. Io porto sempre a conoscenza quanto ritengo ingiusto, come in questa occasione, che spero abbia suscitato, ai destinatari, un certo interesse, un senso di giustizia, e che abbiano, reputo, sufficientemente autorità e coraggio a considerare ingiusto e illegittimo un trattamento così maligno nei confronti della nostra comunità, del nostro popolo. Non è possibile che tutti i beni immateriali che abbiamo ereditato, gelosamente conservato e pazientemente tramandato, musica, danza, canti e racconti, per non parlare della nostra lingua – irregolarmente considerata dialetto della lingua slovena -, vengano considerati: ””REGISTRAZIONI DELLE TRADIZIONI POPOLARI DEGLI SLOVENI IN ITALIA.““, sloveni che potrebbero trovarsi ovunque, ma non a Resia. Circa l’80% di quelle registrazioni, depositate presso il Museo Etnografico di Malborghetto,
sono resiane, quindi, quella dicitura, quella breve scritta con cui si dà un'informazione inesatta e scorretta, implora: rivendichiamo i nostri diritti, la nostra identità, la tutela della nostra autentica resianità. Forse tutto questo non produrrà molti frutti, forse non si arriverà subito alla conclusione dei nostri diritti, forse non produrrà utili alla nostra causa, ma almeno vorrà dire, testardamente e caparbiamente, ci abbiamo provato e continueremo a provarci. Lo scritto che segue, inviato ai due assessori della Regione Friuli-Venezia Giulia, in data 08 maggio 2020, è frutto di una mia personale iniziativa, quindi escludo qualsiasi pressione esterna o sollecito di qualsivoglia Ente o Associazione.
Grazie dell’attenzione



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Alla cortese attenzione della Sig.ra Tiziana GIBELLI
Assessore alla Cultura e Sport della Regione F.V.G. – Trieste
e, per conoscenza, a Pierpaolo ROBERTI
Assessore alle autonomie locali, funzione pubblica, sicurezza, politiche dell'immigrazione, corregionali all'estero e lingue minoritarie
Questo mio scritto lo avevo preparato qualche giorno prima che si diffondesse il caso del coronavirus, di conseguenza, se lei ritiene opportuno ritenerlo ancora valido, e prenderlo in considerazione, io glielo invio. Mi presento: mi chiamo Franco Tosoni, sono originario della Val Resia, legittimo sia per nascita che per tradizioni e cultura, quindi resiano a tutti gli effetti, anche se, attualmente, sono residente a Vicenza. Orgoglioso della propria origine e conoscitore della cultura resiana.
Le scrivo per ribadire e spiegare quanto, anche a livello regionale, e non solo, si ha poca conoscenza reale sui vari problemi che esistono, germogliano e fioriscono nel contesto resiano, in modo particolare anche su quella parte che mi accingo a segnalarle.
Dalla lettura della stampa sono venuto a conoscenza che codesto Assessorato ha accolto e finanziato il progetto: Tradizione Viva/Ziva navada - Canti e leggende della Val Resia, proposto dall’Associazione culturale Museo della gente della Val Resia.
Il progetto prevede la ricerca, la promozione e la valorizzazione del patrimonio immateriale della Val Resia, quello del canto tradizionale e della narrativa popolare orale.
Viene affermato che il gruppo corale, che fa parte del Gruppo Folkloristico Val Resia, si è esibito in ambienti Accademici prestigiosi, che cita, ma nei quali non vedo e non noto alcuna esibizione in Val Resia, ma principalmente nella vicina Slovenia. Posso dubitare di tutte queste esibizioni?
Ora è da dire che tutto questo vuole essere gestito da Associazioni slovene.
Ma prima di entrare nel merito voglio far sapere che la richiesta, a mio parere, è del tutto inutile, e spiego il perché. Negli anni “60”, e seguenti, a Resia sono transitati vari personaggi, consapevolmente inviati dall’Università di Lubiana, i quali hanno letteralmente trafugato tutti i beni immateriali che sono riusciti ad estorcere: musica, canzoni, favole, racconti; lo stesso materiale a riguardo su quanto ha richiesto l’Associazione culturale sopra descritta. Poi non occorre fare tanta fatica, basta che l’Associazione si rivolga agli sloveni per avere quanto richiedono. Questi beni immateriali, tra l’altro, i signori sloveni ne hanno inviato copia al Museo Etnografico di Malborghetto – Palazzo Veneziano, con il patrocinio dei contributi sloveni, e sono centinaia di registrazioni sotto la voce: “”Registrazioni delle tradizioni popolari degli sloveni in Italia””, anche se la quasi totalità di queste registrazioni sono resiane. Visto che il comune di Resia è attualmente territorio nazionale italiano, racchiuso nel perimetro della Regione FVG, penso che la dicitura sia impropria e provocatoria, sia nei nostri confronti, come popolo slavo/resiano (non sloveno/resiano), che dell’italianità della Val Resia. Nello stesso periodo, giugno 1963, le medesime musiche e racconti, per fortuna, sono state registrate e raccolte anche dalla Rai di Trieste, per conto della Biblioteca Nazionale Santa Cecilia di Roma dove, attualmente, si trovano depositate sotto la voce, “”Musica, danze e racconti della Val Resia””, la stessa dicitura che dovrebbe accompagnare anche quelle registrazioni depositate a Malborghetto. Lei, come Assessore alla Cultura e Sport della Regione F.V.G., e ne avrebbe tutte le facoltà, visto da quanto da me raccontato e spiegato, potrebbe sollecitare il Museo Etnografico di Malborghetto affinché valuti la possibilità di cambiare quella voce: “Registrazioni delle tradizioni popolari degli sloveni in Italia”, in un effetto acustico reale e che decanti un suono in cui si riconosca: ”Musica, danze e racconti della Val Resia”, visto che noi resiani non siamo di origine slovena, non lo siamo mai stati, e che a tutte quelle registrazioni delle tradizioni popolari resiane, venga riconosciuta l’esatta provenienza e collocazione, a tutela delle nostre tradizioni. Tuttavia, la stessa Biblioteca ha pensato bene a non divulgare questo ricco materiale, al contrario, invece, ha fatto l’Accademia delle Scienze e delle Arti di Lubiana, la quale Accademia ha permesso a tutti i circoli culturali sloveni di appropriarsi della nostra musica, e dai gruppi folcloristici sloveni della nostra danza.
Secondo il mio modesto parere, deduco, che tale Associazione vuole certificare che le musiche, le fiabe e tutto il resto è di esclusiva pertinenza slovena, orientato, quindi, solo per arricchire chi sta continuamente e sfacciatamente taroccando quanto ci appartiene, per tradizione e per folclore.
Ho notato infatti che delle musiche resiane sono state notificate come autore sloveno, con tanto di nome e cognome, naturalmente non indicando mai la provenienza. Sempre gli sloveni hanno copiato i costumi del gruppo folkloristico resiano e se ne vanno in giro per il mondo affermando di essere della provincia di Resia, come se Resia fosse slovena. Vorrei ancora far sapere che si sono fatti fare, a pagamento, pure le speciali calze dei ballerini del folclore resiano.
Quindi l’associazione di cui sopra nulla ha da scoprire, tanto che i signori sloveni hanno dato le nostre musiche, anche per fare un paio di esempi, ad una Chiesa americana e vinto un concorso internazionale canoro.
Ma è lecito dare in mano la cultura del popolo Resiano ad associazioni slovene? Penso proprio di no.
Tuttavia, si dovrebbe anche sapere che il ricco patrimonio culturale resiano non ha bisogno, credo, di propagandare ulteriormente l’originalità dei suoi canti, visto che gli ambienti citati conoscono da tempo immemorabile questo ricco materiale musicale.
Faccio presente, inoltre, che fonti slovene hanno generato questa considerazione della musica resiana: “Il quinto dialetto sloveno musicale si trova nella valle di Resia (in lingua slovena: Rezija) in Italia. Il dialetto quinta musicale può essere definito come la tecnica di canto Rezija”.
Aggiungo, altresì, che la lingua Resiana è stata riconosciuta dall’Unesco quale lingua europea a rischio di estinzione e con ciò vi è stata una risoluzione del Parlamento Europeo.
Al punto C della risoluzione è scritto “”considerando che gli artt. 21 e 22 della Carta dei diritti fondamentali riconoscono la diversità linguistica come un diritto dei cittadini, il che significa che qualsiasi tentativo volto a instaurare l’esclusività di una lingua costituisce una restrizione e una violazione dei valori fondamentali dell’Unione. I signori sloveni si devono mettere il cuore in pace, la lingua madre dei Resiani è il resiano e non lo sloveno.
Lettera F della risoluzione: i Resiani parlano anche l’Italiano ed il Friulano.
Lettera J della risoluzione: salvaguardia della lingua a rischio.
Lettera Q della risoluzione: il numero dei parlanti sta diminuendo.
Lettera T della risoluzione: insegnamento della lingua madre che è il RESIANO.
Al punto 2 della risoluzione: invita i Governi degli Stati membri a condannare pratiche che, attraverso la discriminazione linguistica o l’assimilazione imposta o celata, sono state in passato, o sono attualmente, contrarie all’identità e all’utilizzo delle lingue delle comunità linguistiche a rischio di estinzione o delle loro istituzioni culturali.
A Resia vengono imposti manifesti con scritte in sloveno e atti comunali nella medesima lingua escludendo il Resiano.
Resia, purtroppo, fa parte dei comuni della minoranza slovena, in base ad una legge anomala e impropria, visto che è stata condivisa solo da un terzo dei consiglieri del Consiglio Comunale di Resia, quelli della minoranza, escludendo quindi la maggioranza eletta e la maggior parte della popolazione. Poi, è da dire, che nessun cittadino resiano è di madre lingua slovena, vi sono solo alcuni che si auto dichiarano di appartenere alla minoranza slovena, una trentina. A dimostrazione di quanto scritto, basta andare a vedere le elezioni regionali o politiche del magro bottino di coloro che votano (una trentina) partiti sloveni. È stata fatta richiesta al Presidente della Repubblica di poter uscire dalla legge 38/2001 anche perché ci facciano sapere quanti sloveni veri ci sono a Resia.
Comunque sia, visto che l’Associazione che ha richiesto il finanziamento fa parte delle associazioni slovene, vedi anche Comunità Montana del Gemonese, Canal del Ferro e Val Canale, Sportelli Linguistici – Sportello Sloveno, Associazioni di Minoranza Slovena, associate per convenienza, alle quali i Resiani non possono e non vogliono delegare la loro lingua, la loro cultura e tutto ciò che concerne le tradizioni Resiane, lei consideri adeguatamente quanto da me scritto e valuti se è ancora legittimo concedere tale finanziamento, o se già concesso, di operare in futuro con maggiore attenzione.
Ringrazio per l’attenzione, sicuro che codesto Assessore darà pieno sostegno alla mia domanda.
In attesa di una Sua risposta, porgo distinti saluti
Vicenza, 08 maggio 2020
Franco Tosoni



1 commento :

  1. Bravo Franco, per la lettera inviata alla Sig.ra Tiziana Gibelli,assessore alla cultura e sport.

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