ROSAJANSKI DOLUNO - Dulïna se nalaža tu-w Reġuni Friuli-Venezia Giulia. Göra Ćanïnawa na dilä di mërä ta-mi to Laško anu to Buško nazijun.


IL SITO DEDICATO A TUTTO IL POPOLO RESIANO CHE TENACEMENTE CONTINUA A DIFENDERE LINGUA,CULTURA E TRADIZIONE


Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

giovedì 31 gennaio 2019

L’Unesco inaugura l’Anno delle Lingue Autoctone

Trecentosettanta milioni di esseri umani nel mondo parlano lingue tramandate da generazioni nei luoghi spesso impervi e difficilmente accessibili in cui si sono stabilite le tribù dei loro antenati. Queste popolazioni rischiano di perdere il proprio patrimonio culturale e sono escluse dal progresso, che con le nuove tecnologie impone una lingua universale. L’Unesco ha lanciato l’Anno Internazionale delle Lingue Autoctone, d’intesa con l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. La comunicazione è alla base della pace.
“Ogni due giorni una lingua autoctona sparisce. La diffusione della tecnologia nelle lingue dominanti influenza la ricerca scientifica e l’accesso al progresso”, ha sottolineato la direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, in apertura della cerimonia nella sede dell’Unesco, a cui sono stati invitati i rappresentanti delle culture indigene. Azoulay ha inoltre confermato l’attenzione internazionale nel percorso di sostegno intrapreso nel 2006 con la Dichiarazione dell’Onu sui Diritti dei Popoli Indigeni, che recepiva le conclusioni della Convenzione dei Popoli Indigeni e Tribali nel 1989 e della Conferenza mondiale dei Popoli Indigeni, svoltasi nel 2014, ponendo il tema tra le priorità dell’Agenda di Sviluppo Sostenibile entro il 2030. Il piano di interventi fornirà informazioni su clima, ambiente (una delle priorità congiunte con l’Onu è combattere il surriscaldamento della Terra, attraverso l’adozione di comportamenti responsabili), medicina, e moda, inclusa nel patrimonio immateriale dell’umanità.

venerdì 25 gennaio 2019

SKAK sull'ultra millenaria civiltà RESIANA

Articolo redatta da Gilberto Barbarino

Nei 20 secoli di esistenza della civiltà RESIANA, dei quali 14 di permanenza nella Valle di Resia, mai nessun potere straniero,  mai nessun despota, amministratore, politico, religioso, ecc. ha mai messo in discussione, avversato, condizionato, vilipeso, mancato di rispetto o combattuto la nostra identità. Dopo 20 secoli ecco allungarsi sulla NOSTRA VALLE la concupiscenza e la cupidigia degli sloveni che, senza mezzi termini vogliono annullarci e inglobarci nella piccola nazione slovena. Hanno assoldato alcune persone del luogo  di carattere governabile e le hanno “costrette”ad operare nella canalizzazione che dovrebbe portare l’acqua del Resia nella Sava.
Da qui, i seguenti skak a cadenza di tempo:
1° skak: richiesta di inserimento del Comune di Resia nella tabella annessa alla legge 38/01, con atto provatamente falso in cui è tra l’altro dichiarato che a Resia “… è tradizionalmente presente, in lingua cultura e tradizioni, la realtà linguistica dialettale resiana che fa riferimento alla minoranza slovena”;                                           
2° skak : concessione agli sloveni di classificare opere e tradizioni resiane come cultura slovena (Museo Etnografico di Malborghetto docet!);                                                                                   
3° skak : pretesa ed ottenuta assunzione della  gestione della Casa della Cultura resiana;
4° skak: appropriazione indebita del Gruppo Folkloristico Val Resia;
5° skak : tentativo d’imporre la grafia slovena e scarabocchio sull’Atlas delle lingue in pericolo di estinzione edito dall’UNESCO;
6° skak: imposizione rilascio carta d’identità bilingue, cui ha fatto seguito una puerile querela;
7° skak: gite politiche di sloveni in Val Resia;
8° skak: Odiosa presentazione alla RAI del Gruppo Folk VR come espressione culturale slovena;
9° skak: voto alla Slovenska Sk di ben 33 filosloveni resiani (con caco in lista)
10° skak :” …la nostra lingua è un dialetto sloveno” ed altro : irrispettosa dichiarazione fatta da filoslovena “resiana” al Messaggero Veneto nel febbraio 2018;
11° skak : partecipazione di eminenza slovena alla festa dell’Assunta del 15.8.18 divenuta                                                                 
                Messa politica e quindi smarnamisa slovena;
12° skak: scippo da parte di filosloveno stolvizzano del bollettino “All’ombra del Canin”;
13° skak: sceneggiate al cimitero di Oseacco dove nessun partigiano sloveno è mai stato sepolto.

venerdì 11 gennaio 2019

Resia: ITVR - Identità e Tutela Val Resia INFORMA

Sabato 5 gennaio 2019 si è tenuta l’Assemblea annuale della nostra Associazione.
Mi ha fatto piacere vedere che molti Resiani sono venuti da lontano, perfino da Milano, per assistere alla riunione, consapevoli dell’importanza e speranzosi di sentire notizie positive per la soluzione della nostra difficile situazione.
Per chi ancora non lo sapesse i Resiani si battono per il riconoscimento della IDENTITA’ RESIANA, che è stata negata da una legge truffaldina, ingiusta e sbagliatissima: siamo stati associati alla minoranza slovena. Sì, perché qui viene messa in discussione la nostra IDENTITA’ DI RESIANI. Il nostro territorio, come anche quello delle Valli del Torre e del Natisone, storicamente considerati Sclavania, Slavia Friulana, Slavia Italiana ed i suoi abitanti Roseans, Sclafs, ecc. all’improvviso è diventato parte di una minoranza estranea alla nostra: quella slovena. Come conseguenza di questo bliz subiamo una slovenizzazione forzata, la nostra storia viene manipolata e falsata, non siamo più padroni del nostro patrimonio storico: musica, cultura, danze, usanze, lingua, tradizione orale. Tutto viene etichettato come “sloveno” e ne conosciamo anche il motivo. Gli sloveni, già suddivisi in Carinziani, Štajerski e Carniolani, dopo secoli di dominio austriaco hanno perso la loro identità slava ed hanno bisogno di appropriarsi della nostra essenza slava.
La nostra lingua resiana non è un dialetto sloveno.
Il resiano non può essere un dialetto sloveno in quanto la sua origine ed evoluzione è indipendente dallo sviluppo della lingua slovena.
Relegare il resiano nel limbo dei dialetti sloveni rappresenta una mancanza di rispetto, una “diminutio capitis” per una lingua con la quale i Resiani, in quasi 1400 anni di convivenza si sono detti tutto, si sono trasmessi le conoscenze, la cultura, nonché arti e mestieri, tecnologia e musica.
Da parte degli slavisti, lo dice un saggio, viste le notevoli manchevolezze della legge 482/99 sono state seguite le articolate e complesse disposizioni che non tengono conto della realtà e dell’equità, ma solo delle forze di “intraprendenti” intellettuali congiunte all’opportunità di salvaguardare certi equilibri politici.
Quindi, catalogare il resiano tra i dialetti sloveni è soltanto un favore fatto al politico che tende la mano, ovunque possa farlo, per avere contributi: ciò è tecnicamente, storicamente e scientificamente un errore.
Allo stesso tempo noi Resiani non apparteniamo alla minoranza slovena in Udine, ma siamo Italiani con antiche radici slave.
Baudouin de Courtenay, illustre slavista, dopo aver spiegato perché i Resiani non sono Russi, scrive: “in simile maniera possiamo dimostrare che i Resiani non sono Bulgari, non sono Sloveni nel senso proprio di questa parola, non Serbo-Croati nel senso stretto, ecc. e che ci rappresentano dal punto di vista glottologico una stirpe slava indipendente”.
Per conoscere la nostra storia possiamo condividere quanto è sinteticamente riportato a questo indirizzo facente capo al Consorzio universitario del Friuli. http://www.cuf-ancun.it/lingue-minoritarie/resia/

Ecco in sintesi quanto ci siamo detti nel corso dell’incontro e ci siamo salutati con il vivo augurio di poter risolvere questa situazione per noi angosciante e vedere riconosciuta appieno la nostra IDENTITA’ RESIANA.

Il nostro augurio ai Resiani per l’anno 2019 è:

NO ŚDRAVÖ ANU BOHATÖ NÖVÖ LËTO – Buon anno in salute e prosperità

martedì 8 gennaio 2019

Resia, le Donne e Don Alberto Zanier

In questi giorni,abbiamo assistito ad un avvenimento sconcertante e nello stesso tempo triste.
Riguarda la presa di posizione di Don Alberto  sul modo in cui erano vestite le coscritte della classe 99 presenti alla Santa Messa a San Giorgio (Bila) di Resia il 1 Gennaio.

Mi preme di intervenire per chiedere un senso di responsabilità da parte di tutti,e tutti fare un passo indietro.
Tutti possiamo sbagliare,tutti possiamo chiedere scusa, tutti possiamo perdonare.
Domenica, sarebbe bello che alla funzione ci sia un segno di Pace e di Fratellanza, che il Popolo Resiano è capace e può fare.
Dimostriamo a tutti chi sono i Resiani.
Le donne Resiane,che da sempre sono state e sono la spina dorsale di queste terre.
Non possiamo dimenticare il Nostro Passato,le Sofferenze dei Nostri Padri e delle Nostre Madri..
Scambiamoci un Segno di Pace.
E facciamo si,che la Festa della classe 9,sia ricordata per la gioia di quei giorni,culminata con il Perdono e la Pace.
E che per sempre,questi sorrisi rimangano scolpiti nei loro volti,nel loro animo e nei loro ricordi.








venerdì 7 dicembre 2018

LA GUERRA E’ FINITA – ANDIAMO IN PACE – TERZA PARTE

RICEVO E VOLENTIERI PUBBLICO

Articolo scritto da Franco Tosoni

Nel mio precedente articolo – seconda parte - avevo riportato alcuni stralci del libro, “HO INCONTRATO L’SS CHE MI AVEVA FUCILATO” - di Arrigo Forniti “Mosca”.  Così come riporto anche in questa mia terza parte.
La componente della pattuglia partigiana, partita da Robedischis il 23 marzo 1944 e sorpresa dalle SS a Slue di Oseacco di Resia il 17 aprile 1944, era costituita da: quattro italiani – un resiano – uno spagnolo – tre sovietici e un tedesco. Come si può dedurre, quindi,  dalla componente la pattuglia, fra i nomi elencati non emerge alcun partigiano sloveno, per quale motivo, ne consegue, che sulla lapide, posta nel cimitero di Oseacco in onore dei partigiani caduti nella lotta per la libertà, compare una scritta: sloveno ignoto? Con  quale proposito, in seguito, è stato inserito quell’ignoto se tutti i partigiani avevano un nome o un sopranome, un nome di battaglia, e in questa circostanza no?  Casualità, circostanza, combinazione, possibilità di interpretazione occasionale, episodico o accidentale?
È bene ricordare che i partigiani jugoslavi furono mandati via  dalla popolazione di Oseacco, donne e anziani armati di solo bastoni e forconi, e che fino al quel momento, nella Valle di Resia, non avevano avuto  perdite di vite umane, così come non avevano mai avuto uno scontro frontale con i tedeschi. Resta comunque strano che oggi gli sloveni vengano a ricordare un partigiano ignoto, il solito Ulisse di omeriana memoria che nessuna formazione avrebbe mai preso con se, appunto, perché ignoto. Nelle formazioni partigiane tutti avevano il proprio nome e cognome ed altri  il nome di battaglia, ma tutti riconosciuti e riconoscibili. Come mai solo gli jugoslavi avevano gli ignoti, che più che ignoti erano sicuramente inesistenti? Quest’anno, come ogni anno, una rinnovata adunanza da parte di una delegazione slovena che interviene, presenzia, alla cerimonia per onorare i caduti nella Val Resia durante la guerra di liberazione. Una  celebrazione che si ripete ormai ogni anno dal giorno  dell’inaugurazione del monumento cimiteriale. Sembra, in questo modo di pensare, più ad una sceneggiata, o ad una dimostrazione di carattere promozionale, che un sentimento di devozione, visto la perplessità e la diffidenza che i partigiani titini avevano da subito generato nei confronti della popolazione resiana. Un’isola felice, così si era dimostrata la Val Resia dall’inizio della seconda guerra mondiale fino all’8 settembre 1943,  giorno dell'armistizio e conseguente inizio della resistenza, se non ci fosse stata la penetrazione in valle di alcuni gruppi di partigiani titini che, come si vociferava in quel tempo, don Arturo Blasutto, nella circostanza del momento vicario di Oseacco, fu iniziatore dei contatti con le formazioni partigiane e che per questo motivo  fu poi perseguito e ricercato, e per tal motivo, all’inizio del 1945, decise di lasciare Oseacco.
Che motivazione e spiegazione si può dare al popolo resiano questa assidua partecipazione slovena per onorare, chi e che cosa?
Per non essere smentito, anche quest’anno si è rinnovata la consueta cerimonia presso il cimitero di Oseacco, 31 ottobre 2018, ore 16,30, con una folta rappresentanza dei comuni sloveni di Tolmino, Caporetto e Plezzo, presenti anche alcuni resiani, i soliti che si dichiarano di appartenere alla indefinita minoranza slovena a Resia.
L’associazione di I.T.V.R. ha celebrato questa cerimonia, in onore dei nostri caduti, a differenza dello scorso anno, che era stata onorata prima della consueta partecipazione slovena, il giorno 1 novembre 2018. Una  scelta poco felice aver preferito posticipare di un giorno questa cerimonia. Penso, e lo dico con profonda convinzione, che era più che giustificata e motivata la presenza della nostra associazione, quel determinato giorno, a protezione della nostra identità e tutela in nome del popolo resiano, visto i numerosi resiani caduti, e non solo resiani, in contrapposizione a quella rappresentanza slovena che ogni anno viene a Resia per onorare uno sloveno ignoto, ignoto solo perché una iscrizione risulta incisa su quella lapide ma che indubbiamente, anzi, sicuramente lascia molti dubbi sulla sua reale presenza ed esistenza. Non credo che si è voluto onorare, incidendo su quella lapide, sloveno ignoto quel partigiano titino ucciso dagli stessi suoi “compagni” nei pressi di Oseacco, ma certamente quel giovane aveva un nome, perché allora questi due episodi, di sicuro, sono ancora avvolti in una nebulosa spiegazione e interpretazione?.
Torno a ribadire, e lo faccio con tutta la mia convinzione  che, per il prossimo futuro, sia solo ed esclusivamente il popolo di Resia a rendere gli onori alla memoria di questi partigiani caduti, e che la gente di Oseacco torni serena a stringersi unita e onorare  quei poveri ragazzi morti combattendo agli stavoli Slaue di Oseacco.”
Forse così la pace potrà finalmente avere il suo vero e lieto fine.
Franco Tosoni

giovedì 29 novembre 2018

VAL RESIA: Signor Sindaco Chinese Sergio, per piacere, SMENTISCA IMMEDIATAMENTE e prenda provvedimenti subito.Grazie

28 NOVEMBRE 2018 / 28. NOVEMBER 2018

Ne prezrite v Domu 30. novembra
Ecco il Dom del 30 novembre

Enajndvajseta letošnja številka Doma postavlja v ospredje naslednjo reformo lokalnih uprav. »Furlanija Julijska krajina je avtonomna dežela zaradi prisotnosti jezikovnih manjšin, zato bo naslednja reforma lokalnih uprav upoštevala to bogastvo. Ne bomo ponovili napake, ki je bila storjena, ko so vsilili sedanje medobčinske zveze.« Tako je povedal pristojni deželni odbornik Pierpaolo Roberti na občnem zboru SSO v Špietru. Pri nekaterih županih smo se pozanimali, kakšne povezave med občinami si želijo. Občnemu zboru SSO, ki je potekal v Špietru, Dom posveča šesto stran in uvodnik, v katerem se bere: “Parsotnost ministra za Slovence v zamejstvu in po svetu Petra Jožefa Česnika, regionalnega ašešorja Pierpaola Robertija, treh italijanskih in slovenskih parlamentarcu, štier regionalnih konsiljerju Furlanije Julijske krajine, deset šindiku (vsieh domačih iz Nediških dolin) in številnih drugih lokalnih administratorju, med katerimi tudi konsiljerja na videnskim kamunu, predstavniki Furlanu in Italijanu v Sloveniji, puna sala delegatu … Kongres Sveta slovenskih organizacij (SSO) v Špietru 16. novemberja je biu zaries velik dogodek za Benečijo in je jasno pokazu, kakuo je tela krovna organizacija ratala močna in dobro diela v Benečiji, Reziji in Kanalski dolini. V svojim govoru je predsednik SSO Walter Bandelj poviedu, de je trieba puno skarbieti za Benečijo in Reziijo, ki imata velike probleme, saj je nimar manj ljudi in te mladi na morejo ušafati diela doma, zatuo muorajo s trebuham za kruham.” Pred vrati je adventni čas. “Advent nam priča, de je Buog blizu našemu svetu in našemu življenju. Blizu pomeni, de je z nami, z nami diela in nam pomaga, de bo življenje buj lepuo in veselo, zatuo ki, če je Buog z nami, vse se more prenesti in potarpieti s troštam, de ‘an dan bo kraljevalo samuo Božje veselje. Advent je cajt liepih tradicij za te male in za te velike. Liepi navadi sta adventni krancilj in adventni koledar, ki se vse buj šierita po družinah. Advent pomeni tudi skupno parčakovanje Božiča. V Benečiji tuole ponuja Devetica božična. Od 15. do 23. dičemberja podoba Svete Družine ruoma od hiše do hiše (v zadnjih od vasi do vasi, saj je nimar vič hiš praznih) med ponavljanjam starih besedil, s katerimi gaspodinje pozdravljajo podobo Matere Božje, med molitvijo rožarja, med pietjam Lavretanskih litanij in božičnih piesmi,” beremo na drugi strani. Letos bo v Benečiji in Kanalski dolini kar osem adventnih in božičnih koncertov pevskih zborov. Novost so trije koncerti v Tipani, Subidu in Porčinju, ki jih prijeja združenje Blankin. Na 9. strani Dom obljavlja reportažo o vasi Čarnjeja (občina Neme), v kateri se govorijo slovensko narečje. Žabniški zbor “Tantum Ergo” je pa nastopil v baziliki Svetega Petra v Rimu in zapel tudi v slovenščini. Na zadnji strani je napoved najzanimivejših dogodkov, ki bodo potekali v Benečiji, Reziji in Kanalski dolini v prvi polovici decembra. Kot priloga Domu je izšla tretja letošnja številka versko-kulturnega biltena “Sveta Marija iz Porčinja”, ki poroča o romarskem letu 2018 in napoveduje romarsko leto 2019.
Il ventunesimo numero 2019 del quindicinale Dom pone in primo piano la nuova riforma delle autonomie locali in Friuli Venezia Giulia. L’assessore regionale Pierpaolo Roberti, a San Pietro al Natisone, in occasione della 14ª assemblea della Confederazione delle organizzazioni slovene-Sso, ha precisato che «la specialità del Friuli Venezia Giulia è dovuta alla presenza delle minoranze linguistiche nella nostra regione: la prossima riforma degli enti locali terrà conto della ricchezza delle identità di questi territori così come non è stato garantito con la riforma delle Uti». Si prospettano quindi nuovi cambiamenti per le amministrazioni locali e nuove modifiche legislative. Roberti ha più volte assicurato di voler scrivere la riforma ascoltando attentamente le esigenze del territorio. Noi abbiamo chiesto a sei sindaci delle Valli del Natisone e del Torre di anticiparci i propri orientamenti. All’assemblea della SSO sono intervenuti numerosi e autorevoli ospiti, come il ministro per gli Sloveni nel mondo, Peter Jožef Česnik, la presidente della commissione del parlamento sloveno per le relazioni con gli sloveni nel mondo, Ljudmila Novak, il deputato della comunità italiana, Felice Žiža, e la senatrice Tatjana Rojc. Il presidente regionale Sso, Walter Bandelj, nella sua relazione ha evidenziato come la legislazione di tutela abbia bisogno di un’accelerazione nell’applicazione del diritto dell’uso della lingua slovena nei rapporti con le istituzioni pubbliche e nelle pubbliche insegne. «Si tratta anche di un cambiamento dell’approccio in quanto non dobbiamo più pensare alla tutela come a un privilegio per alcuni, ma come risorsa per l’intera comunità regionale», ha evidenziato Bandelj. E dall’assemblea degli eletti di lingua slovena, per l’elezione di tre membri della Commissione consultiva per la minoranza linguistica slovena sono emersi tre importanti elementi di novità per quanto riguarda Benecia, Resia e Valcanale. Nel dettaglio sono la presenza di esponenti di centrodestra, la partecipazione di un consigliere della città di Udine e il fatto che il sindaco di Resia si sia dichiarato “eletto di lingua slovena”.