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mercoledì 10 dicembre 2025
I Resiani e la Genetica
>I nostri antenati
>(Resiani:aplogruppo G2a- Dna)
>I Resiani non sono geneticamente Slavi ma parlano una lingua in prevalenza slava: RESIANO.
>Secondo due studi genetici epocali, gli osseti non sono i discendenti degli alani delle steppe, come si è a lungo ritenuto, ma piuttosto gli eredi della loro lingua.
>Gli osseti rappresentano un raro caso in cui una lingua delle steppe dell'Iran orientale è sopravvissuta nonostante la popolazione sottostante sia diventata prevalentemente di origine caucasica settentrionale.
>Mentre la loro parlata discende dal ramo alano del mondo scito-sarmato, studi genetici – tra cui quelli di Nasidze et al. e l'analisi completa del Caucaso di Balanovsky et al. – mostrano che gli osseti moderni sono portatori di lignaggi paterni prevalentemente indigeni delle montagne del Caucaso settentrionale, come G2a1a e J2a, piuttosto che dei lignaggi R1a-Z93 tipici degli antichi scito-siberiani, sarmati, alani e unni.
>Il loro DNA materno conserva alcune connessioni iraniche, ma il loro profilo genetico complessivo li allinea strettamente con i popoli caucasici vicini.
>Gli osseti del nord si raggruppano con ingusci, cabardi, circassi e abkhazi, mentre gli osseti del sud mostrano una maggiore affinità con georgiani e armeni; altri gruppi regionali come ceceni, avari, dargini e lezgini illustrano lo stesso più ampio background genetico caucasico di orientamento vicino-orientale.
>Questo modello riflette una profonda assimilazione locale su entrambi i versanti della dorsale del Grande Caucaso, per cui la lingua dei migranti delle steppe alane persistette anche se le loro linee di sangue paterne furono quasi interamente assorbite dalle popolazioni degli altopiani.
>In sintesi, l'identità osseta oggi rappresenta un'eredità linguistica iraniana portata avanti da un popolo geneticamente indigeno del Caucaso settentrionale, a dimostrazione di come lingua, cultura e geni possano seguire traiettorie storiche separate.
>Fonti:
> Tratto dalla Pagina Facebook "La Val Resia e le bellezze della natura"
Lingua Resiana - Oseacco
>Un testo resiano, che ci fa rivivere anche la mentalità resiana di quei tempi ( giugno 1954).
>Original Resian language
Pu Usëjsken
>Tuu ni zittade nur dnaha plavano... Tuu ni zittade nur dnaha plavano niso ha clizale sa assistinat no sanò ca ne bila sa murit. le svelt sou, ano co e dosou tu ito hiso, ca ie ulisou nuu cianibo e vidou isò sanò tuu cove carie slabo, ano gni mus tapar gniei.
>Isi mus te biu dan comunista, e ni mei hodeu tuu zircou, anu pa gniaha sanà ne ni smela tet. Ma ignan ca ne bila sa murit isa sana ne clizala era sa saspovedat scrouno. >Co isi mus ie vidou era ie pociau houcat: « la se hospoden od me sana, curli od me hisa». Ero ie mu rispundou: «Ta parve hospoden te Buh vi nimate diritta sa cuasat gni duse». Ta mus ie pociau mualaduuat scè vec, ma ero ie sou tah cove anu e recou tuu iso sanò: «Ciete fes sa spovedat anu murit tuu hracie Bohavei». >«Ah! banaden vi bodite ca ste parsou» ne raclo « tosò tri dni ca ha prosen da an mi pidè clizat era, ma e ni teu ciot. Giò cion sa spovedat, ca ci ie mi impidiuou prit sa hodet tuu zircou anu si ha bohala ca si sa baala ca ie ma bueu, ignan hana sa boin vec ca si sa murit» >Co mus ie ciou da co na dì, ie vilisou cianibo anu e sou nu murgniulou do sdolà. >Allora ne lepo sa spovedala anu na par dnuu dopo ne muarla tuu hrazie Bohavei. >Un testo resiano del Bollettino Parrocchiale di Oseacco, giugno, 1954, pp. 3-4 Tratto dalla Pagina Facebook "La Val Resia e le bellezze della natura"DIAMO UN SENSO E UNA COSCIENZA ALLA NOSTRA RESIANITA’
Facendo seguito al titolo a cui ho dato vita: “IO SONO E MI SENTO RESIANO. E TU?”, voglio spiegare le ragioni ed il motivo per cui ho voluto dare un significato e un senso a questa espressione.
Già da parecchio tempo a Resia si possono confrontare, in chiara tendenza negativa, strani comportamenti, nei modi in chiaro e nelle maniere trasparenti, nel modo e con indifferente condotta. Con questo sistema numerosi resiani, nativi o residenti nella Valle dei Resiani, si sono dichiarati, con insolente sfrontatezza, e senza alcuna vergogna, di appartenere ad una enigmatica minoranza slovena a Resia. Per creare questo risvolto dalla realtà ultramillenaria resiana, dobbiamo dare atto e dire: “Meno male che sono arrivati gli studiati – mi scuso nei confronti delle persone studiate che mettono a disposizione il loro sapere a beneficio della comunità e della propria identità - per prendere in mano questa piega sconsiderata, creando così una indiscussa frattura fra la gente, quella in maggioranza, che si sente ancora resiana, ma che, non avendo forse la capacità e la forza per contrastare questo affronto, lascia che l’evento della slovenizzazione resiana abbia il suo corso.
È tutto lecito, tutto legale, oppure è tutta una montatura questa sequenza che ha il sentore di imbroglio legalizzato, alla maniera di considerarlo come un atto di falsificazione della realtà? Ma tutto questo non basta, e non solo per gli atteggiamenti, ma pure per quella serie di altezzosità che accompagna ogni loro azione tanto da sembrare che, in qualche modo, di riassumere, far intendere e carpire la buona fede, e comprovare nelle analisi quella percezione nel prendere seriamente in considerazione che siano proprio loro ad amministrare e di reggere perfino le sorti della vita sociale resiana.
Si dichiarano, SI di essere resiani, forse per la sola ragione di considerarsi in loco nativi, o di abitare con tanto di residenza, ma stranamente non si sentono esaurientemente tali o disconoscono la propria discendenza, la propria generazione, dando delle valutazioni o dei riscontri che non trovano accostamenti validi e legittimi, direi inesistenti, totalmente fasulli. Invece di fare gli interessi della propria gente, della propria resianità, del proprio popolo, della propria identità, unire quindi le forze per la nostra utilità, tutto questo non viene preso in considerazione e la nostra identità viene così compromessa e pregiudicata, per una visione astratta di quei pochi, con visionaria dipendenza, a vantaggio di altrui locazione. A quel vantaggio, a quell’illuminante prospettiva è venuta l’ora di dire basta, dire basta a quel cercare di slovenizzare la Valle dei Resiani, quindi dobbiamo dire basta e far in modo di non incoraggiare più quella gente di venire nella Valle dei Resiani solo per screditare, per propagandare e per acquisire padronanza della nostra identità.
Resiani per la Patria 1915 - 1918
>Per gentile concessione da parte di Tonino Di Floriano, riporto questa foto in cui sono raffigurati gli EROI CADUTI PER LA PATRIA E I COMBATTENTI RIENTRATI A CASA DOPO LA FINE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE 1915 - 1918
Tratto da Facebook, articolo di Franco Tosoni
LA VAL RESIA PER LA "SUA" CULTURA
In data 10.09.2025 ho pubblicato uno stralcio di un ordine del giorno del Consiglio Comunale del Comune di Resia, così come riportato in seguito.
ORDINE DEL GIORNO - 31.03.1978
Dopo questa unanime approvazione dell’ordine del giorno presentato dall’allora Consigliere Danilo Clemente, nella seduta del Consiglio Comunale del Comune di Resia in data 31.03.1978, in tutti questi anni è cambiato qualche particolare nell’orientamento delle Amministrazioni Comunali, che in seguito si sono succedute, oppure è rimasto in atto questo particolare del Consigliere Clemente?
Questo era quanto avevo pubblicato in data 10.09.2025. Ora, grato per la gentile concessione da parte dell'Amministrazione Comunale, e un ringraziamento particolare per quella persona che ha avuto la pazienza di cercare, fotocopiare, e di farmi avere quanto io avevo precedentemente richiesto, sono in grado di riportare su questa pagina, il verbale di deliberazione del Consiglio Comunale del Comune di Resia del 31.03.1978, avente per oggetto: ORDINE DEL GIORNO IN OCCASIONE DELLA "CONFERENZA SULLO STATO DEI GRUPPI ETNICO-LINGUISTICI OPERANTI NELLA PROVINCIA DI UDINE".
Tratto da Facebook, articolo di Franco Tosoni
LETTERA DI GIUSEPPE SILVESTRO
>In data 01 marzo 2010 il Messaggero del Lunedì ha pubblicato una lettera dell'avv. Giuseppe Silvestro, che allego in copia alla presente.
>Prima però vorrei soffermarmi su alcuni aspetti di questa lettera, precisamente: >1) "Va considerato che sino ad oggi, tutti i poteri dominanti il territorio che circonda la Val Resia hanno sempre rispettato l'identità e ciò vale per il patriarcato di Aquilea, per la repubblica Veneta, per l'impero Austroungarico e per lo Stato italiano. Tutti hanno rispettato i valori e il patrimonio tipicamente resiano, senza nulla togliere ai resiani e proteggendoli. Ma ora non è più così"; >2) "A Resia non esiste una minoranza slovena, ma vi vivono pochissimi sloveni, peraltro molto attivi a sostenere quanto sta accadendo". Io aggiungo e preciso che a Resia esiste una autoproclamata o autoincoronata, abusiva, minoranza, come non vi vivono, nessuno, sloveni se non prendiamo quei pochissimi resiani che si autodefiniscono, ora resiani, poi sloveni, qualche volta anche italiani, il tutto condito da un miscuglio di identità non meglio identificata.
>Questa attualmente è la situazione in cui Resia e resiani si trovano a convivere, una situazione di convivenza in cui pochissimi “furbi” hanno messo nel “sacco” tutti gli altri resiani.
Tratto da Facebook, Articolo di Franco Tosoni
MUSICA ORIGINALE RESIANA
A volte le sorprese possono arrivare anche a distanza di anni, probabilmente questa scoperta non è mai stata evidenziata e denunciata, ma per una coincidenza in occasione di una confidenzale riflessione con la figlia del principale protagonista, è emerso quanto vado a raccontare.
Nell'anno 1977 viene registrata, presso lo Studio A.V.F di NIMIS (UD) – REGISTRAZIONI E PRODUZIONI MUSICALI, una cassetta musicale con il titolo: “TE' ROSAYANSKE PLESE – ZITIRA GIUANKALA NÜ RYKARDO NJU BUNKULA” I protagonisti della registrazione di questa cassetta, anno 1977, furone: Di Lenardo Giovanni “Guankala” e Coss Riccardo “Nieu”, gli stessi che appaiono nella fotografia che allego. Da uno scritto, che viene allegato, si evidenzia che i protagonisti, per l'acquisto di n. 10 cassette, pagarono lire 34.000 + lire 3.500 di bollo, per complessive lire 37.500. Qualche tempo dopo, qualcuno di oltre confine, saputo di questa registrazione, si presentò presso lo Studio A.V.F. di NIMIS, presentandosi non so come, ma dal titolare dello Studio fu scambiato come appartenente al Gruppo Folkloristico Val Resia, così in quel modo ottenne gratuitamente una copia di quella cassetta. Questo vuoi dire, e ci insegna che, o con la compiacenza, o con l'inganno, gli specialisti del tarocco, del contraffare, dell'alterare la nostra musica e la nostra danza, vogliono avere tutto sotto controllo, a tal punto che tutta la nostra dotazione a corredo, sia musicale che danzerina, così tutto il materiale documentale più prezioso, che i nostri predecessori ci hanno lasciato in eredità, possa essere manipolata a piacimento.
>Franco Tosoni
Tratto da Facebook, Post a cura di Franco Tosoni
mercoledì 19 novembre 2025
RESIAN LANGUAGE (San Giorgio)
DUJACESSA - Na rosojenka praviza pu Bisken.
Una favola resiana (variante di S.Giorgio)
Original Resian language (UNESCO)
Tau ti stari timpa, ko sde u Resie bila makoi tu nu sde na isciza anu tas te gosdé so stali duiacavi nu duiacesse, bil se naredil din fat chi an se pravil lite nu lite dopo.
Onde dua mlada, mush anu saná, to bilu sclò kopat tau uilasej goro sa Urbiaze anu to melu sa gnimi pa no male tau povaiù. Uonà pulila to male tau peste, anu uon scil ta sa gnu sis impresti anu sibilizo tana Korbi.
Prit ki se giat Kopát, mati dala push tu mu malamu, anu tadii na ga na poiala spat nutuu sibilizo, tapod din uorej,tau sinzo.
Sa intantis, tauneu gosgnimu potocu, duiacessa
gledala utosna. Na mela pa uonà no male, ma gni to bilo bulnu, to bilo bassanu scul po usin suotè anu to ni melu farcize pa vić sa iocat. Duiacessa na si ciula da to male cjé i umurit anu na bila dispirana. Na ma bi bila jedla kei, forci cac coran chi na ni misce iest, anu scusa mlicu na bila risvalagnala to male.
Tadii usè na din bot, na se dizidinala, na usela uotrocà anu na duriavala duitit ta ti sibilizi. Na popadla to male chi spalu, na giala nutur gnì to bulne anu na io dala naset tei vitar. To male bulne chi to se ciulu sapusćiano, to se gialu uriscat, tadei mati, ta chi bila tau gnivi, na spustila lopato anu na se naviala videt da co ma te mali. Co na vidala da co iè tau sibili, na se giala uriuvet, nu si tesat lasse. So itti parslí pa usì ti iudi chi so copali tas Poie, ma du mogal i pomagat chei, boghi gnei!
Val Resia: CONFLITTO POLITICO-CULTURALE
L’assurdita’ nasce proprio dalla dicotomia
tra identità culturale/politica e classificazione linguistica accademica.
Tratto dalla Pagina Facebook "La Val Resia e le bellezze della natura".
giovedì 13 novembre 2025
Prato - Ravanza 1960 circa
Prato di Resia 1960 circa.
Di Lenardo Vito Turan e i suoi dolci, i famosi " Colocec", pronti per essere "infilati" e indossati dai giovani in procinto di essere Cresimati.
La tradizione era che, dopo la funzione, i Cresimandi ricevevano come dono dai Santoli una "collana" con i Colocec.
Mia Madre ricevette una con 25 piccoli e in centro un grande Colocec.
Dopo la funzione..... Grande abbuffata.
Oltre al Signor Vito di Martignilas, mia Madre si ricorda di una Signora di nome Virginia di Oseacco, che abitava nei pressi della strettoia , vicino alla Vecchia Chiesa, che preparava questi dolci, e li vendeva nelle varie feste paesane in Valle.
Foto sotto 1960 circa:
Il Santolo sulla Sinistra si chiamava di soprannome Pelech, sulla destra Barbarino Luigi, il bimbo è suo figlio Barbarino Gianni
(i Barbarino, sono Padre e Fratello di Annamaria Barbarino che ringrazio per avermi concesso la foto)
Foto sopra e sotto, concesse da Barbarino Annamaria
Coritis 1962
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Prato di Resia - Ravanza
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foto prato - ravanza
Prato di Resia
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Località Zaslatina - sopra Coritis
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Stolvizza prima del terremoto
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foto stolvizza - solbiza
Stolvizza 1945 circa
Clemente Gina con i bambini di Stolvizza delle classi 38-39-40 e 41.
Foto concessa da Siega Galliano
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foto stolvizza - solbiza
Resia: Alunni della scuola media anno scolastico 1963-1964
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foto prato - ravanza
mercoledì 12 novembre 2025
Prato di Resia 1929
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