Epolis/Dalla parte del Friuli
Giovedì 17 giugno 2010
L’identità friulana è formata dall’esistenza di più culture lingue e comunità che da secoli vivono pacificamente nel territorio compreso tra le Alpi e il mare, in uno spirito di pacifica convivenza. Una di queste è costituita dalla comunità resiana che da millecinquecento anni vive in una bellissima valle, provenendo come tutte le comunità slave dall’Europa orientale. Nei secoli ha elaborato una sua cultura e una sua lingua e un insieme di legami che si rivolgono soprattutto verso la Canale del Ferro e la pianura friulana. Essa si sente solo resiana, rifiutando di essere assimilata alle comunità slovene che si sono raccolte intorno a Lubiana prima, e nell’ambito della Repubblica slovena dopo.
Dal punto di vista linguistico ha conservato i tratti delle antiche parlate slave che si parlavano prima della formazione delle moderne lingua slave meridionali (sloveno, croato, serbo) e occidentali (ceco, polacco, slovacco). Dal punto di vista delle origini, la storia dimostra che quella valle era abitata da tribù celtiche (come dimostra la toponomastica, vedasi Oseacco) e recentissime ricerche scientifiche dimostrano l’assoluta originalità del patrimonio genetico della popolazione resiana, il che dimostra come le tribù slave che l’anno occupata circa millecinquecento anni fa si sono soprapposte a più antichi gruppi etnici di sconosciuta origine.
Ma quale che sia l’originalità del patrimonio linguistico, culturale e genetico della popolazione resiana, ciò che importa è quanto la gente pensa e sente. La stragrande maggioranza dei resiani si sente sì slava, ma non slovena. Ritiene di appartenere alla comunità friulana, di cui quasi tutti parlano o capiscono la lingua, pur rimanendo fedeli alla propria espressione linguistica. Non intende farsi omologare con la comunità nazionale slovena. Vanno pertanto respinti i tentativi delle organizzazioni slovene italiane di considerare sloveni i resiani, vanno rifiutati gli sforzi sostenuti da una notevole dovizia di risorse finanziarie di origine statale, regionale e slovena per giungere alla slovenizzazione della Valle di Resia. I resiani intendono rimanere tali, e non si faranno influenzare dagli attacchi che l’integralismo sloveno lancia periodicamente contro i resiani e i loro rappresentanti. La recente elezione a sindaco di un convinto sostenitore dell’autonomia e dell’identità resiana come Sergio Chinese, attaccato proprio in questi giorni dagli integralisti sloveni, lo dimostra.
Alberto Siega
Consigliere dell’Associazione per l’Autonomia del Friuli “Identità e Innovazione”