Mai stata contrapposizione Riflessioni di un valligiano doc. L’autore di una lettera al vostro giornale “assoda” che i dialetti slavi delle Valli del Natisone, del Torre e di Resia appartengono alla giovane (di nascita) lingua slovena. Le nostre parlate, anche se tramandate oralmente, hanno resistito per secoli senza dover essere supportate da alcuno al di fuori dei patri confini. A quel signore che crede di avere scoperto a che gioco sto giocando dico che non ho alcuna difficoltà a riconoscere come sloveni in Italia o in Austria le persone che vivono nelle province di Gorizia e Trieste, e appunto in Austria; ma mai gli slavi che vivono in provincia di Udine potranno essere qualificati sloveni anche se una legge mendace, senza alcuna verifica fra i diretti interessati sul territorio, emanata come ultimo colpo di coda di una bestia morente (il governo Prodi), ha voluto codificare a beneficio di una ben conosciuta ideologia che, quando colta in fallo, non esita a qualificare come fascisti o nazionalisti tutti quelli che non ne seguono la dottrina e le direttive. Apprendo, dalla lettura della posta del vostro giornale dell’8 giugno 2010, che gli sloveni austriaci ci appellano dispregiativamente come “benesciani”, ribadisco che da parte degli abitanti della Slavia non c’è mai stata contrapposizione ad alcuno, non ci siamo mai sognati di mettere in dubbio l’appartenenza alla minoranza slovena di chi effettivamente ne fa parte, invece c’è un tentativo storico di dimostrare, con grosso dispendio di energie e di risorse che provengono dal di qua e al di là del confine, che in provincia di Udine esista una minoranza nazionale slovena. Noi non vogliamo mettere nessuno contro qualcun altro, vogliamo solo che sia riconosciuta la verità. Assodato che la scuola bilingue è stata equiparata a quella statale italiana, con gli stessi diritti e doveri, non capisco le paure di certi opinionisti a lunga gittata (esterni alla Slavia) di perdere finanziamenti che vengono (per loro asserzione) dall’estero (Slovenia). I non modesti finanziamenti dello Stato italiano, erogati per la salvaguardia delle diversità linguistiche ed etniche (minoranze non nazionali), sono passati sulle teste dei legittimi beneficiari senza neanche sfiorarli, se non per favorire uno sparuto gruppo di gente che di questi problemi ne fa un mestiere remunerato. Per quanto riguarda la protezione del nostro slavo, potremmo condividere un’eventuale legge per la salvaguardia del friulano e del resiano; questo, assieme allo sloveno e al tedesco, farebbe del Friuli Venezia Giulia una regione che, per la sua posizione geografica (mondo slavo, latino e tedesco) e per la particolare composizione multietnica dei suoi abitanti, avrebbe titolo a mantenere lo status di regione a statuto speciale tutelata, perché no, pure dall’Unione europea. Con riferimento alla lettera che riguarda il letargo dei circoli sloveni di Resia dico che al suo autore non è passato per la mente che forse i resiani si ritrovano più d’accordo con le tesi sostenute dall’associazione Val Resia e da Alberto Siega, suo presidente, che non con quelle dei circoli suddetti. Io penso che portare avanti testimonianze che non corrispondono alla realtà storica della Slavia veneta e di Resia non sia molto facile, anche se abbondantemente supportate da risorse finanziarie; c’è un limite anche alla faccia di bronzo. Comunque lascio ai resiani l’onore di difendere se stessi da così massicci attacchi dal di fuori e dal di dentro della Val Resia. Essi possono altresì contare tranquillamente sul supporto della Slavia friulana, delle Valli del Natisone e Torre che condividono le stesse aspirazioni di una giusta tutela. Per quanto riguarda i buoni rapporti con la vicina Slovenia, nulla osta, purché ci sia il reciproco rispetto e la non interferenza politica in questioni che sono di pertinenza interna della Regione Friuli Venezia Giulia e dell’Italia. Il maresciallo Tito diceva: dove vive anche un solo cittadino jugoslavo lì è Jugoslavia; non vorrei che certe elucubrazioni fossero ancora considerate.
Renzo Onesti San Pietro al Natisone
Tratto dal Messaggero Veneto del 18 giugno 2010
Fa bene all'anima leggere articoli scritti da persone intelligenti.
RispondiEliminaGrazie
ta putnä rozä