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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

martedì 22 giugno 2010

LINGUE MINORITARIE

Accoppiamenti innaturali Continuano a divampare le questioni sulla difesa dei codici linguistici da promuovere sul territorio delle tre province storiche del Friuli. Sarebbe opportuno dibattere a fondo un tema già sfiorato, tempo addietro, su questa pagina: è giusto che sulle comunità locali prevalga un binomio condominiale formato da due parlate, ufficiali ma certamente non rappresentative, quali il friulano di Lamuela e lo sloveno della Carniola inferiore? Quale possibilità di sviluppo, quale ruolo istituzionale può avere la cultura del negletto micro-territorio? La questione, purtroppo, è in mano al mondo partitico-amministrativo e a questo livello le cose non sono favorevoli alla cultura spontanea. Non vanno bene soprattutto per il friulano che, lingua debole di per sé, politicamente non conta quasi niente. E ciò è dovuto proprio alle maldestre iniziative, fondate sulle manie di grandezza, di collocare un friulano senza volto e ulteriormente debole su un piedistallo addirittura internazionale: la parlata è stata riformata alla catalana e costretta a braccetto dello sloveno. Accoppiamenti di calcolato interesse, ma innaturali e quindi senza frutto. Penso alla posizione antistorica della Società filologica che, in linea con certi sogni autonomisti o indipendentisti, si è sforzata di elevare il friulano a strumento comunicativo di “valence europeane” e al tempo stesso ha disconosciuto i contenuti e le forme di significative scuole letterarie (tipo “Risultive” che, al suo interno, aveva una grande tradizione e che ora è travolta nel friulano di Lamuela). I giovani neolaureati e impegnati agli sportelli di friulano conoscono, per caso, un certo Domenico Zannier, nel 1988 candidato locale al premio Nobel per le lingue minoritarie? No, perché parla bene e scrive ancor meglio con la dolce declinazione delle colline moreniche. Le parlate autoctone poi, come quelle esistenti ai confini orientali, che tanti cercano di difendere con i pochi mezzi di cui dispongono, devono sparire sopraffatte da ingiustificabili prepotenza. Ogni traccia espressiva naturale va eliminata per dare spazio all’orrendo edificio condominiale, tirato su con i soldi dei contribuenti e per far vivere parlate che, tranne l’artificio, non dicono nulla. A proposito della Filologica va precisato, per la cronaca, che dal 2007 annovera membri di lingua slovena nel suo Consiglio generale e dal 2008 ospita articoli in lingua slovena nelle sue riviste statutarie. Tutto ciò non è un male. Però i responsabili dovrebbero dare una ripassatina ai motivi per cui era nata nel 1919, anno da cui parte lo sforzo per lo sviluppo di una coscienza identificativa, non contaminata e di valenza riconosciuta.


Giacomo Orlandini Udine


Tratto dal Messaggero Veneto del 18 giugno 2010  

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