martedì 14 maggio 2019
lunedì 13 maggio 2019
ELEZIONI COMUNALI DI RESIA 2019: IDENTITA' RESIANA - PROGETTO RESIA
giovedì 9 maggio 2019
IDENTITA' RESIANA - PROGETTO RESIA
Alle prossime Elezioni Comunali di Resia,c'è una bella novità. Una nuova Lista,che ha come primo punto fondamentale,la Nostra Identità. L'orgoglio di Essere Semplicemente Resiani e quindi non Sloveni. Persone con coraggio e senso di responsabilità,si mettono in "gioco"con un solo e unico obbiettivo: IL BENE DI RESIA E DEL SUO POPOLO.
Per un futuro sereno e pieno di soddisfazioni.
Nei prossimi giorni,vi informeremo sulle Nostre Proposte
e il giorno delle Elezioni, Vi chiederemo un Voto di Responsabilità fuori dai soliti schemi, di Destra o di Sinistra. Perchè l'unico nostro pensiero è rivolto a tutto il Popolo Resiano.
Di Oggi
Di Ieri
Di Domani
lunedì 6 maggio 2019
Comune di Resia: Amministrative 2019
DA ANNI
SU TUTTI I FRONTI
NULLA E' STATO FATTO
QUESTI SONO I RISULTATI
E' ORA DI CAMBIARE
ABBIATE CORAGGIO
Per ulteriori informazioni clicca QUI
domenica 5 maggio 2019
RESIA - FRIULI: 6 MAGGIO 1976 - 2019
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foto oseacco - osojane
martedì 30 aprile 2019
sabato 20 aprile 2019
BUONA PASQUA A TUTTI I RESIANI
No döbro Vliko Nuc usën
giovedì 4 aprile 2019
ATTENZIONE ALLE SVISTE
Su ‘La Vita Cattolica – 03/04/2019’ è stato pubblicato un articoletto ‘Rozajonavi so z taa röda judi, ki se jin di “Slavo alpini”’ a firma (s.q.). In sostanza si dice che: ‘i Resiani sono della stessa stirpe degli Sloveni, chiamati Slavi alpini., che 1300 anni fa sono arrivati in queste terre e si sono fermati anche qui a Resia’.
Attenzione la storia dei secoli V-VI-VII ci racconta di invasioni e dominazioni, in particolare quella crudelissima degli Avari sugli Slavi e i territori del Norico erano un crocevia di tribù diverse, Longobardi compresi.
Dal libro ‘Gli Slavi’ di Francis Dvornik - 1974.
‘Come la Croazia Bianca, anche la Serbia Bianca sfuggì alla dominazione Avara’. ‘ I Croati insieme a un piccolo esercito di Serbi liberarono subito la Dalmazia, poi il resto dell’Illiria e finalmente il territorio compreso tra la Drava e la Sava’. ‘Gli Sloveni della Carinzia furono così liberati per merito dei Croati’. ‘Carlo Magno e suo figlio Pipino vinsero definitivamente gli Avari. Dopo molte spedizioni il colpo decisivo fu loro inferto da Pipino nel 796’.’Le tribù slave tra il Danubio e la Sava si rallegrarono di sfuggire così per sempre alla minaccia avara’. ‘I Franchi estesero così la loro dominazione sugli Slavi dell’antico Norico (oggi la Carinzia e la Stiria nelle Alpi)’. ‘Così Carlo Magno, che nel 778 aveva restaurato la supremazia franca anche nel ducato di Baviera, era il padrone di un immenso territorio comprendente le Alpi e tutta l’antica Pannonia fino al Danubio e alla Sava’. ‘Tutti i territori di recente conquista furono attribuiti alla marca del Friuli. Erigere delle ‘marche’ nei paesi conquistati a farne oasi di partenza per nuove conquiste era la politica tradizionale di Carlo Magno’.
‘L’eredità europea del Patriarcato di Aquileia’ di Ardurino Cremonesi – 1979.
Nel Concilio (796) sulle rive del Danubio il Patriarca Paolino II e l’arcivescovo Arnone discussero anche varie questioni amministrative, ma non riuscirono ad accordarsi su tutte le divergenze, tanto che diversi anni dopo si rivolsero a Carlo Magno. Egli nel 814 stabilì i confini delle due diocesi alla Drava e in quella data nacquero la diocesi metropolita di Salisburgo e quella patriarcale di Aquileia.
Dal Messaggero Veneto 30/03/2019
Era il 3 aprile 1077 quando Enrico IV affidò al Patriarca Sigeardo il titolo di ‘Comes Fori Julii, Dux et Marchio’. Quella del 3 aprile, perciò, è la festa di tutto il Friuli e non solo di quello friulanofono: riguarda tutta quella parte di Europa e del mondo, compresa tra le Alpi e l’Adriatico e la Livenza e il Timavo, che, anche dopo il 1420, per molti secoli continuò a essere chiamata “Patria”.
Se anche per un certo periodo il Friuli fece parte del Ducato di Carinzia (solo nominalmente) certamente non vi erano organizzazioni, né leggi, né assistenze e nemmeno un esercito comune. Nel 1072 il duca Kazelin lasciò i suoi beni in eredità alla futura Abbazia di Moggio, compreso il Monte Sart. Dal 744 gli Sloveni erano sotto il dominio straniero, prima sotto quello avaro, poi bavarese e poi dal 1273 al 1918 sotto quello asburgico. Gli storici tedeschi chiamano gli Sloveni ‘Slavi alpini’, ma non menzionano i Resiani: è una notizia antiscientifica affibbiarci questo titolo.
Gruppo Cultura I.T.V.R.
Attenzione la storia dei secoli V-VI-VII ci racconta di invasioni e dominazioni, in particolare quella crudelissima degli Avari sugli Slavi e i territori del Norico erano un crocevia di tribù diverse, Longobardi compresi.
Dal libro ‘Gli Slavi’ di Francis Dvornik - 1974.
‘Come la Croazia Bianca, anche la Serbia Bianca sfuggì alla dominazione Avara’. ‘ I Croati insieme a un piccolo esercito di Serbi liberarono subito la Dalmazia, poi il resto dell’Illiria e finalmente il territorio compreso tra la Drava e la Sava’. ‘Gli Sloveni della Carinzia furono così liberati per merito dei Croati’. ‘Carlo Magno e suo figlio Pipino vinsero definitivamente gli Avari. Dopo molte spedizioni il colpo decisivo fu loro inferto da Pipino nel 796’.’Le tribù slave tra il Danubio e la Sava si rallegrarono di sfuggire così per sempre alla minaccia avara’. ‘I Franchi estesero così la loro dominazione sugli Slavi dell’antico Norico (oggi la Carinzia e la Stiria nelle Alpi)’. ‘Così Carlo Magno, che nel 778 aveva restaurato la supremazia franca anche nel ducato di Baviera, era il padrone di un immenso territorio comprendente le Alpi e tutta l’antica Pannonia fino al Danubio e alla Sava’. ‘Tutti i territori di recente conquista furono attribuiti alla marca del Friuli. Erigere delle ‘marche’ nei paesi conquistati a farne oasi di partenza per nuove conquiste era la politica tradizionale di Carlo Magno’.
‘L’eredità europea del Patriarcato di Aquileia’ di Ardurino Cremonesi – 1979.
Nel Concilio (796) sulle rive del Danubio il Patriarca Paolino II e l’arcivescovo Arnone discussero anche varie questioni amministrative, ma non riuscirono ad accordarsi su tutte le divergenze, tanto che diversi anni dopo si rivolsero a Carlo Magno. Egli nel 814 stabilì i confini delle due diocesi alla Drava e in quella data nacquero la diocesi metropolita di Salisburgo e quella patriarcale di Aquileia.
Dal Messaggero Veneto 30/03/2019
Era il 3 aprile 1077 quando Enrico IV affidò al Patriarca Sigeardo il titolo di ‘Comes Fori Julii, Dux et Marchio’. Quella del 3 aprile, perciò, è la festa di tutto il Friuli e non solo di quello friulanofono: riguarda tutta quella parte di Europa e del mondo, compresa tra le Alpi e l’Adriatico e la Livenza e il Timavo, che, anche dopo il 1420, per molti secoli continuò a essere chiamata “Patria”.
Se anche per un certo periodo il Friuli fece parte del Ducato di Carinzia (solo nominalmente) certamente non vi erano organizzazioni, né leggi, né assistenze e nemmeno un esercito comune. Nel 1072 il duca Kazelin lasciò i suoi beni in eredità alla futura Abbazia di Moggio, compreso il Monte Sart. Dal 744 gli Sloveni erano sotto il dominio straniero, prima sotto quello avaro, poi bavarese e poi dal 1273 al 1918 sotto quello asburgico. Gli storici tedeschi chiamano gli Sloveni ‘Slavi alpini’, ma non menzionano i Resiani: è una notizia antiscientifica affibbiarci questo titolo.
Gruppo Cultura I.T.V.R.
giovedì 21 marzo 2019
FINALMENTE SANTUARIO
I fedeli della Val Resia hanno appreso dalla cancelleria della Curia arcivescovile di Udine che è stato firmato il decreto con cui viene riconosciuto alla Chiesa di Prato di Resia il titolo di Santuario.
Martedì 19 marzo, data in cui è entrato in vigore il decreto, alle ore 18,00 l’arcivescovo Andrea Bruno Mazzocato ha celebrato una Santa Messa Solenne nella Chiesa di Prato, durante la quale è stato ufficializzato il riconoscimento alla Chiesa Madre della Valle.
Durante la celebrazione è stata benedetta anche la rinnovata statua di San Giuseppe, restaurata anche con il contributo di quanti hanno voluto “adottarla” a suffragio dei defunti padri ed esposta la reliquia del Pallio di San GiuseppeFacebook
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