Nell'ultimo saggio del suo libro "Lingue,identità,autonomia" il sociologo Raimondo Strassoldo scrive: < I nazionalismi italiani tendono a minimizzare le dimensioni della minoranza slovena nelle provincie di Trieste e Gorizia, a negare che gli slavofoni della provincia di Udine sono sloveni, a irridere alla consistenza delle frange linguistiche germanofone, e a negare del tutto lo status di minoranza etnico-linguistica ai friulani>. Osservazioni giuste e condivisibili, non solo opinioni personali dell'autore. In particolare, limitando il discorso agli sloveni, non sono a conoscenza di studiosi seri (escludendo quindi i dilettanti) che negli ultimi decenni abbiano affermato che gli sloveni della provincia di Udine non sono tali o non parlano alcuni dei tanti dialetti sloveni presenti in Slovenia e al di fuori di essa ( Italia, Austria, Ungheria). Detto questo, trovo strana la seguente affermazione del professor Marzio Strassoldo, fratello del succitato studioso: <In particolare per quanto riguarda le comunità delle Valli del Natisone, del Torre, di Resia e della Valcanale, andrà sostenuto (sic) una politica di rafforzamento della loro specifica individualità storica in grado di constatare la loro forzata assimilazione alla minoranza nazionale slovena di Trieste>. Questo si trovava nel "Programma 2006-2011" dell'ex presidente della Provincia di Udine. Negli ultimi giorni Marzio Strassoldo si è dichiarato nuovamente contro ogni tentativo < di imporre la lingua slovena> in queste zone. In altre parole, le comunità menzionate sarebbero qualcosa di completamente diverso dagli sloveni, tanto da dover essere addirittura difese da questi ultimi. Ora, se da un lato è bello vedere una tale varietà di idee all'interno della stessa famiglia, dall'altra mi chiedo come mai Marzio Strassoldo, che non è specialista in materia, contraddica così palesemente tanti suoi colleghi universitari come Francescato, Steenwjik, Pellegrini eccetera (e suo fratello Raimondo, competente in materia) secondo i quali gli "slavofoni" della provincia di Udine non sono altro che sloveni. Tra l'altro, stando così le cose, fa il gioco dei nazionalisti italiani, contrari non solo alla minoranza slovena, ma anche a quelle tedesche e friulane, propio come afferma giustamente Raimondo Strassoldo.
Davide Turello Udine Tratto dal Messaggero Veneto di Lunedì 31 Marzo 2008
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Prima risposta tratta dal Messaggero Veneto di Sabato 5 Aprile 2008
Lingue Minoritarie: Le parlate slavofone non sono uguali.
Il signor Davide Turello di Udine con la sua lettera pubblicata ne Il caso del Messaggero Veneto il 31 marzo sembra incunearsi tra i due noti fratelli Raimondo e Marzio Strassoldo sul problema linguistico delle piccole minoranze tendendo quasi a screditare il secondo (ex presidente provinciale) perchè fa il gioco dei nazionalisti italiani contrari alla minoranza slovena. Non mi pare che l'udinese Turello sia mai stato (oltre a qualche pic-nic) nelle valli del Friuli Orientale: Resia-Torre/Cornappo-Natisone; se avesse vissuto per qualche tempo lassù o conoscesse sufficientemente la gente e le loro (anche mie, sono di Pradielis) parlate, sicuramente capirebbe senza scomodare studiosi vari ( più o meno interessati) che il resiano,il po-nasin e il natisoniano non hanno nulla da spartire con la lingua slovena, anche perchè i tre dialetti contermini sono inintelleggibili fra loro stessi e con la gente d'oltre confine c'è in comune qualche sporadica parola. Bando quindi, all'abusato termine "nazionalismo" quasi a voler fascistizzare le genti del Friuli orientale, italianissimi in tutto e per tutto! Anzi dico di più, l'ex presidente della Provincia di Udine ha secondo me, la colpa di essersi svegliato in ritardo nel voler ora rafforzare le parlate locali contro l'assimilazione alla minoranza slovena, quando invece ricoprendo la più alta carica provinciale ha dovuto ex lege ingabbiare nel contenitore sloveno le proposte di alcuni consiglieri comunali favorevoli alla minoranza linguistica (che peraltro non è tale) slovena; e l'ex rettore dell'università udinese non ignora che l'applicato ( dai consiglieri comunali) articolo della stessa legge nazionale prevedeva in primis che si fosse espresso in proposito almeno il 15% della popolazione locale; o quanto meno a posteriori - anche ora - fosse consultata con un inequivocabile referendum. Quindi, il signor Davide Turello lasci pure agli studiosi (più o meno) seri le disquisizioni sugli "slavofoni della provincia di Udine" constatando in loco le realtà non solo idiomatiche, la quale è stata da secoli tramandata in famiglia solo oralmente senza tirare in ballo quel politichese partitico che tende ora alla slovenizzazione e che attuato linguisticamente, provocherebbe l'eutanasia degli idiomi del Friuli Orientale.
Lidio Buttolo Udine
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Seconda risposta tratta dal Messaggero Veneto di Giovedì 17 Aprile 2008
Il Resiano non è una lingua slovena
In riferimento alla lettera pubblicata dal signor Davide Turello il 31 marzo 2008 nel "Il Caso" riguardante la presunta slovenità delle nostre vallate, mi sento di rispondere a ciò , ricordando che nel mondo ci sono altri studiosi seri come l'Estone Aleksandr Dulicenko, o l'Americano Hamp, che a riguardo la pensano completamente all'opposto, in particolare sul Resiano, idioma classificato come Lingua a se stante perchè antecedente allo Sloveno. E guardi che sono studiosi seri. Purtroppo attualmente va di moda l'essere Sloveni a tutti i costi. Si è mai chiesto il perchè? E' mai andato a parlare con la gente comune delle nostre vallate a chiedere: Voi vi sentite Sloveni? Perchè la Legge n°26/2007 parla di Nazionalità Slovena e non altro. E' mai andato a visitare questi territori e a vedere che lavoro fanno coloro che continuano a battersi per la slovenità dei nostri territori? Guardi che se sta attento ne scoprirebbe delle belle. E poi mi spieghi cosa centra Cividale del Friuli con la minoranza nazionale slovena.
Di Lenardo Franco Turan
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Terza risposta tratta dal Messaggero Veneto di Lunedì 21 Aprile 2008
Lingue, un paragone tra idiomi e voti.
Faccio riferimento alla lettera del signor Franco Turan Di Lenardo pubblicata nella pagina dei lettori del Messaggero Veneto del 17 aprile e lo ringrazio per avermi fornito lo spunto di intervenire sulla questione dello sloveno a Cividale del Friuli. Qualche giorno fa, invece, ho trovato la pubblicazione dei risultati delle elezioni regionali con tutti i dati, comune per comune, dei voti ottenuti dalle varie liste. Trascurando di commentare i voti ottenuti dalla lista Slovenska Skupnost nei comuni delle valli del Natisone,Torre eccetera (a proposito come mai questa lista non è stata presentata anche nel collegio di Tolmezzo? Eppure esiste il comune,"sloveno" secondo alcuni, di Resia che avrebbe potuto dare un bel contributo in voti, o no?) mi soffermo soltanto sui dati relativi alla mia città, cioè Cividale del Friuli. Fermo restando che, sicuramente, una parte degli elettori che si sentono sloveni possono aver votato candidati appartenenti ad altre liste, ma facendo il confronto con i dati, ben diversi, dei comuni di Gorizia e di Trieste, balza subito all'occhio che ottenere 29 voti su 7280 votanti rappresenta poco meno del 0,4% dei voti espressi, ben lontano da quei 15% di sloveni che la legge 38/2001 richiede perchè venga protetta la minoranza slovena. Eppure il comune, sempre stato Friulano, di Cividale del Friuli si trova oggi ad avere per legge sul territorio una minoranza slovena fantasma che permette però alle varie associazioni slovene, alcune delle quali sorte ad hoc, presenti in città, di partecipare alla spartizione della ricca torta di contributi statali (oltre 5 milioni di euro annui per le associazioni slovene del Friuli Venezia Giulia!), cosa che non sarebbe possibile se a Cividale del Friuli (a quando il nome di Cedad?) non fosse riconoscita la " tradizionale presenza " degli sloveni. Ecco spiegato, ma solo in parte - il discorso è molto più complesso e coinvolge questioni di interesse sovrannazionale -, il perchè dell'ostinazione di volere a Cividale del Friuli l'introduzione del riconoscimento della minoranza slovena. Pongo infine una domanda inquietante: e se, oltre ai soldi alle associazioni slovene, ci fosse sotto qualche altro obbiettivo?
Piera Specogna Cividale del Friuli
Bravo TURAN, ma non prendertela, sono tutti pagati e pagati bene.
RispondiEliminaciao e grazie per il lavoro che fai
una persona che Vi vuole bene e capisce perfettamente il problema resiano
Il problema dell'assimiliazione del resiano allo sloveno è, ragionando per analogia, l'identico problema degli spaghetti cinesi oppure - molto più delicato - dell'Islam. Cioè: gli sloveni iniettano molti denari liquidi, lavorano sottobanco per affermare cosa. Affermare che lo sloveno è nato prima del resiano, i cinesi che gli spaghetti li hanno inventati loro e, infine, che Cristo altri non è che un millantatore perchè prima c'era Maometto. Teniamo duro e andiamo avanti. C'eravamo prima noi. Cerchiamo di stimolare gli studiosi anoi favorevoli. Organizziamo loro dei convegni. Urliamo al mondo la verità
RispondiEliminaCondivido il sentimento di molti cittadini della Val Resia di non appartenere alla minoranza linguistica slovena del Friuli Venezia Giulia.
RispondiEliminaOra desidero comprendere se tra i fini di questo movimento ci sia l'intenzione di includere la parlata della Val Resia tra le lingue tutelate nella legge 482/99, con la ovvia conseguenza della stesura di una nuova legge regionale, come l'attuale per il friulano, che tuteli l'utilizzo della lingua stessa anche nelle pubbliche amministrazioni.
Mandi.
Al commento 3:
RispondiEliminaConfermo che il nostro intento è l'inserimento della Lingua Resiana nella Legge 482/99, con ovvia conseguenza della stesura di una nuova Legge Regionale.
Mandi
In queste ultime settimane si è molto parlato della legge regionale n. 29/2007 (Norme per la tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana).
RispondiEliminaConsiderando questa come riferimento, ipotizzando una futura stesura di una legge regionale di tutela della lingua resiana, quali sono gli aspetti che accentuerebbe e quali invece quelli che lei ritiene meno indispensabili per la tutela della lingua stessa?
L'importante per noi è il riconoscimento della nostra Lingua, con le stesse norme di tutela,valorizzazione e promozione. Compresa tutta la nostra cultura che ha come base la nostra musica, il nostro ballo e le nostre tradizioni secolari. Non vogliamo l'assimilazione con lo Sloveno, Lingua e Cultura che non ci appartiene. Rispettiamo senza nessun problema gli Sloveni, ovunque esse siano, ma non per questo dobbiamo subire inermi una legge che per tutti quanti noi ( a parte alcune persone, che abbagliate da finanziamenti a pioggia, si dichiarano "sloveni") è una Legge Truffa.
RispondiEliminaMi interesserebbe sapere anche una sua opinione in merito alla Legge 26/2007.
Mandi
Un aspetto che mi trova alquanto discorde sono le normative nazionali e
RispondiEliminaregionali che regolano l'utilizzo delle lingue messe a tutela nelle pubbliche
amministrazioni, in particolare nella Provincia di Udine. Ritengo che l'effetto principale sui cittadini, quall'ora queste trovassero applicazione, sia l'appesentimento dell'apparato burocratico e l'aumento delle spese economiche che le pubbliche amministrazioni dovrebbero supportare.
Esempi di evidenti sprechi possono essere l'apertura degli sportelli
plurilingue e la traduzione e la stampa di modelli plurilingue, servizi questi ultimi richiesti, a mio modesto parere, da un numero assolutamente poco significativo di cittadini.
Sarei proprio curioso di sapere quanti sono i cittadini della provincia di
Udine che quest'anno hanno chiesto il modulo per la dichiarazione dei redditi
in una lingua che non sia quella di Dante, e quanti, con l'attuale legge regionale 29/2007, lo chiederanno il prossimo anno.
Sono convinto che per questo genere di servizi ci sia comunque qualcuno che si
intasca un bel pò di soldini(...).
Diversamente da prima, ho un'opinione positiva nei confronti delle norme che regolano le attività culturali, come quelle che lei ha elencato, legate alla lingua messa a tutela.
Saluti, Luca.
Come tutti ci aspettavamo - magari solo i più sanguigni di noi - passate le elezioni a Resia si sono spenti i riflettori su bilinguismo, parco, centrale e amministratori pubblici. Silenzio trasversale da pro sloveni a contrari... Ehi, dove siete finiti?
RispondiEliminaBuongiorno n. 8,
RispondiEliminaaccendo un riflettore io, prova a chiedere in giro se qualcuno dei soliti bene informati sa a che punto è la svendita dell'acqua del Rio Nero. Sì, perchè pare che i nostri baldi reggenti del comune abbiano già individuato nel solito COSINT l'ideale ente per lo sfruttamento dell'acqua e alla conseguente gestione della futura centralina. Chissà come mai. Anche stavolta non si vuole dare una mano ai Resiani bensì favorire terzi. "Errare umanum est, perseverare........". In attesa dei cerchi sull'acqua...., saluto tutti i trasversali e non.
ciao 9 sono 8
RispondiEliminametaforicamente parlando dobbiamo smuovere le acque. Perchè? Perchè m'è giunta pura la voce che è allo studio la captazione delle acque del Resia all'altezza del ponte Rop in quanto, sembra, che il Barman non butti a sufficienza. Come mai tutto sto silenzio? Mi piacerebbe, a sto punto, sentire anche un commento in sloveno. Darebbe fastidio ma mi accontenterei
Ciao 10,
RispondiEliminapurtroppo lo sloveno non lo so scrivere e neppure parlare eccetto qualche parola sentita e risentita tutte le volte che ho pranzato in quei luoghi, però anche se lo sapessi non mi permetterei di farlo altrimenti sicuramente scatenerei le ire di qualcuno. Sono preoccupato anch'io per questo silenzio, mi pare pilotato, non si vogliono chiarire i dubbi sollevati. Il non parlare di occasioni perse da Resia fa male, non capisco perchè non si vuole raccogliere in loco quanto madre natura ha dato alla valle. Acqua e parco, due potenziali locomotive a disposizione per fare correrre Resia. Avesse qualche altro comune tutte queste risorse a disposizione!! Mah!
Appunto che c'è troppo silenzio. Chiamavo in causa il popolo sloveno solo perchè speravo che almeno da parte loro ci fosse un rigurgito (si dice così?) di volontà nel salvaguardare le risorse di Resia. Tutto qua. In fondo quando c'è da depredare il movimento è trasversale. Chiudo con una riflessione di Gandhi. Egli disse che se la merda avesse un valore i paria nascerebbero senza culo. La parafraso: se a Resia si può fare un € con le nostre risorse le regaliamo perchè noi non le vogliamo
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