In riferimento all’articolo “Storia di Resia e di altre valli”, apparso il 18 luglio nella quinta pagina del Messaggero Veneto in cui è stata pubblicizzata la presentazione del libro “Tre vallate, tre culture …..” rileviamo che si ripetono volutamente gli stessi errori quando l’argomento riguarda Resia e la sua cultura.
Nel succitato articolo si scrive che la Val Resia, la Val Sarmento (abitata dalla comunità arberesch) e la vallata dell’Amendolea (composta dalla comunità grecanica) godono tutte e tre dei benefici che ne derivano dalla legge n. 482/1999 che tutela le loro lingue minoritarie.
Grave errore! La lingua resiana, purtroppo, non compare nella suddetta legge tra le lingue minoritarie nazionali come invece lo sono l’albanese e il grecano, ma è tutelata dalla legge nazionale n. 38/2001 e dalla legge regionale 26/2007 che la classificano come dialetto sloveno, pur non essendo mai esistita una minoranza slovena in valle e pur essendo la nostra lingua del tutto estranea alla lingua slovena.
Quello che i Resiani chiedono è proprio l’inserimento della loro lingua nella legge n. 482/1999 che restituirebbe dignità alla loro parlata.
Infine, non ci sorprende più il fatto che qualcuno si ostini, con pubblicazioni e articoli, a negare la realtà dei fatti riguardanti la lingua resiana.
Alberto Siega
Pres. Identità e Tutela Val Resia
Tratto dal Messaggero Veneto di martedì 28 luglio 2009
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