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Il Popolo Resiano, lotta contro l'imposizione all'appartenenza alla Minoranza Nazionale Slovena

mercoledì 26 agosto 2009

LINGUA STACCATA DALLO SLOVENO

Abbiamo letto con molta attenzione quanto scritto dal Signor Riccardo Ruttar, capogruppo di minoranza al Comune di Drenchia, sul Messaggero Veneto del 4 Agosto, in cui  finge di non conoscere, o realmente non conosce la Storia, la Lingua e la Cultura delle Valli della Slavia Friulana e manifesta un atteggiamento di superiorità e di disprezzo nei confronti di chi "osa" esprimere punti di vista divesi dai suoi. Il Signor Ruttar sostiene che gli Sloveni " impiegano il loro tempo (molto ben remunerato! ,ndr) per scrivere cose sensate in favore della minoranza cui appartengono, per organizzare e realizzare iniziative di promozione del patrimonio culturale, linguistico, economico, ...". Benissimo, ma non può pretendere che tutti la pensino come lui, che si sentano sloveni! Quindi lui può parlar solo per sè e per gli sloveni come lui e non ha il diritto di insultare chi non vuole appartenere a tale minoranza, ma vuole continuare a far valere la propia identità, a usare la propia più che millenaria parlata derivante da una storia che non si è mai intrecciata con quella degli sloveni e quindi lotta per poterla conservare. Al signor Ruttar che ci invita a parlare di "contenuti amministrativi e propositivi per il bene economico e sociale della popolazione" delle Valli interessano i milioni di Euro che la minoranza slovena percepisce annualmenteda Stato, Regione, Provincia e Slovenia e che non ha portato alcun benessere alle Comunità locali, ma solo alle tasche di chi lavora nel settore. Finalmente i valligiani hanno cominciato a conoscere chi sono i beneficiari di tanto ben di Dio e perchè non sono stati interpellati per esprimere la propia volontà di appartenenza o meno alla minoranza slovena. E' vero che l'articolo 6 della Costituzione " tutela con apposite norme le minoranze Linguistiche " , ma dove esse esistono effettivamente. Le parlate Slave delle Valli erano state riconosciute da leggi Regionali, ma con la legge 482/99 le cose sono state modificate, in Friuli V.G.  tale legge è applicata in modo diverso rispetto al rimanente territorio nazionale. In Puglia, ad esempio, è riconosciuto e protetto il CRICO, in Molise lo STOKAVO e non sono certamente le Lingue Nazionali Greca e Croata. In Friuli invece si è voluto introdurre forzatamente la Lingua Nazionale Slovena, che, converrà il Signor Ruttar, non è mai stata parlata nelle Valli, se non attualmente da coloro ce l'hanno studiata appositamente. Ecco quindi perchè ci battiamo: perchè le nostre parlate, Resiano, Po-nasen e Natisoniano, siano tutelate e non annientate dall'introduzione artificiosa dello sloveno. Non possiamo essere d'accordo con lei, signor Ruttar, sull' "ovvietà storica e linguistica delle nostre valli", in quanto la nostra storia non ha mai avuto niente a vedere con quella della Nazione Slovena, avendo la nostra popolazione sempre partecipato alle vicende storiche della pianura friulana e mai a quelle slovene e mantenendosi la nostra lingua, nei secoli, completamente staccata dallo sloveno. Inoltre la lingua usata nelle nostre valli per stilare documenti pubblici e privati è stata quella italiana e non quella slovena. E ora due domande, signor Ruttar. Se nel 1866 a Stregna tutti erano sloveni, come mai quegli abitanti hanno optato per l'Italia quando avrebbero potuto, al plebiscito, scrivendo no, rimanere con l'Austria ed essere agganciati quindi alla Regione Slovena? E "a chi mettiamo sulla coscienza " tutti gli abitanti che mancano in tutti i paesi di montagna non solo del Friuli, ma di tutte le Regioni Italiane? Signor Ruttar, meno spocchia, meno sicumera e più rispetto per la verità e per le persone.


Allessandra Manzini di Pagnacco, Giovanni Micelli di Resia, Luciano Santoro di Cividale, Adriano Clemente di Resia.


Tratto dal Messaggero Veneto di Mercoledì 19 Agosto 2009

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