Per saperne di più leggete attentamente i loro propositi.
sreda, 29 november 2006
Rilanciare la cultura slovena
All'ordine del giorno la situazione culturale ed economica nella Slavia friulana
Lunedì 16 ottobre presso il Circolo culturale Ivan Trino, a Cividale, ha avuto luogo l'incontro tra i rappresentanti dei circoli
culturali sloveni e di altre organizzazioni della provincia di Udine e i consiglieri regionali sloveni Tamara Blazina, Mirko
Spacapan, Igor Kocijancic e Bruna Zorzini Spetic. Nel corso dell'incontro, promosso dai comitati provinciali dell'Unione
culturale economica slovena-Skgz e della Confederazione delle organizzazioni slovene-Sso, si è parlato della situazione
attuale della comunità slovena nella Slavia Friulana, della quale hanno tracciato un'ampia panoramica i presidenti
provinciali dello Sso, Giorgio Banchig, e della Skgz, Jole Namor. Sono, quindi, intervenuti i rappresentanti sloveni delle
Valli del Natisone, del Torre, di Resia e della Val Canale: la direttrice della scuola bilingue di San Pietro al Natisone, Ziva
Gruden, il presidente dell'Unione emigranti sloveni, Renzo Mattelig, l'operatore culturale Viljem Cerno, la presidente del
circolo culturale sloveno «Rozajanski dum», Luigia Negro, il presidente del circolo culturale sloveno Planika, Rudi
Bartaloth, il ricercatore Riccardo Ruttar, per il circolo culturale Recan, Aldo Clodig, il segretario dell'Unione agricoltori-
Kmecka zveza di Cividale, Stefano Predan.
Il principale obiettivo che le due organizzazioni slovene più rappresentative e le associazioni locali slovene perseguono
nella provincia di Udine è la tutela della lingua e cultura slovene. In questa direzione ed in contesti differenti sono
impegnati gli operatori politici e culturali. Nella panoramica generale sono le Valli del Natisone-Nediske doline a godere
di miglior copertura, mentre più critica è la situazione delle valli del Torre-Terske doline. La comunità slovena di Resia è
bersagliata dalle polemiche sollevate da esponenti locali sul dialetto resiano, che il presidente della provincia di Udine,
Marzio Strassoldo, sostiene essere una parlata locale. Posizione questa affermata addirittura nell'ambito della speciale
commissione provinciale 482. Migliore il clima che si respira nella Val Canale-Kanalska dolina, dove, accanto alla
minoranza slovena, sono presenti anche quella tedesca e friulana.
Per un salto qualitativo del proprio operato sarebbe necessaria la creazione, a San Pietro al Natisone-Spietar di un
centro polifunzionale. Nella località opera l'Istituto per la cultura slovena che, in futuro, potrebbe diventare la «punta
dell'iceberg» nella promozione linguistica e culturale.
Ma il male peggiore per gli sloveni della provincia di Udine è rappresentato dalla mancanza di scuole slovene, una
lacuna solo in parte compensata dalla scuola elementare e materna bilingui. In realtà sarebbe necessario l'istituzione di
una scuola media con insegnamento di lingua slovena, mentre ad oggi c'è solo il corso di lingua slovena presso la scuola
media di San Pietro. La scuola materna bilingue è, invece, alla ricerca di un'ubicazione per la sezione rivolta ai bambini
che hanno dai due ai tre anni di età. Un problema ulteriormente aggravato dalla mancanza di spazi opportunamente
attrezzati, mentre la scelta dei genitori di iscrivervi il proprio figlio può essere decisiva per la stessa scuola bilingue. La
legge di tutela prevede anche l'insegnamento della lingua slovena presso le scuole superiori. L'istruzione slovena
dovrebbe espandersi territorialmente e non limitarsi ad un solo comune. In questa direzione sono rivolti gli sforzi profusi a
Tarvisio, dove si pone la necessità di creare una scuola che consideri anche le comunità friulana e tedesca.
Un altro capitolo affrontato è l'uso dello sloveno nella sfera pubblica: gli sportelli bilingui non sono presenti ovunque, e
neppure a Cividale-Cedad. Un sevizio questo necessario, che lungi dall'essere strumento passivo, dovrebbe fungere da
ruota motrice per la promozione della cultura slovena. Altro paragrafo importante la toponomastica bilingue, presente in
alcuni comuni e in altri no, come anche la mancata ricezione della programmazione radiotelevisiva in lingua slovena, che
rappresenta uno strumento importante per l'affermazione della lingua e cultura slovene.
Per incentivare la crescita demografica della comunità locale slovena è necessario promuovere la cultura. Il quadro
attuale è, infatti, demotivante: si assiste al progressivo spopolamento dei paesi di montagna, ad un'impennata del calo
demografico e alla carenza di attività tradizionali, che potrebbero rappresentare un polo di attrazione per il turismo.
Nel corso dell'incontro sono, inoltre, state sollevate diverse critiche sull'operato della Comunità montana Torre-Natisone-
Collio (nella cui sfera di competenza sono inseriti il comune più povero ed il più ricco della regione, rispettivamente
Drenchia-Dreka e San Floriano-Steverjan) e di alcune amministrazioni comunali, in merito alla mancanza di
coordinamento e di una diversa politica linguistica, economica, ecc. Significativo quanto ha asserito Jole Namor: la
comunità slovena era politicamente più forte quando le sue problematiche venivano considerate prioritarie dai programmi
delle liste comunali, con il disgregarsi di queste ultime anche la stabilità degli sloveni è venuta meno.
Si è, tra l'altro, parlato anche della questione delle organizzazioni slovene che il regolamento regionale definisce primarie
e dell'apertura di nuove cave nelle Valli del Natisone.
Dal canto loro, dopo aver fatto riferimento alle competenze della regione, della Comunità montana, dei comuni e dello
Stato, i consiglieri regionali sloveni hanno sottolineato che la promozione del processo di collaborazione e di integrazione
dei soggetti minori fa parte degli obiettivi dell'amministrazione Illy. Questo significa che la responsabilità della soluzione
dei problemi non può ricadere esclusivamente sulla giunta e sul consiglio regionali. Per questo motivo e per evitare
l'insorgere di problemi in futuro, i consiglieri hanno sollevato la necessità di maggiori contatti con la comunità slovena locale
e, all'unanimità, hanno attribuito la colpa per alcune e gravi carenze alla mancata attuazione delle leggi di tutela 38/2001 e
482/99. Attuazione che, è stato sottolineato, spetta anche alla regione «caldeggiare». Plauso unanime degli intervenuti,
invece, all'attenzione che la regione rivolge alla comunità slovena nell'ambito del nuovo statuto e della legge speciale per
la minoranza slovena. Un passo in avanti questo che contempla nuove responsabilità. Le norme regionali e
l'assegnazione dei finanziamenti, hanno ricordato i consiglieri regionali, sono invece di competenza di una commissione
speciale emanazione dell'assessorato alla Cultura e presieduta da Antonaz, nell'ambito della quale la società civile
slovena è rappresentata dagli esponenti dello Sso ed Skgz.
Si è trattato di un incontro costruttivo, senza promesse irrealizzabili, ma con l'impegno di tutti a promuovere nel prossimo
futuro una più stretta collaborazione. Anche per gli sloveni della provincia di Udine non sarà indifferente l'esito delle
prossime elezioni regionali e il numero di consiglieri sloveni che sarà eletto in Consiglio regionale. In breve, se da una
parte non è possibile risolvere tutti i problemi, molto si può fare, però, attraverso un lavoro pianificato e assegnando priorità
ai problemi più urgenti.
A. M. (Novi Matajur, 19. 10. 2006)
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