Il 26
ottobre 2013, è stato presentato, dopo
l’iniziale parentesi aperta al ricordo di Tommaso Zuzzi socio fondatore,
scomparso in tragica circostanza,
l’opera, “Apologia di Hrabar”,
nella sala Consiliare del comune di Resia, al cospetto di un attento e competente pubblico, con cui il dr. Marino Droli risola e ridà
respiro all’antico verbo ancora miracolosamente presente nel Rosajansko, nel
Tersko e nel Nedisko, avvalendosi dello
scudo di Identità e Tutela Val Resia del patrocinio della provincia di Udine
e del comune di Resia.
Ha
aperto gli interventi Alberto Siega, presidente di Identità e Tutela Val Resia,
che si è dichiarato onorato di aver potuto dare il suo apporto tecnico
relativamente alla stampa del libro.
Sono
quindi seguite le parole del sindaco di Resia, Sergio Chinese, che ha
ringraziato il dott. Droli per il grande lavoro espresso nella ricerca e studio
del libro,ha poi fatto omaggio ai due
relatori, delle stampe in resiano del “RAJBAT” piccolo vocabolario fatto dai
bambini e ragazzi delle scuole locali, dal libro, guarda la natura
“ Da
Questo Prato” e del “
Il Vangelo” in resiano.
Il sociologo e giornalista dr. Ferruccio Clavora
con la sua prefazione ha esposto con dovizia la dettagliata ricerca fatta da Marino Droli, esaltando la
particolare e determinata posizione che il dott. Mrino ha dato alla lingua
resiana come; lingua madre
Tutti
hanno lodato l’ottimo e interessantissimo lavoro del dr. Droli che ci
riporta nell’atmosfera slava dei tempi
di Cirillo e Metodio, che contribuisce a far conoscere i trascorsi
storico-letterari della lingua resiana e di quelle delle Valli del Natisone e
del Torre e restituisce alle predette espressioni linguistiche la dignità di
lingue autonome, liberandole dalle troppo ed interessate loro riduzioni a
“dialetti” di un’altra lingua, storicamente estranea al vissuto quotidiano
delle comunità del Friuli orientale.
Infine,
il dr. Droli ha parlato del suo libro ed ha ringraziato tutti coloro che in qualsiasi
modo lo hanno aiutato a realizzarlo. La
serata si è conclusa con le note della zitira e bunkula di Matteo Petito e
Gianni Lega.
All’albergo “Alle Alpi “e con una conviviale
bicchierata.
APOLOGIA DI HRABAR
Marino Droli
Il possesso dei tratti comuni di tutte le lingue slave e delle relative forme vernacolari, costituisce un’unica provenienza, peraltro documentata.
Malgrado questo, l’importanza e il grandissimo valore di un testo che origina tutto il tutto il sistema linguistico in menzione, quale l’Apologia di Hrabar, nato intorno agli anni 780-800 d.C. sono pressoché sconosciuta, nonostante siano state fatte una trentina di edizioni critiche.
E’ in ineludibile che le origini risalgono a quell’epoca con Cirillo e con Metodio che ne ufficializzarono la nascita, come si evince dalle memorie storiche.
Questo libro si prefigge di fare luce, nei limiti del possibile, sugli effettivi profili genetici documentati, individuarne la possibilità di una sufficiente chiave di lettura per l’analisi del testo e, in particolare, della parola nei suoi elementi di preminenza, nonché definire i tratti, identitari nei vari gruppi di articolazione, con le consequenzialità che ne derivano.
Per questo fine è stato utilizzato il metodo della ricerca storico-bibliografica.
Attraverso la formazione di una base conoscitiva ampia e inoppugnabile, si sono individuate in “ Apologia di Hrabar” componenti espressive proprie di tutto il sistema linguistico presenti nei vari gruppi, in fase di continua evoluzione.
Da un’unica fonte si dipartono i singoli corsi d’acqua, grandi e piccoli che rappresentano metaforicamente tutto il sistema che viene ad assumere pari dignità e autonomia.
Ne consegue, nello specifico, che le parlate della Val Resia, della Val Torre-Cornappo e delle Valli del Natisone-alto Judrio, con un’estrazione
storica ben identificata ed evolutiva, non possono essere considerate forme di
derivazione” dialettale, ma lingue madri.
Breton
(1981) e Smith (1986), linguisti di fama mondiale, hanno affermato: “Un’etnia e
una minoranza linguistica s’identificano nella coscienza di una discendenza e
di una storia comune per tutti gli appartenenti a quella comunità”.
Sussistono,
quindi, i presupposti per un’identità linguistica ben fisionomizzata, radicata
nei secoli che va valorizzata in tutti i modi, pena l’estinzione: è possibile
quindi concepire il concetto universale di una “presa di coscienza e un senso
di appartenenza” verso lingue di adozione.
Ciò
anche in analogia con la dottrina trasformistica e universalista (socio-linguistica)
degli USA con Fillmore, Boas, Sapir, Bloomfield e chomsky degli anni ’50.
Marino
Droli
faccio presente che, il libro "APOLOGIA DI HRABAR " è in vendita presso la libreria in Udine
" FRIULIBRIS " di Beltrame Alessandro - via Piave 27 - 33100 UDINE
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