martedì 31 agosto 2021
Deborah Puccio e la Val Resia
Come sei diventata e diventi donna nelle società montane del sud Europa? Nella
vallata alpina di Resia, abitata da una minoranza slava, fu sotto la copertura
del "sporco" babac o adornata della scintillante maskira che la giovane donna
iniziò un viaggio rituale che la portò alle nozze.
Nella valle pirenaica di Bielsa, ancora oggi, è intorno alla abbagliante madama
che la fanciulla tesse il suo destino. Non lontano da lì, nella piccola valle di
Gistain, le lavorazioni tessili, la trasmissione dei beni tra donne di diverse
generazioni, i giochi di velare e svelare, di essere e di apparire iniziati al
carnevale continuano nelle feste di mezza estate e nei festeggiamenti celebrati
in onore del santo patrono. Tramite la studio comparativo dei carnevali e delle
feste attraverso cui si sviluppa la femminilità, Deborah Puccio mette in luce la
continuità tra riti secolari e celebrazioni religiose analizzando il sistema di
omologie, contrapposizioni e differenze tra maschere, ruoli rituali, figure
mitiche e immagini cristiane di santi e vergini che, in un sottile gioco tra
carattere e persona, far emergere la nuova identità delle giovani ragazze. Una
prospettiva innovativa, poiché la festa del carnevale è sempre stata affrontata
dal punto di vista dei ragazzi e dei riti che consentono loro di accedere alla
virilità. opposizioni e differenze tra maschere, ruoli rituali, figure mitiche e
immagini cristiane di sante e vergini che, in un sottile gioco tra carattere e
persona, fanno emergere la nuova identità delle fanciulle. Una prospettiva
innovativa, poiché la festa del carnevale è sempre stata affrontata dal punto di
vista dei ragazzi e dei riti che consentono loro di accedere alla virilità.
opposizioni e differenze tra maschere, ruoli rituali, figure mitiche e immagini
cristiane di sante e vergini che, in un sottile gioco tra carattere e persona,
fanno emergere la nuova identità delle fanciulle. Una prospettiva innovativa,
poiché la festa del carnevale è sempre stata affrontata dal punto di vista dei
ragazzi e dei riti che consentono loro di accedere alla virilità.
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lunedì 9 agosto 2021
SILENZIO SI FA SERA
Leggendo la risposta data dall'attuale Sindaco di Resia, al Gruppo Consiliare -Identità Resiana Progetto Resia-,conferma che ha deciso di "tutelare" gli sloveni (presunti) di Resia.
E' scritto chiaro, e io personalmente non ho niente contro questi "presunti" sloveni.
La legge parla chiaro, e il Sindaco ha preso una decisione chiara.
Ovvero che l'attuale Amministrazione ha preso la decisione di non uscire dalla Legge che includono Resia e il Resiano come una minoranza slovena.
Ma scusi un momento Signor Sindaco, ma Lei che iniziative è pronta a intraprendere per tutelare i Resiani e la Lingua Resiana con la sua cultura ( musica,ballo ecc...) nelle sedi appropriate, tenendo conto che la Lingua Resiana è stata riconosciuta dall'Unesco come Lingua in pericolo, e che gli studi sul DNA di pochi anni fa, hanno confermato che i Resiani non sono neanche lontani parenti dei vicini Amici Sloveni?
Il Popolo Resiano che si sente semplicemente Resiano, ha Diritto a una risposta chiara da parte sua e da parte di tutti i componenti della sua Amministrazione.
Giusto per chiarezza, sarebbe opportuno rispondere.
E finiamola con questa tattica del silenzio ad oltranza.
Se veramente è il Sindaco di tutti, come scrive Lei, deve tutelare tutti i cittadini, gli Sloveni (presunti) ma anche i Resiani.
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