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mercoledì 16 gennaio 2013

Topolini un fenomeno naturale

A proposito dell’invasione dei topi a Resia e in Alto Friuli, nell’estate scorsa. 

A parte quello che gli esperti hanno detto e scritto, che la causa del proliferare dei topolini era dovuta all’eccessiva mitezza della stagione invernale, io ho individuato, invece, la ragione, almeno per quanto riguarda l’invasione di questi piccoli roditori in Val Resia.
Dovete sapere che Valentino Ostermann nel suo libro, “La Vita in Friuli”, pubblicato nel 1894, fra le altre cose che ha scritto, a pagina 283, si legge: «Topo campagnolo. Animale molto infesto all’agricoltura. Negli anni in cui la bestiolina moltiplica e infesta più dell’usato, se ne attribuisce sempre la causa a un castigo di Dio, o a qualche stregoneria; quindi scongiuri, benedizioni e pratiche superstiziose per allontanar il flagello. Narrasi che nei secoli passati il Comune di Chiusa nel Canal del Ferro fu in un tal anno siffattamente infestato dai topi campagnoli da averne distrutti tutti i raccolti. Dessi rosicchiavano fino le persone, mentre dormivano. E’ di fatto che fino al 1852, nella chiesa di San Sebastiano di Campolaro celebravasi una Messa, ed in passato si faceva anche una processione (Messa e processione soppresse dal Pievano De Cecco) in soddisfazione d’un voto pella cessazione del flagello. Al Pievano contribuivano perciò una elemosina tutte le famiglie del paese portanti i cognomi di Linassi, Longhino, Marcon, Samoncini, eccetera, vecchie originarie del paese: come potei desumere anche da un antico manoscritto, in cui era un foglio collo scongiuro che sotto riporto». Segue lo scongiuro in latino. Dopo lo scongiuro, prosegue: «In paese poi si racconta che fu chiamato un Benedettino di Moggio, esperto nell’arte degli esorcismi il quale scongiurò i topi, ed al domattina, innanzi il levar del sole si videro quelli in processione sterminata avviarsi verso il ponte Peraria, traversare il Fella su una trave poco oltre Villanova, e disperdersi sui colli a sinistra del fiume nei boschi del comune di Resia, non ne essendo rimasta alla Chiusa neanche la stampa». «Nel manoscritto Del Negro leggesi: “8 ottobre 1709, quest’anno si può dire che sia l’anno dei sorzi, perché a mio ricordo non si ha mai sperimentato tanto danno nelle raccolte” – ed all’anno 1777 li 5 ottobre, - “abbiamo fatta processione per impetrare la liberazione dei sorzi che mangiano il sorgo nei campi”». Cosa pensare dopo aver letto le pagine di questo interessante libro? Che sia ora di fare gli scongiuri anche in Val Resia affinché questo fenomeno non si ripeta più? Ma dopo gli scongiuri i topi questa volta dove andrebbero a disperdersi? Forse è meglio lasciar perdere scongiuri, benedizioni e pratiche superstiziose per allontanare questo fenomeno e lasciare alla natura che faccia il suo corso regolare. 
Franco Tosoni San Giorgio di Resia

Tratto dal MESSAGGERO VENETO del 7 gennaio 2013

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