Atto
quarto
A
proposito del turismo che si è sviluppato a Resia in questi ultimi anni e
l’apparenza dell’ Unione dei circoli culturali sloveni/Zveza slovenskih
kulturnih društev.
Visto
e considerato che il mio precedente articolo è stato, dai più, valutato pessimo,
questo fatto mi ha dato una carica particolare, vuol dire che di buon grado
ritorno su questo argomento per sottolineare, ancora una volta, la bufala di
Sandro Quaglia, sempre a riguardo del turismo che si è sviluppato a Resia in
questi ultimi anni. Se per giustificare la sopravvivenza di una sede secondaria
dell’Unione dei circoli culturali sloveni/Zveza slovenskih kulturnih društev,
posto in un paese di circa 80 abitanti, quanti presumibilmente ne conta oggi Stolvizza, devo pensare che,
per far quadrare i conti, bisogna, per forza di cose, cercare di equilibrare, in
qualche modo, il dare e l’avere. Considerato poi che quest’anno Sandro Quaglia
dovrà ridimensionare le sue stime, in ribasso, almeno dagli esigui movimenti di
turisti sloveni che si sono notati in Val Resia. Penso che la crisi economica
abbia, in qualche modo, interessato, e stia interessando, anche la Slovenia,
quindi, la grande affluenza di turisti sloveni, in visita con pernottamenti,
vista la grande disponibilità di posti letto in Val Resia, sia solo una pia
illusione. Già i 6000 stimati nel 2011 era una cifra un po’ gonfiata, figurarsi
cosa potrà succedere nella stima di quest’anno. Come si giustifica, pertanto, la
sopravvivenza di questo Circolo, la sua funzione, la sua finalità ed il suo
progetto? Siamo in piena recessione, la crisi economica che incombe su buona
parte delle attività imprenditoriali ed economiche, di conseguenza anche i
finanziamenti cominciano a scarseggiare, quindi, io penso che, se non già in
atto, ne subirà l’effetto anche la sede del Circolo di Stolvizza. Perché questo
Circolo proprio a Stolvizza? Un motivo ci sarà. Certo, qui risiedono buona parte
di quelle persone che si dichiarano di appartenere alla minoranza slovena a
Resia, forse perché conoscono o sconoscono perfettamente la definizione reale
del duale e del neutro, certamente non quella della lingua resiana, o forse si?
Sicuramente quella della lingua slovena, o forse no? L’importante averlo
dichiarato in diretta televisiva, così probabilmente qualcuno è rimasto
impressionato del sapere e del non sapere. Fa impressione sentire dare
dell’ignorante ai propri genitori, come fa ancora più nausea che a dichiararlo
sia il figlio di due ignoranti, solo perché parlano la lingua resiana e
sconoscono il duale o il neutro. Se tu sai e i tuoi non sanno non credo che sia
giusto farlo sapere agli altri, almeno per rispetto verso i propri genitori, o
era solo per
impressionare i presenti?
Per
impressionare bisogna spararle, qualche volta anche a salve. Un contatto con la
lingua slovena può, conoscendo il neutro ed il duale, salvare il resiano? O
forse sarebbe, in definitiva, il suo funerale? Umiltà nel considerare questa
opportunità.
Per
concludere vorrei evidenziare questo fatto. Che ci faceva Sandro Quaglia, in
base a quello che si vede in questo videoclip, che allego, nel Centro Culturale,
forse per insegnare a ballare la resiana? O per intrattenere i suoi turisti?
Ecco l’uso che si faceva in quel Centro, senza averne diritto.
A voi l’ardua
sentenza e giudizio.
Franco
Tosoni
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